Articolo apparso il 6 aprile 2010 su "La Voce del Popolo", quotidiano in lingua italiana edito a Fiume:


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SU INIZIATIVA DEI COMBATTENTI ANTIFASCISTI

A Stanzia Bembo ricordata la fondazione del battaglione italiano «Pino Budicin»

VALLE – A Stanzia Bembo, a pochi chilometri da Valle, sabato l’Associazione dei combattenti antifascisti di Rovigno e quella regionale, hanno ricordato i 65 anni di fondazione del battaglione italiano “Pino Budicin”. Alla manifestazione, oltre a numerosi ex combattenti, giunti anche dalla vicina Italia, sono intervenuti pure il deputato della minoranza italiana al parlamento croato e presidente di Unione Italiana, Furio Radin, il deputato istriano al Sabor, Damir Kajin, l’assessore regionale per le questioni della Comunità nazionale italiana e della altre minoranze, Sergio Bernich, i sindaci di Rovigno e di Valle, rispettivamente Giovanni Sponza ed Edi Pastrovicchio che, insieme a una rappresentanza dell’Associazione rovignese, di quella istriana e dell’ANPI hanno deposto delle corone di fiori ai piedi del monumento che a Stanzia Bembo ricorda la data in cui venne istituita l’unità e i tanti combattenti italiani periti nella guerra di liberazione contro il nazifascismo.

Dopo l’intervento di circostanza pronunciato dal sindaco di Valle, a prendere la parola è stato Roberto Birsa, dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, che ha ricordato il significato del leggendario battaglione, nato con lo scopo di unire nella lotta contro l’oppressore le diverse etnie della terre istriane, per debellare una volta per tutte il fascismo e i suoi antivalori.

“I ragazzi di oggi devono sapere che i valorosi giovani combattenti del battaglione ‘Pino Budicin’ si unirono nella lotta antifascista per distruggere un mostro: quel mostro che, con il fumo della carne bruciata nei campi di sterminio, oscurò i cieli di tutta l’Europa” – ha detto Birsa. “Auschwitz, la risiera di San Sabba, Arbe, sono nomi che devono rimanere scolpiti in eterno nella memoria collettiva, come monito contro ogni razzismo. Insorgendo e lottando a lungo per sconfiggerne gli ideatori, i combattenti del battaglione istriano ‘Pino Budicin’, che provenivano da tutte le località della penisola, hanno sacrificato la loro gioventù e molti la propria vita per assicurare a tutti noi la libertà e un futuro. E i meriti, in questo caso, furono in particolare dei combattenti italiani, che si fecero apprezzare con onore e dignità ovunque dovettero lottare contro l’oppressore”.

Tomislav Ravnić, segretario dell’Associazione dei combattenti antifascisti della Regione istriana, ha ricordato che oggi, purtroppo, in Croazia i diritti dei combattenti antifascisti non sono ancora rispettatati nel modo adeguato, nonostante la Dichiarazione sull’antifascismo che la Croazia ha fatto propria nel 2005 come presupposto per l’inizio delle negoziazioni per l’adesione all’Unione Europea. “Non possiamo permettere che al giorno d’oggi gli alti valori della lotta antifascista vengano minimizzati, perché senza il sacrificio di chi quella lotta la attuò, la Croazia di oggi non sarebbe mai esistita” – ha detto Ravnić. “Eppure – ha aggiunto – l’ingiusta realtà dei fatti è che oggi un combattente della guerra patria riceve in media il doppio della pensione che spetta a un ex combattente antifascista”.

A intervenire è stato quindi il sindaco di Rovigno, Giovanni Sponza, che nel suo discorso ha posto in evidenza l’importanza che il battaglione “Pino Budicin” ebbe per il futuro dell’Istria: “Quei combattenti lottarono e riuscirono a sconfiggere un regime che era oppressivo. E furono proprio loro a gettare le basi della convivenza, della giustizia e dei valori sociali che sono il simbolo dell’Istria contemporanea. Il loro contributo non sarà mai dimenticato, perché la nostra gratitudine è più forte dell’oblio. Grazie a questi valori oggi noi siamo qui ad indicare la strada da percorrere ai nostri giovani. Una strada che non si basa sul profitto e sul prestigio personale, ma sulla collaborazione, sulla convivenza e sull’assistenza reciproca” – ha detto Sponza.

Sul palco è salito quindi Antonio Bisić, vicepresidente dell’Associazione antifascista di Rovigno, il quale ha voluto ricordare a tutti che la netta maggioranza della popolazione italiana di Rovigno ha sempre dimostrato la propria intolleranza al regime fascista. Ha ricordato i rovignesi che combatterono la guerra di Spagna, i sacrifici di Antonio Ive, Pino Budicin, Augusto Ferri. Bisić ha affrontato pure il delicato tema delle foibe che, a suo parere, “sono state strumentalizzate dalla destra italiana e croata nello scontro con la sinistra”.

“Le foibe furono un crimine grave, che la nostra Associazione ha da tempo condannato” – ha dichiarato Bisić. ”Bisogna però anche dire che furono una conseguenza di altri crimini, spesso di gran lunga peggiori. Nessun crimine può trovare giustificazioni in altri crimini, ma esistono prove e testimonianze che indicano che furono proprio i fascisti i primi a ricorrere all’uso delle foibe” – ha dichiarato Bisić. Il vicepresidente dell’Associazione antifascista di Rovigno ha concluso il suo intervento citando alcune note frasi di Bertolt Brecht: ”E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria. Occorre agire e non parlare. Questo Mostro stava una volta per governare il mondo. I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto. Il grembo da cui nacque è ancora fecondo”.

Il presidente dell’Unione Italiana Furio Radin ha iniziato il suo discorso ricordando Mario Jadrejčić, commissario del battaglione “Pino Budicin” scomparso quest’anno. Una figura che, come ha tenuto a sottolineare, ha avuto un ruolo importantissimo anche nella riconciliazione tra l’Unione Italiana e i combattenti antifascisti istriani, che come si ricorderà, anni addietro si erano raffreddati proprio a causa del fatto che anni addietro a Stanzia Bembo gli organizzatori della manifestazione commemorativa non avevano fatto parlare i rappresentanti della Comunità nazionale italiana. Nel suo intervento Radin ha sottolineato l’importanza dei valori dell’internazionalismo, voluto e simboleggiato dai combattenti del battaglione “Pino Budicin”: “Valori che – ha detto il presidente dell’UI – devono essere insegnamento e guida anche alle popolazioni odierne”. Infine Radin ha voluto ricordare il coraggio e il dolore delle madri dei 17mila italiani che hanno perso la vita durante la lotta antifascista”

A concludere gli interventi di Damir Kajin e di Sergio Bernich, che hanno espresso entrambi il loro massimo impegno politico per preservare i valori dell’antifascismo e i diritti dei combattenti antifascisti.

Al programma di intrattenimento che è seguito hanno partecipato la banda d’ottoni di Rovigno, la Società artistico culturale “Marco Garbin” della Comunità degli Italiani di Rovigno, il cantante Sergio Preden-Gato e le poetesse Julija Dušić, Vera Bosazzi e Vesna Milin.

Sandro Petruz