16/07/2010 - After the destruction of their homes and forced expulsion from South Mitrovica in Kosovo in 1999, the Roma people were displaced to temporary UN camps at the foot of mountains of toxic lead waste. Ten years later, families are still there suffering from chronic lead poisoning.
Link: http://www.guardian.co.uk/world/video/2010/jul/15/lead-refugees-mitrovica-kosovo
* UNICEF-Studie zur Lage der Roma-Kinder aus dem Kosovo: Kinder ohne Chance
8. Juli 2010 - Rund 5.000 Kinder aus Familien der Roma und weiterer ethnischer Minderheiten sollen in den kommenden Jahren aus Deutschland in den Kosovo abgeschoben oder rückgeführt werden, obwohl sie dort kaum eine Perspektive auf Schulbildung, medizinische Versorgung und gesellschaftliche Integration haben. Zu diesem Ergebnis kommt eine neue UNICEF-Studie zur Lage von Roma-Kindern in Deutschland und im Kosovo.http://www.roma-kosovoinfo.com/index.php?option=com_content&task=view&id=259&Itemid=1
* UNICEF: Zur Situation von Kindern kosovarischer Roma, Ashkali und Ägypter in Deutschland und nach ihrer Rückführung in den Kosovo
* Thomas Hammarberg: "Children victimised when families are forced to return to Kosovo"
08 July 2010 - The Council of Europe Commissioner for Human Rights (CHR), Thomas Hammarberg, has published a comment today following a UNICEF report on what has happened to those who were forcibly returned from Germany to Kosovo. Highlighting that in the last few years, several thousand persons, including Roma,Ashkali and Egyptians, have been forcibly returned to Kosovo by west European states (mainly from Austria, Germany, Sweden and Switzerland) the CHR expresses his concern that children are the ones most affected by these forced returns, as many of them have little or no attachment at all to Kosovo. Furthermore, as they are often sent away without warning, they find themselves with no documents in Kosovo, rendering them de facto stateless.
The comment is available here: http://commissioner.cws.coe.int/tiki-view_blog_post.php?postId=56
The UNICEF Report is available in German only here:
http://www.unicef.de/download.php?f=content_media/presse/Roma-Studie_2010/UNICEF-Studie_Roma_2010neu.pdf
* Abschiebung ins Nichts, DRadio Wissen, 8.7.2010
http://wissen.dradio.de/index.33.isuv.html?dram:article_id=4033
* "Ich kann mir vorstellen, wie verzweifelt die Leute sind", junge welt, 5.7.2010
http://www.jungewelt.de/2010/07-05/027.php
* Was sollen die im Kosovo?, tageszeitung, 30.6.2010
http://www.taz.de/1/politik/deutschland/artikel/1/was-sollen-die-im-kosovo/
* Gruppenabschiebung nach Kosovo gestoppt, Neues Deutschland, 23.6.2010
http://www.neues-deutschland.de/artikel/173713.gruppenabschiebung-nach-kosovo-gestoppt.html
* Council of Europe calls deporting refugees back to Kosovo irresponsible, Deutsche Welle, 15.4.2010
http://www.dw-world.de/dw/article/0,,5469539,00.html
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by Paul Polansky
[continua] Harri Hermanni Holkeri
L'ANTI-PREMIO CITAZIONE INUTILE: alla persona che amava fare citazioni giornaliere, ma queste citazioni non hanno salvata nemmeno una vita in Kosovo. Riguardo ai Rom e agli Askali, Harri rifiutò di mettere in pratica quanto predicava, da qui questo anti-premio.
Le Citazioni giornaliere di Holkeri
- Quello che possiamo fare come individui può non essere molto nella scala globale, ma dobbiamo iniziare il cambio vivendo come insegniamo.
- Se non accettiamo il pensiero altrui, non si può progredire nel proprio interesse. Abbiamo bisogno dell'altrui aiuto per ottenere risultati.
- Uomini e donne hanno il loro ruolo - i loro ruoli sono differenti, ma i loro diritti sono uguali.
- Ci sono molte sfide, ci sono molti ostacoli: cerchiamo di cambiare gli ostacoli in vantaggi.
- Abbiamo gli strumenti, ma dobbiamo imparare come usarli. Questa è la mia filosofia politica.
- In crisi nazionali o internazionali, ci sono sempre questioni di mancanza di confidenza. Devi cambiare le menti delle persone se vuoi ottenere risultati.
- Non voglio parlare di sovrappopolazione o di controllo delle nascite, ma penso che l'istruzione sia la maniera di dare nuovo impeto alla questione della povertà.
- Non puoi prendere decisioni facili se prima non ti impegni per difficili soluzioni.
Holkeri è nato il 1 gennaio 1937 ad Oripaa, Finlandia. Divenne membro del Partito della Coalizione Nazionale di Finlandia (Kokoomus) e poi del Parlamento dal 1970 al 1978. Holkeri fece parte del tavolo dei direttori della Banca di Finlandia nel 1978-97 e fu candidato alle elezioni presidenziali nel 1982 e nel 1988. Fu Primo Ministro dal 1987 al 1991. Più tardi divenne speaker dell'Assemblea Generale dell'ONU (2001-2001). Giocò anche un ruolo costruttivo nell'Accordo del Buon Venerdì in Irlanda del Nord. I suoi sforzi vennero premiati con il cavalierato onorario conferitogli dalla regina Elisabetta II. Venne poi nominato Rappresentante Speciale del Segretario Generale in Kosovo.
Se sotto l'SRSG Steiner tutti gli aiuti alimentari ai campi zingari vennero interrotti, sotto l'SRSG Holkeri i campi furono completamente ignorati. Nonostante gli appelli a portare la questione all'attenzione del suo staff, l'invisibile Holkeri rimase tale eccetto per le sue dichiarazioni quotidiane. Nel maggio 2004 Holkeri si ritirò dalla sua posizione presso l'UNMIK, adducendo problemi di salute dopo un collasso per esaurimento a Strasburgo. Il collasso avvenne il giorno dopo che Holkeri aveva visitato il quartiere generale ONU a New York, dove disse al Consiglio di Sicurezza che l'orgia di violenze di metà marzo (2004) aveva scosso la missione nelle "sue fondamenta". A seguito di intensi scontri tra la KFOR ed estremisti albanesi, l'UNMIK riportò che 4.366 Serbi ed alcuni Rom erano stati costretti a fuggire dalle loro case. Inoltre erano state distrutte o danneggiate circa 950 case, assieme a 36 chiese, monasteri ed altri monumenti serbi. Sotto Holkeri l'ONU fu lento a reagire. Molti osservatori ritengono che lui non comprese a sufficienza la situazione in Kosovo. Però, concordò nell'evacuare dalle loro case oltre 4.000 Serbi usando la polizia ONU, creando così un precedente in Kosovo per lo sgombero forzato quando le vite umane fossero a rischio. Fino ad oggi, non ha elaborato una dichiarazione per quella filosofia umanitaria.
PREMIO TESCHIO E TIBIE INCROCIATE al funzionario ONU sotto il cui sguardo morirono più bambini e feti di ogni altra epoca, nei nove anni in cui l'ONU amministrò questi campi della morte per gli zingari del Kosovo.
Jessen-Petersen nato nel 1945 a Nørrensundbay, Danimarca, venne nominato Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Kosovo e capo dell'UNMIK il 16 giugno 2004 e mantenne la posizione sino alla fine di giugno 2006. Jessen-Petersen è attualmente Direttore dell'ufficio di Washington Indipendent Diplomat, lettore presso la Scuola di Servizi Esteri all'Università di Georgetown, e Studioso Ospite all'Istituto di Pace degli Stati Uniti (USIP).
Jessen-Petersen ha avuto una lunga carriera nelle Nazioni Unite. Avvocato e giornalista per formazione, iniziò il suo servizio nel 1972 presso l'ufficio dell'Alto Commissario ONU per i Rifugiati (UNHCR) in Africa. Nei successivi 30 anni salì diversi gradini nell'UNHCR, nei vari uffici di Stoccolma, Ginevra e New York ed infine nel 1998 venne nominato Inviato Speciale dell'UNHCR nella ex Jugoslavia. Attualmente risiede a Washington DC con la moglie di diciannove anni e due dei suoi quattro figli.
Nonostante una carriera apparentemente distinta con l'Alto Commissario ONU per i Rifugiati, Jessen-Petersen perse il proprio compasso morale in Kosovo quando i bambini Rom/Askali iniziarono a morire di avvelenamento da piombo nei campi UNHCR e lui si rifiutò di evacuarli come richiesto dall'OMS. Sino a novembre 2004, in molti non sapevano che i campi zingari fossero così pericolosi, nonostante il rapporto medico ONU inviato all'SRSG Bernard Kouchner ad ottobre 2000. Ma quando nel 2004 venne portata a conoscenza la morte di Jenita Mehmeti nel campo ONU di Zitkovac, venne svelato il tentativo dell'UNMIK di nascondere la verità, anche se Jessen-Petersen tentò di far luce sulla tragedia. Quando la TV del Kosovo chiese a Jessen-Petersen del mio libro dove spiegavo l'avvelenamento da piombo, l'SRSG replicò "Polansky non ha di meglio da fare."
Per mascherare il proprio dilemma morale, Jessen-Petersen tentò di dire alla stampa che gli Zingari si stavano avvelenando da sé smaltendo le batterie delle auto. Anche se l'ONU aveva davvero dato licenza per smaltire le batterie e permesso di tenerle nei campi ONU, un dottore tedesco (Klaus Runow) aveva raccolto campioni dei capelli in 66 bambini dei campi e trovato 36 elementi tossici nel loro corpo, non presenti nelle batterie delle macchine. Jessen-Petersen tentò allora di "curare l'avvelenamento da piombo" donando150.000 euro prendendolo dal budget per il Kosovo. Ma fu solo un tentativo cosmetico, neanche un euro servì a curare un bambino dato che vennero sprecati per voci non mediche: 24.000 euro per latte scremato, 12.000 per saponi e shampoo, 9.500 euro per fumigare le baracche e 33.000 euro per i kit di analisi del suolo. Nonostante venisse detto che l'avvelenamento da piombo non potesse essere curato finché i bambini e le donne incinte (i più vulnerabili) non fossero rimossi dalla fonte dell'avvelenamento, Jessen-Petersen rifiutò ancora di evacuare i campi. Sotto il suo sguardo morirono più di 30 Zingari.
Fine sesta puntata. Le puntate precedenti:
http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=3919
http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=3933
http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=3946
http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=3956
http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=3966
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FLASHBACK:
http://www.b92.net/eng/news/society-article.php?yyyy=2010&mm=02&dd=16&nav_id=65233
Tanjug News Agency - February 16, 2010
“Scandalous treatment of Roma in Kosovo”
KOSOVSKA MITROVICA: Council of Europe Human Rights Commissioner Thomas Hammarberg called for an end to forcible return of Roma to Kosovo.
After his second visit in ten months to the contaminated Roma camps in Cesmin Lug and Osterode, Hammarberg said that the situation had not changed, and called for an urgent evacuation of the settlements.
“The fact is that these camps have been inhabited for an entire decade is scandalous. The international community is partly to blame for this situation,” Hammarberg said.
He said that the lead contamination posed a very serious danger for the people and children of the community.
“New, safe housing is needed for about 600 people, in order to close the camps. They all need immediate medical care as well,” he said.
Hammarberg said that he is concerned about the fact that Europe is implementing a forcible return of Roma to Kosovo.
According to UN statistics, 2,500 people from EU countries were returned to Kosovo in 2009.
Some of the Roma forced to go back to the province were sent to the contaminated camps, most of them being from Austria, Germany, Sweden and Switzerland.
“I am calling on European countries to stop the forcible return until Kosovo is ready to secure the necessary conditions of life, medical care, education, social services and jobs,” he said.
He reminded that Kosovo has already signed readmission agreements with several countries.
“In Kosovo alone there are 20,000 internally displaced persons and the unemployment rate is at about 50 percent, which clearly shows that Kosovo still lacks the infrastructure needed to allow a sustainable reintegration of refugees,” Hammarberg said.
He added that some of the refugees have lived in other countries for a long time and have children that were born in European countries, speak the languages of these countries fluently and have no ties to Kosovo.
“The result is that many refugees are trying to return as soon as they can to the countries they used to live in,” the commissioner said.
In a report published last summer, Human Rights Watch said that the Roma district in the northern city of Kosovska Mitrovica was attacked by ethnic Albanians in June 1999.
"By June 24, the district had been looted and burned to the ground, and its 8,000 inhabitants had fled. Many were resettled by the UN in camps in a heavily contaminated area located near a defunct lead mine. The move was originally intended to be temporary, yet about 670 Roma still live in camps near the site, with damaging consequences for their health," said the report.