Barricate, scontri, manifestazioni in Kosovo

1) Nel Nord del Kosovo cresce la tensione, barricate, scontri, manifestazioni (E. Vigna) / Imminente una campagna terroristica della NATO, per completare la pulizia etnica nella provincia kosovara della Serbia (T. Bancroft-Hinchey)
2) NEWS
- Kosovo: Witness gets two months jail for contempt of UN court
- Ethnic Serbs battle isolation as Kosovo reinforces northern border
- Kosovo: Serbs in north continue to block roads
- Kosovo Serbs fortify barricades
- KFOR removes barbed wire at Brnjak
- Tensions Rise in Southeast Serbia as Ethnic Albanians Rally
- Shooting in Kosovska Mitrovica, barricades remain
- NATO shield poses threat to Serbia, expert says
3) Selezione notizie da Glassrbije.org


LINKS:

L' Ambasciatore russo a Belgrado critica Tadic / Russian ambassador crtiticizes Tadic / Govor ruskog ambasadora Aleksandra Konuzina na Prvom bogradskom forumu o bezbednosti
http://www.juliagorin.com/wordpress/?p=2722

NATO Chieftain In Kosovo: Press Conference With Client Thaci
NATO Community - September 16, 2011
http://www.youtube.com/watch?v=3O8sb_3jI40

Provocazioni della NATO a Mitrovica Nord (english / italiano)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7151

Resistenza contro la NATO ed i suoi sgherri in Kosovo
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7119

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http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/posebi21-009590.htm

www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 21-09-11 - n. 377

Nel Nord del Kosovo cresce la tensione, barricate, scontri, manifestazioni
 
Formato PDF: http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/posebi21.pdf
 
A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali, Italia e SOS Kosovo Metohija
 
Avevamo appena finito di tradurre l’articolo sotto riportato, che preannunciava venti di violenza nella provincia kosovara serba, e purtroppo quanto denunciato dal giornalista serbo Milovan Drecun, si è avverato. Domenica, 18 Settembre 2011, le forze speciali dei secessionisti albanesi, i ROSU ( Regional Operational Support Unit, una unità speciale addestrata dalla NATO, che agisce autonomamente ed è usata come supporto alla polizia locale, in azioni da commandos o di fronteggiamento di proteste di piazza), coadiuvati e protetti dalla NATO, dalla KFOR e dalla polizia EULEX ( il nuovo nome della missione militare in Kosovo), hanno preso il controllo dei due passaggi amministrativi di Jarinje e Brnjak, che di fatto Pristina considera frontiere.
La popolazione serba blocca il nord della regione con barricate, presidi e dichiara la sua volontà di non accettare questo incursione militare e di voler andare fino in fondo contro Pristina.
 
Già ad agosto le barricate erano state tolte, dopo giorni di scontri, assalti e violenze, con la mediazione del governo di Belgrado, che aveva promesso di aver trovato un accordo con la NATO/KFOR che prevedeva che fosse la Kfor - e non le forze di polizia kosovare – ad assumere il controllo dei due punti di confine teatro delle maggiori tensioni, dichiarandoli 'zona di sicurezza militare'. Ovviamente promesse non mantenute, perché l’obiettivo come ben documenta Drecun, ben altri sono i progetti della NATO e dell’UE per il popolo serbo del Kosovo Metohija.
 
Sono state bloccate le strade magistrali, e ad ogni provocazione degli albanesi o ad ogni tentativo delle forze albanesi o internazionali di andare verso il nord, le barricate si rafforzano, e in alcuni punti stradali le barricate oltrepassano i 5 metri d’altezza. I serbi si muovono attraverso le altre strade alternative che controllano da soli, e da li arriva anche il cibo e l’acqua. Il traffico dei mezzi scorre con difficoltà, i grandi autobus non possono viaggiare sulle strade a bassa qualità, e quindi dalla Serbia centrale arriva solo qualche furgone
Nel nord di Kosovska Mitrovica i serbi hanno accumulato ingenti quantitativi di sabbia e pietre, con cinque camion, sul ponte principale sul fiume Ibar, che separa la parte meridionale e settentrionale della città che così è stato ulteriormente rafforzato.
Un lavoro simile è stato fatto di fronte al ponte est di Kosovska Mitrovica.
 
Questa è stata la risposta alla KFOR, che aveva lanciato con elicotteri migliaia di volantini, dove diceva che le barricate non sono il modo giusto per esprimere il malcontento e che dovevano essere immediatamente tolte. La situazione in Kosovska Mitrovica è calma, nei pressi del ponte ci sono a turno, alcune centinaia di cittadini, che presidiano la barricata.
 
I serbi di Kosovska Mitrovica, hanno risposto anche con un proprio volantino apparso per le strade della città, dove, da una parte del foglio vi è una bandiera serba con la firma: "serbi del Kosovo", nell’altra parte scrivono:
 
"...Secondo la risoluzione 1244, il Kosovo è parte integrante della Serbia. Nessuna risoluzione parla di una dogana del Kosovo. Nella risoluzione non si definiscono confini del Kosovo.
I blocchi stradali rappresentano l'insoddisfazione e la rabbia del popolo serbo del Kosovo a causa delle pratiche e della non conformità con la risoluzione 1244. E 'meglio difendere i blocchi e barricate della resistenza armata. E voi signori della KFOR valutate se abbiamo ragione..."; il foglietto è scritto in serbo e inglese.
Sul lato nord del ponte ci sono membri del Servizio di polizia del Kosovo ( serbi), e alla metà del ponte, vi è una macchina della polizia parcheggiata, e sul lato meridionale, veicoli blindati dell’’ EULEX. Tutte le strade del nord che portano a Brnjak e Jarinje sono totalmente bloccati. I maggiori problemi e rischi sono nei luoghi dove ci sono zone abitate da serbi e albanesi, vicine come nei villaggi di Kolasin e Ibar Dudin, Krs verso il sud di Kosovska Mitrovica.
 
Il capo della missione europea in Kosovo (Eulex), il francese Xavier de Marnhac, ha chiesto la rimozione dei blocchi stradali e delle barricate messe in atto dalla popolazione serba nel nord del Kosovo. De Marnhac, secondo un comunicato di Eulex, ha visitato le due postazioni in questione, Jarinje e Brnjak, affermando che entrambe sono pronte ad avviare la loro attività operativa. Ma la loro apertura tuttavia è impedita dalle numerose barricate erette dai serbi lungo le strade tutt'intorno ai due posti di dogana. Sottolineando che i blocchi stradali e le barricate sono illegali e non possono essere considerati una forma pacifica di protesta, ha lasciato intendere un monito, che ipotizza un intervento di forza contro i manifestanti serbi.
 
Il comandante della KFOR Erhard Biler, ha detto ieri a Mitrovica, che questa è l'ultima volta che ha deciso di ritirare i membri della KFOR e non usare la forza che ha in potere. Biler ha detto che se continueranno i posti di blocco, sarà costretto ad utilizzare tali poteri.
Una provocazione c’è stata degli albanesi dal villaggio Košutovo, da dove si è sentito sparare in direzione del villaggio Zupče, dove i serbi vigilano giorno e notte accanto alle barricate
Frattanto l’esercito tedesco ha deciso che invierà in Kosovo due autoblino del tipo “tasso“ che si usano nelle cariche contro i manifestanti e per la rimozione delle barricate. Il comando della Bundeswer per le azioni all’estero ha confermato la notizia che era stata riportata dal giornale Frankfurter Algemaine Zietung. Ad inizio ottobtre in Kosovo saranno mandati anche due veicoli per le cariche con l’acqua. Il contingente tedesco della Kfor è composto di 1.400 soldati.
 
Alla barricata di Jarinje si è esibita l’Associazione culturale e artistica "Kopaonik" di Leposavic, ed è stato annunciato che sarà organizzato ogni sera uno spettacolo.
Anche di fronte al campo della KFOR "Notting Hill", nel comune di Leposavic, ci sono state manifestazioni e presidi.
 
Intanto da Belgrado il governo serbo invita i cittadini del nord del Kosovo a non cedere alle provocazioni e che... le istituzioni statali della Serbia sono assolutamente in funzione della stabilizzazione e della pace....
 
Il responsabile del distretto di Kosovska Mitrovica Nord, Radenko Nedeljkovic, ha dichiarato che:...” i serbi del nord non si arrenderanno e difenderanno i posti di blocco, per impedire alla KFOR di procedere verso Jarinje e Brnjak, aggiungendo che i residenti del nord del Kosovo continueranno le proteste pacifiche tutto il tempo necessario...Nonostante la minaccia della KFOR, di usare la forza e sfondare le barricate, erette per protestare e per difendere le nostre richieste legali e legittime, noi non torneremo indietro, fino a che nei due passaggi amministrativi, la situazione non torni com’era prima della decisione di Pristina, prendere i due punti con le unità speciali Rosu...Non permetteremo che una qualsiasi parte delle unità Kfor o altre, passino attraverso le barricate, hanno gli elicotteri per trasportare gli albanesi, gli agenti doganali e di polizia, e di fornire cibo per i loro soldati... La gente resta sulle barricate, attualmente anche a Rudar, villaggio alle porte di Leposavic, vi sono oltre 150 manifestanti fissi... ", ha detto il capo distretto.
Le truppe della KFOR, nel tentativo di stabilire un checkpoint nel villaggio di Jagnjenica, frazione del comune di Zubin Potok, sono state bloccate dall'intervento della popolazione locale che ha bloccato il traffico sulla strada Zvecan-Zubin Potok, erigendo una barricata.
 
“...Siamo venuti qui per impedire alla KFOR di fare quello che sta facendo, non deve farlo – dice il sindaco di Zupce Slavina, Ristic... Tutti sappiamo perché lo sta facendo. Sta provando, con la forza, a creare un confine dove non esiste...”.
 
Gli operai di una delle più grandi ditte di trasporto nel Kosovo settentrionale Kosmet prevoz hanno organizzato una sfilata di protesta dei veicoli nelle strade di Kososvska Mitrovica. I serbi che protestavano hanno chiesto che gli sia assicurato il diritto al lavoro e la libertà di movimento, ed hanno appoggiato le richieste dei loro connazionali che si oppongono all’instaurazione dei punti doganali ai valichi ammnsitrativi Jarinje e Brnjak, i quali dividono il Kosovo dalla Serbia centrale. Una colonna di 0 pullman con le bandiere serbe e con i clacson spiegati è passata attaverso le strade principali di Kosovska Mitrovica.
 
Il sindaco di Mitrovica Krstimir Pantic ha detto ai media: “... che l'attuale situazione nel Kosovo settentrionale è per ora calma, ma siamo preparati al peggio...il nord della provincia è completamente tagliata fuori dal resto. A Kosovska Mitrovica sono state collocate barricate sul ponte principale Ibar, che impediscono ai veicoli della KFOR e dell'EULEX di andare verso i valichi di frontiera amministrativa, in modo che possano utilizzare solo le vie aeree. I cittadini sono in gran numero per le strade, di giorno e nel turno di notte ... Per noi è essenziale che la gente è calma e determinata a non lasciarsi provocare da albanesi per poi essere accusati di spingerea sommosse. I cittadini sulle barricate sono pacifici, ma siamo preparati al peggior scenario: che la KFOR, l'EULEX e gli albanesi, con la forza cercheranno di sfondare barricate, e quindi arrivare a Jarinje e Brnjak...allora potrà succedere di tutto...” ha dichiarato Pantic.
 
Il maggior quotidiano albanese di Pristina, il Koha Ditore, del 14/09/2011, citando fonti degli apparati interni del governo secessionista, denuncia che i serbi preparano una resistenza armata.
 
Secondo l’articolo, Radenko Nedelkovic, capo del distretto serbo di Mitrovica, avrebbe consegnato allo Stato maggiore di crisi serbo nel nord del Kosovo l'incarico di coordinare le azioni tra i responsabili politici locali ed un gruppo serbo armato nel nord di Mitrovica. Questa decisione è stata presa visto il peggiorare della situazione e le prospettive per la minoranza serba in Kosovo.
 
Secondo il sito di questo giornale, un migliaio di soldati serbi e poliziotti, per lo più riservisti, è entrato nel nord del Kosovo, guidati dal generale in pensione Bozidar Delic. Fonti di intelligence albanese, direbbero che presumibilmente è per preparare una guerra in Kosovo.
Esse affermerebbero inoltre che con Delic, sono responsabili e coinvolti il capo del distretto serbo di Kosovska Mitrovica, Radenko Nedeljkovic, il sindaco di Mitrovica Krstimir Pantic, di Zvecan Dragisa Milovic, di Zubin Potok Slavisa Ristic, di Leposavic Branko Ninic e il capo della MUP serba in Kosovo Geoge Dragovic.
Koha Ditore afferma che "gli agenti di polizia in congedo del nord del Kosovo, hanno nascoste armi pesanti in grado di attaccare i veicoli blindati".
 
Radenko Nedeljkovic, capo del distretto di Kosovska Mitrovica, ha dichiarato che la notizia diffusa dal Koha Ditore ha nulla a che fare con la verità: “...Se non fosse triste, sarebbe divertente! Koha Ditore già in passato ha pubblicato molte bugie... Io non so ciò che pubblicano, so solo che non ha nulla a che fare con qualsiasi tipo di verità e realtà. Mi piacerebbe la presenza di ufficiali serbi nel territorio del Kosovo e Metohija, ma, purtroppo, non è realistico,in questo momento...”; ha dichiarato Nedeljkovic.
 
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Altra umiliazione alla Serbia? Imminente una campagna terroristica della NATO, per completare la pulizia etnica nella provincia kosovara della Serbia
 
Ci sono molti indizi che i Rosu (forze speciali albanesi del Kosovo secessionista) sono stati preparati e che elicotteri americani Apache saranno resi disponibili per questa azione.
 
di Timothy Bancroft-Hinchey per Pravda.Ru
 
“La tensione nel Kosovo settentrionale sta raggiungendo un punto di rottura, insieme alla NATO, unità delle forze speciali kosovare si preparano ad agire contro i serbi ancora residenti in quella, che è secondo il diritto internazionale, una provincia della Serbia. Nel frattempo, il governo serbo a Belgrado, come l'Occidente facilitano lo stupro dell'anima della Serbia e a far lacrimare il suo cuore.
L’ analista politico serbo, giornalista e candidato per le elezioni presidenziali serbe nel 2004, Milovan Drecon (Rinascita Serba) espone alcune informazioni scioccanti, supportate da fonti interne del Nord del Kosovo, che denunciano la preparazione di una mobilitazione generalizzata violenta, contro le zone dove vi sono ancora concentrazioni di popolazione serba in questa provincia della Serbia.
Mentre i media internazionali mantengono l'ennesimo black-out, così come i politici serbi a Belgrado, seguono gli eventi senza fare nulla, apparendo cosi’ a molti come un branco di vigliacchi piagnucolosi e traditori, ci sono prove che i Rosu, le forze speciali albanesi, sono state inviate nella zona e che elicotteri Apache americani sono stati approntati per l'azione. Negli ultimi giorni stanno sorvolando la regione in modo continuo e abbiamo visto come questi mezzi vengono utilizzati, per "proteggere i civili" in Libia: bombardandoli e mitragliandoli.
Milovan Drecun informa inoltre che alcune navi dei Rosu sono pronte sul Lago di Gazivode, per portare le forze speciali e le forze della KFOR per attaccare le posizioni serbe nella zona demilitarizzata. Si ipotiyya che la maggior parte di queste forze saranno trasportate attraverso l’asse Podujevo-Bajgora-Banjska in modo da evitare che i serbi formino dei blocchi o barricate a Zvecan.
A causa del fatto che la NATO (KFOR e l'EULEX) ha già autorizzato il dispiegamento di equipaggiamento militare pesante, ci sono timori di un attacco imminente contro i serbi in quello che è, dopo tutto il proprio paese, da parte di elementi stranieri e forze terroristiche che proteggono ( come abbiamo visto in Libia, dove la Gran Bretagna e gli altri aggressori occidentali, aiutano un gruppo elencato nei suoi documenti come un'organizzazione terroristica: il LIFG, in violazione diretta della Legge sugli atti terroristici in vigore nel Regno Uniti).
Testimoni oculari hanno localizzato 80 mercenari provenienti da Albania e Macedonia e di stanza a Bajgora Svinjare. L'operazione, secondo Milovan Drecun, è impostata per iniziare dopo il 16 settembre. Sarà questo un altro atto di pulizia etnica, come è accaduto nel marzo 2004, quando i serbi erano 70,000 cacciati fuori delle loro case da parte dei terroristi albanesi, mentre la NATO guardava dall'altra parte?
"Questi sono i dettagli di un progetto militare-operazione di polizia, in programma subito dopo il 16 settembre. Sono riuscito ad entrare in possesso di questo piano, e sono molto preoccupato per la prospettiva e il potenziale di crisi e destabilizzazione dell'intera regione, che questo piano ha! L'ho reso pubblico, perché credo che la conoscenza di questo piano è fondamentale per tutte queste forze che hanno una possibilita’ e la volontà di opporsi a questa pericolosa avventura criminale. Stiamo parlando di una pianificata operazione congiunta delle forze di polizia del Kosovo, dei "Rosu" forze speciali albanesi (polizia e "Rosu" albanesi, sono formati da ex terroristi dell'UCK), dalla KFOR e dall'EULEX, forze occidentali. Questa è una classica operazione militare, più precisamente un "combattimento d’assalto" e probabilmente si tradurrà in un alto numero di vittime tra la popolazione serba non protetta. E' fondamentale che l’opinione pubblica nazionale e internazionale sia informata di questi disegni ... "(Milovan Drecun)
Testimonianze oculari nella regione hanno anche fornito prove credibili, che gli elementi dei Rosu sono pronti a spostarsi nell'area in qualsiasi momento, dando luogo al timore che settembre, è la data in cui inizierà l'operazione di prendere il controllo di tutti i posti di blocco della frontiera con la Serbia.
Tutto questo è effettivamente un coltello nel cuore della Serbia, come il luogo di nascita e il cuore della nazione serba: Kosovo Polje e la provincia intorno ad esso, è controllato dalle potenze imperialiste occidentali, in modo di dare il controllo totale ai terroristi albanesi, che a loro volta provvederanno ubbidienti al controllo del lucroso commercio della droga, nello stato mafioso del Kosovo, vassallo della NATO che controlla questa organizzazione criminale.
Prossima fermata: Vojvodina, per eliminare la Serbia, una volta per tutte dall'equazione Balcani.
 
Il compenso per la Serbia? Il perché... per l'adesione all'UE! Per coloro che rappresentano oggi il
 
popolo serbo a Belgrado, è difficile trovare aggettivi che esprimono il disprezzo che meritano, coloro che vendono l’anima del proprio popolo. Se il popolo serbo pensa che la UE li portera’ da qualche parte, basta dare un'occhiata alla Grecia.
Possa la storia essere testimone contro coloro che hanno venduto la Serbia e possano i libri di storia registrare che non tutti i serbi hanno accettato che il loro paese fosse violentato dagli stranieri e che non tutti i media internazionali hanno guardato dall'altra parte.”
 
A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali, Italia e SOS Kosovo Metohija


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http://www.adnkronos.com/IGN/Aki/English/Politics/Kosovo-Witness-gets-two-months-jail-for-contempt-of-UN-court_312457106352.html

ADN Kronos International - September 16, 2011

Kosovo: Witness gets two months jail for contempt of UN court 

The Hague: A witness for the in the trial of former Kosovo prime minister Ramus Haradinaj was sentenced to two months in jail on Friday by the United Nation War Crimes Tribunal for contempt of court.
Sefcet Kabashi, a key witness against Haradinaj, who is accused of war crimes against Serb, Roma and non-loyal Albanian civilians during 1998/99 conflict, refused to testify in 2007, saying several witnesses had been killed.
He was arrested by Netherlands authorities in August and handed over to the tribunal. But he again refused to answer questions by the prosecution at Haradinaj’s retrial which is currently going on in The Hague.
Haradinaj, a former military commander of the Kosovo Liberation Army, which fought against Serbian rule, was acquitted in the first trial for “lack of evidence”. But the tribunal’s appeals panel said the first trial was conducted in an “atmosphere of intimidation of witnesses” and ordered a retrial.
Kabashi could have been sentenced up to seven years in jail and/or 100,000 euros for contempt of court. But the tribunal said it took into account Akashi’s “family situation and post-traumatic problems” as mitigating circumstances.
He has already served one month in jail and will be freed after serving another thirty days.

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http://rt.com/news/kosovo-serbs-barricades-kfor-793/

RT - September 17, 2011

Ethnic Serbs battle isolation as Kosovo reinforces northern border

Video at URL above

A stand-off between KFOR forces and ethnic Serbs is underway on the Kosovo–Serbia border after Pristina took full control over the only two border crossings that link an ethnic Serb enclave in northern Kosovo with Serbia proper.
Kosovan police assisted by NATO’s KFOR have taken over two border crossings with Serbia in the north of the breakaway region.­
The locals are mostly ethnic Serbs, and they have been trying to prevent the takeover by blocking roads to the checkpoints and staging protests.
The unrest started when the authorities in Kosovo announced they were introducing customs controls on the border with Serbia. For Kosovan Serbs, the move has increased their isolation in a region dominated by Muslim Albanians.
RT's Sara Firth has been to the disputed Jarinje border crossing and reports that all roads leading there are still blocked by protesting ethnic Serbs.
The border crossing facility is currently under KFOR control. It has been ringed with barbed wire and helicopters are coming and going, bringing international forces to the border checkpoint. 
The Albanian Kosovan police, who currently only have observer status here, are deploying just two officers at each disputed checkpoint.
It appears that a transfer of authority from KFOR to Kosovo’s ethnic Albanians is planned for the border crossings.
A first attempt by the Kosovan government to take control of the crossings came back in July. However, the move sparked clashes that resulted in the death of a policeman. Since then, it has been relatively quiet. 
A huge number of Serbs have gathered at the barricades around the checkpoint in what looks increasingly like a stand-off, with the Serbs saying they are ready to stay to the bitter end. Ethnic Serbs fear that once Pristina controls the border crossings with Serbia, their days in northern Kosovo will be numbered.
The stand-off has already been called the “War of North,” but neither KFOR personnel at the border crossings nor the Serb protestors at the barricades are making any moves to either break through the barricades or re-capture the checkpoints for fear of being accused of provoking violence.
The UN Security Council has called an emergency meeting at the request of Serbia and Russia, but no final decision has been made on how to resolve the situation, with member countries apparently reluctant to make any concrete statements.
KFOR is pushing ahead with its takeover of the border crossings despite warnings from Moscow and Belgrade that the move carries a real risk of a serious escalation of the conflict. 

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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=09&dd=19&nav_id=76458

B92/Beta News Agency/Tanjug News Agency - September 19, 2011

Kosovo: Serbs in north continue to block roads

ZUBIN POTOK: There were no incidents last night in northern Kosovo as local Serbs continued to block and monitor all major roads leading toward administrative checkpoints. 
They are determined to maintain a total blockade of roads in that part of the province until ethnic Albanian customs workers and members of the police sent by the government in Priština have been removed from Brnjak and Jarinje. 
During the day, KFOR troops threw leaflets printed in Serbian and English from helicopeters, warning that the barricades were "illegal, and do not represent peaceful protest". 
Serbs in Kosovska Mitrovica responded to this by hauling in more rocks and sand to the main bridge over the Ibar River, reinforcing their barricade there. 
Several hundred citizens are gathered near the bridge where they say they are "monitoring the situation". 
The situation in the ethnically divided town and elsewhere in the north was peaceful but tense throughout Monday, said reports. 
Also on Monday, EULEX head Xavier de Marnhac visited the administrative crossings at Jarinje and Brnjak in northern Kosovo and called for the removal of barricades. 
Marnhac said that both posts, which EULEX refers to as "gates 1 and 31" were "technically ready to be fully operational, but that the barricades that were placed on nearby roads impair their opening". 
Meanwhile there have been reports about shortages of food and fuel in the north, leading to reduced traffic and expensive taxi services. 
NATO troops in Kosovo, KFOR, on Monday morning started carrying out detailed checks of all passengers and cars traveling from Kosovska Mitrovica to Zubin Potok. 
They set up a checkpoint on the road leading toward the ethnic Albanian village of Čabar, where a large number of Serbs also gathered this morning. 
After Serb representatives negotiated with those of KFOR for an hour and a half, reports said that "it was agreed that the soldiers would withdraw from this part of the road, but would remain on the part of the road leading toward Čabar". 
A Tanjug news agency report also says that KFOR tried to set up a new traffic checkpoint on Zvečan-Zubin Potok road in the village of Jagnjenica, the Zubin Potok municipality. 
Local Serbs, who were upset by this move, quickly rallied in the village and blocked KFOR. 
KFOR retreated about 20 meters away from the checkpoint, thus leaving the Zvečan-Zubin Potok road open for traffic after a one-hour halt. 
The largest barricade set up by Serbs in the area is near Zupče, on the road leading from Zubin Potok to southern Kosovska Mitrovica. 
In Belgrade, the daily Politika writes that the government decided during a telephone session on Friday to "reintegrate northern Kosovo into the country's tax system", cancel a decree related to customs procedures at control checkpoints, and start collecting VAT. 
According to Belgrade's chief negotiator in the Kosovo talks Borislav Stefanović, the reason for the decision was "to prove that the north is not in the hands of criminals".

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http://english.ruvr.ru/2011/09/20/56439039.html

Voice of Russia - September 20, 2011

Kosovo Serbs fortify barricades

Kosovo Serbs are fortifying barricades on the roads linking the north and the south of the province, as well as fortifying the checkpoints in the built-up areas Jarinje and Brnjak.
Last night, trucks again brought gravel and stones to the makeshift checkpoints despite a warning by the KFOR international force in Kosovo.
Earlier, the Command of the KFOR German contingent took the decision to send riot squads to disperse demonstrations, and heavy machinery to tear down the barricades.
The situation in the province was drastically aggravated following Pristina’s unilateral moves to assume control over the Jarinje and Brnjak checkpoints on the dividing line between Serbia and its former autonomy.

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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=09&dd=20&nav_id=76477

Tanjug News Agency - September 20, 2011

KFOR removes barbed wire at Brnjak

BRNJAK: KFOR members removed on Tuesday morning barbed wire from the Brnjak administrative crossing, which was shut down on September 16.
German and French troops of the NATO forces in the province removed the barbed wire from the checkpoint.
A barricade of gravel and soil was put up by local Serbs in reaction to the closing of the crossing remains in front of it. 
KFOR members told Tanjug that the crossing has been open for traffic as of late Monday, but that the barricade prevents vehicles from passing. 
The barbed wire was completely removed in the direction towards central Serbia and partly from the lane from central Serbia towards Kosovo. 
Members of KFOR and EULEX stated that "as far as they are concerned the crossing is open". 
Besides KFOR soldiers, EULEX customs officers and policemen and Kosovo customs and police officers, sent by the Kosovo Albanian authorities in Priština, are also deployed at the Brnjak checkpoint. 
Their arrival last week prompted Serbs to put up barricades on roads leading to both Brnjak and Jarinje. 
The citizens near the barricades, who sought shelter from the rain in nearby facilities this morning, did not react to this move by KFOR. 

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http://www.novinite.com/view_news.php?id=132302

Sofia News Agency - September 21, 2011

Tensions Rise in Southeast Serbia as Ethnic Albanians Rally

Tensions in Southeastern Serbia have grown after several thousand ethnic Albanians rallied to protest against discrimination in the town of Presevo.
Residents of the three predominantly ethnic Albanian towns Presevo, Bujanovac, and Medveda took part in the rally, BGNES reported.
The demonstrators carried Albanian, US, and EU flags, and vast banners with their demands for the Serbian state authorities...
Wednesday's demonstration is a follow-up of a rally organized in Bujanovac on September 13 that demanded the use of Albanian language by the administration and the recognition of diplomas acquired from the ethnic Albanian university in Kosovo's capital Prishtina.
Presevo, Bujanovac, and Medveda are municipalities bordering Kosovo, the ethnic Albanian republic which declared independence in 2008.
Back in 1999-2001, a paramilitary group called Liberation Army of Presevo, Medveda and Bujanovac modeled after the Kosovo Liberation Army was active in the region.
The Liberation Army of Preševo, Medveđa and Bujanovac even has a Facebook fan page...
In 2010, a poll found that a majority of the ethnic Albanians in Albania, Kosovo, and Macedonia were in favor of a "Greater Albania."

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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=09&dd=24&nav_id=76541

Tanjug News Agency - September 24, 2011

Shooting in Kosovska Mitrovica, barricades remain

KOSOVSKA MITROVICA: A fight broke out in the northern part of Kosovska Mitrovica Friday night involving at least six persons, two of whom suffered serious injuries.
The incident also involved shooting and the police qualified the event as a serious violation of public peace and order.
46-year-old A. Đ. was arrested and remanded in 48-hour custody for the use of weapon, while the police are still searching for two more persons. 
Kosovo Police Deputy Regional Director Ergin Medić told Tanjug that one of the two persons, who were seriously injured in the fight, was taken in the Kosovska Mitrovica Hospital for treatment. 
According to him, the police found six 7.62 mm caliber bullet casings at the scene and the investigation into the incident will continue. 
The situation in other parts of northern Kosovo and near the barricades was peaceful during Friday night. The administrative crossings in north Kosovo are still blocked. Besides EULEX, Kosovo customs officers were also deployed at the checkpoints but with no operational role. 
Kosovska Mitrovica Municipal Court judge Zehra Vrbovci remanded 13 Serbian truck drivers in a 15-day custody late Friday. 
The drivers were arrested under suspicion they entered Kosovo illegally and took part in setting up the barricades. 
Vrbovci stated that there was a reasonable suspicion that the 13 suspects had illegally crossed an administrative crossing, and that therefore they were likely to pay a fine not less than EUR 250 or spend up to three months in prison. She said that the main hearing would be held early next week.

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http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2011&mm=09&dd=25&nav_id=76551

Vecernje Novosti - September 25, 2011

NATO shield poses threat to Serbia, expert says

BELGRADE: The U.S. missile bases in Romania could represent a threat to Serbia since it could end up being collateral damage in a possible missile attack.
Only two days after the agreement had been signed to set up the U.S. missile shield in the U.S. Deveselu Air Base, Washington signed an agreement on September 15 to build an identical base in Poland.
Russia has stated it will take reciprocal measures and direct its missiles toward the bases hosting the NATO missiles. 
“We are living in a period when a new cold war is being waged. There are numerous reasons to set up the missile shield along Russia’s borders, and the most important one is to prove the economic and military power of the U.S. and NATO countries to everybody in the international community. A strategic consequence of the missile shield is to impose a need on Russia to build a new missile defense system which costs a lot, with an aim to economically drain it. The second important goal is an internal polarization of population in Russia,” Faculty of Security Studies Professor Slobodan Mišović told daily Večernje novosti. 
“Setting up the missile shield less than 200 kilometers from Serbia has a large negative affect on security and increases our country’s vulnerability,” the professor explained. 
“This is especially the case because our antiaircraft defense systems are outdated. The setting up of the missile shield is a provocation to all the countries in Southeast Europe and the Balkans, because it requires far bigger financial expenses if you want to maintain security at the necessary level. It will probably create additional conditions and pressures in our country because of the membership in NATO and in the European collective security and defense system,” he pointed out. 
Mišović believes that the missile shield in Romania will force Serbia to make a difficult choice – to decide not to invest in defense and additionally reduce security or to increase financial expenses. 
“NATO will not pressure Serbia into formally joining the Alliance after the missile shield is set up in Romania,” he said, adding that the purpose of the missile shield was to exert psychological and economic pressure on Russia, not to start a nuclear war. 
“However, the one that has power has a big problem because it is always tempting them to use it. In case of a large-scale conflict Serbia could easily become collateral damage, not only because of the missile shield in Romania but also because of the U.S. bases in Kosovo. However, much a bigger danger for the entire Southeast Europe in that case would be if the Klozoduy Nuclear Power Plant was hit,” the professor was quoted as saying.


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Selezione notizie da www.glassrbije.org
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DIFENDEREMO IL NORD DEL KOSOVO SE SARA’ NECESSARIO ANCHE CON I METODI DI GHANDI
16/09/2011

Il capo del distretto serbo di Kosovska Mitrovica Radenko Nedeljkovic ha detto alla Radio Internazionale Serbia che i serbi che vivono nel nord del Kosovo sono pronti ad opporsi alle pressioni di Pristina e una parte della comunità internazionale con tutti i mezzi pacifici, perché non vogliono reintegrarsi nel cosiddetto stato Kosovo. Con lui ha parlato la nostra giornalista Snezana Milosevic. (...)  

Jeremic: Illegittima l’azione dell’Eulex e della Kfor
17 settembre 2011

Il ministro degli affari esteri di Serbia, Vuk Jeremić, ha valutato che la cosa più importante è mantenere la pace in Kosovo, persino accanto alle “azioni illegali e illegittime dell’Eulex e della Kfor” sui due valichi amministrativi nel Kosovo settentrionale. Secondo il ministro, la seduta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU giovedì sera, ha dimostrato che non ci sono degli appoggi adeguati per quell’azione. L’azione si sta svolgendo, ha aggiunto il ministro, anche senza l’appoggio di un gran numero di paesi membri dell’Unione europea. Il capo della diplomazia ha evidenziato che dietro la forma burocratica, in base alla quale è stata eseguita quest’azione, “sono nascosti gli interessi di alcuni paesi molto potenti”. Jeremić ha ripetuto che quest’azione e il cambiamento della situazione in Kosovo sono “illegittimi e inaccettabili per il nostro paese, i nostri cittadini e il nostro Governo, soprattutto per quei cittadini che vivono in Kosovo”.

Bundeswer manderà in Kosovo quattro autoblindo 
19.09.2011

L’esercito tedesco invierà in Kosovo due autoblino del tipo „tasso“ che si usano nelle cariche contro i manifesranti e per la rimozione delle barricate. Il comando della Bundeswer per le azoni all’estero ha confermato la verità di questa notizia che è stata riportata dal giornale Frankfurter Algemaine Zietung. A inizio ottobtre in Kosovo saranno mandati anche due veicoli per le cariche d’acqua. Questi veicoli saranno usati per la rimozione delle barricate e l’assicurazione della libertà di movimento, è stato precisato nel comunicato diffuso dal Bundestag. Il contingente tedesco della Kfor è composto di 1.400 soldati. 

Sindaci prevedono nuovi incidenti
22/09/2011

I sindaci di quattro comuni nel nord del Kosovo e il capo del distretto serbo di Kosovska Mitrovica hanno dichiarato di prevedere nuove provocazioni delle autorità di Pristina e di una parte della comunità internazionale che le appoggiano. Dopo la riunione che ha avuto luogo a Zvecan loro hanno invitato i cittadini serbi a mentenere a calma e di rimanere uniti e fermi nella decisione di opporsi all’instaurazione del cosiddetto Stato del Kosovo con tutti i mezzi delle proteste civili. La situazione più difficile è a Kosovska Mitrovica. Facciamo il nostro meglio per impedire gli scontri tra serbi ed albanesi, ha dichiarato il sindaco Krstimir Pantic. Egli ha detto che i serbi hanno eretto le barricate in modo tale da non ostacolare agli albanesi di andare nella parte meridionale della città. I carabineri italiani che pattugliano offendono i cittadini serbi ed auspicano il deterioramento della situazione. Questa è una resistenza dell’intero popolo serbo in Kosovo contro l’instaurazione delle istituzioni albanesi e una pare della comunità internazionale che desiderano reintegrare questa parte del Kosovo e costringere i serbi ad abbandonarla, ha dichiarato il capo del distretto serbo di Kosovska Mitrovica Radenko Nedeljkovic.

Governo serbo chiede che siano risolti i problemi
22/09/2011

L’esecutivo serbo ha chiesto alle missioni internazionali in Kosovo di risolvere quanto prima i problemi che sono stati crati recentemente, i quali preoccupano molto la popolazione serba che vive in Kosovo, ha dichiarato il direttore dell’Ufficio per la collaborazione con i media Milivoje Mihajlovic. Egli ha detto dopo la riunione che l’esecutivo ha espresso la preoccupazione anche perché la polizia kosovara ha arrestato ieri sera 13 autisti serbi che sono impiegati nel complesso industriale Trepca, perché accusati di essere entrati in Kosovo illegalmente. I fautori del movimento albanese Autodeterminazione hanno attaccato precedentemente un camion con la merce che è arivata dalla Serbia centrale e l’hanno ribaltato. L’esecutivo serbo ha constatato che tutte le istituzioni in Kosovo lavorano senza problemi e che non sono vere le voci che le forniture nelle regioni abitate dai serbi non siano regolari. È stato constatato anche che è stato raggiunto l’alto livello di coordinamento tra le autorità locali della popolazione serba e l’esecutivo di Belgrado.  

Ninic: nuova manipolazione della Kfor
22 settembre

Il sindaco del comune di Leposavic nel nord del Kosovo Branko Ninic ha dichiarato che la rimozione di ieri del filo spinato dal valico Jarinje è soltanto una nuova manipolazione della Kfor. La Kfor ha rimosso il giorno precedente il filo spinato anche dal valico Brnjak. I valichi sono stati chiusi dopo l’arrivo dei poliziotti albanesi, quando i serbi hanno eretto le barricate in segno di protesta. Ninic ha dichiarato alla Tv Most che per i serbi kosovari il problema non sono né la Kfor, né il filo spinato, ma bensì i poliziotti della cosiddetta dogana del Kosovo. I cittadini serbi hanno deciso di rimanere alle barricate e di non permettere che la cosiddetta dogana del Kosovo cominci a funzionare. La Kfor potrà muoversi liberamente a Jarinje quando smetterà di appoggiare Pristina e quando saranno allontanati i suoi poliziotti, ha dichiarato Ninic.

La Kfor chiude le strade, i serbi ne costruiscono nuove
23/09/2011

I serbi che vivono nel nord del Kosovo hanno fatto la nuova strada, dopo che i soldati della Kfor hanno bloccato con il filo spinato la strada secondaria che porta verso il valico Jarinje e Rudnica. I serbi hanno intenzione di ricoprirla di asfalto. Anche la nuova strada secondaria che i serbi hanno allargato stanotte e oggi è stata bloccata. I veicoli usano la nuova strada per arrivare da Raska in Kosovo e viceversa. Il valico Jarinje è di nuovo circondato da filo spinato. I serbi che vigilano al valico hanno detto che negli ultimi sette giorni nessuna persona l’ha passato, nemmeno nel periodo in cui essa è stata aperta formalmente per il passaggio. Anche alle altre barricate i serbi seguono i movimenti della Kfor e l’Eulex, perché hanno deciso di non permettere il passaggio fino a quando ai valichi Brnjak e Jarinje si troveranno i poliziotti e gli ufficiali doganali mandati da Pristina. Il presidente del comune di Leposavic Branko Ninic ha dichiarato ieri sera al valico Jarinje che le tensioni e l’incertezza sono cresciute dopo che la Kfor ha chiuso anche la strada secondaria con il filo spinato e autoblindo. 

Tadic: soluzione pacifica per il nord del Kosovo
23/09/2011

Il Presidente serbo Boris Tadic, il quale partecipa alla riunione dell’Assemblea parlamentare delle Nazioni Uite, e il segretario generale dell’ONU Ban Kee-Moon hanno condiviso il parere ieri sera a New York che la soluzione per il Kosovo deve essere trovata in modo pacifico, tramite dialogo, e con la mediazione dell’Unione europea. Ban Kee-Moon ha epresso la preoccupazione a causa del deterioramento della situazione nel nord del Kosovo, ed ha ribadito che la pace deve essere mantenuta. Il segretario generale ha sottolineato la necessità che le istituzioni internazionali in Kosovo rimangano neutrali per quanto riguarda lo status del Kosovo, ha comunicato il segretariato delle Nazioni Unite. Precedentemente Tadic ha parlato con l’alto rappresentante dell’Unione europea Catherine Asthon e il segretario generale della NATO Andres Fog Rasmusen, il quale ha detto che l’Eulex e la Kfor rimarranno neutrali per quanto riguarda lo status del Kosovo. Il Presidente serbo ha dichiarato che la nuova round delle trattative, prevista per il 28 settembre, deve essere tenuta, ed ha espresso la speranza che la questione del servizio doganale sarà risolta. La Serbia desidera che la questione del Kosovo si risolva con dialogo, tramite una soluzione duratura che rispetterà gli interessi di entrambi i popoli, ha detto Tadic.  



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