Iniziative segnalate

1) Marino (Roma) 21/4: presentazione del libro CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI
2) Parma, 25 APRILE: presidio in via Tito. Non si cancellano storia e valore della Resistenza Jugoslava!
3) Bari, 25 APRILE: La presenza dei partigiani jugoslavi in Puglia - ed altre tematiche antifasciste


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http://www.facebook.com/events/336557796408166/

Presentazione libro "Criminali di guerra italiani"
sabato 21 aprile 2012
ore  16.30

La sezione ANPI “Aurelio Del Gobbo” di MARINO

Invita la cittadinanza tutta a partecipare alla presentazione del libro

“CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI”
Accuse, processi, impunita’ nel secondo dopoguerra


SABATO 21 APRILE 
ore 16:30

Presso la sede dell’Associazione “Arcobaleno Rotante” 
P.za Daniele Manin 8, Marino (zona Castelletto)

SARANNO PRESENTI: 
DAVIDE CONTI, Autore; Storico Fondazione Lelio Basso;
ERNESTO NASSI, Vicepresidente Vicario ANPI di Roma e Provincia


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Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Comitato antifascista e per la memoria storica - Parma" <comitatoantifasc_pr@...>
Data: 20 aprile 2012 13.42.10 GMT+02.00
Oggetto: presidio via Tito a Parma il 25 aprile dalle 12 alle 13 

 
Presidio democratico antifascista di via Tito a Parma il 25 aprile dalle 12 alle 13.
 
All'insegna dell'internazionalismo partigiano, per dire NO all'eliminazione di via Tito dalla toponomastica stradale della città richiesta da destre e neofascisti, per ribadire il valore della Resistenza Jugoslava nella lotta contro il nazifascismo in Europa e per la sua sconfitta, per la comprensione e l'amicizia fra i popoli. 
 
Volantino in  allegato.

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Non si cancellano storia e valore della Resistenza Jugoslava


Fascisti, leghisti e destre anticomuniste vorrebbero fosse eliminata l’intitolazione a Tito della piccola strada di Parma esistente dagli anni ’80, e introdotta invece “via martiri delle foibe”.

E’ una richiesta grave e assolutamente inaccettabile, espressione di quel “revisionismo storico” mirante a sminuire il valore della Resistenza antifascista, oscurare i crimini fascisti e nazisti, e rivalutare in qualche modo il fascismo.

Morti delle foibe, nel settembre-ottobre ’43 e nel maggio ’45, furono alcune centinaia di italiani (migliaia se si aggiungono dispersi e fucilati in guerra, deportati e morti in campi di concentramento jugoslavi, ecc.) in gran parte militari, capi fascisti, dirigenti e funzionari dell’amministrazione italiana occupante la Jugoslavia, collaborazionisti. Morti per atti di giustizia sommaria, vendette ed eccessi, da parte di partigiani jugoslavi, derivanti dall’odio popolare e dalla rivolta nei confronti dell’Italia fascista. Considerare questi morti indistintamente, accomunarli tutti insieme, non rende giustizia a quella parte di loro che furono vittime innocenti. Vittime, non martiri. La stessa legge statale del 2004 istitutiva del “giorno del ricordo delle vittime delle foibe” non usa mai la parola “martiri”.

Violenza di proporzioni di gran lunga superiori, sistematica e pianificata, e precedente, è stata quella del fascismo a partire dal 1920. Azioni delle squadracce contro centri culturali, sedi sindacali, cooperative agricole, giornali operai, politici e cittadini di “razza slava”, poi, nel ventennio del regime, la chiusura delle scuole slovene e croate, il cambiamento della lingua e dei nomi, l’italianizzazione forzata, infine, nell’aprile del ’41, l’aggressione militare, l’invasione della Jugoslavia da parte dell’esercito del re e di Mussolini, pochi giorni dopo quella da parte della Germania nazista. L’Italia si annesse direttamente alcuni territori (come Lubiana e parte della Slovenia), altri tenne sotto controllo, in condizioni di occupazione particolarmente dure e crudeli, non meno di quelle naziste. Distruzione di interi villaggi sloveni e croati, dati alla fiamme, massacro di decine di migliaia di civili, campi di concentramento. Oltre 700 sono stati, secondo la Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra, i criminali di guerra italiani - nessuno dei quali mai condannato né estradato e consegnato alle autorità jugoslave - a cominciare dai generali Roatta e Robotti che ordinavano “testa per dente” o “si ammazza troppo poco in Jugoslavia”.

Di qui la rivolta contro l’Italia fascista, lo sviluppo impetuoso del movimento partigiano delle formazioni repubblicane e comuniste di Tito, la grande lotta antifascista e antinazista nei Balcani.

Enorme è stato il tributo jugoslavo alla guerra contro il nazifascismo: su una popolazione di 18 milioni di abitanti dell’intero Paese, furono al comando di Tito 300.000 combattenti alla fine del ’43 e 800.000 al momento finale della liberazione, 1.700.000 furono i morti in totale, sul campo 350.000 i partigiani morti e 400.000 i feriti e dispersi. Da 400.000 a 800.000, ovvero da 34 a 60 divisioni, furono i militari tedeschi e italiani tenuti impegnati nella lotta, con rilevanti perdite inflitte ai nazifascisti. Una lotta partigiana su vasta scala, che paralizzò l’avversario e passò progressivamente all’offensiva, un’autentica guerra, condotta da quello che divenne un vero e proprio esercito popolare e che fece di Tito più di un capo partigiano, un belligerante vero e proprio, riconosciuto e considerato a livello internazionale.

La Resistenza della Jugoslavia è stata di primaria grandezza in Europa e da quella esperienza la Jugoslavia è uscita come il paese più provato e al tempo stesso più trasformato. La Resistenza jugoslava ancor più di altre è stata più di una guerriglia per la liberazione del proprio territorio, è stata empito universale di una nuova società, ansia di superamento delle barriere nazionali, anelito di pace, libertà e giustizia sociale, da parte di tanti uomini e tante donne del secolo scorso.

Ai partigiani jugoslavi si unirono, l’indomani dell’8 settembre ’43, quarantamila soldati italiani, la metà dei quali diedero la vita in quell’epica lotta nei Balcani; essi, col loro sacrificio, riscattarono l’Italia dall’onta in cui il fascismo l’aveva gettata. A questi italiani devono andare il ricordo e la riconoscenza della Repubblica democratica nata dalla Resistenza.

COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA

comitatoantifasc_pr@...



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Da:  partigiani7maggio @ tiscali.it

Oggetto:  Bari 25/4: La presenza dei partigiani jugoslavi in Puglia - ed altre tematiche antifasciste

Data:  20 aprile 2012 20.35.01 GMT+02.00

Rispondi a:  partigiani7maggio @ tiscali.it

I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA
Storie e memorie di una vicenda ignorata

Roma, Odradek, 2011
pp.348 - euro 23,00

Per informazioni sul libro si vedano:



### BUON 25 APRILE! ###


BARI, mercoledì 25 Aprile 2012 
ore 18.30 presso: Socrate Occupato, Via Fanelli 206/16 B

nell'ambito della rassegna INSORGENZE, ANTIFASCISMI, RESISTENZE!

Gaetano Colantuono interviene su: 

La presenza dei partigiani jugoslavi in Puglia


BARI, 25 Aprile: INSORGENZE, ANTIFASCISMI, RESISTENZE!

mercoledì 25 aprile 2012
ore 18.30 c/o Socrate Occupato, Via Fanelli 206/16 B, BARI

In occasione dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo da parte dei partigiani e di tutto il popolo antifascista italiano si terranno dibattiti, proiezione e cena sociale! 
CONTRO I VECCHI E SOPRATTUTTO I NUOVI FASCISMI! ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Il programma:

ORE 18.30: DIBATTITO:

- Gaetano Colantuono: La presenza dei partigiani jugoslavi in Puglia.

- Francesco Altamura: "E se fosse dissenso di massa?" Il conflitto sociale nelle campagne pugliesi durante il Fascismo 

- Arditismo popolare in Italia e in terra di Bari

ORE 21.00 PROIEZIONE DEL FILM “IL RIBELLE. Guido Picelli, un eroe scomodo"
trailer: http://video.repubblica.it/edizione/roma/a-san-lorenzo-il-film-sull-ardito-picelli/69676/68058

A SEGUIRE CENA SOCIALE CON DJ SET rocksteady, ska, early reggae


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