Primo Maggio partigiano a Trieste

0) LINKS
1) M. Barone: Dopo 70 anni in Piazza dell'Unità a Trieste ritorna a sventolare la bandiera Jugoslava / Le allucinanti reazioni ...
2) C. Cernigoi: 12 giugno, liberazione di Trieste??
3) M. Barone: Quella targa faziosa al Parco della Rimembranza di Trieste sul 12 giugno 1945
4) C. Cernigoi: L'assassinio dell'undicenne Emilia Passerini Vrabec (3/9/1947) / Sulla medaglia al valor civile alla memoria di Conestabo (Trieste 15/9/1947)



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*** Primo Maggio 2015 a Trieste 

VIDEO: 
Na Juris! (Primorskidnevnik, 2 mag 2015). Prvomajska povorka v Trstu: https://www.youtube.com/watch?v=C1UdkzM6Qb4
Tržaški Partizanski Pevski Zbor Pinko Tomažič, 1. Maj 2015 v Piazza Unità: https://www.facebook.com/Pinkoti/videos/10152992791508853/

Video e foto sulla pagina FB di Claudia Cernigoi:
VIDEO: https://www.facebook.com/Pinkoti/videos/10152992791508853/
FOTO: https://www.facebook.com/LaNuovaAlabarda/photos/a.243197115850862.1073741848.115049368665638/243197159184191/?type=1&theater

Primo maggio “jugoslavo”, polemiche dopo il corteo (di Ugo Salvini, Il Piccolo 3/5/2015)
Centrodestra in rivolta contro l’esposizione di stelle rosse. Mozioni di Bertoli e Giorgio Cosolini prende le distanze: «Ritengo sbagliato e fuori dal tempo esibire quei simboli»...

C. Cernigoi: Lettera Aperta al sindaco di Trieste sulle polemiche scaturite dalla presenza di bandiere jugoslave al corteo del primo maggio (2 maggio 2015)

Bandiere jugoslave in corteo, CGIL: «ipocrita la reazione del centro destra» (3 maggio 2015)
Lo rilevano in una nota Franco Belci, segretario generale Cgil FVG e Adriano Sincovich, segretario generale Cgil Trieste: «Vorremmo che il centro destra dimostrasse altrettanto zelo in occasione delle manifestazioni filo naziste»...
http://www.triesteprima.it/politica/bandiere-jugoslave-in-corteo-cgil-ipocrita-la-reazione-del-centro-destra.html

La Cgil condanna le stelle rosse in corteo (di Ugo Salvini, Il Piccolo 4/5/2015)
Belci e Sincovich: «Sbagliato agitare una bandiera che ricorda fratture dolorose». Il centrodestra rilancia: «Sdegno e orrore»...

Codarin e Braico: Primo maggio, enti e organizzatori si dissocino dai nostalgici titini - 06mag15
Dal quotidiano "Il Piccolo" di Trieste la presa di posizione del Presidente nazionale Anvgd Renzo Codarin e del Presidente delle Comunità Istriane Manuele Braico in merito all'ostentazione di bandiere jugoslave nel corteo del 1.mo Maggio, proprio nel 70.mo della feroce occupazione (sic) della città giuliana da parte delle milizie jugoslave di Tito...


*** Flashbacks

Dossier: LE DUE RESISTENZE DI TRIESTE (La Nuova Alabarda, maggio 2015)
Chi ha veramente liberato Trieste dal nazifascismo?
Perché il Partito comunista triestino non faceva parte del CLN giuliano?
Quali rapporti ebbe il CLN giuliano, nazionalista ed anticomunista, con i collaborazionisti triestini?
Cosa accadde al momento dell’insurrezione di Trieste?
E’ vero che gli Jugoslavi arrestarono anche gli antifascisti?
Quali dirigenti del CLN triestino entrarono nella struttura Gladio?

TRIESTE LIBERATA. LE RIPRESE VIDEO DELL’EPOCA
Taking Of Trieste (1945). British Pathé

LA NOSTRA PAGINA SUI "QUARANTA GIORNI" DI AMMINISTRAZIONE JUGOSLAVA A TRIESTE (1 MAGGIO - 12 GIUGNO 1945)

DESTABILIZZAZIONE A TRIESTE SOTTO IL GMA. LE SQUADRE DI CAVANA A TRIESTE (maggio 2011)
Vincenzo Cerceo, che prosegue nella lettura e nell’analisi dei “diari” di Diego de Henriquez, ha scritto queste annotazioni relative al Diario 143...
http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-le_squadre_di_cavana_a_trieste..php

1953: GLI SCONTRI PER TRIESTE ITALIANA (di C. Cernigoi, luglio 2015)
... In uno studio sui movimenti giovanili neofascisti Antonio Carioti scrive che «la battaglia per Trieste italiana aggrega una parte notevole dell’ambiente studentesco» attorno ai «giovani che non hanno fatto in tempo a vivere l’esperienza di Salò, ma sono stati educati nella scuola fascista e vedono nella repubblica di Mussolini l’ultimo tentativo, sfortunato ma eroico, di salvare l’onore della patria...


*** Sulle posizioni slavofobe e antipartigiane espresse dal Consiglio Comunale di Trieste si vedano anche:

A TRIESTE E’ SCANDALO DIRE CHE LA CITTA’ E’ STATA LIBERATA DAI PARTIGIANI

I LIBERATORI SAREBBERO CARNEFICI, I CARNEFICI SAREBBERO VITTIME


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01/05/15

Dopo 70 anni in Piazza dell'Unità a Trieste ritorna a sventolare la bandiera Jugoslava 

La mattina del 1 maggio del '45 la Gradnikova brigada mosse con due battaglioni verso Selz di Ronchi e con uno verso Monfalcone. A Selz vennero disarmati circa 30 tedeschi per poi a Monfalcone costringere oltre 700 soldati a deporre le armi. A Gorizia la Prešernova Brigada si scontrò duramente con i centici ed i domobranci. A Gorizia si trovava anche, il primo maggio, lo Skofjeloski odrerd, la compagnia d'assalto della 31 divisione ed il comando della zona militare della Gorenjska. Le unità angloamericane entrarono in città solo il 2 maggio alle ore 11 quando la città venne di fatto già liberata. A Trieste alcune migliaia di combattenti pronti ad insorgere erano stati organizzati dal Comando cittadino in seguito alle direttive del IX Corpus alcuni mesi prima della fine della guerra, “sono stati loro a ripulire la città dal nemico, tranne alcuni punti maggiormente fortificati, prima dell'entrata di altre formazioni” dirà Stanko Petelin.  Formazioni che entreranno in città nella primissima mattinata del 1 maggio. Ed il 1 maggio del 1945 è il giorno della liberazione di Trieste dall'occupazione nazifascista. Dopo 70 anni per le vie di Trieste, durante il tradizionale corteo del 1 maggio, una grande bandiera, con i colori simbolo della libertà, uguaglianza, fratellanza, con una stella rossa al centro, simbolo delle lotte operaie, dei diritti del popolo, simbolo del riscatto degli oppressi contro gli oppressori ha attirato l'attenzione. 

Questa era la bandiera della rivoluzione, questa era la bandiera della Jugoslavia. Bandiera che verrà accolta, e questa è stata la vera sorpresa, per alcuni aspetti, da tanti pugni chiusi, applausi, sorrisi. Una condivisione che giungerà fino a piazza dell'Unità, dove il coro partigiano, dopo un solerte scatto, e con passo deciso entrerà in piazza cantando Na juriš e buona parte di piazza dell'Unità si stringerà intorno alla bandiera Jugoslava che dopo 70 anni ritornerà a sventolare nella piazza più contesa, controversa e più bella ora d'Italia. Una cosa è certa, decenni di menzogne, revisionismi, calunnie, oggi a Trieste hanno trovato la giusta risposta. La risposta è stata data dai sorrisi, dagli abbracci, da quella bandiera che ha sventolato in Piazza, dalla condivisione chiara e non nascosta di un primo maggio come giorno della liberazione di Trieste dal nazifascismo. E di tutto ciò molti dovranno pur farsene una ragione. 

Ci hanno tolto la libertà non ci toglieranno la voce , questo è quello che si poteva leggere sulle magliette del coro partigiano, oggi Trieste, dopo 70 anni ha ascoltato, canti partigiani italiani e sloveni nel centro di gravità della sua vita quotidiana, oggi Trieste è stata anche Trst ed ha ascoltato quella verità che per quanto attaccata, violentata, è emersa, emersa con la forza e la semplicità di cento e più sorrisi.




05/05/15

Le allucinanti reazioni dopo il ricordo del 70esimo della liberazione di Trieste dal nazifascismo


Che il primo maggio a Trieste sia rovente è incontestabile, e non è un caso che in questa città non ci sia ancora una via dedicata a tale giornata, che a Trieste non è solo la festa dei lavoratori, ma anche, per buona parte della comunità, il ricordo della liberazione dal nazifascismo che avverrà per mano di quelle truppe, che erano alleate, che hanno vinto la seconda guerra mondiale, cosa che viene sistematicamente ed in malafede rimossa dalla memoria collettiva, ovvero l'esercito di liberazione jugoslavo ed i partigiani Jugoslavi. Durante questo primo maggio 2015, vi era il coro partigiano triestino Tržaški Partizanski Pevski Zbor Pinko Tomažič amatissimo, vi erano un paio di bandiere che ricordavano la Jugoslavia, vi erano un paio di bandiere che ricordavano la Brigata Garibaldi. E vi è stata una condivisione per tutto il corteo per alcuni aspetti anche sorprendente.
E poi, la reazione.
Il tempo di metabolizzare è stato preceduto dal solito sventolare di una decina di tricolori. Già. Nel mentre del corteo del primo maggio, dove la bandiera Jugoslava e quella della Brigata Garibaldi sono presenti da diversi anni che io sappia, ed è anche fatto naturale visto che si parla di formazioni che hanno lottato anche per il riscatto dei lavoratori contro gli oppressori, in una piazza che costeggiava il percorso del tradizionale corteo del primo maggio, sventolavano le bandiere d'Italia, per tutelare il nazionalismo, male d'Europa, male dell'unità dei popoli, che ancora esiste e persiste. 
Come è noto, in questo Paese, tutto è stato perdonato all'Italia, i crimini verranno dimenticati, nascosti, minimizzati, da carnefice diventerà vittima, crimini nazisti e fascisti verranno ricollegati ai partigiani, la rivoluzione socialista diventerà massacro contro gli italiani, i 42 giorni di socialismo a Trieste diventeranno il periodo più criminale che l'Italia conobbe nella sua "innocente" storia, più criminali del fascismo e del nazismo messi insieme. Ed ecco che ti capiterà di leggere alcuni brevi scritti, da persone non qualsiasi, commentando foto ove vi era sia la bandiera Jugoslava a Trieste che il coro partigiano triestino “che però vengono permessi anche raduni neo- nazisti...” oppure da altri che “il Primo Maggio invece è iniziata l'occupazione slavo comunista che per atrocità contro i triestini ha fatto passare i nazisti per crocerossine..”. Sorvolando su insulti, offese, intimidazioni e minacce, pervenute, per non parlare delle offese razziste riemerse contro gli sloveni. Sloveni e Croati conosceranno il loro riscatto proprio grazie alla resistenza, dopo la pulizia etnica attuata dal fascismo, penso ai campi di concentramento fascisti presenti in Italia, ma non solo,  Sloveni, Croati ed Italiani, che si ritroveranno nei valori dell'antifascismo, supereranno, riscopriranno l'unità tra i popoli, quella che i fascisti nel nome della razza italica non volevano ed hanno impedito. Ma a tutto ciò si aggiungono due mozioni presentate in Consiglio Comunale a Trieste, in relazione ai fatti del primo maggio, ove si poteva leggere che è stato "sventolato tricolore italiano imbrattato con una stella rossa”, insultando dunque la bandiera della Brigata Garibaldi, oppure che la presenza della bandiera Jugoslava è “segnale di regresso civile, culturale e politico” od ancora che è sintomo di “ apologia della dittatura titina” e per questo si voleva impegnare il Comune di Trieste a sollecitare “ con fermezza le organizzazioni  sindacali a non consentire mai più la loro esposizione durante eventi dalle stesse organizzati e vietare manifestazioni ove sia presente la bandiera Jugoslava”. Roba da non credere. Eppure queste mozioni sono state presentate. Pare ovvio che il Comune, qualsiasi esso sia, non può e non deve interferire nelle dinamiche sindacali, di un corteo che non è certamente di proprietà di una sigla sindacale, giusto per specificare, ma eterogeneo e tra le altre cose, per quanto riguarda il primo maggio, vista la storia di Trieste, non coinvolge solo sindacati, ma diverse realtà dall'antifascismo, appunto, all'antirazzismo, al pacifismo, ed ovviamente e non potrebbe essere altrimenti, anche chi celebra la liberazione di Trieste dal nazifascismo, avvenuta il primo maggio del 1945. Fatto incontestabile, indiscutibile e se qualcuno non lo accetta deve farsene una benedetta ragione. Perché quel giorno è stato il riscatto di comunità che per anni, tra nazionalismo, fascismo e nazismo, hanno subito barbarie inaudite, hanno subito la privazione della loro libertà di essere sloveni o croati, ad esempio. Ma vi è stata anche una seconda mozione, ove oltre alla solita litania, che vuole la riproposizione della immancabile versione storica, ovvero i soliti cattivi jugoslavi e la persecuzione verso gli italiani la cui “sola “colpa” era di essere Italiano od ancor peggio di non essere filo jugoslavo”, si è chiesto l'intervento delle Autorità competenti, tramite intervento del Comune, “per verificare l'eventuale contestazione di reato, identificandone gli autori, e qualora ne sia verificata l'esistenza richiede la massima vigilanza affinché non possano essere più perpetrati in simili occasioni”. Ovviamente se non sei in linea con tutto ciò vieni etichettato come negazionista. Eppure la storia è molto più complessa ed articolata rispetto a quella banale semplificazione, che si continua a proporre, che poi non corrisponde neanche al vero.  Ma perché questa reazione, questa attenzione, questa indignazione, non emerge quando a Trieste vi sono manifestazioni fasciste o neofasciste?
Ed infine, sono il primo a riconoscere il fatto che si debba andare avanti, ma avanti si può andare, quando la si smetterà di calunniare la memoria di chi ha lottato contro il nazifascismo, quando la si finirà di sostenere, politicamente, istituzionalmente ed anche economicamente, realtà che nel revisionismo storico ci nuotano. 
E queste reazioni sono il frutto di un concezione storica che certamente non aiuta il pieno perseguimento della pacificazione, non sociale, ma tra i popoli, necessaria per opporsi ai nazionalismi, male d'Europa. Una cosa è certa, il prossimo primo maggio 2016, sarà certamente caldo.

Marco Barone


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La Nuova Alabarda, 1/6/2015

12 GIUGNO, LIBERAZIONE DI TRIESTE?

Com'è noto, l'ineffabile Nostro Sindaco Cosolini, raccogliendo una proposta dei consiglieri dell'Altra Trieste (di cui è esponente la deliziosamente s/garbata Rosolen Alessia, che appellava serenamente con l'epiteto di "s'ciavi" il pubblico sloveno presente nell'aula del Consiglio comunale alcuni mesi fa), ha benpensato di dedicare qualcosa (una via, una targa...) alla giornata del 12 giugno 1945, dato che in quel giorno l'amministrazione civile jugoslava (composta da triestini, italiani e sloveni) lasciò il potere all'amministrazione militare (GMA) angloamericana.
Perché nei "40 giorni" vi furono dei morti... (come se prima non fosse morto nessuno...): e allora, forse è il caso di ricordare al Sindaco e alla cittadinanza quale fu la situazione in termini di ordine pubblico a Trieste tra il 12 giugno 1945 ed il 31 dicembre 1947 (dopo la firma del Trattato di pace e l'istituzione del -mai applicato- Territorio libero di Trieste gli animi si calmarono un po'... non del tutto, solo un po').
Sintesi degli atti di violenza (tratta dal Calendario del I volume di "Nazionalismo e neofascismo al confine orientale" a cura dell'istituto per la storia della resistenza di Trieste, pubblicato nel 1976). Non abbiamo riportato i morti ed i feriti causati dalla polizia civile, ma solo le violenze neofasciste e delle squadre organizzate dal Partito d'azione (i "mazziniani" che tanto piacciono a Stelio Spadaro ed Ivan Buttignon).
1945: 2 morti (Pino Coverlizza e Mario Rosa), 6 feriti da arma da fuoco e 2 feriti da accoltellamenti, 2 pestaggi “normali”, 2 assalti a sedi politiche.
1946: 3 morti (Giuseppe Ravnikar, Carlo Hlaca e Giuseppe Loredan), 1 ferito da arma da fuoco e 16 feriti da accoltellamenti, un’ottantina di pestaggi “normali”, 3 aggressioni con lanci di pietre a scolaresche, 4 lanci di bombe (6 feriti civili e 9 militari), un attentato con il tritolo al ricreatorio di Roiano, decine di assalti e devastazioni contro sedi politiche (i soli Sindacati unici denunciarono 2 milioni di lire di danni nei due assalti subiti dopo gli incidenti di Pieris), redazioni di giornali, negozi e trattorie con insegne bilingui e gestiti da sloveni, e saccheggio ed incendio di quanto asportato dalle sedi e dai negozi.
1947: 4 morti (il comunista Corazza dopo l’assalto alla sede dell’UAIS, l’undicenne Emilia Passerini dopo l’assalto ad un circolo di cultura popolare, Alino Conestabo per una bomba lanciata contro un corteo antifascista, Carlo Castagna dopo l’assalto al Circolo Tomasi). 
Feriti da armi da fuoco o da taglio 17 (tra i quali un ispettore scolastico dopo l’irruzione in una scuola slovena)
Aggressioni (tra i quali 3 bambini, 2 di essi picchiati da insegnante perché parlavano sloveno) 65
Attentati (compresi lanci di bombe) 29
Assalti a sedi politiche 11.
Sì, 12 giugno, una data da festeggiare.


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16/06/15

Quella targa faziosa al Parco della Rimembranza di Trieste sul 12 giugno 1945


“Il 12 giugno in seguito agli accordi di Belgrado le truppe jugoslave si ritirarono da Trieste dopo 40 giorni di occupazione”. Poi uno spazio, voluto, di sospensione e continua “ Il popolo triestino iniziava una lunga e difficile fase di attesa riconquistando con il suo schietto impegno libertà e democrazia. Trieste 12 giugno 2015”. Questo è quanto è stato inciso sul cippo, costato più di 8 mila euro, collocato al parco della Rimembranza di Trieste. Una corsa contro il tempo, per non perdere l'appuntamento per il 70esimo del 12 giugno del 1945. Incisione che ha creato diversi malumori soprattutto a coloro che sostenevano la revisionistica teoria quale il 12 giugno come la data della liberazione di Trieste se non addirittura della fine della seconda guerra mondiale per la città. Alla fine vi è stato un compromesso, un compromesso che se da un lato parla semplicemente della fine dell'occupazione dopo 40 giorni, anche se in realtà i giorni di permanenza e di amministrazione provvisoria dei partigiani Jugoslavi furono 42, dall'altro con un vuoto stilistico creato ad hoc, l'attesa, la sospensione, si omette il dopo. Un dopo che ha visto in quel 12 giugno il passaggio di poteri alle altre forze alleate, quelle anglo-americane che durerà sino al 26 ottobre 1954. Ma, probabilmente, non potevano e non volevano scrivere che all'occupazione Jugoslava è seguita poi l'occupazione anglo-americana, perché se occupazione è stata la prima, occupazione è stata la seconda, se amministrazione provvisoria è stata la prima amministrazione provvisoria è stata la seconda, omettendo, contestualmente, tutte le giornate di violenza che sono accadute a Trieste, ad esempio, a partire dal 12 giugno del 1945. Ma questo non lo si deve dire. Insomma, per alcuni aspetti poteva andare certamente peggio, avrebbero potuto scrivere cialtronerie storiche di un certo rilievo che sono venute meno, e questo è merito di chi ha contrasto il revisionismo storico, il nazionalismo, male dei mali, tutto nostrano. E la cosa interessante è che non si scrive quando la conquista della democrazia e della libertà a Trieste sarebbe avvenuta. Insomma, un cippo oneroso per le casse pubbliche, che avrebbe voluto colmare un vuoto, per parte della politica destra e nazionalista ed anticomunista ed antijugoslava triestina, ma che in verità, ben rappresenta il vuoto, che i fautori e cultori del revisionismo storico, vorrebbero come essenza della società del futuro. Senza memoria non vi è futuro, si dice e si scrive, ma con una memoria distorta, vuota e faziosa, si rischia un futuro ancora peggiore rispetto a quello condizionato dalla semplice ignoranza.

Marco Barone


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La Nuova Alabarda, 9 giugno 2015


LA "LIBERAZIONE" DI TRIESTE CELEBRATA DAL SEDICENTE CENTROSINISTRA SU PROPOSTA DELLA DESTRA RETRIVA: L'ASSASSINIO DELL'UNDICENNE EMILIA PASSERINI VRABEC


Così iniziava una lettera inviata a questa testata quasi un anno fa. < Mia zia, Emilia Passerini, è morta la sera del sabato, 13 settembre 1947, all’età di 11 anni, per mano e su mandato fascista. Si trovava nel Circolo Culturale Sloveno di Vicolo Ospedale Militare ad osservare la gente ballare. All’improvviso, gli spari di una mitragliatrice che - fortunatamente - si è inceppata dopo la prima raffica, essendo stata montata frettolosamente con una sola vite, altrimenti i morti sarebbero stati molti di più. Infatti, mio padre, che all'epoca aveva 20 anni, racconta che gli spari hanno bucato le foglie degli alberi che circondavano la pista da ballo. Un crudele destino ha voluto che l’unica pallottola a colpire a segno ha trapassato la zona ascellare dell'amica Wanda Jerman andando a colpire in pieno la bambina che le stava accanto>.

Emilia Passerini (Vrabec il suo cognome originale, reso "in forma italiana" dal fascismo che non le permetterà neppure di raggiungere la maggiore età) viene definita da Galliano Fogar (nella testimonianza resa al dottor Mastelloni) «vittima di un attentato inconsulto, ricordo che esso fu ascritto a due giovanissimi (sic: sull’età dei responsabili torneremo più avanti, n.d.a.) triestini gravitanti nel Circolo Oberdan, autonomo rispetto ai Partiti e nazionalista estremista».
A proposito di questo atto particolarmente esecrabile, va detto che un paio di mesi prima, il 12/7/47, il giornale comunista Il Lavoratore aveva denunciato il rischio che si stesse preparando un attentato proprio nei confronti di quel Circolo di cultura popolare, perché alcuni giovani erano stati visti prendere appunti mentre esaminavano il muro di cinta e mentre si allontanavano uno fu sentito dire che bisognava agire dall’altra parte del muro .
Furono arrestati per l’omicidio della piccola Passerini alcuni membri delle Squadre del Viale: Letterio Cardile (21 anni), che al momento dell’arresto aveva addosso la tessera di una organizzazione monarchica neofascista, la Lega dei Lazzaroni del Re (e sembra che fosse in contatto con le Squadre d’Azione Mussolini tramite il veneziano capitano Foschini); Aldo Giorgini (24 anni), Mario Zotteri e Pino Giubilo (figlio di un ispettore capo della PC), che, come scrisse la stampa, “risultano appartenere a famiglie borghesi di agiate condizioni".
Le "squadre" erano finanziate dal governo italiano, Ufficio Zone di Confine, e causarono morti, feriti, devastazioni. 
Anche questa è memoria, signor Sindaco.


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La Nuova Alabarda, 3/6/2015

MEDAGLIE ED EROI

Come detto in altro articolo su questa pagina ("12 giugno, liberazione di Trieste?"), il 15/9/47, un corteo ANTIFASCISTA “viene fatto segno al lancio di due bombe che provocano la morte di un ignaro spettatore, lo studente diciannovenne Alino Conestabo e il ferimento di parecchi dimostranti (la stampa fornisce versioni contrastanti, suscitando nella città vivaci reazioni; viene recisamente smentita la versione del Corriere di Trieste, e cioè che il Conestabo sia deceduto per lo scoppio fortuito di una bomba che egli intendeva lanciare contro i manifestanti)”. Ciò è quanto risulta dalla ricostruzione, fatta attraverso gli organi di stampa dell'epoca nel libro "Nazionalismo e neofascismo nella lotta politica al confine orientale 1945-1975”, a cura dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1977.
Pertanto ci sembra quantomeno equivoca l'attribuzione, da parte delle nostre massime istituzioni democratiche (il presidente in carica Carlo Azeglio Ciampi), della medaglia al valor civile alla memoria al suddetto Conestabo (9/1/06) con la seguente motivazione:
<Animato da profonda passione e spirito patriottico, partecipava ad una manifestazione per il ricongiungimento di Trieste al Territorio nazionale, perdendo la vita in violenti scontri di piazza. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed amor patrio, spinti sino all'estremo sacrificio. 15 settembre 1947 – Trieste>.
Considerato che la manifestazione NON era per il "ricongiungimento di Trieste al Territorio nazionale" ma era un corteo antifascista, delle due l'una: o Conestabo guardava innocentemente il corteo ed è morto per disgrazia perché la bomba ha centrato lui e non gli antifascisti, oppure Conestabo (che pare non essere stato un antifascista) è morto lanciando la bomba che aveva portato con sé per gettarla contro il corteo antifascista.
Meritava una medaglia?