https://www.facebook.com/Marcus.Sweet
The official position of the National Guard of Ukraine
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1480929468595625&id=775012539187325&hc_location=ufi
https://www.facebook.com/fortrus%20/videos/1377930202276476/
Da quando a Bologna è stato arrestato un combattente dei battaglioni punitivi ucraini con l'accusa di aver partecipato all'omicidio del reporter italiano Andrea Rocchelli a Slaviansk nel 2014, sia in Ucraina che in Italia si è alzato un vero vespaio. Il regime di Kiev ha immediatamente deciso di sguinzagliare la nota macchina di propaganda “StopFake”, progetto finanziato dall'International Renaissance Foundation del miliardario George Soros è noto per le propria palese faziosità e per le becere e ridicole bufale che diffonde quotidianamente a livello globale. Purtroppo questo generatore di fake news ha il pieno sostegno di molti media mainstream e di diversi politici soprattutto in Italia per esempio appartenenti ai Radicali Italiani o al Partito Democratico, come nel caso del Deputato Davide Mattiello. Nella speranza che le pressioni politiche sia da dentro che da fuori l’Italia non possano influenzare i risultati dell'indagine in corso, vi abbiamo tradotto l'analisi del giornalista ucraino Anatolij Sharij su come l'Ucraina per tutti questi anni abbia provato a depistare l'indagine sulla morte del giornalista italiano Andrea Rocchelli...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=SyV825OLsc4
Il famigerato Fausto Biloslavo, ex militante di estrema destra convertitosi al giornalismo mainstream, usa l'arresto di Markiv per disseminare informazioni false e tendenziose sulla presunta presenza di "elementi del Gru, il servizio militare russo" e accusare la Russia stessa di essere colpevole dell'agguato!
I Ros di Milano e i carabinieri di Pavia hanno arrestato il paramilitare ritenuto responsabile della morte del fotoreporter pavese
Ma dobbiamo constatare come non si sia registrata alcuna reazione da parte delle autorità del nostro governo di fronte a un fatto di una gravità inaudita che chiama direttamente in causa la giunta nazifascista ucraina, con cui il nostro paese intrattiene cordialissime relazioni e che asseconda (con le sanzioni alla Russia) nella sua guerra di aggressione nel Donbass, oltre che, con il suo silenzio, nella selvaggia persecuzione di chi dissente.
E neppure l'opinione pubblica democratica si è scomodata più di tanto, almeno come ha fatto in altre occasioni (ricordate la vicenda di Regeni?). Per Rocchelli nessuno striscione esposto dai municipi delle grandi città, nessuna iniziativa delle organizzazioni umanitarie, nessuna manifestazione di solidarietà.
Marx21.it
La clamorosa rivelazione è rimasta sotto traccia per diverse settimane, nonostante ne avessero già parlato diverse insospettabili fonti ucraine, tra cui l’Agenzia Interfax-Ucraina e l’agenzia filogovernativa UNIAN. I grandi media occidentali non l’hanno ripresa.”...
Gli strani equivoci che nessuno in occidente sembra oggi interessato ad approfondire…
This article was first published by GR on September 9, 2014. In the context of the July 29, 2015 United Nations Security Council Resolution vetoed by Russia, it should be emphasized that the evidence confirms that MH17 was not brought down by a surface to air missile...
http://www.globalresearch.ca/support-mh17-truth-osce-monitors-identify-shrapnel-like-holes-indicating-shelling-no-firm-evidence-of-a-missile-attack/5394324
https://aurorasito.wordpress.com/2015/11/08/il-disastro-di-svatovo-per-coprire-le-prove-sul-volo-mh17/
Il deposito di munizioni conservava anche razzi da 300mm dei sistemi MRL Smerch e missili terra-aria Buk; l’incendio potrebbe essere stato un tentativo di coprire un traffico di armi e munizioni, o anche un tentativo di cancellare le prove dell’abbattimento dell’MH17 sul Donbas, nel luglio 2014. Dopo tutto, è un fatto ben noto che i sistemi Buk ucraini furono schierati sul fronte, nel Donbas, e dato che l’indagine della catastrofe dell’MH17 era ancora in corso, le scorte di tali missili dovevano essere distrutte, per nascondere le prove che gli investigatori olandesi cercavano.
Il missile che abbatté l’MH17 aveva un numero di serie e lotto, con ogni probabilità l’Ucraina aveva altri missili dello stesso lotto. Pertanto distruggendoli si eliminerebbe una prova importante sull’implicazione dell’Ucraina nella distruzione del volo MH17 della Malaysian Airlines del luglio 2014.
VIDEO: https://youtu.be/-NeGIjq4Gt4?t=3m24s
http://www.pandoratv.it/?p=9531
Traduzione a cura di Geraldin. Con la collaborazione di Leni Remedios e Debora Blake
http://www.pandoratv.it/?p=13226
Traduzione a cura di Geraldin. Con la collaborazione di Leni Remedios e Debora Blake
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=3APngzg_YIg
FONTI: Boeing: non vogliono dirci la verità che hanno scoperto (di Giulietto Chiesa e Pino Cabras, 30 agosto 2014)
http://it.sputniknews.com/mondo/20160411/2452416/Ucraina.html
Giallo a Kiev: tentato omicidio capo pool di investigatori su disastro boeing nel Donbass
11.04.2016 – La Procura Generale ucraina ha segnalato il tentato omicidio del capo del pool di investigatori della tragedia del boeing della Malaysia Airlines nel Donbass; il presunto omicida è stato arrestato.
Oggi il procuratore capo militare dell'Ucraina Anatoly Matios condurrà una conferenza stampa "sull'arresto dell'attentatore che ha cercato di uccidere il capo del pool di investigatori della tragedia del boeing della Malaysia Airlines nel Donbass", segnala RIA Novosti.
Lo scorso 1° aprile, dopo i colloqui a Mosca con il capo della diplomazia serba, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov aveva detto che la Russia è ancora in attesa di chiarimenti sulle indagini riguardo lo schianto del boeing malese.
Il 3 marzo si è saputo che Washington non renderà pubbliche le informazioni sui dati che trasmetterà in Olanda sul disastro dell'aereo della "Malaysia Airlines".
In seguito il procuratore Fred Westerbeke, a capo dell'indagine internazionale sulle cause dello schianto del boeing nel Donbass, ha dichiarato che è imprevedibile la data di completamento delle indagini, ma ha promesso che entro l'estate verrà indicata la posizione esatta dello sparo e il tipo di missile che ha abbattuto l'aereo.
Il Ministero degli esteri della junta golpista di Kiev ha ritenuto doveroso porgere i propri sent.iti ringraziamenti alla UE, per aver prolungato di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2018, le sanzioni contro la Russia. “Speriamo che a settembre 2017 siano prolungate anche le sanzioni individuali per azioni che intaccano l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”, è detto nella nota di Kiev.
Tra le diverse e variegate motivazioni addotte a suo tempo per l’adozione, da parte dell’amministrazione Obama – e, a seguito di quella, anche da parte UE – delle sanzioni contro la Russia, una, peraltro lasciata opportunamente nel dimenticatoio per evitare di incorrere nel vecchio adagio maoista secondo cui “i reazionari sono degli stupidi: sollevano una pietra per lasciarsela cadere sui piedi”, riguardava l’abbattimento del Boeing malese MH17, il 17 luglio 2014, nei cieli del Donbass.
Da tempo si è detto che il silenzio caduto sopra il fatto, che costò la vita a quasi trecento persone, già di per sé la diceva lunga sulle accuse lanciate dai golpisti e dalle cancellerie occidentali, in primis contro le milizie popolari, additate come responsabili dirette dell’abbattimento e, per proprietà transitoria, contro Mosca, che avrebbe loro fornito il sistema terra-aria “Buk” atto alla bisogna, salvo poi riportarlo in territorio russo. A proposito del “improvviso silenzio USA sulla responsabilità russa”, alcuni media occidentali avevano da tempo notato come, se davvero Kiev e Washington non avessero avuto la “coda di paglia” e fossero state in possesso del pur minimo indizio contro le milizie del Donbass, non avrebbero mai cessato di accusarle, come invece hanno fatto da tempo.
Bene, ieri, il giorno stesso in cui Kiev rivolgeva i propri ringraziamenti a Bruxelles per le sanzioni, il sito Soveršenno sekretno ha pubblicato materiali secondo cui nell’abbattimento del Boeing malese potrebbero essere coinvolti velivoli dell’areonautica militare ucraina. A dire il vero, la versione non è nuova: dalla testimonianza dell’aviere ucraino che, oltre ad aver visto decollare un caccia e poi rientrare senza i missili di bordo, aveva sentito anche le parole criptiche del pilota sconvolto, ai dati dei sistemi radar russi, che indicavano come un Su-25 ucraino fosse in volo a una distanza di 3-5 km dal Boeing malese, ai numerosi “misteri” della cosiddetta commissione d’inchiesta olandese.
Soveršenno sekretno pubblica ora il piano di volo tracciato e firmato il giorno precedente la tragedia, il 16 luglio 2014, dal capitano Vladislav Vološin, della 299° brigata dell’aviazione tattica ucraina, e controfirmato dal colonnello Gennadij Dubovik. Secondo il piano, il velivolo sarebbe decollato dalla base Čuguev, nella regione di Kharkov, in direzione sudest, secondo una traiettoria che andava a incrociare il Boeing civile malese. Nella pubblicazione sono riportate anche le conversazioni intercorse tra i militari ucraini. Soveršenno sekretno non sostiene che il Boeing sia stato abbattuto dal capitano Vološin, ma si limita a sollecitare uno studio più attento dei materiali, compreso l’ordine di volo 734, preparato dal colonnello Dubovik all’antivigilia dell’abbattimento del Boeing e in cui sono indicati i vari velivoli (Su-25M1 N°08, Su-27 N°36, MiG-29MY1 N°29) che sarebbero stati impegnati in combattimento il 17 luglio. Nulla di sconvolgente, dunque, come scrive lo stesso Soveršenno sekretno; ma, in ogni caso, sufficiente quantomeno a sconfessare quanto si era affrettato a sostenere, alle 8 di sera di quel 17 luglio, Interfax-Ukraina, secondo cui “Oggi l’aviazione delle forze ATO” – l’operazione antiterrorismo, come la junta definisce la guerra contro il Donbasss – “non si è assolutamente alzata in volo: né elicotteri, né aerei, né caccia”. Nella conversazione con la fonte di Soveršenno sekretno, il tenente-colonnello Baturin, al comando del reparto 4104, ha dichiarato che il 17 luglio 2014, aerei militari ucraini “erano in volo per eseguire l’ordine N°1 per la distruzione di obiettivi aerei nella zona di Snežnoe e Torez”. Soveršenno sekretno aveva già in precedenza pubblicato una copia dell’ordine delle Forze armate ucraine per la distruzione di ogni indizio e testimonianza sull’abbattimento del Boeing.
Forse anche per mettersi al sicuro da brutti scherzi che possono mettere a repentaglio “segreti” come quello sull’abbattimento del Boeing malese, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha annunciato ieri che l’Alleanza aumenterà il numero di aerei da guerra in grado di aggirare i moderni sistemi antimissile. Non solo, la NATO ha “intenzione di rafforzare anche i propri sistemi antimissile, compresi i vascelli con a bordo mezzi difesa aerea”.
Così che nessuno possa intervenire a turbare il silenzio sulle responsabilità del prossimo, non così improbabile, abbattimento.