[slovenščina / italiano]
 
L'ignominia del "Giorno del Ricordo"
 
0) COLLEGAMENTI
Documentazione consigliata / Inquietudini e cerchiobottismi / Fanatismi / Altre segnalazioni e commenti
1) ELENCO AGGIORNATO (Gennaio 2021) DEI "PREMIATI" PER IL GIORNO DEL RICORDO
Un nuovo scandalo: Mario Santini, aguzzino della "Banda Collotti"
2) ITALIJANSKI DAN SPOMINA JE DAN LAŽI, NETENJA SOVRAŠTVA IN REVIZIONIZMA, SPODBUJANJE NEOFAŠIZMA (ZB Koper)
3) LETTERA ALLA GAZZETTA DI PARMA (14.2.2020) – Omaggio a Pietro Paolo Piro 
4) ATTACCHI ALLA RICERCA STORICA SU FOIBE E CONFINE ORIENTALE
– Proposta di legge contro la libertà di ricerca storica in Friuli Venezia Giulia
– Il Comunicato della Rete Parri (Paolo Pezzino, 14.2.2020.)
5) L'OPERAZIONE POLITICA SULLE FOIBE E IL REVISIONISMO DI STATO (Senza Tregua)
 
 
=== 0: COLLEGAMENTI ===
 
DOCUMENTAZIONE CONSIGLIATA:
 
IL GIORNO DEL RICORDO, 10 FEBBRAIO. Intervento di Claudia Cernigoi (9.2.2021)
-Le "più complesse vicende del confine orientale" che non si ricordano.
-La differenza tra storia e memoria.
-Si può parlare di un "fenomeno" delle foibe"?
-Quanti furono gli "infoibati"?
-Perché non si parla di "titini" invece che di "esercito jugoslavo"?
-Il caso di Basovizza.
-Il paradosso della memoria condivisa.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=DCoZ7zdr9n8

 
INQUIETUDINI E CERCHIOBOTTISMI:

PAGLIARULO: "PER UN GIORNO DEL RICORDO INTERO" (10 Febbraio 2021)
Nota del Presidente nazionale ANPI: "Occorre aprire una pagina nuova che, senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell'esodo, restituisca nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo"...
https://www.anpi.it/articoli/2429/pagliarulo-per-un-giorno-del-ricordo-intero

GIORNO DEL RICORDO. SÌ, MA QUALE? INTERVISTA ALLO STORICO RAOUL PUPO (di Francesco Magno, 10.2.2021)
Da anni il Giorno del Ricordo è oggetto di strumentalizzazioni politiche e polemiche accese. Abbiamo cercato di superarle intervistando lo storico Raoul Pupo, il massimo esperto italiano della storia del tormentato confine orientale...
https://www.eastjournal.net/archives/115411

10 FEBBRAIO: IL GIORNO DEL RICORDO VISTO DAGLI ITALIANI DI CROAZIA E SLOVENIA (di Pietro Aleotti, 9.2.2021)
Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, è da sempre vissuto come una ricorrenza divisiva e lacerante. Ne abbiamo parlato con Maurizio Tremul, presidente dell'organizzazione che rappresenta gli italiani di Croazia e Slovenia...
https://www.eastjournal.net/archives/115424

IL GIORNO DEL RICORDO: PASSI AVANTI O PASSI INDIETRO SULLA VIA DELLE MEMORIE? (incontro online, 9.2.2021)
con Raoul Pupo, Dispes Università di Trieste, Paolo Segatti, Università di Milano, Marta Verginella, Università di Lubiana, Modera Patrick Karlsen, Direttore Irsrec FVG
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=sxOE4OydA7A
Evento FB: https://www.facebook.com/events/328574401808524/
 
FANATISMI:
 
FOIBE, LA RETICENZA DEI NEGAZIONISTI (di Pierluigi Battista | 16 febbraio 2020)
Davvero non si capisce, a 75 anni di distanza, un’eternità, questo ottuso residuo negazionista di una parte della cultura di sinistra sulle foibe. Questa incredibile e testarda minimizzazione sulle migliaia e migliaia di italiani infoibati, sull’orrore della famiglie sterminate, sul filo di ferro che legava a gruppi i polsi delle vittime sulla sommità di quelle voragini per risparmiare sui proiettili: si sparava a uno e se ne ammazzavano dieci...
 
ALTRE SEGNALAZIONI E COMMENTI:
 
AULA DELLE MEDIE INTITOLATA ALLE “VITTIME DELLA SHOAH E DELLE FOIBE” (Mauro Magistrati e Roberto Villa, 9.2.2021)
Accade a Bagnatica nel bergamasco. L’associazione provinciale dei partigiani insorge: «No all’equiparazione, votata all’unanimità dal Consiglio comunale, sconcerto per una decisione dettata dai neofascisti»...
 
ORVIETO. IL RICORDO SMEMORATO AL SERVIZIO DELLA PEGGIORE PROPAGANDA (Confederazione Cobas / Associazione “Artemide” / Associazione “Lettori Portatili” / Associazione “Il Ginepro” / Aned)
Con l’apposizione della targa ai martiri delle foibe presso i giardini di Sferracavallo, lo scorso 22 Febbraio [2020] ad Orvieto è terminata una serie di iniziative incentrate sulla ricorrenza del “Giorno del Ricordo”...
 
ISTRIA NEGATA? (di GIANPASQUALE SANTOMASSIMO, su Il Manifesto del 13 feb 2020)
Francamente io sarei anche stufo di leggere o ascoltare pistolotti sul “silenzio assordante” della cultura storica a proposito dell’Istria, dell’esodo, delle foibe, degli scontri interni alla Resistenza sul confine orientale. Come anche sul “ritardo” degli storici di sinistra nell’affrontare questi temi...
 
CARLO GREPPI, STORICO, SULLO STRAVOLGIMENTO DELLA STORIA E LE FOIBE. RAI, TG3, LINEA NOTTE (Francesco Errante, 11.2.2020)
È sfuggito per un pelo alla censura RAI l'intervento dello storico Carlo Greppi a Linea Notte del TG3 del 10/2/2020. Il conduttore Mannoni dopo l’intervento dei due giornalisti non ha ridato la parola allo storico. La trasmissione è visionabile all’indirizzo:
 
IL NOSTRO NO AL “GIORNO DEL RICORDO” (Rifondazione.it, 10 feb 2020)
Ripubblichiamo l’intervento della compagna Tiziana Valpiana, a nome del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista, con cui dichiarava alla Camera il voto contrario alla legge istitutiva del Giorno del Ricordo. Le ragioni del nostro no risultano 16 anni dopo confermate da come la ricorrenza è diventata un’occasione di revisionismo storico su scala di massa...
 
I FASCISTI CELEBRANO LE FOIBE COME UNA INACCETTABILE “PAR CONDICIO” (Giorgio Cremaschi / Potere Al Popolo, 10.2.2020)
... Il 10 febbraio tutti i neofascisti italiani sono in piazza dal lato dello Stato e dell’opinione pubblica ufficiale. Li legittima pienamente la  festa del ricordo,  istituita nel 2004  dal centrodestra e a dal centrosinistra assieme, con il meritorio voto contrario dei comunisti allora presenti in Parlamento...
 
L’AGGUERRITO ESERCITO DELLA NEGAZIONE DELLA STORIA (di Angelo D'Orsi, su Il Manifesto del 09.02.2020)
Ci risiamo. La ricorrenza del 10 febbraio – il cosiddetto “Giorno del ricordo”, istituito con legge “bipartisan” Berlusconi imperante (l. n. 92 del 3 marzo 2004) – eccita gli animi, in modo ogni anno più parossistico: è il primo paradossale risultato di quella legge sciagurata...
 
LA “QUESTIONE FOIBE” E LA STORIA GOVERNATIVA (di Angelo d’Orsi, 30.1.2020)
Sotto l’insegna del politicamente corretto stiamo compiendo grandi passi verso la eliminazione di ogni spazio di dissenso dal pensiero dominante, che è, come insegna Marx, il pensiero delle classi dominanti. Basterebbe questa considerazione per renderci più attenti e critici. La tendenza in atto su scena internazionale, nel mondo occidentale, a cominciare dall’Unione Europea e degli Stati Uniti, è quella di una trasformazione del potere politico in organo giudicante della legittimità delle interpretazioni storiografiche e dello stesso dibattito delle idee: e distrattamente, colpevolmente, troppi di noi hanno trascurato le implicazioni di questa tendenza...

 
=== 1: ELENCO AGGIORNATO DEI "PREMIATI" PER IL GIORNO DEL RICORDO ===
 
ELENCO DEI PREMIATI PER IL “GIORNO DEL RICORDO” 
AGGIORNATO A GENNAIO 2021 (aggiunti 3 nominativi, per un totale di 384)
 
Anche questo anno è stato aggiornato sul sito diecifebbraio.info l’elenco dei riconoscimenti per il Giorno del Ricordo. In base alle ricerche di Sandi Volk sono stati aggiunti solo due nuovi nomi alla cui memoria sono stati dati i riconoscimenti nel 2020: Salvatore Corsale  e Francesco Montegno. In più è stato aggiunto il nome di Kurt Haffner...
 
 
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ECCO CHI PREMIA LA REPUBBLICA
Mario Santini risulta nei ranghi dell'Ispettorato Speciale di PS, la "Banda Collotti", il corpo fascista prima e collaborazionista poi i cui componenti si macchiarono di crimini, rastrellamenti indiscriminati, torture agli arrestati, anche minorenni, violenze sulle donne, esecuzioni sommarie... il corpo fece deportare, prima dell'8 settembre 1943, quasi duemila "ribelli" (cioè intere famiglie di civili) nei campi fascisti di Cairo Montenotte e Fraschette di Alatri.
(Claudia Cernigoi)
 
Fonte: pagina FB di Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste, 8.2.2021.
 
Nel contesto delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, oggi in Prefettura, insieme al Prefetto di #Trieste Valerio Valenti ed al Questore dott.ssa Irene Tittoni, abbiamo insignito la signora Elisabetta Santini, in memoria del padre Mario Santini, infoibato dai titini.
"Mario Santini, nativo di Montesanvito (AN), Agente di Pubblica Sicurezza in servizio presso il Comando Divisione Agenti di Trieste, fu prelevato dai partigiani titini il primo maggio ed il 7 maggio 1945 è condotto ad Erpelle in Slovenia. Da quel momento, della sua sorte, non si seppe più nulla".
 
 
 
=== 2: ITALIJANSKI DAN SPOMINA JE DAN LAŽI, NETENJA SOVRAŠTVA IN REVIZIONIZMA, SPODBUJANJE NEOFAŠIZMA ===
 
NOVA DOPOLNJENA IZDAJA KNJIGE "FOJBA LAŽI" (izvor: http://www.zb-koper.si )
Iz tiskarne smo dobili novo dopolnjeno izdajo knjige FOJBA LAŽI, ki razkriva italijanske laži o fojbah, ki jim verjamejo celo Slovenci. Da, tudi naš predsednik, ki se je šel kot predstavnik države klanjati na bazoviški Šoht, to je oltar italijanskih laži o fojbah in novega fašizma do naše manjšin, vseh Slovencev in Slovanov sploh. 
Knjiga fojba laži kot prva objavlja številne dokumente iz londonskih in tržaških arhivov, ki zanikajo vse italijanske laži obenem pa razkriva italijansko propagando, ki je za širjenje laži oskrunila celo fotografije žrtev zločinov njihovih fašistov, ki so jih počeli nad našim narodom.
Prva knjiga, ki smo jo na hitro izdali, da bi preprečili Pahorjevo priznavanje laži, je bila razprodana v nekaj mesecih. Ta dopolnjena je poziv slovenski javnosti in politiki, da zahteva od Italije odprtje bazoviške fojbe in dejansko ugotovitev kdo je koga metal v ta opuščeni rudnik in kaj je še notri. To izdajo za razliko od prejšnje prepoznate po rdečem naslovu Fojba laži.
Sedaj prihaja v knjižnice in knjigarne po enotni ceni 20 €, dobite jo lahko tudi na sedežu Združenja borcev v Kopru ali po pošti z naročilom na telefonsko številko 041 334 177 ali e-mail: 
zdenko.kovacic @ t-2.si
 
NOVI ITALIJANSKI FAŠIZEM IN NOVI SLOVENSKI KOLABORACIONIZEM (izvor: http://www.zb-koper.si )
Italijanska državna televizija je v najbolj gledanem terminu TV dnevnika TG2 ob 20.30 kar tri dni zapovrstjo, 1., 2. in 3. septembra 2020, posvetila posebno pozornost »fojbam« v Sloveniji, v katere je maja 1945 Titova vojska zmetala tisoče žensk in otrok, Slovencev, Hrvatov, katolikov in Italijanov. Andreja Valič Zver je kot vodja inštituta povedala, da so v Sloveniji našli v fojbah 90.000 žrtev Titovega režima, Italijanske reporterje je po slovenskih fojbah vodil dr. Jože Dežman. Pokazali so tudi posebno "Fojbo otrok", ki jo imamo na Kočevskem. Dežman je obljubil obljubil, da lahko trupla Italijanov prenesejo v Italijo. V Dnevniku je bilo zelo jasno rečeno, da je to možno po zaslugi sedanje vlade Janeza Janše in zgodovinskega poklona predsednika Pahorja na bozoviški fojbi.
 
ITALIJANSKI DAN SPOMINA JE DAN LAŽI, NETENJA SOVRAŠTVA IN REVIZIONIZMA, SPODBUJANJE NEOFAŠIZMA (Izvor: http://www.zb-koper.si )
Ob letošnjem italijanskem praznovanju Dneva spomina na fojbe in eksodus, pred katerim je njihov predsednik Sergio Mattarella ponovno obtoževal nas Slovence za genocid nad Italijani, so neofašisti iz organizacije CasaPound polepili več objektov na Opčinah, Miljah in Boljuncu s svojimi sovražnimi plakati. V skladu z njihovo dvatisočletno kulturo, v kateri so v času fašizma zažigali naše kulturne domove, so tudi tokrat oskrunili hiše naše kulture, openski prosvetni dom in gledališče France Prešeren v Boljuncu. To je med našimi rojaki sprožilo vrsto protestov, največje zborovanje pa je bilo v dvorani oskrunjenega doma Franceta Prešerna. 
Naše Združenje protifašistov, borcev za vrednote NOB in veteranov Koper izraža našim prizadetim rojakom v Italiji vso podporo in odločno obsoja načrtno italijansko oživljanje fašizma, kar je očitni cilj njihovega načina praznovanja Dneva spomina.
 
 
=== 3: OMAGGIO A PIETRO PAOLO PIRO ===
 
Il compagno Pietro Paolo Piro, tra gli animatori del Comitato di Parma che da un quindicennio organizza importante iniziative di approfondimento e critica in occasione del "Giorno del Ricordo" [ https://www.cnj.it/INIZIATIVE/parma_iniziative.htm ], è morto nella primavera 2020 a seguito di una infezione da COVID19. Lo ricordiamo e gli rendiamo omaggio pubblicando di seguito la sua
 
LETTERA ALLA GAZZETTA DI PARMA 
 
Signor Direttore, anche in riferimento alla lettera sulla Gazzetta di giovedì del sig. P. Bocchi, la manifestazione <<Foibe e fascismo>> lunedì scorso giunta alla sua quindicesima edizione e tenuta al Cinema Astra ancora quest’anno è, come sempre, promossa, organizzata, interamente pagata, da antifascisti di Parma, senza patrocinio, partecipazione alle spese, contributo alcuno, da parte del Comune. Non si capisce quindi da che cosa il Comune di Parma dovrebbe <<prendere le distanze>>. Il Comune dovrebbe prendere le distanze dall’antifascismo di cui la città vanta una storia di prim’ordine? Dall’amicizia con gli altri popoli, non ultimi slavi e sloveni per cui Parma è gemellata con Lubiana? Il sig. Bocchi forse non sa che nel carcere di San Francesco di Parma negli anni ’42,’43 furono detenuti politici oltre ottocento civili sloveni e croati antifascisti. Deportati e imprigionati dall’Italia fascista. L’Italia fascista che al fianco dell’alleato nazista aveva aggredito la Jugoslavia nell’aprile ’41 e poi occupato diversi suoi territori, senza motivo, la Jugoslavia non avendo fatto alcun male all’Italia. Nei confronti dei popoli della Jugoslavia vi furono da parte dell’Italia fascista perquisizioni e arresti di massa, rastrellamenti e prigionia, condanne a morte e fucilazioni, villaggi dati alle fiamme. Secondo la Commissione per i crimini di guerra delle Nazioni Unite vi furono in Jugoslavia oltre settecento criminali di guerra italiani, a cominciare dai generali fascisti Roatta, Robotti, Biroli, nessuno dei quali fu mai consegnato alle autorità jugoslave e/o processato e condannato in Italia o altrove (come fu invece per i criminali nazisti a Norimberga). Lubiana fu fatta provincia d’Italia e da febbraio ’42 divenne una città circondata da reticolati di filo spinato. Slovenia e Jugoslavia nel suo complesso ebbero un numero di vittime, e civili, e innocenti, di gran lunga superiore a quello delle foibe dell’autunno ’43 e della primavera ’45. Le vittime italiane delle foibe del ’43 furono circa quattrocento, per reazione e vendetta popolare, quelle del ’45 sono state un numero imprecisato, comunque non superiore a qualche migliaio, comprendendo in esso fucilati, deportati in campi di prigionia jugoslavi, dispersi vari. Ad oggi le vittime delle foibe riconosciute ufficialmente dall’Italia con la legge 92/2004 che ha istituito il loro <<Giorno del ricordo>>, il 10 febbraio, ovvero coloro cui è stata attribuita onorificenza e medaglia della Repubblica, sono in totale non più di quattrocento, in gran parte esponenti o appartenenti alle forze armate dell’Italia fascista. Vittime non sono state rinvenute dal pozzo della miniera di Basovizza in particolare. Il video proiettato lunedì notte al Cinema Astra e visto da cento spettatori in merito a Basovizza ha anche mostrato documenti ufficiali americani, degli alti comandi angloamericani, del ’45 e del ’46, documenti declassificati nel ’99 e tenuti in archivi di Washington, l’ultimo dei quali autorizzava la cessazione di ricerche e scavi a Basovizza senza che vi fossero stati rinvenuti cadaveri di civili o militari o agenti di polizia italiani. L’indagine a Basovizza aveva dato esiti inconcludenti.  

Pietro Paolo Piro  
Parma, 14 febbraio 2020
 
[Lettera pubblicata dalla Gazzetta di Parma il giorno 28.2.2020]
 
 
=== 4: ATTACCHI ALLA RICERCA STORICA SU FOIBE E CONFINE ORIENTALE ===
 
VIETATO METTERE IN DISCUSSIONE LA VERSIONE FASCISTA DELLE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE, SECONDO UNA PROPOSTA DI LEGGE IN DISCUSSIONE AL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA (Gigi Bettoli - 18 Febbraio 2020)
... E’ iniziata in questi giorni, in corrispondenza con il Giorno del Ricordo 2020, la discussione del progetto di legge nazionale n. 8, Modifica all’articolo 604-bis del codice penale in materia di negazione, minimizzazione in modo grave o apologia dei massacri delle foibe, presentato al Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia il 2 maggio 2019 dal presidente e dal vicepresidente del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale, Claudio Giacomelli ed Alessandro Basso...
http://www.storiastoriepn.it/vietato-mettere-in-discussione-la-versione-fascista-delle-vicende-del-confine-orientale-secondo-una-proposta-di-legge-in-discussione-al-consiglio-regionale-del-friuli-venezia-giulia/
 
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COMUNICATO: ATTACCHI ALLA RICERCA STORICA SU FOIBE E CONFINE ORIENTALE

Feb 14, 2020 | Comunicati, In evidenza

È in corso una indegna gazzarra da parte di elementi di destra e di estrema destra che prende a spunto le celebrazioni del giorno del ricordo. Queste persone attaccano qualsiasi interpretazione che non accetti una vulgata che si rifiuta di prendere in considerazione la politica di snazionalizzazione portata avanti durante il ventennio nelle zone del confine orientale non per giustificare, ma per spiegare quanto successo dopo la caduta del fascismo e durante la costruzione dello stato comunista jugoslavo. Si vuole imporre una versione ufficiale della tragedia delle foibe e di quella successiva dell’esodo dei giuliano fiumano dalmati sotto forma di genocidio degli italiani e con impropri e assurdi confronti con la Shoah. Chiunque operi la necessaria contestualizzaione di quanto successo sa che gli italiani furono perseguitati o in quanto ex fascisti, o perché identificati con le classi egemoni, o in quanto si opponevano alla costruzione dello Stato comunista, e non in quanto italiani. L’anno scorso l’attacco era stato portato al vademecum elaborato dall’Istituto friulano per la storia della Resistenza  e dell’età contemporanea, di Trieste, un equilibrato documento di sintesi storiografica sulle acquisizioni di decenni di ricerca sul confine orientale, che metteva in discussione la tesi che la persecuzione degli italiani fosse motivata da una pulizia etnica.
Quest’anno sono stati attaccati singoli ricercatori accusati di negazionismo solo perché si rifiutano di cedere alla nuova vulgata nazionalista e filo fascista, e ora sotto accusa è la Regione  Toscana per aver affidato all’’Istituto della Resistenza  e dell’età contemporanea di Grosseto la politica della memoria, e quindi anche i viaggi sul confine orientale, sulla base di una pluriennale esperienza di ricerca e didattica di quell’istituto sul tema. Gli attacchi mirano a negare la legittimità degli Istituti  della Resistenza e dell’età contemporanea a svolgere azione di ricerca storica e diffusione didattica sul confine orientale, sostenendo che essi sarebbero ideologicamente orientati.
È allora essenziale ribadire che la ricerca storiografica non può essere condizionata da verità ufficiali diffuse o imposte dallo Stato e dalle istituzioni; che la libertà di ricerca va fondata sull’onestà intellettuale, sulla contestualizzazione ampia degli eventi, sull’utilizzo critico di fonti verificabili; che da parte degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea non è mai stata negato che le foibe rappresentino un crimine, che si inquadra non soltanto in una reazione alle politiche di snazionalizzazione e oppressione messe in atto dal fascismo nei confronti delle minoranze slovene e croate, ma anche nei meccanismi violenti di costruzione dello Stato jugoslavo da parte di un regime comunista che perseguitava tutti coloro che si opponevano ai suoi progetti (e quindi non solo italiani, e quindi non solo fascisti).
In realtà dietro a questi attacchi si nasconde non solo la totale ignoranza degli eventi storici, l’utilizzazione di parole d’ordine scioviniste e nazionaliste, ma anche e soprattutto la rivalutazione del ventennio fascista e della figura di Mussolini.
L’Istituto nazionale Ferruccio Parri, che è il capofila di 64 Istituti storici della Resistenza dell’età contemporanea diffusi su tutto il territorio nazionale, si oppone con forza a questa deriva filofascista e antidemocratica e, nel manifestare la propria vicinanza alle famiglie di tutti coloro che hanno dovuto soffrire per le tragedie consumatisi sul confine orientale, ribadisce il suo impegno per la libertà di ricerca storica al di fuori di vincoli e polemiche di carattere ideologico. Esprime solidarietà agli istituti e ai ricercatori che in questi giorni hanno ricevuto attacchi scomposti per il loro impegno per la verità e la correttezza storica.

Paolo Pezzino
 
--- Il commento di Giovanni Caggiati:
 
A livello storiografico ci può essere un dibattito con elementi critici anche nei confronti della parte giusta, cioè della parte antifascista, ovvero in questo caso della Resistenza jugoslava. Ciò che è assolutamente inaccettabile è il carattere celebrativo che si è dato al ricordo di questa vicenda, il carattere di solennità civile nazionale del “giorno del ricordo” istituito con la legge 92/2004: questa non è storia ma è politica. Politica che riscrive la storia rovesciando le parti (facendo passare la Resistenza jugoslava per carnefice e il fascismo per vittima) e punta a riconsiderare il fascismo. Non si nega la vicenda delle foibe ma non si può presentarla come secondo la legge 92/2004. Bene fece l’ANPI ad aprile 2015 a chiedere almeno la temporanea sospensione di questa legge. (G.C.)
 
 
=== 5: L'OPERAZIONE POLITICA SULLE FOIBE E IL REVISIONISMO DI STATO ===

http://www.senzatregua.it/2020/02/10/loperazione-politica-sulle-foibe-e-il-revisionismo-di-stato/
https://www.resistenze.org/sito/os/ip/osipkb10-022340.htm

www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 10-02-20 - n. 738

L'operazione politica sulle foibe e il revisionismo di Stato

Senza Tregua | senzatregua.it

10/02/2020

Lo chiamano "Giorno del ricordo", ma in realtà troppe cose vengono dimenticate nella narrazione che nel giro di 15 anni è riuscita a imporsi come dominante. La giornata di commemorazione per le "vittime delle foibe" e dell'esodo giuliano-dalmata fu istituita nel 2004 dal governo Berlusconi, perlopiù su pressione di Alleanza Nazionale, erede del movimento fascista MSI. Nel giro di pochi anni, una narrazione che da sempre era riconosciuta come una mistificazione della verità storica, figlia del revisionismo storico neofascista, è stata recepita e adottata ufficialmente dallo Stato italiano e dalle sue istituzioni. Ogni anno all'approssimarsi del 10 febbraio si parla sempre più della "pulizia etnica" contro gli italiani che sarebbe avvenuta nella regione istriana per mano dei partigiani jugoslavi, dell'esodo istriano, della necessità di ricordare queste vicende "al pari di Auschwitz", come ebbe a dire un anno fa l'allora ministro Matteo Salvini.

Sui fatti del confine orientale durante la seconda guerra mondiale è stata condotta per anni una operazione tutta politica, che non aveva nulla a che vedere con la verità storica. Una operazione politica che ha varie direttrici. Si lega a doppio filo alla revisione storica che mira a criminalizzare la resistenza partigiana, alla propaganda anticomunista, all'equiparazione fra il comunismo e il nazifascismo che ormai viene adottata come ideologia ufficiale dall'Unione Europea. Ma ci sono anche interessi più immediati e materiali che riguardano l'Istria e la Dalmazia, cioè i territori persi con i trattati di pace che posero fine alla guerra, oggi sotto sovranità slovena e croata. È un elemento da non sottovalutare, considerando che la sovranità su un territorio significa sovranità sulle acque territoriali e diritti di sfruttamento economico delle risorse del mare, e nel Mare Adriatico questo significa trivelle e giacimenti di idrocarburi.

Se pensiamo a questi fattori, non appare poi così strano il fatto che il 10 febbraio, giornata in cui in tutta Europa vengono festeggiati i trattati di pace del 1947 che posero definitivamente fine alla Seconda Guerra Mondiale, venga trasformato dallo Stato italiano in una giornata di lutto per montare la polemica sui territori "persi" con quei trattati e sull'esodo delle popolazioni italiane che vivevano lì. L'intento è ormai evidente ed emerge in diverse dichiarazioni di esponenti istituzionali. Lo scorso anno (10 febbraio 2019) Antonio Tajani, esponente di spicco di Forza Italia e allora Presidente del Parlamento Europeo, dal palco della commemorazione di Basovizza lanciò apertamente la provocazione proclamando "viva l'Istria italiana, viva la Dalmazia italiana, viva gli esuli italiani", suscitando le lettere di protesta dei governi di Croazia e Slovenia verso quella che appariva una rivendicazione territoriale a tutti gli effetti. È un'operazione che non è più appannaggio esclusivo dei neofascisti, ma ormai sfonda anche nel centro-sinistra. Già nel 2007 l'allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlò di «un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947». Chiunque cerchi di decostruire la mistificazione sulle foibe e riportare la discussione su un piano sensato, viene definito "negazionista" ed equiparato a chi nega l'Olocausto compiuto dai nazisti.

La prima vittima di questa enorme operazione politica e di propaganda, purtroppo, è la verità storica. Il primo modo in cui questo avviene è decontestualizzando totalmente le vicende dal contesto storico. Nel "giorno del ricordo" la memoria è sempre più corta, e viene sistematicamente rimossa una verità: per 20 anni, dall'inizio del fascismo fino al 1943, in Istria e Dalmazia furono i fascisti italiani a imporre una politica di segregazione razziale, di italianizzazione forzata e di repressione nei confronti delle popolazioni slave, che erano la maggioranza in quei territori secondo tutti i censimenti. Una politica che dopo le leggi razziali, e soprattutto dopo l'invasione della Jugoslavia nel 1941, si tramutò proprio in una pulizia etnica, nello sterminio e nella deportazione di decine di migliaia di civili sloveni e croati. L'Italia costruì campi di concentramento in cui venivano internati uomini, donne, bambini a cui veniva vietato di affermare la loro identità etnica e culturale, a cui veniva vietato di parlare la propria lingua, a cui venivano persino cambiati i nomi.

Quando nel settembre 1943, dopo l'armistizio, ci fu il collasso dell'esercito italiano, i partigiani jugoslavi assieme ai partigiani italiani (alcuni dei quali combattevano inquadrati proprio nelle formazioni jugoslave) lanciarono un'operazione di riconquista dei territori precedentemente occupati. Un'operazione che colpì innegabilmente i fascisti e i collaborazionisti col fascismo, ed è un dato di fatto che quando si parla di "morti nelle foibe" si parla perlopiù di questo. I partigiani combattevano i fascisti e chi aveva collaborato con loro, nel contesto di una guerra in corso. In quella situazione, nel mezzo della violenza generalizzata portata dalla guerra in quelle terre, ci furono certamente vendette individuali, singoli episodi di delitti legati a motivazioni personali, come del resto ve ne furono anche in Italia e ovunque in Europa le popolazioni si fossero trovate sotto occupazione. Non era raro, per dire, che chi si era visto uccidere un familiare o la casa data alle fiamme, si facesse giustizia da solo se ne avesse avuto l'occasione. Detto questo, solo se si dimentica tutto il contesto finora citato si può confondere le carte, mettere tutto nello stesso calderone e sostenere la narrazione di una "pulizia etnica" contro gli italiani, ma questo non ha nulla a che fare con la verità storica. L'idea che i partigiani jugoslavi abbiano portato avanti una pulizia etnica contro "gli italiani" in generale è tutt'oggi il centro della falsificazione storica in corso.

Gran parte di questa falsificazione passa anche per i numeri. Parlare di centinaia, migliaia, decine di migliaia di morti, o addirittura di "milioni di morti" (come fece Maurizio Gasparri a suo tempo commentando l'approvazione della legge che istituì la commemorazione) non è indifferente. È qualcosa che cambia radicalmente l'entità di una vicenda che, non va dimenticato, avviene nel contesto di una guerra che in tutta Europa causa 60 milioni di morti. Tutte le ricerche degli storici concordano, ad esempio, nello stimare il numero di morti in Istria nel '43 ampiamente al di sotto dei mille, e buona parte delle stime parla di numeri compresi fra i 400 e i 600, di cui solo una parte dei cadaveri (attorno ai 300) effettivamente gettati nelle foibe. Numeri più alti di morti per mano jugoslava vengono solitamente stimati per quanto riguarda la regione giuliana (le cosiddette foibe del '45), sempre però fra i 1000 e i 2000. La maggior parte degli studi, insomma, parla di un totale di non più di 3000 morti per quanto riguarda le stime più alte, di cui solo una parte gettati nelle foibe. Per rendere un'idea della falsificazione, nella "foiba" di Basovizza (in realtà una vecchia miniera) che lo Stato italiano ha eretto a monumento nazionale, gli scavi realizzati a guerra finita da inglesi e americani dopo il giugno 1945 trovarono solo i cadaveri di 150 soldati tedeschi e numerose carcasse di cavalli. Da dove vengono le stime che parlano di decine di migliaia di morti? Sorprendentemente, negli ultimi decenni si è iniziato a utilizzare come "fonte" storica attendibile il materiale di propaganda prodotto dalla Germania nazista, durante l'occupazione tedesca dell'Istria e della Dalmazia dopo il 1943!

Si tratta, insomma, di una falsificazione che non si fa scrupoli nel negare persino l'evidenza e il lavoro degli storici, e che viene arricchita con dettagli macabri privi di fondamento. Ad esempio, non esiste nessuna documentazione che attesta che nelle foibe siano mai state gettate delle persone vive, mentre è vero che queste sono state utilizzate da tutte le forze belligeranti, cioè anche dai fascisti italiani e dai nazisti, per gettarvi cadaveri. Del tutto strumentale è poi lo stesso accostamento tra l'esodo giuliano-dalmata e le operazioni dei partigiani jugoslavi. L'esodo è un processo che va avanti fino agli anni'50, e avviene semplicemente a causa del cambiamento dei confini. La stessa idea che invece si trattasse di italiani che fuggivano "per non morire nelle foibe" è pura propaganda priva di qualsiasi fondamento.

La narrazione tossica sulle foibe oggi si fa strada nelle istituzioni, nelle scuole, nelle università, come mai era avvenuto prima. Fino a pochi anni fa un'operazione di revisionismo storico istituzionale di tale portata non sarebbe stata pensabile. È un'operazione che va di pari passo con la criminalizzazione della resistenza partigiana, che mira a sradicare dalla memoria della gioventù qualsiasi riferimento a chi lottò contro l'oppressione, per una società più giusta e libera dallo sfruttamento.

L'Italia di oggi non è quella per cui i partigiani hanno combattuto. L'Italia della disoccupazione, della precarietà, delle banche e dei padroni ha già tradito da tempo il sogno dei partigiani che lottavano per una società più giusta e libera dallo sfruttamento. Ma oggi, con la legittimazione della propaganda neofascista sulle "foibe" e la sua adozione da parte dello Stato, la Resistenza viene tradita due volte.