La fonte delle citazioni che seguono, di Vllasi e di Milosevic,
e` il libro "Najteza bitka Josipa Broza Tita"
(La battaglia piu` difficile di Josip Broz Tito)
di Zvonko Staubringer - Ed. SK-PJ u Hrvatskoj,
Belgrado 1992.
(A cura del Coordinamento Romano per la Jugoslavia)
---
ADEM VLLASI, da segretario federale della SKOJ (gioventu`
comunista) dopo la morte di Tito dichiaro':
"A noi del Kosovo il compagno Tito spesso ricordava
il dovere e l`impegno di conservare la Fratellanza e
l`Unita`. Per questo motivo essere fedeli all`opera
ed al messaggio di Tito significa impegnarsi con
fermezza per la fratellanza, l`unita` e l`eguaglianza
di albanesi, serbi, montenegrini, turchi, musulmani, e degli
altri... La morte del compagno Tito ha toccato profondamente
ogni persona. Ci ritroviamo piu` poveri e difficilmente
potremo colmare la sua mancanza nelle nostre fila..."
Oggi Adem Vllasi non gode di particolare influenza politica, ma
trova credito tuttora nel sistema mediatico post-jugoslavo. All`inizio
della primavera di quest`anno (2001), nel corso di una trasmissione
dibattito alla radiotelevisione della Croazia, commentando la
figura di Tito Vllasi ha parlato di lui come del "capo di un regime
bolscevico", rinnegando in pratica non solo le sue stesse parole
piu` sopra riportate, ma anche il suo stesso passato di dirigente della
Lega della Gioventu` Comunista di Jugoslavia (SKOJ). Un giornalista
presente gli ha subito ribattuto intelligentemente: "Lei farebbe
meglio a tacere su Tito, poiche` non mi sembra la persona piu`
adatta ad esprimere giudizi".
SLOBODAN MILOSEVIC non si occupava di politica ai
tempi della morte di Tito; inizio` solo nel 1983. Ha citato
il nome e l`opera di Tito raramente nei suoi discorsi, ma
ha fermamente difeso quanto era stato realizzato nel periodo
titino, e negli anni Ottanta ha aspramente criticato gli
anticomunisti ed i nazionalisti. Cosi` ad esempio nel giugno
1987, al IX Congresso del CC della LCJ, dichiarava:
"I comunisti serbi ed il popolo serbo non hanno mai avuto comprensione
verso i propri traditori. Ancora oggi essi ricordano con ribrezzo,
e le nuove generazioni sanno, che cosa e` stato il movimento
cetnico, ovvero il piu` grande tradimento nella storia del
popolo serbo. Percio` tutti in Jugoslavia devono sapere che
come durante la guerra cosi` anche oggi ne` il vecchio ne` tantomeno
il nuovo movimento cetnico, ne` il vecchio ne` il nuovo
nazionalismo passeranno in Serbia".
Solamente in una occasione, e cioe` al VII Congresso del CC
della LC di Serbia, nel settembre 1987, Milosevic parlo` direttamente
di Tito, dicendo tra l`altro:
"Il pensiero e la forza creativa, e la sua stessa opera
rivoluzionaria creano tutt`oggi, come allora, ponti di comprensione
tra le generazioni, nella gente, tra i popoli, e rappresentano
una costante ispirazione per le nuove generazioni, per tutti coloro
che continuano ininterrottamente il corso della rivoluzione.
La sua vita intensa ed il suo percorso rivoluzionario non sono
entrati semplicemente nella storia, bensi` sono diventati storia essi
stessi, e la sua opera non appartiene al passato... Tito portava
dentro di se un profondo e forte sentimento di energia, di
sicurezza e di ottimismo. Queste sue qualita` avevano un significato
sociale, politico, storico a tutti gli effetti, nel fatto che non
dicevano qualcosa solamente su Tito come uomo, ma anche su Tito come
combattente, come uomo politico, come rivoluzionario. Percio`
egli poteva allo stesso tempo essere a capo della rivoluzione,,
e percio` egli, questa rivoluzione, pote` condurla alla vittoria".
Slobodan Milosevic oggi e` in prigione accusato di ogni
crimine. Dai suoi ultimi discorsi pubblici e dalle ultime
interviste rilasciate non abbiamo appreso alcun nuovo
giudizio sulla figura di Tito, ma piuttosto la contrarieta`
alla svendita incondizionata della RF di Jugoslavia al capitale
straniero, e la convinzione di essere diventato un
perseguitato politico per aver voluto strenuamente difendere
la indipendenza del proprio paese.
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
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Belgrado 1992.
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ADEM VLLASI, da segretario federale della SKOJ (gioventu`
comunista) dopo la morte di Tito dichiaro':
"A noi del Kosovo il compagno Tito spesso ricordava
il dovere e l`impegno di conservare la Fratellanza e
l`Unita`. Per questo motivo essere fedeli all`opera
ed al messaggio di Tito significa impegnarsi con
fermezza per la fratellanza, l`unita` e l`eguaglianza
di albanesi, serbi, montenegrini, turchi, musulmani, e degli
altri... La morte del compagno Tito ha toccato profondamente
ogni persona. Ci ritroviamo piu` poveri e difficilmente
potremo colmare la sua mancanza nelle nostre fila..."
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trova credito tuttora nel sistema mediatico post-jugoslavo. All`inizio
della primavera di quest`anno (2001), nel corso di una trasmissione
dibattito alla radiotelevisione della Croazia, commentando la
figura di Tito Vllasi ha parlato di lui come del "capo di un regime
bolscevico", rinnegando in pratica non solo le sue stesse parole
piu` sopra riportate, ma anche il suo stesso passato di dirigente della
Lega della Gioventu` Comunista di Jugoslavia (SKOJ). Un giornalista
presente gli ha subito ribattuto intelligentemente: "Lei farebbe
meglio a tacere su Tito, poiche` non mi sembra la persona piu`
adatta ad esprimere giudizi".
SLOBODAN MILOSEVIC non si occupava di politica ai
tempi della morte di Tito; inizio` solo nel 1983. Ha citato
il nome e l`opera di Tito raramente nei suoi discorsi, ma
ha fermamente difeso quanto era stato realizzato nel periodo
titino, e negli anni Ottanta ha aspramente criticato gli
anticomunisti ed i nazionalisti. Cosi` ad esempio nel giugno
1987, al IX Congresso del CC della LCJ, dichiarava:
"I comunisti serbi ed il popolo serbo non hanno mai avuto comprensione
verso i propri traditori. Ancora oggi essi ricordano con ribrezzo,
e le nuove generazioni sanno, che cosa e` stato il movimento
cetnico, ovvero il piu` grande tradimento nella storia del
popolo serbo. Percio` tutti in Jugoslavia devono sapere che
come durante la guerra cosi` anche oggi ne` il vecchio ne` tantomeno
il nuovo movimento cetnico, ne` il vecchio ne` il nuovo
nazionalismo passeranno in Serbia".
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della LC di Serbia, nel settembre 1987, Milosevic parlo` direttamente
di Tito, dicendo tra l`altro:
"Il pensiero e la forza creativa, e la sua stessa opera
rivoluzionaria creano tutt`oggi, come allora, ponti di comprensione
tra le generazioni, nella gente, tra i popoli, e rappresentano
una costante ispirazione per le nuove generazioni, per tutti coloro
che continuano ininterrottamente il corso della rivoluzione.
La sua vita intensa ed il suo percorso rivoluzionario non sono
entrati semplicemente nella storia, bensi` sono diventati storia essi
stessi, e la sua opera non appartiene al passato... Tito portava
dentro di se un profondo e forte sentimento di energia, di
sicurezza e di ottimismo. Queste sue qualita` avevano un significato
sociale, politico, storico a tutti gli effetti, nel fatto che non
dicevano qualcosa solamente su Tito come uomo, ma anche su Tito come
combattente, come uomo politico, come rivoluzionario. Percio`
egli poteva allo stesso tempo essere a capo della rivoluzione,,
e percio` egli, questa rivoluzione, pote` condurla alla vittoria".
Slobodan Milosevic oggi e` in prigione accusato di ogni
crimine. Dai suoi ultimi discorsi pubblici e dalle ultime
interviste rilasciate non abbiamo appreso alcun nuovo
giudizio sulla figura di Tito, ma piuttosto la contrarieta`
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