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Il manifesto, 03 Giugno 2001

Corridoi di guerra

Petrolio e gas: L'approvvigionamento energetico dell'occidente � stato
alle
orgini delle guerre balcaniche. La regia � statunitense
MICHEL COLLON*

Sinistra ripetizione? Dopo che i separatisti dell'Uck hanno attaccato i
villaggi della Valle di Presevo nella Serbia del sud, dai quali per
concessione della Nato si sono ritirati - forse - e dopo che per due
anni
sono stati uccisi in Kosovo civili serbi, moderati albanesi, rom
e persone di altra etnia, le milizie albanesi dell'Uck, ecco che hanno
portato la guerra nella vicina Macedonia. E, nuovamente, ecco che
ricompaiono litanie di profughi lungo le strade. Finisce o ricomincia
nei
Balcani?
Comunque sia sono avvenimenti che permettono di capire meglio quanto �
successo nel 1999.
1. Macedonia regione strategica?
S�, lo spieghiamo su Solidaire e nel nostro libro Monopoli citando il
Generale Michael Jackson, allora comandante delle truppe della
Nato a Pristina: "Noi resteremo qui, certamente, molto tempo al fine di
garantire la sicurezza dei corridoi energetici che attraversano la
Macedonia".
Corridoi energetici? Abbiamo presentato le carte geografiche che
dimostrano i progetti dell'Europa (una rete completa di oleodotti e
gasdotti che la uniscono, attraverso i Balcani, alle enormi fonti di
petrolio e gas del Caucaso ex Sovietico) e quelli degli Stati Uniti (un
oleodotto Bulgaria-Macedonia-Albania-Adriatico che assicurerebbe alle
multinazionali petrolifere statunitensi il controllo di questa
stessa via del petrolio e del gas). Progetti rivali, in effetti. Ecco
perch� tutte le grandi potenze cercano da dieci anni il controllo della
Jugoslavia. La via del petrolio e del gas passa di l�. Noi
sottolineiamo
anche che, dal 1992, � in Macedonia - anche se molto lontano
dalle zone di conflitto - e da nessuna altra parte che Washington aveva
inviato un battaglione.
Siamo franchi: anche a sinistra, alcuni trovavano esagerato sospettare
di
Washington di disegni cos� neri... come il petrolio. Ma
proprio recentemente, il rispettabilissimo quotidiano britannico
Guardian
ha confermato: "Un progetto chiamato "Trans-Balkan
Pipeline" non � mai stato menzionato dalla stampa europea o americana.
Questa linea partir� da Burgas (Mar Nero) per raggiungere
l'Adriatico a Vlore (Valona), passando per la Bulgaria, la Macedonia e
l'Albania. Per l'Occidente sar� probabilmente la principale via
verso il petrolio ed il gas attualmente estratti in Asia centrale,
750.000
barili al giorno. Un progetto necessario, secondo l'Agenzia
americana del Commercio e dello Sviluppo, perch� "fornir� una fonte
costante di greggio alle raffinerie americane, attribuir� un ruolo
chiave alle compagnie americane nello sviluppo di questo corridoio
vitale
est-ovest e far� progredire nella regione la volont� di
privatizzazione del governo americano. Chiaro, no?
Inoltre, il segretario americano all'energia Bill Richardson ha
dichiarato
nel 1998, quindi prima della guerra: "Si tratta della sicurezza
energetica dell'America". Un discorso radicalmente copiato, indurito e
approfondito dalla nuova amministrazione Bush. Quando gli
Stati uniti parlano di "sicurezza energetica", bisogna sapere cosa vuol
dire: preservare il dominio mondiale e i superprofitti delle loro
multinazionali petrolifere. E Richardson prosegue: "Vorremmo vedere
questi
paesi nuovamente indipendenti appoggiarsi su interessi
commerciali e politici dell'Ovest, piuttosto che rivolgersi in un'altra
direzione. Noi abbiamo effettuato un'importante investimento
politico nella regione del Caspio ed � importante per noi che sia il
tracciato degli oleodotti che la politica siano corretti".
E il Guardian aggiunge questo, essenziale: "Il 9 dicembre '98 (prima
della
guerra, ndr) il presidente dell'Albania ha assistito ad una
riunione su questo argomento a Sofia: "A mio parere personale, nessuna
soluzione che si trovi in seno alle frontiere serbe porter�
una pace durevole". Il messaggio poteva difficilmente essere pi�
chiaro:
se voi volete l'accordo con gli albanesi per l'oleodotto
Trans-Balcanico, dovete togliere il Kosovo ai serbi.
2. L'offensiva dell'Uck � una sorpresa?
Gli Stati uniti si sono messi in combutta con il diavolo allora. Perch�
numerosi rapporti diplomatici americani attestavano: l'Uck
separatista assassinava non soltanto i poliziotti e i civili serbi, ma
anche albanesi sposati a serbe o semplicemente per aver accettato
di vivere nello stato jugoslavo. E l'inviato speciale di Washington nei
Balcani, Robert Gelbard, aveva lui stesso affermato in tre riprese
alla stampa internazionale, all'inizio del '98: "Vi dico che questi
dell'Uck sono terroristi". Ma tre mesi pi� tardi questi terroristi si
erano
trasformati miracolosamente in "combattenti per la libert�" e la Nato
sarebbe ben presto diventata la loro forza aerea.
Oggi, gli Stati uniti fingono sorpresa davanti alla "violenza
estremista"
che attacca la Macedonia. Bella ipocrisia! Dal giugno '98, l'Uck
diffondeva fra i suoi simpatizzanti europei una carta della "Grande
Albania". In Monopoli (pag.69), riproduciamo questa carta con il
commento: "Oltre al Kosovo questa Grande Albania toglierebbe vasti
territori alla Macedonia, al Montenegro e alla Grecia. Le guerre
sono quindi inevitabili se l'Uck riesce a realizzare i suoi piani".
Questa Albania implica non soltanto l'espansionismo, ma anche la
pulizia
etnica. Oggi, sotto gli occhi e con il tacito accordo della
Nato, 350.000 non Albanesi sono gi� stati espulsi dal Kosovo: serbi, ma
anche rom, goranci, turchi eccetera. Il Kosovo � quasi "puro".
Una sorpresa? Veramente no, poich� gi� il 12 luglio 1982 il New York
Times
intervistava un responsabile jugoslavo del Kosovo,
d'origine albanese: "I nazionalisti albanesi hanno un programma di due
punti: inizialmente creare una repubblica albanese
etnicamente pura, e in seguito la fusione con l'Albania per formare una
Grande Albania". D'altra parte, al tempo della insurrezione
anti-jugoslava del 1981, i nazionalisti albanesi avevano gi� stabilito
una
stretta collaborazione fra le loro unit� di Macedonia, Serbia e
Montenegro.
Tutto questo non ha impedito all'influente senatore americano Joseph
Lieberman di dichiarare nell'aprile '99: "Gli Stati uniti e l'Armata
di Liberazione del Kosovo difendono gli stessi valori umani, gli stessi
principi. Battersi per l'Uck, � battersi per i diritti umani e i valori
americani". In breve: Usa-Uck, stesso combattimento. D'altra parte,
chiunque viaggi in Kosovo pu� vedere un po' dappertutto, per
esempio sopra le stazioni di benzina, le bandiere albanese e americane
strettamente associate.
3. La versione della Nato sta in piedi?
Cosa ci diceva la Nato per giustificare i suoi bombardamenti mortali?
Che
la sua guerra era umanitaria. Falso: era per il petrolio e per
spezzare un'economia che resisteva alle multinazionali occidentali e al
Fmi. Che aveva tentato tutto per trovare una soluzione
negoziata. Ugualmente falso: sappiamo adesso che non c'� mai stato un
negoziato a Rambouillet, soltanto una commedia per
giustificare una guerra gi� decisa. Che era una guerra pulita. Falso
ancora: 2000 civili jugoslavi uccisi, innumerevoli fabbriche e
infrastrutture distrutte. Pi� l'uso di armi proibite e criminali come
bombe a frammentazione (cluster bomb) o munizioni all'uranio. Con
pi� vittime di quelle addebitate al perfido Milosevic.
Al momento, si sta sciogliendo anche il poco che rimane della versione
ufficiale. Ci avevano detto: "I problemi del Kosovo provengono
da Milosevic". Il Kosovo non funziona meglio con Kostunica.
Ci dicevano che bisognava intervenire per fermare un genocidio serbo e
stabilire un Kosovo multietnico. Ma il generale tedesco Heinz
Loquai ha dimostrato che il preteso documento "Piano ferro-di-cavallo",
presentato dal ministro tedesco Scharping per giustificare
l'intervento armato, era un falso, e che il genocidio era una menzogna
mediatica. Ci� rende la guerra ingiustificata e rende la Nato
colpevole di aver provocato due catastrofi umanitarie: un esodo
massiccio
di albanesi, poi un altro di serbi. E il generale Michael Rose,
che comandava le forze Onu in Bosnia, rimprovera alla Nato "di aver
introdotto una cultura di violenza".
Infine, per tentare di scusare l'attuale pulizia etnica in Kosovo, i
sostenitori della Nato e dell'Uck hanno preteso di descriverla come
una sequenza di "vendette per ci� che hanno fatto i Serbi". E ora,
nella
Macedonia dove non � successo nulla, con quale pretesto
giustificare l'aggressione dell'Uck? E' tempo di riconoscere la sola
spiegazione possibile: l'Uck mira a creare uno stato etnicamente
puro e non pu� realizzare questo programma che con l'escalation
dell'odio
e con il terrorismo.
4. Washington fa il doppio gioco?
Gli Stati uniti fanno finta d'indignarsi per le attuali violenze
dell'Uck.
Ma bisogna far rimarcare diverse cose. Non hanno alzato un dito
quando l'Uck � uscita dal Kosovo per attaccare la regione di Presevo in
Serbia centrale. Peggio: l'infiltrazione si � prodotta a partire
dalla zona di occupazione americana del Kosovo. Washington e la Nato
pretendono oggi "di cercare di fermare il flusso d'armi e di
combattenti verso la Serbia del Sud e verso la Macedonia". Ma chiunque
si
rechi in Kosovo pu� osservare barriere e controlli della Kfor
ogni cinque chilometri. Soltanto, questa stessa Kfor lavora con
interpreti
e altro personale uscito dall'Uck. Che si �, d'altra parte,
trasformato nel molto ufficiale "Corpo di Protezione del Kosovo". In
breve, chi non cerca le armi dell'Uck, non le trover�.
D'altra parte, il maggiore Jim Marshall, portavoce della Kfor
americana,
ha dichiarato il 6 marzo scorso: "Abbiamo identificato fra 75 e
150 ribelli a Tanusevci (Macedonia), li abbiamo fatti entrare e uscire
dal
Kosovo, e sbarazzarsi del loro equipaggiamento e delle loro
armi prima di passare la frontiera". Una domandina stupida: cosa vi
impediva di arrestarli? 45.000 soldati Nato occupano il Kosovo e
non possono arrestare 150 terroristi? Ora quei pochi "fermati"
stazionano
nella grande base Usa di Bondsteel (Urosevac) costruita in
dispregio degli accordi di Kumanovo (dove ora si combatte).
5. L'Uck scatener� un'altra guerra?
Cosa succeder�? Dopo aver giocato su diversi tavoli, gli Stati uniti
possono trovarsi all'angolo. Da un lato, continuano a utilizzare l'Uck
per ottenere maggiori concessioni in Serbia: la privatizzazione totale
e
l'eliminazione del principale partito di opposizione, il Sps
(inviandone il presidente al tribunale dell'Aja). Ma, dall'altro lato,
se
lasciano che l'Uck vada troppo oltre, si metteranno contro alcuni
alleati preziosi: il governo macedone e la Grecia, paesi ugualmente
minacciati dalle rivendicazioni dell'Uck. E anche Kostunica, che non
pu� presentare alla sua opinione pubblica alcun bilancio positivo sul
Kosovo, anzi - tranne forse nella Valle di Presevo, nella Serbia
del sud ora ricontrollata dalle truppe di Belgrado, ma settori dell'Uck
(Ucpmb) non hanno intenzione di deporre le armi nemmeno l�.
Ma se Washington mollasse l'Uck e rovesciasse le sue alleanze, potrebbe
succedere che la sua alleata (in realt� rivale) Germania si
metta nuovamente a sostenere clandestinamente l'Uck. La quale ha quindi
interesse a spingere oltre le sue provocazioni.
Rovesciare le alleanze? Abbiamo gi� visto cose di questo tipo da parte
degli Stati uniti, per esempio fra Iran, Iraq e Siria. Ma lo scopo
degli americani � di assicurarsi nei Balcani uno stato (o staterelli, o
stati-mafie) "portaerei". Per fare ci�, la scelta numero uno resta
uno stato fantoccio albanese che dovrebbe tutto a Washington. Solo le
potenze europee rifiutano una modifica delle frontiere nei
Balcani. Queste provocherebbero nuove guerre tra i piedi dell'Europa e
destabilizzerebbero i progetti di "corridoi" descritti pi� sopra.
Una cosa � sicura: l'intervento della Nato, per interessi nascosti, non
ha
portato e non porter� la pace.

* Giornalista belga
esperto di Balcani

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