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RATLINES: La guerra della Chiesa contro il comunismo


Indice:

Premessa
1. Il titolo
2. Note sull'olocausto
3. Geopolitica vaticana
4. Geopolitica europea
5. Intermarium
6. Strategia americana
7. L'Unione Continentale
8. La rete di fuga dei criminali di guerra tedeschi
9. La rete di fuga dei criminali di guerra croati
10. I krizari
11. Riciclaggio di denaro sporco (di sangue)
12. I personaggi
o I preti
+ Pio XII
+ Giovanni Montini
+ Alois Hudal
+ Siri
+ Krunoslav Draganovic
+ Vilim Cecelja
+ Karlo Petranovic
+ Gregory Rozman
+ Dragutin Kamber
+ Milan Simcic
+ Dominik Mandic
+ Josip Bujanovic
o I nazisti
+ Ferenc Vajta
+ Walter Rauff
+ Franz Stangl
+ Gustav Wagner
+ Alois Brunner
+ Adolf Eichmann
o Gli ustascia
+ Ante Pavelic
+ Vladimir Kren
+ Vjekoslav Vrancic
+ Vilko Pecnikar
+ Ivo Omrcanin
+ Ljubo Milos
+ Lovro Susic
+ Dragutin Toth
+ Bozidar Kavran
+ Srecko Rover
+ Miha Krek
o L'agente statunitense William Gowen
13. Le sigle
14. Bibliografia

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Il titolo

``Letteralmente, una ratline � la scala di corda che arriva fino
in cima all'albero della nave e rappresenta l'ultimo luogo sicuro
quando l'imbarcazione affonda. Pertanto ratline � diventato il
termine generico con cui i servizi segreti identificano le reti o
le organizzazioni istituite allo scopo di far fuggire qualcuno''
(7).


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Note sull'olocausto

1. Il campo di Treblinka, comandato da Franz Stangl

``Al loro arrivo a Treblinka, gli uomini, le donne e i bambini, stipati
nei
loro carri merci chiusi, trovavano ad attenderli una normale stazione
ferroviaria, graziosamente decorata con cassette di fiori. A distanza,
si
scorgevano alcune baracche dall'aria innocua. Franz Stangl ci teneva
all'ordine. Ai passeggeri veniva detto di scendere dai carri per
riposare e
per farsi una doccia. Mentre si svestivano, veniva detto loro di mettere
al
sicuro i loro oggetti di valore in cassette numerate, di modo che, dopo
la
doccia, avrebbero potuto ritrovarli facilmente.

Tutto si svolgeva in maniera cos� rapida, organizzata, letale. Le docce
erano, in realt�, camere a gas dove 900.000 persone, per la maggior
parte
ebrei, furono uccise immediatamente al loro arrivo. A differenza di
Auschwitz, l� non si svolgeva alcun lavoro. Treblinka esisteva solo per
uno
scopo: lo sterminio'' (33-34).

2. La Croazia Indipendente di Ante Pavelic

La dittatura croata si macchi� di gravi crimini, ``tra cui gli orribili
massacri di serbi, ebrei e zingari nel corso dei quattro anni [in cui
stette
in piedi il regime]: mezzo milione di civili innocenti trucidati per
ordine
personale [di Pavelic]. Molti erano stati giustiziati con metodi da
pieno
Medioevo: erano stati cavati loro gli occhi, recise le membra, strappati
gli
intestini e gli altri organi interni dai corpi ancora vivi. Alcune
persone
furono massacrate come bestie: venne tagliata loro la gola da un
orecchio
all'altro con coltelli speciali. Altre morirono in seguito a colpi di
maglio
sulla testa. In numero ancora maggiore furono semplicemente bruciate
vive''
(80).

``Durante i primi mesi del regime di Pavelic furono massacrate circa
150.000
persone di fede serbo-ortodossa. In molti casi -� un fatto documentato-
fu
offerta loro la salvezza se avessero rinunciato alla loro fede per
divenire
cattolici'' (92). ``Le conversioni forzate [venivano celebrate] da preti
cattolici sotto l'attento controllo di unit� di polizia ustascia armate
fino
ai denti. Su tali cerimonie incombeva la minaccia di morte, poich� i
contadini serbi erano perfettamente a conoscenza dei massacri condotti
da
quelle stesse unit� nelle zone limitrofe'' (106). A dirigere le
conversioni
forzate era padre Draganovic (106).

3. Le posizioni del Vaticano e dell'Occidente durante la guerra

``Nell'aprile del 1943 [...] il Foreign Office e il Dipartimento di
Stato
temevano entrambi che il Terzo Reich fosse disposto a fermare le camere
a
gas, a svuotare i campi di concentramento e a lasciare che centinaia di
migliaia (se non milioni) di superstiti ebrei emigrassero in Occidente''
(21).

Anche il papa, sebbene ne fosse a conoscenza, tacque sull'olocausto:
``Il
terribile silenzio da parte del Vaticano nei confronti degli ebrei si
accord� completamente con la politica occidentale'' (22). Tuttavia, a
fronte
dell'indifferenza degli anglo-americani, per lo meno (magra
consolazione)
``il papa tacque in pubblico, ma in segreto aiut� alcuni ebrei'' (24).

Fu tramite il Vaticano, inoltre, che nel 1944 le SS cercarono di
``stabilire
contatti [...] con le potenze occidentali'' per convincerle a ``troncare
i
rapporti con Stalin e a unirsi alla Germania nella lotta contro i
bolscevichi'' (25).

``Durante la guerra il Vaticano non si era pronunciato pubblicamente
riguardo alle atrocit� compiute dai sovietici e dai tedeschi'' (qui
Aarons e
Loftus mettono Hitler e Stalin sullo stesso piano, cosa molto
discutibile,
dato che Hitler uccise 11 milioni di civili innocenti, met� dei quali
erano
ebrei). Ma nel 1945, a guerra perduta per i nazisti, papa Pio XII
``capovolse la sua politica e decise che era giunto il momento di levare
la
voce della Chiesa contro i crimini commessi da Stalin'', mentre continu�
a
tacere quelli commessi da Hitler, approvandoli tacitamente (27).

Per ulteriori note sull'olocausto, leggere il numero di Storia
Illustrata
citato in bibliografia.

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Geopolitica vaticana

L'interesse secolare della Chiesa � sempre stato quello
dell'evangelizzazione, ossia della trasformazione in cattolici di quanti
pi�
uomini sia possibile, e la contrapposizione a tutte le altre filosofie o
religioni. In questo modo il Vaticano si assicura un vero e proprio
controllo politico su territori e nazioni. Il papato ha dunque una sua
politica estera che � ben definita, anche se per molti non percettibile:
``Pensano in termini di secoli e fanno piani per l'eternit�; questo
rende la
loro politica inevitabilmente imperscrutabile, disorientante e, in certe
occasioni, riprovevole per le menti pratiche e condizionate dal tempo''
(lettera dell'ambasciatore inglese Sir D'Arcy Osborne, marzo 1947,
riportata
nell'epigrafe).

``Era desiderio del Vaticano aiutare chiunque a prescindere dalla sua
nazionalit� o dalle sue opinioni politiche, fintantoch� quella persona
possa
dimostrare di essere cattolica. Il Vaticano giustifica inoltre la sua
partecipazione col desiderio di introdursi non soltanto nei paesi
europei,
ma anche in quelli latino-americani, attraverso persone di qualsiasi
convinzione politica, purch� anticomuniste e favorevoli alla Chiesa
Cattolica'' (57).

L'obiettivo del papa per l'Europa era molto semplice: ``la creazione di
un
grande Stato federale danubiano'' che raggruppasse le nazioni cattoliche
d'Europa centrale (60), insomma in un certo senso un ritorno ai bei
tempi
del potere temporale della Chiesa; la creazione di una nazione sulla
quale
il pontificato possa esercitare la sua autorit�. In questo quadro, �
fondamentale la posizione della Croazia: ``La Santa Sede considerava la
Croazia come la frontiera della cristianit�; tra la Croazia e il papa
esisteva un rapporto particolare che risaliva al 700 d.C.'' (80). ``La
Croazia � una delle nazioni pi� benvolute dalla Chiesa, un baluardo
cattolico contro gli scismatici ortodossi'' (66). ``Nell'isterismo che
caratterizz� i primi anni della guerra fredda, il Vaticano considerava
la
Croazia come la propria roccaforte nei Balcani'' (136).

Per raggiungere i suoi scopi, il papa opt� per lo spionaggio (29) e sul
reclutamento di ex-nazisti per combattere i comunisti, cio� coloro che
gli
contendevano i territori dell'Unione Danubiana (32). Il Vaticano cerc�
anche
di riutilizzare l'organizzazione clandestina costituita durante la
guerra
dai disertori dell'esercito russo in Germania ed in Austria: Estoni,
Lituani, Cechi e altri cittadini di cultura prevalentemente cattolica
(30-31). ``Per essere ammesso, ogni membro doveva prestare giuramento di
fedelt� alla Chiesa, impegnandosi a a metterne gli interessi al di sopra
persino della propria nazione di appartenenza'' (31).

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Geopolitica europea

Le potenze europee avevano dei progetti molto simili a quelli del
papato:

1. Francia

``Non appena cessarono le ostilit�, De Gaulle indisse un'agguerrita
campagna
per ottenere la simpatia dei popoli dell'Europa orientale. Il suo scopo
era
quello di creare un contraltare ai piani inglesi. [...] Il leader
francese
riteneva infatti che fosse necessario prepararsi a una nuova guerra
contro
Stalin per ristabilire il "legittimo" ruolo della Francia nella
regione''
(62). De Gaulle aveva allacciato stretti contatti con il Vaticano,
tramite
il cardinale francese Tisserant (63).

``De Gaulle voleva l'aiuto del papa per creare una confederazione
europea
che riunisse, tra gli altri, i cattolici di Spagna, Francia, Italia,
Austria, Germania, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Croazia, Slovenia e
Stati
baltici. [...] La Francia avrebbe dovuto firmare dei trattati di
amicizia
con la Spagna e con l'Italia, stabilendo cos� un potente triangolo che
avrebbe ricevuto in seguito, grazie all'influenza del papa, l'aiuto
degli
stati cattolici sudamericani'' (63).

La riuscita di questo triangolo era legata a quella della ``creazione di
uno
stato federale della Germania cattolica, separato dalla maggioranza
protestante. L'ultimo anello del piano di De Gaulle era rappresentato da
una
Confederazione Pandanubiana Cattolica dell'Europa centrale. Un'alleanza
con
la Polonia e con gli Stati baltici avrebbe permesso agli slavi cattolici
di
staccarsi dai loro compatrioti ortodossi e protestanti assicurando il
crollo
della Jugoslavia, della Cecoslovacchia e di gran parte dell'Unione
Sovietica'' (63).

In poche parole, la Francia auspicava esattamente quello che � accaduto
negli ultimi anni!

2. Gran Bretagna

``Gli Inglesi erano convinti che presto sarebbe scoppiata la guerra
contro i
sovietici'' (65). Il premier inglese Winston Churchill stava portando
avanti
sin dagli inizi del 1944 la politica di ``creare una confederazione di
nazioni dell'Europa centrale sotto l'influenza di Londra. Quando fin� la
guerra il SIS lanci� una sofisticata operazione spionistica per
reclutare
gli emigrati politici dell'Europa centrale e orientale. Il SIS mirava ad
istituire un'unione politica contro il bolscevismo e a fornire un aiuto
materiale con lo scopo di attirare gli esuli nella sfera d'influenza
inglese
per operazioni di controspionaggio antisovietico e paramilitari. Gli
inglesi
avevano anche istituito delle logge massoniche tra gli esuli, attraendo
in
tal modo i pi� importanti leader balcanici'' (64).

Padre ``Draganovic cominci� a far pressioni sugli inglesi in favore
della
Confederazione Pandanubiana agli inizi del 1944, quando consegn�
all'ambasciatore inglese presso il Vaticano una lunga nota, con cui
inoltrava proposte fatte da alti ministri ustascia a Zagabria'' (66).

3. Gli intrighi degli Inglesi

Il dato che emerge � la rivalit� che c'era subito dopo la fine della
guerra
fra Londra e Parigi, entrambe nel tentativo di controllare l'Europa
centrale. Tuttavia le loro politiche si concretizzavano in piani molto
simili, e simili a quelli del papato: essenzialmente l'idea della
Confederazione Danubiana. Molto presto gli inglesi riuscirono a togliere
l'iniziativa ai francesi. ``Alla fine dell'estate 1946 i servizi segreti
inglesi avevano ottenuto un innegabile predominio sui rivali francesi''
(65).

``Esisteva almeno un importante punto di accordo tra Parigi e Londra: si
sarebbero dovuti escludere gli Stati Uniti da queste operazioni
clandestine.
Fu adottato lo slogan "l'Europa agli Europei, senza Russi n� Americani.
Facciamo combattere gli Stati Uniti contro i Russi e sfruttiamo la
vittoria"'' (65).

Gli inglesi ``avevano fatto infiltrare alcuni agenti tra gli emigrati
politici, istituendo cos� dei centri spionistici a Graz e a Klagenfurt,
nella zona austriaca [da loro] controllata'' (64). ``Gli inglesi diedero
assistenza persino ai nazisti e agli ustascia e, fin dall'inizio,
costituirono centri militari e terroristici tra tutti i profughi
balcanici.
Avevano fretta e non volevano perdere tempo, per cui ebbero presto una
magnifica organizzazione che si estendeva fino alle parti pi� remote dei
Balcani'' (65).

``John Colville, del Foreign Office, [...] ammise di aver permesso
deliberatamente a molti fanatici ustascia di sfuggire alla giustizia''
(111). ``Nel maggio del 1945, gli inglesi avevano riconsegnato molti
croati
relativamente innocenti nelle mani del governo comunista di Tito,
destinandoli a una morte sicura. Invece molti criminali di guerra
colpevoli
di orrendi delitti erano fuggiti'' (98). ``Avvalendosi dei seguaci di
Pavelic, gli inglesi avevano intenzione di rovesciare il governo
comunista
di Belgrado. Alcuni simpatizzanti americani collaboravano gi� a queste
operazioni senza autorizzazione ufficiale'' (94).

``La maggior parte delle volte, le operazioni occidentali [di arresto
dei
criminali di guerra] facevano fiasco in maniera spettacolare. La ragione
di
questo era molto semplice. Interi settori delle autorit� alleate
collaboravano, in realt�, con il Vaticano per garantire che a molti
fuggiaschi fosse permesso di partire di nascosto da Genova. Un
diplomatico
statunitense scopr� che le potenze occidentali erano apparentemente
conniventi con il Vaticano e con l'Argentina per portare al sicuro in
quest'ultimo paese persone colpevoli di crimini di guerra. Le cose
stavano
effettivamente cos�. Sia Washington sia Londra erano scese a patti con
la
Santa Sede per aiutare molti collaboratori dei nazisti a emigrare verso
il
sistema di espatrio clandestino messo a punto da Draganovic. Il Vaticano
veniva cinicamente usato come copertura per la condotta immorale
dell'occidente'' (119).

``In quel periodo si poteva quasi parlare di cariche dirigenziali
interdipendenti tra i servizi segreti occidentali e il Vaticano'' (123).

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Intermarium

Intermarium era una ``rete ben organizzata di emigrati politici nazisti
dell'Europa centrale e orientale, la quale riceveva segretamente
sostegno da
parte di una piccola ma potente congrega di cui faceva parte lo stesso
Pio
XII'' (59). Le radici di quest'organizzazione anticomunista risalivano
``agli anni Venti, [...] sorta a partire da un cosiddetto gruppo di
esuli
russi bianchi che fuggirono a Parigi in seguito alla presa del potere da
parte dei bolscevichi'' (59).

``L'Intermarium proclamava la necessit� di una potente Confederazione
Anticomunista Pandanubiana, composta per la maggior parte dalle nazioni
cattoliche dell'Europa centrale. Prima della guerra, essa aveva ricevuto
grandi aiuti dai servizi segreti francesi e inglesi per operazioni
anticomuniste. [Nella fase prebellica] lo scopo dell'Intermarium era
quello
di creare un cordon sanitaire sia contro i russi sia contro i tedeschi''
(60).

Durante la guerra era stata uno ``strumento nelle mani dei servizi
segreti
tedeschi: [...] nel 1939 la maggior parte dei capi dell'Intermarium
aveva
unito le proprie sorti a quelle di Hitler. Dopo la guerra, riuscirono a
non
farsi punire aiutando gli inglesi contro i sovietici'' (71).

``Il Vaticano aveva appoggiato [le operazioni relative
all'organizzazione di
movimenti clandestini contro i russi] lavorando ufficiosamente con i
francesi e con gli inglesi affinch� dopo la seconda guerra mondiale
l'Intermarium tornasse in attivit�'' (61). ``La grande maggioranza dei
capi
dell'Intermarium era composta da ex-capi fascisti che lavoravano per i
servizi segreti inglesi o francesi'' (67).

``Per iniziativa di Rohracher, [arcivescovo di Salisburgo,] il vescovo
di
Klagenfurt indisse un incontro per discutere l'opportunit� di riunire,
in
questa Confederazione [Pandanubiana] le nazioni cattoliche dell'Europa
centrale. Oltre a Rohracher e al vescovo di Klagenfurt, parteciparono
all'incontro anche i vescovi Gregory Rozman di Lubiana e Ivan Saric di
Sarajevo. Questi ultimi due prelati erano stati collaboratori entusiasti
dei
nazisti'' (136).

Il presidente di Intermarium era lo sloveno Miha Krek (67).. Il
principale
organizzatore era l'ungherese Ferenc Vajta. Secondo quest'ultimo,
occorreva
``una Confederazione Danubiana in cui venisse riconosciuta la libert� di
tutti i popoli attraverso una democrazia sana e tradizionale. [Secondo
lui
era] giunto il momento di creare la grande unit� europea e una
Confederazione Pandanubiana composta da popoli aventi la stessa cultura
e le
stesse tradizioni'' (72).

``Sotto la direzione francese, Vajta form� dei centri spionistici ad
Innsbruck, Friburgo e Parigi. Gli emigrati politici viaggiavano coi
documenti dell'Etat Majeur, cos� da poter andare in giro in tutta
sicurezza
e costituire una sofisticata rete di spionaggio'' (62). Erano coinvolti
anche i gesuiti, ``come agenti chiave del Vaticano, coinvolti in un
programma di penetrazione all'interno di zone occupate dai comunisti''
(68).

``Molti personaggi di spicco dell'Intermarium guidavano i corpi
d'emigrazione patrocinati dal Vaticano:'' il vescovo Hudal, padre
Draganovic, monsignor Preseren, il vescovo Bucko, e padre Gallov (68).

Il CIC, servizio segreto americano, indagando trov� ``tracce di questa
confederazione pandanubiana nella rinascita postbellica del movimento
ustascia. Formatosi alla fine degli anni Venti, questo gruppo fascista
aveva
condotto, negli anni Trenta, una campagna terroristica a livello
internazionale. Poi, durante la guerra, fu messo al potere in Croazia
dai
nazisti e procedette allo sterminio di centinaia di migliaia di civili
innocenti. Il 25 giugno, soltanto sette settimane dopo la conclusione
della
guerra, gli ustascia si erano messi in contatto con la missione papale a
Salisburgo, nella zona dell'Austria controllata dagli Stati Uniti.
Chiedevano l'assistenza del papa per creare un altro Stato croato
indipendente, o almeno un'unione adriatico-danubiana in cui la Croazia,
secondo le leggi di natura, avrebbe potuto avere la possibilit� di
svilupparsi'' (60).

Intermarium sfoci�, fra le altre cose, nel movimento dei krizari, ossia
un'organizzazione di terroristi croati, reclutati nelle file degli
ex-ustascia, al fine di destabilizzare la Federazione di Jugoslavia
(136).

In Italia, il referente politico era la Democrazia Cristiana (68).

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Strategia americana

Secondo Ferenc Vajta, dopo la guerra i servizi segreti americani
avrebbero
assoldato ``soltanto ebrei: sovietofili e idioti'', credendo i
"profughi"
dei paesi cattolici dell'Europa centrale essere ``tutti nazisti, tutti
collaboratori, traditori e gente con cui non si poteva lavorare'' (72).
Questo era il motivo per cui i migliori esperti dell'Intermarium si
misero a
disposizione dei servizi francesi ed inglesi, i quali a differenza degli
americani li accolsero ``a braccia aperte''. La conseguenza per gli USA
fu
la perdita del controllo delle attivit� spionistiche in Austria e
Germania
(72).

Nel 1947, Vajta tent� di ottenere l'inversione di questa politica
americana,
cercando di convincere l'agente del CIC Gowen: ``ne abbiamo abbastanza
dei
piccoli intrighi inglesi e francesi. Ora, finalmente, � giunto il
momento di
riorganizzare l'Europa orientale in modo che la pace sia fruttuosa.
[...]
Gli inglesi e i francesi non ci possono pi� aiutare economicamente, ma
gli
Stati Uniti possono farlo'' (72).

Alcuni agenti americani stavano gi� collaborando con gli inglesi al
piano
per rovesciare il governo comunista di Belgrado avvalendosi dei seguaci
di
Pavelic, ma questo avveniva senza autorizzazione da parte dei comandi a
Washington (94). ``Nei primi giorni di luglio 1947, invece, Gowen
cominci� a
sostenere energicamente che i servizi segreti americani avrebbero dovuto
assumere il controllo dell'Intermarium; non molto tempo dopo, il
funzionario
del CIC smise di dare la caccia ai nazisti, ed incominci� piuttosto ad
ingaggiarli'' (70). In particolare, gli americani rinunciarono a portare
a
compimento l'arresto di Ante Pavelic, marcando cos� la conclusione della
loro alleanza con Vajta (92).

Nel settembre 1947, gli Stati Uniti aiutarono Vajta a fuggire
dall'Italia
verso la Spagna, e gli promisero ``che, se l'ungherese fosse riuscito ad
organizzare un nuovo movimento, avrebbe avuto a disposizione i fondi
statunitensi'' (74).

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L'Unione Continentale

Nell'autunno 1947 ``Vajta decise di fondare un nuovo gruppo
anticomunista,
che battezz� Unione Continentale. Il suo scopo era quello di togliere
all'Intermarium, controllato dagli inglesi, i capi degli immigrati
politici,
per attirarli nell'orbita di Washington'' (74-75).

Vajta e Gowen ``ricevettero anche l'aiuto di un alto sacerdote cattolico
ungherese, monsignor Zolt�n Ny�sztor. [...] Ci� consent� loro di
procurarsi
il sostegno del nunzio papale a Madrid, che giunse in loro aiuto con una
lettera dai toni accesi di quattro pagine, indirizzata al ministro degli
esteri [spagnolo] Artajo, avvertendo che l'Intermarium aveva subito
delle
infiltrazioni da parte della massoneria francese e inglese. In seguito
all'intervento diplomatico del Vaticano, Artajo ordin� ai suoi
funzionari di
aiutare Vajta e la sua Unione Continentale'' (75).

Insieme al suo ``vecchio amico'' Marjan Szumlakowski, Vajta intavol�
``dei
negoziati con alti funzionari del governo del generale Franco, il cui
risultato fu l'istituzione di un nuovo centro di emigrati politici a
Madrid'' (75). Gli uomini dell'Unione Continentale avevano ``libero
ingresso
in Spagna [...] in cambio di informazioni segrete sulle operazioni
sovietiche'' (75).

Erano stati stabiliti contatti con l'arcivescovo di Toledo (68). Era
inoltre
coinvolto anche Joaquin Ruiz-Gim�nez, il quale poco dopo ``venne
nominato
ambasciatore del generale Franco presso la Santa Sede'' (75). L'istituto
culturale spagnolo diretto da Gim�nez costituiva la copertura ai
finanziamenti governativi spagnoli (75).

L'Unione Continentale mor� nel 1948, quando Vajta fu arrestato negli
Stati
Uniti (77).

(1/6 - continua)

---

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