Jugoslavia 2001 - Dati, fatti e misfatti

Cercher� in queste righe di fare una piccola relazione circa la
situazione sociale e politica in Jugoslavia, dopo il mio ultimo viaggio
di maggio, che, oltre all'aspetto solidaristico ha avuto anche un
aspetto di incontri ufficiali sia con la direzione del PSS ( Partito
Socialista Serbo), che con la direzione della JUL ( Sinistra
Jugoslava ), con un avvenimento straordinario non solo dal punto di
vista umano e personale, ma soprattutto perch� dal 31 marzo non aveva
pi� accettato di incontrare giornalisti o politici neanche del suo
paese, � stato quindi per me un grande onore, oltrech� un'esperienza
significativa e toccante sotto tutti i punti di vista (morale, politico
e di testimonianza), aver potuto incontrare Mira Markovic, Presidente e
deputata della Sinistra Jugoslava e moglie dell'ex Presidente della
Jugoslavia Slobodan Milosevic.
Tutti questi incontri mi hanno permesso di avvicinarmi e di comprendere
ancora meglio molti aspetti politici e sociali degli avvenimenti
passati e presenti, oltre che delle ipotesi e strategie future di
coloro che per 10 anni si sono opposti fieramente e fermamente alla
NATO, al liberismo selvaggio, alla colonizzazione e svendita del
proprio paese e del proprio popolo.
Di questo vorrei accennare in queste righe, sforzandomi (e scusandomi
per questo) di sintetizzarli nei loro aspetti predominanti e pi�
importanti.

Relazione sull'incontro con Mira Markovic a maggio 2001

Mira Markovic l'avevo "conosciuta" in senso politico gi� molti anni fa
attraverso articoli, libri, interviste a difesa della Jugoslavia
socialista prima e della "piccola Jugoslavia" poi. Contro i
nazionalismi sciovinisti e per politiche di pace e solidariet� tra i
popoli balcanici. Contro l'odi fomentati dall'esterno e le quinte
colonne che li praticavano in patria. Per le sue profonde
e "sociologiche" analisi dei tragici avvenimenti che stavano
distruggendo la Jugoslavia ed i suoi popoli per interessi stranieri.
Per le sue analisi marxiste, che sempre ruotavano attorno alla difesa
degli interessi popolari prima di tutto.
L'avevo "incontrata" nelle sue righe piene di cultura e poesia, di
profondo amore per la sua terra e per le genti che la abitano, contro
ottusit� e grettezze. Cos� come un grande rispetto e riconoscenza per
le culture, la storia degli altri popoli. Avevo negli anni scorsi con
il Comitato Yugoslavia di Torino cercato di farla conoscere anche ad
altri diffondendo e facendo circolare i suoilibri e i suoi scritti.
Pensavo che era una figura di compagna e di donna di valore. Poche
volte avevo pensato che fosse anche la moglie di S.Milosevic, il
Presidente della repubblica federale Jugoslava, forse anche perch�
continuava a presentarsi, firmarsi sempre come Mira Markovic e poi
Milosevic, e in un suo libro spiega anche questo.
Nel frattempo in questi anni la canea reazionaria e menzognera al
servizio della NATO e dell'occidente liberista, rovesciava sulla sua
figura di dirigente politica, di donna, di moglie, fiumi di veleno, di
insulti, di illazioni, di bassezze, di odio da non riuscire a capire il
motivo vero di tanto livore. Forse il motivo pi� profondo era ed � che
� fastidioso e sconveniente che una donna sia anche dirigente
politica, autonoma nelle scelte politiche, capace, fieramente coerente
e non accetti ruoli impostigli da potenti o feudatari occidentali�
Certo, tanto si potrebbe dire, tranne che il suo modello siano le first
lady di turno, sorridenti e silenti, o le "marines" alla Albright o del
Ponte.
Poi, un giorno di maggio, che penso non scorder� pi� dal punto di vista
umano ed emozionale, mentre sono a Belgrado, mi si ventila la
possibilit� di un incontro , non ufficiale bens� privato con Mira
Markovic, per verificare le possibilit� di sostenere la solidariet� ed
il sostegno alla causa della libert� per l'ex-Presidente Milosevic e
contro l'estradizione al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja e per
una controinformazione sugli avvenimenti e sulla situazione da
riportare in Italia. Questa � forse la battaglia pi� difficile della
loro vita in comune e, forse, la pi� importante per moglie e compagna e
a cui sta dando tuta s� stessa.
Vengo portato sul luogo dell'incontro passando attraverso molte
precauzioni per la sicurezza della sua persona, che � bene ricordare, �
sottoposta a minacce e intimidazioni continue, ventilando sui media
ipotesi di arresto anche per lei, sfociate finora nel nulla per
assoluta mancanza di motivazioni di qualsiasi genere.
Entrando nella stanza, ho incontrato stavolta realmente Mira Markovic,
una donna semplice nell'aspetto e nel comportamento, una donna, banale
dirlo, profondamente toccata dagli avvenimenti di questi mesi. Anche la
figlia Marija � indagata e sotto inchiesta con rischio di arresto, per
essersi opposta, reagendo all'assalto del 31 marzo, portato da commando
mascherati e non identificati, che tentarono di entrare in casa�(da
testimoni pare che uno fosse sotto il passamontagna di pelle nera� In
Jugoslavia ci sono ancora oggi oltre 30 etnie diverse � ma fino ad oggi
non risultava� una minoranza nera� forse � arrivato insieme alla
democrazia�CIA). La premessa richiestami � stata che non fosse
un'intervista, che l'argomento trattato riguardasse esclusivamente la
situazione di S:Milosevic, la campagna per la sua difesa e contro
l'estradizione all'Aja e che non fosse modificata nessuna sua
affermazione o risposta.
Presentandomi ho accennato ad alcuni elementi circa i giudizi e le
posizioni in occidente, anche della sinistra, riguardo S:Milosevic ed
anche alla sua figura: posizioni di profonda ostilit� e avversit�,
senza troppi margini di modificazioni. Su questo c'era da parte di Mira
Markovoc una consapevolezza di lunga data, dovuta secondo lei al lavoro
di disinformazione e criminalizzazione da parte dei mass media, legati
ai progetti della NATO e ostili alla Jugoslavia in s�. Per questo
riteneva utile ed importante il lavoro di chi faceva
controinformazione, cercando di far filtrare le verit�, compito non
credo facile ma encomiabile e fondamentale.
Sulla situazione carceraria, dipinta sui nostri giornali come da
villeggiatura, la situazione era la seguente: nonostante S.:Milosevic
sia tuttora un deputato, vive in una cella senza luce, scarsissima
assistenza medica (in un mese tre visite di dottori), senza
riscaldamento(con tre maglioni addosso e strati di coperte), sporca.
E' in isolamento, ma nel braccio dei criminali comuni, mafiosi, con i
peggiori criminali UCK, accusati dei delitti pi� efferati (in quanto
oltre 200 sono gi� stati liberati), e lei stessa e al figlia attendono
i colloqui insieme ai parenti di questi, mentre dovrebbe essere nel
carcere militare.
Le sue condizioni di salute sono andate peggiorando di settimana in
settimana, nonostante che egli sia entrato in buone condizioni fisiche
e morali, e proprio in questi giorni si intensificano le richieste
degli avvocati difensori di trasferirlo agli arresti domiciliari o in
un ospedale militare, in quanto la sua situazione sta diventando a
estremo rischio di vita. Due infarti, sotto rischio ictus quotidiano e
impossibilitato ormai ad alzarsi dal letto. Questo anche perch� mentre
fino a fine maggio non mangiava o assumeva farmaci se non quelli
forniti dalla moglie, ora le condizioni di carcerazione si sono
ristrette ed � costretto a prendere medicinali non pi� controllabili.
Infatti si sta determinando un pericoloso stato di intorpidimento
generale. Nell'ultimo comunicato del suo avvocato Toma Fila si richiede
con forza la fine della detenzione in carcere, perch� lo stato di
salute lo sta portando lentamente alla morte.(Allegato 3)
Circa la situazione giuridica, Mira Markovic � stata molto ferma e
determinata nel denunciare l'assoluta mancanza di prove circa le accuse
(tutte generali e generiche), tanto che a distanza di oltre due mesi
dalla data del suo arresto si � richiesto un rinnovo della carcerazione
per raccogliere le prove. Questa � un'assurdit� e barbaria giuridica e
va denunciata. Un'altra cosa che la signora Markovic vuole che si
chiara e netta per tutti � che la posizione del'ex-Presidente della
Jugoslavia � di accettazione del confronto e delle leggi e della
magistratura del suo paese a cui, scegliendo di farsi arrestare,
intende rispondere e difendersi, anche perch� sicuro di non aver nulla
di cui vergognarsi, a parte responsabilit� ed errori politici, che non
si affrontano comunque in un Tribunale. (Allegato 1) Mentre rifiuta in
modo categorico e totale il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja,
che non riconosce e a cui non intende rispondere in quanto Tribunale
illegittimo e politico, espressione di una parte che ha aggredito e
bombardato la Jugoslavia ed il suo popolo. Mi � stato raccontato che,
quando la Del Ponte � stata a Belgrado non solo Milosevic ha rifiutato
l'incontro, ma ha rifiutato anche di firmare la ricezione del mandato,
definendolo "immondizia" e che gli � stato attaccato alle sbarre della
cella, in quanto egli si rifiuta di ritirarlo.
Le uniche richieste che vengono fatte riguardano i diritti di un
qualsiasi cittadino jugoslavo e sono contemplati nella Costituzione
jugoslava:
1) diritto alle cure e garanzie di esse;
2) difesa a piede libero;
3) rifiuto del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, perch�
illegale e politico.
Occorre ribadire che a tutt'oggi (met� giugno) non � stata ancora
fornita una singola prova di accusa (Allegato 2), nonostante la
citazione di decine di testimoni dell'accusa (� e decine indicati dalla
difesa), che, spesso, per ottenere la libert�, affermano la
colpevolezza di Milosevic, ma non sanno indicare fatti concreti. Oltre
al fatto che in due mesi di carcere egli � stato interrogato solo due
volte e di dodici testimoni indicati ne sono stati ascoltati solo
cinque.
Riguardo al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, i segnali
politici fanno pensare, che ormai la scelta � avvenuta, soprattutto
dopo il ritorno di Kostunica da Washington (vedere sua dichiarazione
alla Reuters) e la notizia che la bozza di legge al Parlamento, per
permettere l'estradizione di cittadini jugoslavi all'estero, � stata
definita e sar� a breve messa ai voti.
Accorato e forte l'invito della Markovic ad intensificare in Italia una
campagna di pressioni, lettere, sollecitazioni di personalit�,
giuristi, avvocati, politici, intellettuali verso il governo serbo ed
il Ministero della Giustizia. (Allegato 3 CISDM e Notizie Yugoslavia).
Un altro aspetto Mira Markovic ha sottolineato con forza e fierezza ed
� quello della profonda forza morale dell'ex-Presidente, che � andato
in carcere cosciente e sereno di affrontare questo passo (cosciente del
rischio che potrebbe essere la fine della sua esistenza), per rispetto
e dovere verso quei socialisti, lavoratori, parte del suo popolo, che
fino all'ultimo lo hanno sostenuto e appoggiato (e tutt'oggi ogni
settimana a migliaia nelle citt� scendono in piazza per la sua
liberazione�).
E fino a che la salute lo ha sorretto, era lui a dare coraggio alle
persone che lo incontravano in carcere, sereno e fiducioso di aver
sempre fatto il suo dovere e rispettato il proprio paese e il proprio
popolo. Anche questo va detto, perch� d� il senso di tutte le accuse e
ingiurie nei suoi confronti. Al mio rilevare come in occidente sia
stato molto ricamato l'aspetto e l'accusa di corruzione verso la figura
dell'ex-Presidente e del suo governo, Mira Markovic mi ha risposto
molto semplicemente, che ovunque vi � il potere, intorno si crea
interesse dei criminali, che cercano di inserirsi, perch� l� �
possibile utilizzare e approfittarne a proprio uso; il resto �
criminalit� di basso livello, prodotta da miseria o disperazione. Lei
non pu� negare o assolutizzare nulla, ma una cosa � indiscutibile:
S.Milosevic non � un criminale o un corrotto.
Nell'ultima parte dell'incontro avevo citato alcuni suoi articoli,
scritti negli anni '93 e '94 per la rivista "Duga", dove ella aveva
prefigurato eventi ed avvenimenti anche tragici per i popoli jugoslavi,
che purtroppo sono poi accaduti, fino a toccarla direttamente con gli
eventi del 31 marzo. Al di l� della sua piacevole sorpresa nello
scoprire che avevo letto i suoi libri (il che ha disegnato sul suo viso
segnato un debole ma profondo sorriso), che ha anche creato un clima
pi� sereno e disteso della conversazione, mi ha rinnovato la drammatica
previsione, che secondo lei non era profezia, ma che chiunque avesse
voluto leggere dentro gli avvenimenti avrebbe potuto ipotizzare, la
tragedia � stata che gli uomini e donne, le forze che non volevano
tutto questo, non sono stati capaci o abbastanza forti da impedire o
fermarli. Ma su questo molto bisognerebbe dire ed ora nel paese la
battaglia, per non essere riposti all'indietro della storia, passa
attraverso la difesa di S:Milosevic, inteso come simbolo e
rappresentante di un popolo che si � opposto e ha resistito contro la
colonizzazione e la svendita di s� stesso.
Nel rinnovarmi l'invito a continuare e rafforzare in Italia la campagna
di sostegno e solidariet� all'ex-Presidente e che all'indomani mattina
avrebbe riportato i contenuti della conversazione, ha ringraziato,
pregandomi di comunicarlo a tuti coloro che nel nostro paese fanno o
hanno fatto qualcosa per la Jugoslavia e per il suo ex-Presidente
S:Milosevic. Congedandomi, in un clima ormai commosso e toccante, ho
chiesto di portare a S:Milosevic il saluto di migliaia di lavoratori,
antimperialisti, antifascisti e sinceri militanti per la pace, che in
questi anni di aggressione alla Jugoslavia hanno cercato di esprimere
solidariet� e amicizia.
E con profondo rispetto e considerazione anche il mio, con spirito di
Unit� e Fratellanza, che dovrebbero essere i principi di convivenza tra
i popoli.
Ma il giorno prima, mentre ero tra i lavoratori, lavoratrici della
Zastava, sapendo che sarei andato a Belgrado, mi era stato chiesto di
portare i saluti da essi a Slobo (come � ancora chiamato), pregandomi
di fargli sapere che � ancora nel cuore di molti di loro.
Mira Markovic mi ha ringraziato per i saluti dall'Italia, che avrebbero
sicuramente fatto piacere a Milosevic, ma che forse i secondi, quelli
provenienti dalla Zastava, dal suo popolo, non solo gli avrebbero fatto
piacere, ma lo avrebbero molto aiutato moralmente, perch� molto
importanti.
Questo � il resoconto dell'incontro/conversazione, che ritengo un onore
aver potuto ottenere, in quanto, per molti motivi diversi, dal
31/3/2001 Mira Markovic non aveva pi� incontrato alcun giornalista, o
politico n� jugoslavo n� straniero. Ho cercato di svilupparlo intorno
al filo che in quelle due ore ci ha condotto, senza preordinamenti e
schemi. Spero di essere riuscito a riportare le cose pi� importanti
e prioritarie; le sensazioni da me provate non riuscirei a
trascriverle, perch� saranno parte di me d'ora in avanti nel continuare
il modesto, ma radicato impegno per questo popolo. Di lei resta la
conferma di ci� che era solo intuito perch� "letto": una donna, una
compagna di profonda cultura, intensa sensibilit�, estrema semplicit�,
tanta e tanta amarezza e stanchezza, e questo la rende quello che �:
una donna, una compagna non solo di ideali, ma anche di vita del suo
Slobodan Milosevic, per la cui battaglia dal 31 marzo sta dando tutta
s� stessa, senza limiti e senza remore. E allora l'ho immaginata nella
fila del carcere con le mogli e le sorelle dei banditi dell'UCK, dei
criminali, dei mafiosi, sicuramente forte, dignitosa e coraggiosa, ogni
giorno, tutti i giorni dal 31 marzo.
Ma per coloro che di lei sanno solo ci� che � stato scritto dai
giornalisti NATO chiudo con due stralci di vecchie interviste:"�sono
nata il 10 luglio 1942 tra i partigiani e questo fatto ha influenzato
fortemente la formazione della mia personalit�. Quando dico i
partigiani, intendo letteralmente tra i partigiani, nel bosco. Nel
certificato di nascita � indicato un villaggio vicino. Ma il mio vero
luogo di nascita � l'unit� partigiana nella quale si trovavano i miei
genitori�"; "�io sono compagna dei miei compagni. Per gli altri c'� un
nome e un cognome. Per quanto riguarda i "signori" la maggioranza di
loro appartiene agli ex-compagni . Ora � chiaro che non sono mai stati
neppure "compagni" � ma per essere signori dovrebbero sapere almeno una
lingua straniera, frequentare regolarmente il dentista, avere scarpe
pulite e dovrebbero aver letto almeno "Guerra e pace". Dovrebbero avere
la capacit� di ascoltare l'interlocutore e nel caso dissentissero da
lui non dovrebbero esprimere immediatamente sospetti sul suo
equilibrio, sulle sue capacit� e sulle sue caratteristiche morali�".
O come aveva scritto una volta e in questi giorni � terribilmente vero
nella sua vita:"�in un altro tempo, in un altro posto, con altra gente,
si star� molto meglio. Perch� noi attualmente siamo infelicemente
innamorati della nostra vita�"

Enrico Vigna - Torino

Tratto da "Jugoslavia 2001" di E.Vigna- Ediz. Citt� Sole - L. 5000

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