Lettera aperta al "Manifesto"
Cari compagni del Manifesto. Siamo rimasti sbigottiti, ci aspettavamo
davvero qualcosa di diverso dal ''nostro'' Manifesto. ''La polizia ha
sorpreso ieri in pieno centro di Roma 10 bambini tra i 9 e i 12 anni che
venivano utilizzati
per chiedere l'elemosina per le strade o per vendere rose
all'interno dei ristoranti e dei locali nei pressi di piazza Navona.
Gli agenti hanno fermato anche i genitori.
Si tratta di nomadi provenienti dalla ex Jugoslavia''.
E' una notizia breve uscita a pagina 8 di sabato scorso. Compagni del
Manifesto, da quando in qua rigirate a cuor leggero le veline della
Questura, fedelmente battute dalle agenzie (come voi del mestiere ben
sapete) a proposito di un argomento tanto delicato, come quello dei rom
che
vivono in questa citta'? Prima cosa, sono rom, e non ''nomadi''. Seconda
cosa, bambini ''utilizzati'' per vendere le rose? Gentili compagni del
Manifesto, vi accompagneremmo volentieri nei meandri delle favelas che
Roma
capitale ospita, per farvi apprezzare lo sforzo di molti nuclei
familiari
(donne, uomini, anziani e bambini) di vendere onestamente le rose per
strada, piuttosto che adattarsi ad altre soluzioni piu' remunerative.
Oppure devono sparire? Sia chiaro, tutti noi vorremmo che i bambini
fossero
tutti uguali, e avessero tutti il diritto di non dover fermare la gente
con
una rosa in mano per chiedere mille lire. Ma prima di tutto vorremmo che
tutti i bambini avessero una casa, un letto, la possibilita' di vivere
in
un ambiente amichevole e sano. Ebbene, nella nostra civilizzata Europa,
il
semplice fatto di nascere rom lo rende impossibile nel 90 per cento dei
casi. Terza cosa, questa volta - legge del contrappasso - vi e' andata
pure
male, perche' la vera notizia risiedeva in altri due episodi. Uno
abbastanza ''scontato'', l'altro decisamente ''succoso''. I bambini di
cui
sopra, salvati grazie alle insonni auto blu della polizia da cotanto
sfruttamento minorile (ma perche' Benetton non sta in galera?), sono
stati
trascinati in Questura dove sono state prese le loro impronte digitali.
Perfino a una bambina di 6 anni. I rom lo chiamano ''abuso di potere'',
voi
non sappiamo. La retata, inoltre, ha causato il fermo (illegale) di una
donna incinta a cui e' stato revocato (illegalmente) il permesso di
soggiorno mentre il di lei marito veniva espulso. In piu' sono fioccate
numerose multe da due milioni ciascuna, perche' vendere le rose e'
illegale
ma soprattutto disturba i turisti e mette di cattivo umore quei
poveracci
dei ristoratori di piazza Navona. Questo il livello ''scontato'',
perche e'
''normale''. E ora l'episodio succoso, che forse potra' aiutarvi a
guardare
con un pizzico in piu' di interesse queste persone, vero crocevia delle
contraddizioni della nostra epoca. Proprio due giorni prima della retata
decantata dal Manifesto su quella stessa piazza era arrivata una
macchinona. Chi scende, scortato dai suoi tirapiedi? Lui, Silvio
Berlusconi. Due delle bimbe rom che pochi giorni dopo verranno salvate
dalla polizia dai genitori-sfruttatori, si avvicinano per vendergli una
rosa. Berlusconi si rifiuta infastidito, le bambine gli gridano dietro
"tirchio" e "razzista". Il Cavaliere avra' pensato che i bambini che non
hanno tempo di guardare i cartoni animati mediaset crescono troppo in
fretta?
Roberto Pignoni
Roma
8/7/2001
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
Archivio:
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davvero qualcosa di diverso dal ''nostro'' Manifesto. ''La polizia ha
sorpreso ieri in pieno centro di Roma 10 bambini tra i 9 e i 12 anni che
venivano utilizzati
per chiedere l'elemosina per le strade o per vendere rose
all'interno dei ristoranti e dei locali nei pressi di piazza Navona.
Gli agenti hanno fermato anche i genitori.
Si tratta di nomadi provenienti dalla ex Jugoslavia''.
E' una notizia breve uscita a pagina 8 di sabato scorso. Compagni del
Manifesto, da quando in qua rigirate a cuor leggero le veline della
Questura, fedelmente battute dalle agenzie (come voi del mestiere ben
sapete) a proposito di un argomento tanto delicato, come quello dei rom
che
vivono in questa citta'? Prima cosa, sono rom, e non ''nomadi''. Seconda
cosa, bambini ''utilizzati'' per vendere le rose? Gentili compagni del
Manifesto, vi accompagneremmo volentieri nei meandri delle favelas che
Roma
capitale ospita, per farvi apprezzare lo sforzo di molti nuclei
familiari
(donne, uomini, anziani e bambini) di vendere onestamente le rose per
strada, piuttosto che adattarsi ad altre soluzioni piu' remunerative.
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fossero
tutti uguali, e avessero tutti il diritto di non dover fermare la gente
con
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voi
non sappiamo. La retata, inoltre, ha causato il fermo (illegale) di una
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soggiorno mentre il di lei marito veniva espulso. In piu' sono fioccate
numerose multe da due milioni ciascuna, perche' vendere le rose e'
illegale
ma soprattutto disturba i turisti e mette di cattivo umore quei
poveracci
dei ristoratori di piazza Navona. Questo il livello ''scontato'',
perche e'
''normale''. E ora l'episodio succoso, che forse potra' aiutarvi a
guardare
con un pizzico in piu' di interesse queste persone, vero crocevia delle
contraddizioni della nostra epoca. Proprio due giorni prima della retata
decantata dal Manifesto su quella stessa piazza era arrivata una
macchinona. Chi scende, scortato dai suoi tirapiedi? Lui, Silvio
Berlusconi. Due delle bimbe rom che pochi giorni dopo verranno salvate
dalla polizia dai genitori-sfruttatori, si avvicinano per vendergli una
rosa. Berlusconi si rifiuta infastidito, le bambine gli gridano dietro
"tirchio" e "razzista". Il Cavaliere avra' pensato che i bambini che non
hanno tempo di guardare i cartoni animati mediaset crescono troppo in
fretta?
Roberto Pignoni
Roma
8/7/2001
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