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2 OTTOBRE 2000: NEL SUO ULTIMO DISCORSO TELEVISIVO,
IL PRESIDENTE MILOSEVIC SI RIVOLGE ALLA NAZIONE
English version:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/494
En francais:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/567
(prima parte)
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/565
(seconda parte)
Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedi
2 ottobre 2000 si e' rivolto alla nazione attraverso
la radiotelevisione serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo
l'occasione per esporvi la mia opinione sulla
situazione politica ed elettorale nel nostro Paese, e
in special modo in Serbia. Come voi sapete, da dieci
anni sono in corso manovre per porre tutta la penisola
balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro e' stato
compiuto mediante l'insediamento di governi fantoccio
in alcuni paesi, trasformati in paesi a sovranita'
limitata, cioe' privati a tutti gli effetti di
sovranita'.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una
tale sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di
pressione alle quali un popolo puo' essere sottoposto
nel mondo contemporaneo. Queste pressioni sono andate
via via crescendo in quantita' ed intensita'. Tutta
l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel corso
della seconda meta' del XX secolo nell'arte di
rovesciare governi, provocare disordini, fomentare
guerre civili, screditare o liquidare coloro che
lottano per la liberta' nazionale, ridurre le nazioni
e gli stati sull'orlo della miseria - tutto cio' e'
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro
popolo.
Tutto quello che e' stato organizzato attorno a queste
elezioni fa parte quindi della persecuzione organizzata
contro il nostro Paese e il nostro popolo, perche' il
nostro Paese e il nostro popolo costituiscono una
barriera contro lo stabilirsi di un dominio totale
nella penisola balcanica.
Da molto tempo e' presente in mezzo a noi un
raggruppamento che, con il pretesto di orientare i
partiti politici di opposizione, rappresenta gli
interessi di quei governi che sono stati protagonisti
delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si e' presentata a
queste elezioni sotto il nome di Opposizione
Democratica Serba (D.O.S.). Il suo vero capo non e' il
suo candidato alla presidenza. Da molti anni il suo
capo e' il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la
guerra contro il nostro Paese. Egli non ha neanche
potuto nascondere la sua collaborazione con quelsta
alleanza. Nei fatti, tutto il nostro popolo e' al
corrente del suo appello alla NATO perche' continuasse
a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario a
spezzarne la resistenza. Il cartello che si e' cosi'
organizzato per le elezioni rappresenta gli eserciti e
i governi che hanno appena condotto la guerra contro la
Jugoslavia. Rappresentando quegli interessi, ha
lanciato alla opinione pubblica il messaggio che, con
loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la
prosperita' economica, il tenore di vita sarebbe
migliorato visibilmente e rapidamente, la Jugoslavia
sarebbe reintegrata nelle istituzioni internazionali, e
via dicendo.
Cari concittadini, e' mio dovere mettervi
pubblicamente in guardia e per tempo sulla falsita' di
queste promesse e sul fatto che la situazione e' ben
diversa. E' proprio la nostra politica che garantisce
la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi diro' perche'.
Con l'instaurazione di un governo appoggiato o
direttamente insediato dalla comunita' dei paesi
riuniti nella NATO, la Jugoslavia diventerebbe
inevitabilmente un Paese il cui territorio verrebbe
rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO.
Queste sono le promesse pre-elettorali della
Opposizione Democratica Serba. Noi l'abbiamo ascoltato
dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti: - il
Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista
musulmana, Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e
che significherebbe, nei fatti, la separazione
definitiva del Sangiaccato dalla Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da
parte della Vojvodina di un'autonomia che non soltanto
la separerebbe dalla Serbia e dalla Jugoslavia, ma la
trasformerebbe nei fatti in parte integrante della
vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate
dalla Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro
annessione da parte degli Stati confinanti costituisce
da lungo tempo un imperativo per questi paesi, che
continuano ad incitare le loro minoranze presenti in
Jugoslavia a contribuire all'integrazione di queste
parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della
Jugoslavia, il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo
status attuale sarebbe dichiarato legale e definitivo.
Questa sarebbe la prima parte del suo territorio cui la
Serbia dovrebbe dire addio, senza poter neanche sperare
che questa parte della sua terra le possa mai essere
restituita.
- Il resto del territorio che continuera' a chiamarsi
Serbia verrebbe occupato da forze militari
internazionali, USA o comunque straniere, che
tratteranno il nostro territorio come loro zona di
esercitazioni militari e loro proprieta', da
controllare secondo gli interessi della potenza che
disloca il proprio esercito di occupazione. Abbiamo
visto casi di controllo simili, e le loro conseguenze,
negli scorsi decenni, e specialmente negli ultimi dieci
anni in molti paesi nel mondo e ultimamente purtroppo
anche in Europa, per esempio nel Kosovo, nella
Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la
stessa sorte dei Kurdi, con la prospettiva di essere
sterminato ben piu' rapidamente dei Kurdi, essendo
meno numeroso e muovendosi su un territorio assai piu'
ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato
nelle mani della mafia le cui regole del gioco i
cittadini dovrebbero conoscere: ogni infrazione alla
disciplina e soprattutto ogni opposizione agli
interessi mafiosi e' punita con la morte, senza alcun
diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell'opzione NATO per il nostro paese, con
l'intento di mettervi in guardia che oltre e piu'
della perdita territoriale e all'umiliazione del
popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in un clima di
continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del
restante territorio serbo terrorizzerebbero, come e'
nella natura delle cose, le popolazioni dei territori
che andrebbero ad occupare. Nello stesso tempo, il
popolo serbo stesso si batterebbe continuamente per
ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperita'
nei Balcani. Esse vogliono che questa sia una zona di
conflitti permanenti e di guerre che servano da alibi a
far perdurare la loro presenza. Un governo fantoccio
e' una garanzia certa di violenze, forse anche di
molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente puo' garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in
condizioni di sovranita' limitata e con governi sotto
l'influenza di potenze straniere si sono rapidamente
impoveriti in misura tale da distruggere ogni speranza
di relazioni sociali piu' giuste e umane. La divisione
radicale tra una maggioranza povera e una minoranza
ricca: questo e' il quadro che l'Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono
constatare. La stessa cosa accadrebbe anche a noi.
Anche noi, una volta sottoposti al comando e al
controllo di quelli che dominerebbero il paese, avremo
in breve un'immensa maggioranza di gente nella piu'
estrema poverta', con una prospettiva di uscirne
molto, molto incerta e lontana. La minoranza ricca
sarebbe composta da un'elite di profittatori del
mercato nero, cui sara' concesso di arricchirsi solo a
patto di sottostare ciecamente al potere di chi
deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprieta' sociale e pubblica sarebbe rapidamente
privatizzata, ma i nuovi padroni, come l'esperienza dei
paesi vicini dimostra, sarebbero di regola stranieri.
Tra le rare eccezioni figureranno coloro che avranno
acquistato il loro diritto di proprieta' con la loro
obbedienza e sottomissione, cosa che portera' alla
scomparsa di ogni piu' elementare dignita', nazionale
e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della
nazione diverrebbero proprieta' straniera, e coloro
che le gia' amministravano normalmente continuerebbero
a farlo nella nuova situazione ma come impiegati di
societa' straniere nel loro paese. L'umiliazione
nazionale, la frammentazione dello Stato e la poverta'
sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sara' il primo.
Questa non e' una supposizione: e' l'esperienza
vissuta da tutti i Paesi che hanno preso il cammino che
noi cerchiamo di evitare a tutti i costi. I centri del
crimine non sono piu' nell'Europa occidentale, si sono
spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni.
Il nostro popolo ha gia' dovuto mal sopportare
l'incidenza criminale attuale, perche' noi abbiamo
vissuto a lungo, dalla Seconda guerra mondiale agli
anno '90, in una societa' che non conosceva quasi per
niente il crimine. La criminalita' a grande scala, che
non potrebbe essere evitata nel tipo di societa' che
diverrebbe la nostra in caso di perdita della nostra
sovranita' e di una parte del nostro territorio,
sarebbe tanto pericolosa per la societa' e i cittadini
e per il nostro piccolo popolo, che non vi e'
abituato, quanto puo' esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo
fantoccio, non importa in quale Paese, compreso il
nostro se noi dovessimo avere un tale governo, e' la
perdita di identita' nazionale. I Paesi sotto potere
straniero si separano velocemente dalla loro storia,
dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario.
Cio' sara' invisibile all'inizio, ma una selezione
molto efficacie e senza pieta' dell'identita'
nazionale la ridurra' a qualche pietanza locale,
qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di
cosmetici o di prodotti alimentari. Nel XX secolo, una
delle piu' evidenti conseguenze dell'usurpazione dei
territori nazionali da parte delle grandi potenze e'
l'annichilimento dell'identita' di popolo di questi
paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone
possono difficilmente sopportare la velocita' alla
quale esse devono cominciare a servirsi di una lingua
straniera come fosse la loro, ad identificarsi in
figure storiche straniere dimenticando le loro, ad
avere piu' familiarita' con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia
degli altri sminuendo la loro, ad assomigliare agli
altri e non a se stessi. La perdita dell'identita'
nazionale e' la piu' grande sconfitta che una nazione
possa conoscere, ed essa e' inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa
natura, ogni possibilita' di liberta' di parola e di
decisione, e soprattutto ogni forma di creativita'.
Quando un Paese non e' libero, esso rifiuta ai popoli
che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perche' queste
opinioni rischiano di trovarsi in conflitto con
l'assenza di liberta'. E' per questo che la tortura
del pensiero e' la forma piu' essenziale ed efficacie
in un paese che ha perduto la liberta'. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, e' naturalmente
fuori di discussione. La liberta' di decisione non e'
permessa che illusoriamente. Essa e' accordata solo ai
lacche' dei dominatori stranieri, perche' la loro
sedicente liberta' serve agli occupanti per proclamare
di avere instaurato la Democrazia, nel nome della quale
avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione
dei giovani, intellettuali o sapienti: e' di regola
che i Paesi privati di sovranita' nazionale siano
privati del diritto al lavoro creativo, e specialmene
al lavoro creativo in campo scientifico. Sono i centri
di potere e le grandi potenze che finanziano il lavoro
scientifico, controllano i suoi risultati e decidono
della loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i
laboratori di ricerca e gli istituti scientifici non
sono indipendenti ma operano in qualita' di branche
controllate da un centro. Le loro realizzazioni devono
restare entro dei limiti che non rischino di introdurre
nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione o
di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione
Democratica Serba non e' sicura di raggiungere i
risultati che le sono necessari, i leader del DOS
stanno accettando, con il denaro introdotto nel paese,
di far ricattare e logorare i cittadini, di organizzare
degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e di
violenza, con l'intento di arrestare la produzione,
ogni lavoro e ogni attivita'. Tutto cio' ha lo scopo
evidente di arrestare la vita in Serbia, e di affermare
che essa riprendera' con successo e benessere solo
quando sara' organizzata da coloro che tra noi
rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese e' uno Stato sovrano. Ha le sue leggi,
la sua Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha
il dovere e il diritto all'autodifesa dall'invasione
che e' stata preparata contro di essa attraverso
diverse forme di sovversione. E i cittadini devono
sapere che partecipando ad una sovversione il cui
obiettivo e' la dominazione straniera o l'occupazione
del loro Paese, essi portano la responsabilita'
storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, cosi' come la responsabilita' di
perdere il controllo sulla propria esistenza.
Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello
straniero la loro vita, la vita dei loro figli e di
molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i
cittadini della nostra patria sulle conseguenze di
queste attivita', finanziate e sostenute dai governi
dei paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne
sono obbligati. Mi auguro soltanto che non si ricredano
quando sara' troppo tardi, che non si avvedano di
questa realta' quando sara' difficile correggere gli
errori fatti per ingenuita', o per errore o
indifferenza, perche' quegli errori avranno prodotto
situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una
riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere
personale. Sono stato eletto due volte presidente
della Serbia e una volta presidente della Jugoslavia.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo questi dieci anni,
che non attaccano la Serbia perche' c'e' Milosevic,
ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo e' assolutamente tranquilla. Ma
non lo sarebbe del tutto se io non dicessi al mio
popolo, dopo tutti questi anni trascorsi alla sua
guida, quella che io penso sara' la sua sorte, sia che
il suo destino gli sia imposto da altri, sia che cio'
significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio
che consiste nello scegliere cio' che e' stato scelto
da altri e' il piu' pericoloso degli errori di
giudizio, e questa e' essenzialmente la ragione della
mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai cittadini
della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
> http://www.tuttinlotta.org
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opinioni delle realta' che compongono questa struttura, ma
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2 OTTOBRE 2000: NEL SUO ULTIMO DISCORSO TELEVISIVO,
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(seconda parte)
Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedi
2 ottobre 2000 si e' rivolto alla nazione attraverso
la radiotelevisione serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo
l'occasione per esporvi la mia opinione sulla
situazione politica ed elettorale nel nostro Paese, e
in special modo in Serbia. Come voi sapete, da dieci
anni sono in corso manovre per porre tutta la penisola
balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro e' stato
compiuto mediante l'insediamento di governi fantoccio
in alcuni paesi, trasformati in paesi a sovranita'
limitata, cioe' privati a tutti gli effetti di
sovranita'.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una
tale sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di
pressione alle quali un popolo puo' essere sottoposto
nel mondo contemporaneo. Queste pressioni sono andate
via via crescendo in quantita' ed intensita'. Tutta
l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel corso
della seconda meta' del XX secolo nell'arte di
rovesciare governi, provocare disordini, fomentare
guerre civili, screditare o liquidare coloro che
lottano per la liberta' nazionale, ridurre le nazioni
e gli stati sull'orlo della miseria - tutto cio' e'
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro
popolo.
Tutto quello che e' stato organizzato attorno a queste
elezioni fa parte quindi della persecuzione organizzata
contro il nostro Paese e il nostro popolo, perche' il
nostro Paese e il nostro popolo costituiscono una
barriera contro lo stabilirsi di un dominio totale
nella penisola balcanica.
Da molto tempo e' presente in mezzo a noi un
raggruppamento che, con il pretesto di orientare i
partiti politici di opposizione, rappresenta gli
interessi di quei governi che sono stati protagonisti
delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si e' presentata a
queste elezioni sotto il nome di Opposizione
Democratica Serba (D.O.S.). Il suo vero capo non e' il
suo candidato alla presidenza. Da molti anni il suo
capo e' il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la
guerra contro il nostro Paese. Egli non ha neanche
potuto nascondere la sua collaborazione con quelsta
alleanza. Nei fatti, tutto il nostro popolo e' al
corrente del suo appello alla NATO perche' continuasse
a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario a
spezzarne la resistenza. Il cartello che si e' cosi'
organizzato per le elezioni rappresenta gli eserciti e
i governi che hanno appena condotto la guerra contro la
Jugoslavia. Rappresentando quegli interessi, ha
lanciato alla opinione pubblica il messaggio che, con
loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la
prosperita' economica, il tenore di vita sarebbe
migliorato visibilmente e rapidamente, la Jugoslavia
sarebbe reintegrata nelle istituzioni internazionali, e
via dicendo.
Cari concittadini, e' mio dovere mettervi
pubblicamente in guardia e per tempo sulla falsita' di
queste promesse e sul fatto che la situazione e' ben
diversa. E' proprio la nostra politica che garantisce
la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi diro' perche'.
Con l'instaurazione di un governo appoggiato o
direttamente insediato dalla comunita' dei paesi
riuniti nella NATO, la Jugoslavia diventerebbe
inevitabilmente un Paese il cui territorio verrebbe
rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO.
Queste sono le promesse pre-elettorali della
Opposizione Democratica Serba. Noi l'abbiamo ascoltato
dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti: - il
Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista
musulmana, Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e
che significherebbe, nei fatti, la separazione
definitiva del Sangiaccato dalla Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da
parte della Vojvodina di un'autonomia che non soltanto
la separerebbe dalla Serbia e dalla Jugoslavia, ma la
trasformerebbe nei fatti in parte integrante della
vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate
dalla Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro
annessione da parte degli Stati confinanti costituisce
da lungo tempo un imperativo per questi paesi, che
continuano ad incitare le loro minoranze presenti in
Jugoslavia a contribuire all'integrazione di queste
parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della
Jugoslavia, il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo
status attuale sarebbe dichiarato legale e definitivo.
Questa sarebbe la prima parte del suo territorio cui la
Serbia dovrebbe dire addio, senza poter neanche sperare
che questa parte della sua terra le possa mai essere
restituita.
- Il resto del territorio che continuera' a chiamarsi
Serbia verrebbe occupato da forze militari
internazionali, USA o comunque straniere, che
tratteranno il nostro territorio come loro zona di
esercitazioni militari e loro proprieta', da
controllare secondo gli interessi della potenza che
disloca il proprio esercito di occupazione. Abbiamo
visto casi di controllo simili, e le loro conseguenze,
negli scorsi decenni, e specialmente negli ultimi dieci
anni in molti paesi nel mondo e ultimamente purtroppo
anche in Europa, per esempio nel Kosovo, nella
Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la
stessa sorte dei Kurdi, con la prospettiva di essere
sterminato ben piu' rapidamente dei Kurdi, essendo
meno numeroso e muovendosi su un territorio assai piu'
ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato
nelle mani della mafia le cui regole del gioco i
cittadini dovrebbero conoscere: ogni infrazione alla
disciplina e soprattutto ogni opposizione agli
interessi mafiosi e' punita con la morte, senza alcun
diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell'opzione NATO per il nostro paese, con
l'intento di mettervi in guardia che oltre e piu'
della perdita territoriale e all'umiliazione del
popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in un clima di
continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del
restante territorio serbo terrorizzerebbero, come e'
nella natura delle cose, le popolazioni dei territori
che andrebbero ad occupare. Nello stesso tempo, il
popolo serbo stesso si batterebbe continuamente per
ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperita'
nei Balcani. Esse vogliono che questa sia una zona di
conflitti permanenti e di guerre che servano da alibi a
far perdurare la loro presenza. Un governo fantoccio
e' una garanzia certa di violenze, forse anche di
molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente puo' garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in
condizioni di sovranita' limitata e con governi sotto
l'influenza di potenze straniere si sono rapidamente
impoveriti in misura tale da distruggere ogni speranza
di relazioni sociali piu' giuste e umane. La divisione
radicale tra una maggioranza povera e una minoranza
ricca: questo e' il quadro che l'Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono
constatare. La stessa cosa accadrebbe anche a noi.
Anche noi, una volta sottoposti al comando e al
controllo di quelli che dominerebbero il paese, avremo
in breve un'immensa maggioranza di gente nella piu'
estrema poverta', con una prospettiva di uscirne
molto, molto incerta e lontana. La minoranza ricca
sarebbe composta da un'elite di profittatori del
mercato nero, cui sara' concesso di arricchirsi solo a
patto di sottostare ciecamente al potere di chi
deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprieta' sociale e pubblica sarebbe rapidamente
privatizzata, ma i nuovi padroni, come l'esperienza dei
paesi vicini dimostra, sarebbero di regola stranieri.
Tra le rare eccezioni figureranno coloro che avranno
acquistato il loro diritto di proprieta' con la loro
obbedienza e sottomissione, cosa che portera' alla
scomparsa di ogni piu' elementare dignita', nazionale
e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della
nazione diverrebbero proprieta' straniera, e coloro
che le gia' amministravano normalmente continuerebbero
a farlo nella nuova situazione ma come impiegati di
societa' straniere nel loro paese. L'umiliazione
nazionale, la frammentazione dello Stato e la poverta'
sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sara' il primo.
Questa non e' una supposizione: e' l'esperienza
vissuta da tutti i Paesi che hanno preso il cammino che
noi cerchiamo di evitare a tutti i costi. I centri del
crimine non sono piu' nell'Europa occidentale, si sono
spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni.
Il nostro popolo ha gia' dovuto mal sopportare
l'incidenza criminale attuale, perche' noi abbiamo
vissuto a lungo, dalla Seconda guerra mondiale agli
anno '90, in una societa' che non conosceva quasi per
niente il crimine. La criminalita' a grande scala, che
non potrebbe essere evitata nel tipo di societa' che
diverrebbe la nostra in caso di perdita della nostra
sovranita' e di una parte del nostro territorio,
sarebbe tanto pericolosa per la societa' e i cittadini
e per il nostro piccolo popolo, che non vi e'
abituato, quanto puo' esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo
fantoccio, non importa in quale Paese, compreso il
nostro se noi dovessimo avere un tale governo, e' la
perdita di identita' nazionale. I Paesi sotto potere
straniero si separano velocemente dalla loro storia,
dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario.
Cio' sara' invisibile all'inizio, ma una selezione
molto efficacie e senza pieta' dell'identita'
nazionale la ridurra' a qualche pietanza locale,
qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di
cosmetici o di prodotti alimentari. Nel XX secolo, una
delle piu' evidenti conseguenze dell'usurpazione dei
territori nazionali da parte delle grandi potenze e'
l'annichilimento dell'identita' di popolo di questi
paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone
possono difficilmente sopportare la velocita' alla
quale esse devono cominciare a servirsi di una lingua
straniera come fosse la loro, ad identificarsi in
figure storiche straniere dimenticando le loro, ad
avere piu' familiarita' con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia
degli altri sminuendo la loro, ad assomigliare agli
altri e non a se stessi. La perdita dell'identita'
nazionale e' la piu' grande sconfitta che una nazione
possa conoscere, ed essa e' inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa
natura, ogni possibilita' di liberta' di parola e di
decisione, e soprattutto ogni forma di creativita'.
Quando un Paese non e' libero, esso rifiuta ai popoli
che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perche' queste
opinioni rischiano di trovarsi in conflitto con
l'assenza di liberta'. E' per questo che la tortura
del pensiero e' la forma piu' essenziale ed efficacie
in un paese che ha perduto la liberta'. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, e' naturalmente
fuori di discussione. La liberta' di decisione non e'
permessa che illusoriamente. Essa e' accordata solo ai
lacche' dei dominatori stranieri, perche' la loro
sedicente liberta' serve agli occupanti per proclamare
di avere instaurato la Democrazia, nel nome della quale
avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione
dei giovani, intellettuali o sapienti: e' di regola
che i Paesi privati di sovranita' nazionale siano
privati del diritto al lavoro creativo, e specialmene
al lavoro creativo in campo scientifico. Sono i centri
di potere e le grandi potenze che finanziano il lavoro
scientifico, controllano i suoi risultati e decidono
della loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i
laboratori di ricerca e gli istituti scientifici non
sono indipendenti ma operano in qualita' di branche
controllate da un centro. Le loro realizzazioni devono
restare entro dei limiti che non rischino di introdurre
nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione o
di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione
Democratica Serba non e' sicura di raggiungere i
risultati che le sono necessari, i leader del DOS
stanno accettando, con il denaro introdotto nel paese,
di far ricattare e logorare i cittadini, di organizzare
degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e di
violenza, con l'intento di arrestare la produzione,
ogni lavoro e ogni attivita'. Tutto cio' ha lo scopo
evidente di arrestare la vita in Serbia, e di affermare
che essa riprendera' con successo e benessere solo
quando sara' organizzata da coloro che tra noi
rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese e' uno Stato sovrano. Ha le sue leggi,
la sua Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha
il dovere e il diritto all'autodifesa dall'invasione
che e' stata preparata contro di essa attraverso
diverse forme di sovversione. E i cittadini devono
sapere che partecipando ad una sovversione il cui
obiettivo e' la dominazione straniera o l'occupazione
del loro Paese, essi portano la responsabilita'
storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, cosi' come la responsabilita' di
perdere il controllo sulla propria esistenza.
Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello
straniero la loro vita, la vita dei loro figli e di
molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i
cittadini della nostra patria sulle conseguenze di
queste attivita', finanziate e sostenute dai governi
dei paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne
sono obbligati. Mi auguro soltanto che non si ricredano
quando sara' troppo tardi, che non si avvedano di
questa realta' quando sara' difficile correggere gli
errori fatti per ingenuita', o per errore o
indifferenza, perche' quegli errori avranno prodotto
situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una
riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere
personale. Sono stato eletto due volte presidente
della Serbia e una volta presidente della Jugoslavia.
Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo questi dieci anni,
che non attaccano la Serbia perche' c'e' Milosevic,
ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo e' assolutamente tranquilla. Ma
non lo sarebbe del tutto se io non dicessi al mio
popolo, dopo tutti questi anni trascorsi alla sua
guida, quella che io penso sara' la sua sorte, sia che
il suo destino gli sia imposto da altri, sia che cio'
significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio
che consiste nello scegliere cio' che e' stato scelto
da altri e' il piu' pericoloso degli errori di
giudizio, e questa e' essenzialmente la ragione della
mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai cittadini
della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic
---
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