Avv. Pasquale Vilardo

Diritto e societa'
LA GUERRA ALLA REPUBBLICA DI JUGOSLAVIA E' STATA ILLEGALE

da "La Voce del G.a.ma.di.", dicembre 2001



L'8 ottobre 2001 la Sesta Sezione Penale della Corte di
Cassazione ha depositato la sentenza n.96274/01 con la
quale rigetta il ricorso avverso il decreto di archiviazione
del Tribunale dei Ministri di Roma del 26/10/1999 nei confronti
di Massimo D'Alema quale Presidente del Consiglio denunciato
per avere posto in essere una guerra illegale (1).

Il rigetto avviene per motivi meramente formali, in quanto
non si ritiene che i denuncianti - diverse centinaia,
tra cui vari parlamentari - avessero diritto di essere
informati della richiesta di archiviazione del Procuratore
della Repubblica di Roma in data 1/7/1999 per potere cosi'
presentare memoria di opposizione.

Ma nella sostanza giuridica in realta' le denunce
presentate dinanzi a ben 14 Procure della Repubblica
subito dopo l'inizio dei bombardamenti del marzo 1999
trovano piena legittimazione da parte dei massimi organi
dell'Autorita' Giudiziaria interessati: il Collegio
per i reati ministeriali presso il Tribunale di Roma, la
Procura Generale presso la Corte di Cassazione, la
Corte di Cassazione stessa. Infatti il presupposto
giuridico per cui il Procuratore della Repubblica di
Roma dott. Vecchione il 1/7/1999 le ritenne manifestamente
infondate e' che (cosi' scrive testualmente):

"I fatti oggetto di doglianza presentano connotati che
non possono essere ricondotti alla giurisdizione della
magistratura ordinaria: essi, infatti, sono riferibili
a interessi politici a interessi politici essenziali
dello Stato e a scelte di valenza squisitamente
costituzionale eseguite per effetto di impegni assunti
nell'ambito di organismi internazionali (sicche' l'A.G.O.
verrebbe a compiere valutazioni sui contenuti di impegni
e obblighi conseguenti a trattati internazionali; cosi'
travalicando, paradossalmente, addirittura il principio
di sovranita')."

Il collegio per i reati ministeriali invece disattende
questo assunto della Procura romana ed afferma in
positivo la giurisdizione della magistratura italiana
che e' pienamente legittimata a valutare se il governo
D'Alema ha violato le leggi sulla guerra ed eventualmente
a processarlo. Su questa linea si muovono anche la Procura
Generale e la Corte di Cassazione; dunque e' stato
legittimo denunciare il governo e chiedere alla
Autorita' Giudiziaria un conseguente processo.

Il Tribunale dei Ministri pero' - dopo questa
importante affermazione di principio - ritiene che
l'Art. 78 della Costituzione non sia stato violato
in quanto (cosi' scrive testualmente):

"Risulta dal tenore di alcune delle denunce depositate
e dai documenti ad esse allegati che il Presidente del
Consiglio pro tempore ha sottoposto al preventivo
controllo del Parlamento (a mezzo di pubblico dibattito,
concluso con rituali dichiarazioni di voto) la
deliberazione dell'intervento in Kosovo."

Il che, francamente, non risulta da nessuna parte:
ne' dalla denuncia dei giuristi di Rifondazione, ne'
nei resoconti parlamentari (attentamente letti da
un magistrato di provata serieta'), ne' dalle cronache
dei giornalisti, ne' dalle testimonianze di numerosi
parlamentari: non soltanto i "nostri" parlamentari
(per tutti: Nichi Vendola, che su Liberazione del
30/12/1999 scrive un pezzo in proposito), ma anche
quelli della maggioranza governativa (lo stesso
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On.
Minniti, secondo un articolo del "Corriere della Sera"
del 30/6/1999) e persino del centro-destra (il
senatore Milio, ad esempio).

Questo a tacere delle recenti ed esplicite
ammissioni dello stesso D'Alema e di esponenti DS
che addirittura riferiscono che il governo D'Alema
venne messo in piedi nell'ottobre 1998 per...
fare la guerra (2)! Con tanti saluti per i pretesti
della NATO e per i diritti delle Camere.

La revoca del decreto di archiviazione

Vi sono tutti i presupposti, dunque - non solo di
verita' storica, o etnici, ma propriamente tecnico-
giuridici - perche' il decreto di archiviazione del
Tribunale dei Ministri emesso il 26/10/1999 venga
revocato e perche' l'Autorita' Giudiziaria accetti
finalmente che la guerra intrapresa nel marzo 1999
e' avvenuta in spregio ai principi fondamentali del
nostro ordinamento giuridico, e quindi in condizioni
di illegalita'.

La condizione per cui il Procuratore della Repubblica
di Roma puo' richiedere la revoca e' la sopravvenienza
di nuove prove: e qui ce ne sono a iosa, basti
pensare alle ammissioni di D'Alema e di esponenti DS.
Inoltre vi e' l'esigenza ormai ineluttabile che
l'Autorita' Giudiziaria si pronunci senza ambiguita'
nell'indicare quali sono i principi e le procedure da
osservare nel caso di guerra.

Ben lungi dall'essere stato un'eccezione, l'intervento
militare contro la Repubblica Federale di Jugoslavia
ha aggravato tutti i problemi dei Balcani e la
disinvoltura legale del governo D'Alema si presta a
diventare un precedente pericoloso nello scenario
di nuove guerre in cui il mondo intero e il nostro
paese sono ormai immersi.

Le modalita' stesse per fare la guerra si aggravano
continuamente: gia' la vicenda disumana dell'uranio
impoverito diviene una bazzecola a fronte di chi
farnetica ormai sull'uso di armi atomiche.

Il vasto movimento di giuristi contro l'illegalita'
della guerra deve dunque mobilitarsi ancora perche'
gli strumenti legali ci sono, a cominciare da quelli
consentiti dal nostro ordinamento, e poiche' -
come abbiamo visto - vi sono organi giudiziari che
non hanno interpretato il loro ruolo istituzionale
con il necessario rigore giuridico occorre anche
una mobilitazione politica che sappia richiamare
questi organi al loro dovere.

La magistratura ordinaria puo' fare davvero molto
sia nel valutare la legittimita' della guerra,
sia per valutare i singoli aspetti, come ad esempio
la vicenda dell'uranio impoverito. Ma occorre
sottrarla all'influenza nefasta dei poteri forti e
ricordarle che principi-cardine del nostro
ordinamento sono l'uguaglianza dei cittadini
dinanzi alla legge e l'obbligo dell'azione penale.

Poteri forti anche di livello internazionale, se e'
vero che chi vuole le guerre e' poi lo stesso che
sinora ha impedito l'entrata in vigore della Corte
Penale Internazionale, il cui statuto e' stato
adottato dalla Conferenza Diplomatica dell'ONU di
Roma sin dal 17/7/1998.




(1) Per il testo della sentenza della Corte di
Cassazione si veda:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1389

(2) Cfr. "La vigilia della guerra" di D. Gallo
su http://www.lernesto.it/5-00/Gallo-5.htm oppure su
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/823 .
La tesi e' confermata anche da lettere di Francesco Cossiga
ai giornali, si veda ad esempio:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1067