...con lo scandalo dell'uranio impoverito (DU).

Messo presto a tacere sui media, il problema era stato poi goffamente
insabbiato grazie ad una relazione "ad hoc" della "commissione
Mandelli"...

Il prof. Mauro Cristaldi ci segnala il seguente articolo
apparso su "L'UNITA'" di oggi 31.12.2001:

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Ricordate l'allarme sulle armi all'uranio impoverito, che avrebbero
provocato tumori e leucemie nei soldati italiani reduci dalla guerra del
Kosovo, salvo poi essere ridimensionato dalle conclusioni della
"Commissione Mandelli" istituita dal Ministero della Difesa?

Se ne e' riparlato nelle scorse settimane a Praga, in occasione della
conferenza internazionale "Facts on Depleted Uranium" organizzata dalla
Associazione "Res publica". Con riferimento anche alla guerra in
Afghanistan. Fra gli oltre quaranta esperti provenienti da diversi paesi
europei, da Canada e Giappone, c'era il prof. Mauro Cristaldi, del
Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo dell'Università "La
Sapienza" di Roma, in rappresentanza dell'associazione "Scienziate e
scienziati contro la guerra".

"La gran parte delle relazioni - ci dice Cristaldi - evidenziava i danni
da contaminazione da uranio impoverito e contrastava la minimalizzazione
del rischio portata avanti dai governi e dalla stessa IAEA
(International Atomic Energy Agency) nella relazione del suo delegato.
Gran parte delle evidenze sulle conseguenze dell'uso dell'Uranio
impoverito provengono dall'Iraq". L'attacco più massiccio della storia
con dispositivi all'Uranio impoverito è quello subito nel 1991
all'Iraq e dal Kuwait durante la guerra del Golfo da parte delle forze
aeree anglo-americane, che ha determinando conseguenze epidemiologiche
ancora in parte sconosciute. Nella guerra del Golfo, secondo l'U.S.
Army Environmental Policy Institute, nel corso delle operazioni Desert
Storm e Desert Shield sono state utilizzate piu' di 940.000 pallottole
da 30 millimetri appesantite con Uranio Impoverito e piu' di 14.000
proiettili di grande calibro. Almeno 350 tonnellate di particelle e
polveri di Uranio Impoverito sono state dispersa sul suolo del Kuwait,
dell'Arabia Saudita e dell'Iraq.

"A Praga il Prof. Albrecht Schott, chimico del Word Depleted Uranium
Center di Berlino - continua Cristaldi - ha sottolineato la capacità
mutagena dell'uranio impoverito, evidenziando la capacità di formare
rotture a doppia elica sul DNA senza possibilità di riparo. E i
possibili effetti di un'informazione genetica alterata sono tristemente
noti: tumori, leucemie e quant'altro, compresa la trasmissione di un
carico genetico alterato sulle generazioni future. Schott ha diffuso una
risoluzione per bandire l'uranio impoverito su scala globale. Dai
Williams, psicologo britannico della Eos Career Services, ci ha mostrato
uno studio sugli armamenti usati in Afghanistan nei quali è contenuto
Uranio impoverito, confermando l'uso illegale di questi dispositivi
anche in questa guerra".

Per quanto riguarda il contingente italiano che ha preso parte alle
operazioni belliche in Kosovo, un recente studio del laboratorio di
epidemiologia e biostatistica dell'Istituto superiore di Sanita' ha
rivelato un "eccesso di linfoma di Hodgkin" (11 casi osservati su 3,6
attesi), che "merita di essere analizzato attentamente" perche', dice lo
studio, la correlazione tra malattia ed esposizione dei militari, pur
non essendo dimostrata, "non puo' essere esclusa".

Timori confermati dall'ingegnere nucleare Massimo Zucchetti, del
Politecnico di Torino, anche lui dell'associazione "Scienziate e
scienziati contro la guerra", che ha fatto parte, assieme a Cristaldi,
della commissione scientifica di parte del Tribunale Clark per i crimini
della NATO in ex Jugoslavia. Secondo Zucchetti gli effetti dell'uso
dell'uranio impoverito nella Guerra nel Kosovo porteranno "da 2.500 a
5.000 tumori in piu' nei prossimi 50 anni, di cui fino a 4.200 letali":
in media circa 50-100 tumori in piu' ogni anno, oltre a circa 1.000
"effetti ereditari". Del resto la stessa commissione istituita nel 1999
dal Ministero della Difesa per indagare sull'incidenza di neoplasie
maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo e coordinata
dall'oncologo Mandelli, ha dovuto correggere il tiro nella sua seconda
stesura, a seguito della segnalazione, da parte del prof. Bartoli
Barsotti dell'Universita' di Torino, di un errore statistico. Il primo
rapporto infatti si era concluso con una sostanziale assoluzione dei
rischi connessi all'esposizione dei militari all'Uranio.

"Nella mia relazione a Praga - conclude Cristaldi - ho sottolineato,
come nostra peculiarità, il lavoro interdisciplinare effettuato per
preparare la perizia tecnica di parte per la denuncia sull'uso
dell'Uranio impoverito inoltrata alla Procura dal Tribunale Clark;
inoltre ho messo in evidenza il lavoro di quantificazione dosimetrica
effettuato con Zucchetti e l'ultimo lavoro di Iannuzzelli,
dell'associazione Peacelink, sui militari portoghesi, che ha determinato
il ritiro del loro contingente dai Balcani: vi è pubblicato il corredo
cromosomico alterato di un militare".

Lucio Biancatelli

BOX

L'uranio impoverito è un metallo pesante, radioattivo e altamente
tossico, grazie ad un'azione combinata di tipo chimico e fisico. Una
volta liberato in atmosfera, esso rimane nell'ambiente per un
lunghissimo periodo di tempo causando un inquinamento persistente del
suolo e delle acque. I suoi tempi di dimezzamento sono di circa quattro
miliardi e mezzo di anni. Dei 697.000 soldati USA che hanno combattuto
nel Golfo, più di 90.000 hanno accusato problemi medici. Nei tre siti
del Dipartimento dell'Energia USA (in Kentucky, Ohio e East Tennesse
Technology Park) giacciono circa 476.000 tonnellate di uranio
impoverito, conservati in condizioni dubbie. Una risoluzione Onu del
1978 bandisce tutte quelle armi votate alla "distruzione di massa",
quali quelle nucleari, chimiche, a frammentazione, biologiche e
all'uranio impoverito.

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LINK CONSIGLIATI:

http://www.gulflink.osd.mil/du/

http://www.du.publica.cz

http://www.ahriman.com

http://www.cdi.org

http://www.peacelink.it

Si veda anche il fascicolo di Tribuna Biologica e Medica con la
monografia sul DU:

http://medicalsystems.editoria.com
e
http://www.medicalsystems.it