Subject: D'Alema ed il 14 settembre
Date: Fri, 6 Sep 2002 13:28:08 +0200
From: Italo Slavetti
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Cari amici e care amiche,

il problema che molti pongono sulla mancata partecipazione di D'Alema
alla nostra manifestazione e', io credo, assolutamente inconsistente. A
parte il fatto che Massimo ha dichiarato esplicitamente che "e' lecito"
scendere in piazza, cioe' che non ci arresteranno ne' ci inseriranno in
qualche lista di organizzazioni terroristiche, egli ha ragione a dire
che "ognuno e' libero di caratterizzare il suo impegno come vuole".
Di questo bisogna innanzitutto dare atto a D'Alema: egli ci riconosce
la liberta' di manifestare.
Ma c'e' dell'altro, che giustifica abbondantemente la posizione di
D'Alema. Egli usufruisce di fatto di un regime giuridico iper-
garantista in merito ai fatti della primavera del 1999. La magistratura
a tutti i livelli, per ultima la Corte di Cassazione (vedasi sentenza
Sezioni unite, ordinanza 8157/02; depositata il 5 giugno scorso),
ha provveduto a dichiarare il non luogo a procedere per le
denunce intentate contro di lui ed altri suoi colleghi da migliaia
di cittadini per strage, violazione della Costituzione,
crimini di guerra, eccetera, relativamente alla partecipazione
dell'Italia ai bombardamenti umanitari sui petrolchimici, i
convogli di profughi, i treni, le stazioni radiotelevisive, e cosi'
via. D'Alema gode dunque di uno status "super legibus" che gli
impedisce di calarsi nel contenzioso politico-giudiziario in corso,
sui temi garantismo-giustizialismo, e che viceversa gli impone
per correttezza di restare fuori da questa vicenda il piu' possibile.
A Massimo va dunque tutta la mia comprensione e gratitudine
giroondina.

Italo (Roma)