Da: Gian Che Dice?
Su: IRAQ: Spie, spioni e controllori (in)controllati
Inviato: 09/01/2003 12:14




IRAQ: Spie, spioni e controllori (in)controllati

Qualche giorno or sono Saddam Hussein durante una delle
frequenti dirette televisive annuncia la presenza di spie
americane tra gli ispettori delle nazioni unite; qualche
giornalista ha ritenuto le dichiarazioni di Saddam 'movente' che
spiega la crescita del contingente Usa nell'area irachena.
Inutile dire che il contingente è in crescita da mesi e che i
soldati ripresi dalle telecamere sono già dislocati nella
regione, sarebbe forse chiedere criticità agli scriba....

Ma anche sulle spie c'è molto da dire, tra i duecento
controllori c'è già qualche spia e ce lo spiega il Gazzettino (1).
A seguire, la storia di una spia tra i controllori di una precedente
missione 'pacificatrice' finita tragicamente, la storia
di William Walker (2), probabile spia della Cia e a tempo
perso capo commissiario in Albania nel 1998. Seguono le
dichiarazioni di Scott Ritter (3), ex controllore per
gli armamenti dell'Onu che accusa Richard Butler (l'ex
capo delegazione) di essere al soldo degli Stati Uniti....
nella missione di 'pace' ancora precedente...

=

Buone letture
=

Gian.


*1*

Il Gazzettino, Martedì 7 Gennaio 2003

Centocinquanta uomini dell'intelligence e delle forze speciali già in
azione in territorio nemico per aprire la strada all'intervento delle
truppe

Infiltrati della Cia in guerra da quattro mesi
Hanno il compito di individuare le rampe dei missili Scud e di
segnalare ai caccia i sistemi di contraerea

New York
NOSTRO SERVIZIO

Secondo la stampa americana la guerra in Iraq è già iniziata. Dopo
che da diverso tempo i media britannici avevano parlato di
infiltrazioni dell'intelligence straniera nel Paese, ieri la conferma
è arrivata anche da un quotidiano americano. Il Boston Globe, citando
fonti anonime bene informate, ha scritto che almeno un centinaio di
uomini delle forze speciali americane e una cinquantina di agenti
della Central Intelligence Agency, la Cia, starebbero operando
all'interno dell'Iraq da almeno quattro mesi. Anche se il giornale non
fornisce dettagli sulla collocazione geografica delle squadre speciali
americane (è molto probabile che da tempo l'intelligence Usa sia
presente nel Nord e nel Sud del paese e cioè nelle cosiddette zone di
non volo) per la prima volta si fanno dei numeri, si spiega in
dettaglio cosa starebbero facendo e viene aggiunto un particolare
clamoroso: secondo John Donnelly, l'autore dell'articolo sul Globe, vi
sarebbero infatti come appoggio anche alcuni commando britannici e
australiani e persino giordani.
Particolare clamoroso perché non solo confermerebbe come definitivo e
operativo il ruolo dell'Australia, che si è già molto esposta su un
eventuale aiuto nel possibile conflitto in Medio Oriente, ma per la
prima volta darebbe un ruolo di primo piano a un alleato arabo, per di
più vicino di casa dell'Iraq .

Secondo il quotidiano di Boston, gli operativi avrebbero il compito di
individuare le rampe dei missili Scud - gli unici che possono dare
fastidio agli aerei americani - tenere sotto controllo i siti
petroliferi e fare una mappatura dei terreni minati. Inoltre, gli
agenti segreti utilizzerebbero segnali laser per consentire ai veivoli
che sorvolano le no-flight zone di individuare i sistemi di contraerea
iracheni, consentendo la loro eliminazione. Il Globe sostiene che le
fonti non hanno collegato direttamente il lavoro delle squadre
speciali a quello degli ispettori Onu, che il 27 gennaio consegneranno
all'Onu il loro rapporto sugli armamenti dell'Iraq , ma non ha escluso
un lavoro in "parallelo". Che consentirebbe agli ispettori di fruire
di informazioni su siti sospetti sfuggiti al loro controllo.
L'affermazione è di una certa gravità e, se provata, confermerebbe le
accuse lanciate dal rais contro gli ispettori dell'Onu, accusati di
condurre un lavoro di intelligence che esula dal loro mandato e di
essere in sostanza delle spie. Richiesto di commentare le notizie
raccolte dal quotidiano, Timur J. Eads, un ex ufficiale delle forze
speciali statunitensi che prese parte alla guerra del Golfo nel '91,
ha spiegato che «stiamo praticamente bombardando ogni giorno mentre
pattugliamo le no-fly zone, mettendo fuori gioco le batterie di difesa
irachene. Penso che questo si possa chiamare l'inizio di una guerra».


Emanuele Giordana

http://www.gazzettino.it/main.php3?Luogo=Main&Pagina=3&Data=2003-1-7
=


*2*

[Il 15 gennaio 1999...] William Walker, il capo della missione Osce
(Kvm) incaricata da metà di ottobre 1998 di verificare l'applicazione
del cessate il fuoco tra serbi e kosovari concordato tra Milosevic e
Holbrooke, si recò sul luogo in tarda mattinata e convocò per il
giorno stesso una conferenza stampa, in cui affermò di aver trovato "i
corpi di oltre venti uomini che erano stati chiaramente giustiziati là
dove giacevano (...) Tutti erano in borghese; tutti apparivano come
umili abitanti del villaggio". Walker definì l'episodio "un massacro,
un crimine contro l'umanità" e non esitò ad attribuirne la
responsabilità alle truppe serbe, chiedendo l'intervento dell'allora
procuratore capo del Tribunale internazionale dell'Aja, la canadese
Louise Arbour [...]
L'esca di Racak - TIZIANA BOARI
"Il Manifesto" del 15/4/2000
=

Il massacro di Racak viene smentito il 21 gennaio del 1999 da
osservatori internazionali e dal quotidiano francese Le Monde.


Chi è William Walker, capo della missione "Kosovo Verification
Mission" dell'"Organization for Security and Cooperation in Europe
(OSCE)"

Un falco dietro alla politica statunitense sul Kosovo

L'ambasciatore Walker ha nascosto i massacri veri, in Salvador
Di Gary Wilson

Quando i media statunitensi hanno incominciato a riferire che un
massacro ha avuto luogo il 14 gennaio nella provincia jugoslava del
Kosovo, per le informazioni la maggior parte di loro si e' affidata
alle dichiarazioni dell'ambasciatore americano William Walker. A detta
di Walker, gli aereoplani da guerra USA-NATO potrebbero cominciare a
bombardare questo piccolo paese, che ha gia' visto la gran parte del
territorio venire strappata negli ultimi anni.
E' importante che il mondo sappia chi e' Walker: un veterano del
Dipartimento di Stato americano che diresse la sporca guerra contro El
Salvador ed il Nicaragua negli anni Ottanta, mentendo su ogni aspetto
di essa. Walker, che e' adesso il capo del team di ispezione imposto
dalla NATO in Kosovo, ha detto di aver visionato il sito del presunto
massacro ed ha dichiarato di conoscere tutti i fatti. Egli e' stato
contemporaneamente accusatore, corte e giudice. Nemmeno un procuratore
distrettuale di una qualche cittadina degli Stati Uniti potrebbe fare
una simile dichiarazione cosi' baldanzosamente. Innanzitutto il
colpevole - le prove dopo...
Il governo jugoslavo ha ordinato l'espulsione di Walker. I media
statunitensi hanno detto in coro che questa decisione mirava a
nascondere cio' che era veramente successo. Ma questo e' capovolgere
la realta' da cima a fondo. E' stato Walker ha rilasciare
dichiarazioni prima che i fatti potessero essere appurati. Pertanto
egli ha fatto in modo che la versione di Washington su cio' che era
successo diventasse la versione ufficiale. Ecco la vera copertura.

Chi e' l'ambasciatore Walker? E' lui il Richard Butler del Kosovo,
come ormai tanti nei Balcani ritengono?
Butler, un australiano attivo come capo della forza di ispezione delle
Nazioni Unite in Iraq, ha lavorato in segreto per i servizi militari e
di intelligence degli USA. Membri del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite lo hanno persino accusato di aver costruito il suo
ultimo rapporto, allo scopo di adempiere alle necessita' di Washington
giustificando la campagna di bombardamenti del Pentagono contro
l'Iraq, a dicembre.
Walker guida un team di ispezione della NATO in Kosovo. Da chi e'
composto il team?
"In numero consistente sono quelli con un retroterra militare; un po'
di meno, ma comunque tanti, vengono dai corpi di polizia", ha detto
Walker ad una conferenza stampa al Dipartimento di Stato l'8 gennaio
(trascrizione ufficiale, US Information Service). Quando gli e' stato
chiesto se il team in Kosovo non fosse altro che un team di spie, come
il gruppo USCOM in Iraq, Walker ha replicato: "Spero che ciascuno dei
componenti della mia missione cerchi di raccogliere quanta piu'
intelligence gli sia possibile".
Rispondendo ancora alla domanda: "Trasmettera' a Washington le
informazioni raccolte?", Walker ha detto: "Molte di queste
ritorneranno a Washington, ma servono a tutte le capitali [dei paesi
NATO]". Suona un po' come quello che e' successo in Iraq...
Walker e' forse uno di cui ci si puo' fidare che dira' la verita' su
cio' che sta avvenendo in Kosovo? Oppure la sua storia passata
dimostra che e' il "patron" delle bugie e delle coperture politiche?
Di solito Walker viene dipinto come un diplomatico di carriera dai
mezzi di informazione statunitensi, il quale sarebbe ora stato
assorbito dalla palude balcanica. Ma la realta' non e' proprio questa.
Walker ha fatto una lunga carriera nel Dipartimento di Stato
americano. Bisogna vedere in che modo, per capire quello che sta
facendo oggi.

Collaboratore di Eliot Abrams e Oliver North

Walker ha cominciato la sua carriera diplomatica in Peru' nel 1961.
Nel 1985 e' stato designato assistente segretario di Stato per
l'America Centrale. E' stato un uomo-chiave della operazione della
Casa Bianca reaganiana per buttar giu' il governo nicaraguense,
operazione guidata dal Col. Ten. Oliver North e dall'assistente
segretario di Stato Eliot Abrams. Walker e' stato assistente speciale
di Abrams, secondo le accuse rivolte dal legale indipendente Lawrence
Walsh presso la Corte distrettuale statunitense. Secondo le
registrazioni della corte, Walker e' stato il responsabile della
istituzione di una pseudo-operazione umanitaria all'areoporto di
Ilopango, nel Salvador. Questa era segretamente usata per far passare
armi, munizioni e rifornimenti ai mercenari "contra" che attaccavano
il Nicaragua.
Il legale Walsh ritenne che Walker fosse uno degli uomini-chiave nelle
operazioni di Oliver North, stando agli atti del processo.
In seguito, dal 1988 al 1992, Walker e' stato ambasciatore USA nel
Salvador. Era il periodo in cui gli squadroni della morte facevano il
bello ed il cattivo tempo.
Molti dei componenti di questi squadroni erano addestrati alla "Scuola
delle Americhe" [SOA] di Fort Benning, vicino Columbus, Ga., che fa
capo all'esercito statunitense.

La 'partecipazione silenziosa' all'assassinio dei gesuiti

Un documento presentato lo scorso 16 Novembre dagli antimilitaristi ad
una protesta all'esterno della "School of Americas" forniva dettagli
su uno dei massacri: "Il 16 novembre 1989 un gruppo di uomini armati
del battaglione militare salvadoregno di Atlacatl, la maggiorparte dei
quali formatisi alla SOA, irrompevano nel dormitorio della Universita'
del Centroamerica Jose Simeon Canas, tra le 2:30 e le tre del mattino.
Buttavano giu' dai loro letti sei preti e li uccidevano con un colpo
alla testa. Poi uccidevano il cuoco dei seminaristi e la sua figlia
quindicenne". I preti erano ritenuti simpatizzanti dell'esercito di
liberazione, che combatteva contro il governo appoggiato dagli USA. I
gesuiti accusarono Walker di essere stato un "partecipante silenzioso"
al massacro (*).
Anni dopo, il 6 maggio 1996, Walker era a Washington a condurre una
cerimonia per onorare i 5000 soldati americani che avevano combattuto
in segreto nel Salvador. Al tempo in cui Walker era ambasciatore, la
versione ufficiale era che in Salvador ci fossero solamente 50
"consiglieri" militari USA ("The Washington Post", 6 maggio 1996).

Un bugiardo professionista

Dunque Walker non e' uno abituato a dire la verita'. Onestamente non
potrebbe essere caratterizzato come un'osservatore indipendente o un
partigiano dei diritti umani. Probabilmente nel Kosovo ha rispolverato
i suoi vecchi trucchi. Stavolta, le sue azioni sono a sostegno di un
diverso esercito "contra", vale a dire l'"Esercito di Liberazione del
Kosovo" [UCK]. Alcuni giornali europei hanno cominciato ad alludere
alla NATO come "aviazione dell'UCK".
Le azioni di Walker sono chiaramente intese a destabilizzare il
governo jugoslavo. Le sue affermazioni potrebbero essere utilizzate
per giustificare un attacco militare della NATO, se il governo USA si
decide a tanto.
Il 12 gennaio, tre alte personalita' jugoslave, tra le quali un
importante oppositore del governo di Slobodan Milosevic, hanno tenuto
una conferenza stampa per rendere noto un documento della CIA sui
piani USA di sbarazzarsi di Milosevic. Secondo il documento, 35
milioni di dollari sono stati versati ai gruppi di opposizione in
Jugoslavia. Il senato USA ha passato una legge che chiede la caduta di
Milosevic. Una vera guerra e' stata dichiarata contro il governo
jugoslavo. Il cosiddetto Esercito di Liberazione del Kosovo, che ha
adottato l'uniforme degli occupatori fascisti della regione durante la
II Guerra Mondiale, ha il sostegno degli Stati Uniti, della Germania e
di Israele. Alla notizia del presunto massacro, l'esponente della
destra israeliana Ariel Sharon ha scritto una dichiarazione che e'
stata approvata dal Parlamento, nella quale si condanna il governo
jugoslavo e si chiede la sua dismissione.
Nessuno si faccia prendere dalla momentanea isteria dei mass-media: la
verita' su quello che e' avvenuto nel villaggio kosovaro di Racak
probabilmente non la sapremo mai. L'UCK ha impedito alla squadra dei
medici legali jugoslavi di visitare il luogo o di esaminare i corpi
prima delle dichiarazioni di Walker. La storia data in pasto al mondo
e' passata attraverso Walker ed il suo team di "esperti" militari.

---

(*) Ecco come il reverendo Santiago descrisse le violenze del
battaglione Atlacatl, che causarono circa 9000 vittime: "People are
not just killed by death squads in El Salvador - they are decapitated
and then their heads are placed on pikes and used to dot the
landscape. Men are not just disemboweled by the Salvadoran Treasury
Police; their severed genitalia are stuffed into their mouths... It is
not enough to kill children; they are dragged over barbed wire until
the flesh falls from their bones, while parents are forced to watch."
(n.d.crj)

dal numero del 28/1/1999 di "Workers World",
diffuso da Coordinamento Romano per la Jugoslavia martedì 2 febbraio
1999 13:59


*3*

Da una intervista a Scott Ritter ( Ispettore per gli armamenti dal
1991 al 1998 per la commissione per il disarmo in iraq - UNSCOM) di
Stefano Liberti e Tommaso di Francesco per il manifesto :

<<[...] Lei ha accusato Richard Butler, ex capo degli ispettori, di
aver provocato a bella posta la crisi del 1998 che ha portato
all'operazione Volpe del deserto. Chi è Butler?
- Richard Butler è un diplomatico australiano con un passato da
politico. Quando ha guidato il team delle ispezioni ha sfacciatamente
lavorato su indicazione di autorevoli esponenti del Dipartimento di
stato Usa per ottenere un casus belli. D'altronde la sua era una
posizione molto particolare. Bisogna infatti sapere che il capo degli
ispettori non è pagato dall'Onu, ma dal suo paese d'origine. Quando
Kofi Annan ha nominato Butler, il governo australiano ha dato il suo
assenso ma ha detto che non avrebbe pagato. Per far fronte
all'ostacolo, si è quindi trovato un escamotage: gli Usa avrebbero
versato all'Australia il denaro necessario per il salario di Butler.
Una manovra torbida, che ha sollevato un vero e proprio scandalo
quando è diventata di dominio pubblico.>>