Da Boris Bellone riceviamo e volentieri diffondiamo:

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Stimati Redattori di "Luna Nuova"
p.c.
Dialogo in valle
La Repubblica
La voce del GAMADI

L'anno scorso avete gentilmente pubblicato una mia lettera che
riportava un articolo di un giornale locale sloveno (riportato dalla
rivista "la voce del GAMADI" di Roma a cura di Miriam Pellegrini
Ferri, partigiana) riguardo ad un commento infelice del presidente
Ciampi su improbabili colpe di genocidio di italiani da parte
dell'esercito jugoslavo vincitore in Slovenia.
Quella lettera ha provocato la reazione di alcuni lettori che
probabilmente sognano ancora il Terzo Reich e, per fortuna, la
contro risposta di democratici e ex partigiani.
Se mi permettete, vorrei proporvi un altro articolo, questa volta
tratto dal numero di dicembre de "L'antifascista", mensile
dell'ANPPIA, dal titolo:

LA SLOVENIA A FERRO E FUOCO
Di Silvio Poletto

"Lo storico Marco Cuzzi ha svolto una ricostruzione storica
obiettiva nel volume "L'occupazione italiana della Slovenia 1941-
1943" edito nel 1998 dallo Stato Maggiore dell'Esercito-Ufficio
Storico.
60 anni fa, il 31 luglio, Mussolini ebbe una riunione con i generali
Cavallero, Roatta e Ambrosio circa la situazione in Slovenia e nelle
zone adiacenti la provincia. L'intervento del duce fu riportato da
Cavallero nel suo diario. La riunione si svolse a Gorizia.
Una delle poche considerazioni di Mussolini sulla provincia di
Lubiana: "Dopo lo sfacelo della Jugoslavia ci siamo ritrovati sulle
braccia la metà di una provincia e, bisogna aggiungere, la metà più
povera. I germanici ci hanno comunicato un confine: noi non potevamo
che prenderne atto. Aprile 1941. Inizialmente le cose parvero
procedere in modo migliore. La popolazione considerava il minore dei
mali di essere sotto la bandiera italiana… Il 22 giugno con l'inizio
delle ostilità con la Russia, questa popolazione che si sente slava
si è sentita solidale con la Russia. Da allora tutte le speranze
ottimistiche tramontarono.
"Anche nella Slovenia tedesca le cose non andavano bene- continuò
Mussolini. Io penso che sia meglio passare dalla maniera dolce a
quella forte piuttosto che essere obbligati all'inverso… Non temo le
parole. Sono convinto che al terrore dei partigiani si debba
rispondere con il ferro ed il fuoco. Deve cessare il luogo comune
che dipinge gli italiani come sentimentali incapaci di essere duri
quando occorre… Questa popolazione non ci amerà mai".
Il duce fu senza pietà: "Non vi preoccupate del disagio economico
della popolazione. Lo ha voluto… Non sarei alieno dal trasferimento
di masse di popolazione".
Il 31 luglio 1942 ero in Piazza Cesare Battisti, con le maestranze
della fabbriche- precettate per l'evenienza- con Sangalli, Caron, De
Giacomi, Spada, Ghirighelli, Gualdi, Cefis, Raffin del Cotonificio e
quelli delle altre aziende. Già da quel periodo una resistenza
passiva prendeva avvio di fronte alle assurde teorie dei capi del
fascismo.
E la Resistenza attiva, già consolidata fra gli sloveni, si
profilava nelle file degli italiani, con l'obiettivo di porre fine
alle avventure militari in cui era stata trascinata l'Italia. Quella
giornata rappresenta una condanna storico-morale della politica
fascista e una indicazione del necessario riscatto dei popoli per
sconfiggere Hitler e i suoi alleati".


Lo stesso numero de "L'antifascista" ospita un articolo di Paolo
Bagnoli su "la falsa retorica sui caduti di El Alamein" dal
titolo "Tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia",
dove si lamenta e si condanna il tentativo di Tremaglia (e il poco
chiaro discorso di Ciampi), appellatosi al subdolo concetto di
pacificazione, di revisionare la realtà per riabilitare il regime
mussoliniano e rivisualizzarlo nella nostra vita comune in termini
positivi.
Ho visitato recentemente, insieme ai miei alunni di terza media, la
mostra sulla Resistenza dedicata a Bruno Carli e allestita a cura
del prof. Richetto al liceo scientifico di Bussoleno. Dopo questa
visita capisci che la Storia non può essere cambiata per far piacere
al primo governo - dell'Italia democratica - esplicitamente di
estrema destra (speriamo passeggero).
Mamma Carli non lo permetterà, finché ci saranno professori come
PierLuigi Richetto e giovani studenti che vogliono sapere!

Cordialmente
Boris Bellone