www.resistenze.org - popoli resistenti - jugoslavia - 17-03-03


Chi ha ucciso Djindjic?
Quali conseguenze per i Balcani?

Sherlock Holmes avrebbe molto lavoro a
Belgrado. E anche molti sospetti, perché
trovarci degli amici di Djindjic è davvero
difficile. "Lei è il capo della mafia, ne ho
le prove", aveva accusato Seselj in pieno
Parlamento. Lo pensano in tanti.

Dove va la Serbia?

Michel Collon

Chi aveva portato Djindjic al potere? Il
popolo serbo, ci dicevano i media. In realtà
il suo indice di popolarità è sempre stato
vicino allo zero (al contrario di Kostunica).
Soprattutto dopo aver appoggiato la Nato
mentre piovevano bombe sul suo paese.
Ma allora chi lo ha portato al potere?
L?Occidente. Grazie a nove anni di embargo
asfissiante (dettato dal FMI per liquidare
l?autogestione ed imporre la globalizzazione).
Più di nove anni di guerra mediatica
demonizzante. Più di 78 giorni di
bombardamento della Nato. Decine di migliaia
di dollari spesi per una campagna di
destabilizzazione orchestrata dalla CIA nel
2000 per cacciare Milosevic? Lo stesso tipo di
campagna che per ora ha fallito contro Chavez.

Ora siamo tornati a parlare di Jugoslavia,
questo paese a cui l?Occidente aveva
generosamente offerto il ?mercato libero?, la
democrazia e la promessa dell?ingresso nella
Nato e nella UE, a patto di lasciare le
ricchezze nelle mani delle multinazionali. Dal
2000 neanche più una parola, il trionfo della
globalizzazione a Belgrado era la fine della
storia? E in Kosovo, dove, con discrezione, si
finiva di privatizzare e chiudere il 25% delle
imprese?
Ma la storia non era finita. Il popolo serbo
resisteva alle privatizzazioni e ai
tradimenti. Gli operai della Zastava finivano
di scioperare, rifiutando di farsi buttare
nell?immondizia perché un gruppo canadese
potesse prendere possesso della fabbrica. La
Nato continuava ad essere qualificata come
merita, cioè come aggressore. La dignità
rimaneva in piedi, attizzando la crisi del
gruppo al potere.

Due o tre ipotesi?
Djindjic chi lo ha ucciso? Ci sono varie
ipotesi, anche se per ora conviene la
prudenza. L?azione da professionisti sembra
escludere l?idea di un patriota desideroso di
vendicare la Patria tradita. Quindi rimangono
due ipotesi, o entrambe insieme.
Le rivalità interne della camarilla al potere
o un regolamento di conti tra mafie.

Djindjic buttò giù Milosevic formando una
coalizione eteroclita di 18 partiti, il cui
unico elemento di coesione era l?arrivismo.
Una volta giunto al potere si affrettò a
confiscarlo, suscitando rancori, perché le
privatizzazioni beneficiavano soprattutto i
suoi colleghi. Fra i suoi c?erano molti
silurati che in seguito non avrebbero speso
cento dinari per aumentare la sua scorta. Ma
chi erano i ?colleghi? di Djindjic? Qualche
mese fa aveva zittito un?inchiesta sulla
mafia, e i ministri di Kostunica si erano
diemssi per protesta. Chi dice mafia dice
rivalità, interessi pregiudiziali e
regolamenti di conti. Ora non faremo
speculazioni su da dove possono essere
arrivati i colpi, ma ricorderemo alcuni
antefatti: tutti i protetti dalla Nato nella
vecchia Jugoslavia erano vincolati a molti
traffici, sebbene i media siano stati molto
discreti anche su quest?argomento.

L?entourage del presidente bosniaco
Izetbegovic si era resa protagonista di
malversazioni per milioni di dollari degli
?aiuti internazionali?. Come segnalano tutte
le polizie europee, L?UCK ha trasformato il
Kosovo in crocevia di traffici di droga, armi
e prostituzione. ?la Nato ha fatto un
matrimonio d?interesse con la mafia? avevamo
detto nel nostro videodocumentario ?I dannati
del Kosovo?. Per la propaganda occidentale
Djindjic era ?l?uomo che aveva portato la
democrazia?. Bene, questo bilancio è
completamente disastroso. Ha soppresso la
stato jugoslavo solo per privare il suo rivale
Kostunica del suo posto. Ha fatto in modo che
fossero esclusi illegalmente dal parlamento i
deputati del partito maggiore, quello di
Kostunica. Ha calpestato il verdetto del
Tribunale Supremo che invalidava
quest?esclusione. Aveva già fatto lo stesso
quando il medesimo tribunale aveva rifiutato
la consegna/sequestro di Milosevic all?Aja.
Aveva privato l?esercito del minimo
indispensabile (incluso il rancio per la
truppa) perché quello aveva scoperto spie nel
suo governo.
L?uomo provvidenziale dell?Occidente non era
che un gangster della politica.

Washington contro Berlino?
In Serbia lo si conosceva come ?l?uomo dei
tedeschi?. Stamattina una giornalista italiana
mi ha chiesto: "Questo assassinio potrebbe
essere legato alla rivalità fra Washington e
Berlino di cui lei parla da anni?? Provarlo
non è così facile, ma è in ogni modo
possibile, ci sono alcuni indizi?

Indizio n. 1 E? il momento di ricordare perché
la guerra in Bosnia è durata così a lungo.
Lord Owen, inviato speciale europeo, scriveva
nelle sue memorie: ?Rispetto molto gli USA, ma
negli ultimi anni (91 - 95) la diplomazia di
questo paese è colpevole di aver prolungato
inutilmente la guerra in Bosnia.? A cosa si
riferiva? A ciò che abbiamo indicato nel libro
?Il gioco della menzogna?. Nel 91? Berlino
fece che la Jugoslavia si disintegrasse, e
prese il controllo dei regimi di Slovenia,
Croazia e Bosnia. Washington, in tutta fretta,
cercò di riprendere in mano le carte del
gioco. La Jugoslavia è il Danubio, rotta
strategica verso il MedioOriente ed il
Caucaso, cioè verso petrolio e gas. La via che
le grandi potenze hanno sempre voluto
controllare.
Berlino vuol e trasportare il suo petrolio
sulla rotta Danubio - Reno. Washington, al
contrario, vuole costruire un oleodotto più a
sud, verso Bulgaria, Macedonia e Albania,
perché gli USA vogliono controllare
l?approvvigionamento energetico dei suoi
rivali, Europa e Giappone. Non per niente
hanno costruito in Kosovo la base militare di
Camp Blondsteel, che vogliono usare contro
l?Iraq. Fu così, che in Bosnia Washington
aveva ordinato al Presidente bosniaco
Izetbegovic di non firmare nessun trattato di
pace proposto dagli europei, promettendo la
vittoria sul campo. Cosa che avvenne.
Riassumendo, gli USA prolungarono la guerra di
due anni, con essa le sofferenze di tutta la
popolazione. Le rivalità fra grandi potenze
includono i colpi più bassi.

Indizio n. 2 Nel 2000, Washington, che
controlla i crediti concessi o meno dal FMI,
aveva promesso crediti dilazionati per aiutare
il regime a mantenere le illusioni elettorali
create fra la popolazione. Ma non arrivava
nulla. In un?intervista concessa a ?Spiegel?,
proprio una rivista tedesca, Djindjic si
lamentava del pericolo a cui era esposto;
?Avverto l?Occidente?. Premonitore.
Tutto quello che si può dire di Djindjic è che
sarà pianto più a Berlino che a Washington.

Indizio n.3 Che succede negli ultimi tempi fra
i grandi alleati di sempre, gli Stati Uniti da
un lato, Francia e Germania dall?altro? La
maggior frattura dalla seconda guerra
mondiale; se Washington vuole attaccare a
tutti i costi l?Iraq, e dopo l?Iran, è per
indebolire i suoi rivali europei. Le
multinazionali anglo - americane Esso, BP,
Shell, che vogliono escludere la società
francese Total. Ed anche escludere l?Iraq dal
suo principale socio economico: la Germania.
In un momento in cui Berlino e Parigi
disturbano Bush, il colpo dato alla loro
pedina serba potrebbe essere un avvertimento
in questa cinica partita a scacchi di cui è
fata la guerra globale.

E Adesso? Che conseguenze avrà la scomparsa di
Djindjic?
1 - La crisi del regime al potere si aggrava.
Kostunica cercherà di riprendere il ruolo che
aveva perso. I vari clan si affronteranno per
il controllo dell?economia e dei traffici.
2 - Un pericolo fascista si avvicina ala
Serbia, perché il nuovo potere avrà molte
difficoltà a spezzare le resistenze operaie

I Balcani potrebbero tornare all?instabilità.
I Balcani pacificati dall?intervento
umanitario dell?Occidente? Questo mito sarà
difficile mantenerlo in vita. Dopo la guerra
scatenata in Macedonia nel 2001 dai protetti
dagli USA, il Sangiaccato è quello che
potrebbe accendersi con una nuova minaccia di
separatismo su base ?nazionalista? in realtà
manovrata dall?esterno.
Nel Kosovo Washington continua a proteggere
l?UCK e la sua pulizia etnica che espelle i
serbi così come ebrei, zingari, musulmani,
cioè tutte le minoranze non albanesi. Questo
fatto è sempre più imbarazzante per le grandi
potenze europee cui piacerebbe stabilizzare
l?area e costruire il suo ?corridoio
energetico?. Altre regioni limitrofe
potrebbero vacillare. Una regione dove si
affrontano progetti di oleodotti non potrebbe
rimanere calma a lungo.

Di fronte a questo catastrofico bilancio
sarebbe il momento che la sinistra europea
uscisse dal suo silenzio e facesse il bilancio
di quattro anni di occupazione Nato. E? una
catastrofe.

In un momento in cui Washington prepara altre
occupazioni, è assolutamente necessario che si
conosca e riconosca la verità. Che se ne
parli, finalmente!



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