KOSOVO: PER STEINER MODELLO ONU BUONO ANCHE PER IRAQ (ANSA)
Secondo l'attuale responsabile della missione Onu (Unmik) in Kosovo
Michael Steiner, il modello adottato per la pacificazione nella
regione balcanica a maggioranza albanese e' un modello esportabile in
altre zone di crisi: eventualmente, con i dovuti aggiustamenti, anche
in Iraq a guerra finita.
Steiner si e' espresso in questo senso in un incontro con la stampa
estera svoltosi il 31/3/2003 a Berlino.
Steiner prende dunque a modello la situazione determinatasi in Kosovo
in seguito ai bombardamenti sulle industrie chimiche e sui convogli
di profughi nella primavera 1999. L'uso umanitario dell'uranio
impoverito ha effettivamente consentito una diffusa contaminazione di
tutta la regione kosovara, liberata da circa 250mila suoi abitanti
(serbi, ebrei, turchi, ed altre razze impure) a partire dal giugno
1999. Nei mesi successivi alla fine dei bombardamenti e' stata anche
iniziata la demolizione di tutte quelle vestigia storiche, religiose
e culturali che davano alla regione una impronta inopportunamente
multietnica (proprio come l'Iraq di Saddam).
Il Kosovo finalmente liberato ospita oggi alcune decine di migliaia
di amici stranieri che generosamente impiegano tempo e danaro a
garantire che nell'area ci sia la democrazia. Monumentali strutture,
come la immensa base di Camp Bondsteel, danno lavoro a tanti giovani,
che altrimenti sarebbero stati costretti a lavorare fianco a fianco
con persone di etnia non albanese, dunque complici di Milosevic.
All'uopo, Unmik e KFOR hanno provveduto a bloccare la produzione e ad
espropriare i principali complessi industriali e minerari della
regione, come quello di Trepca, in attesa di cederli gratis a
benefattori stranieri.
La odierna leadership politica del Kosovo libero ruota attorno ai
nonviolenti di Ibrahim Rugova (che a meta' febbraio si e' detto
favorevole alla aggressione USA contro il popolo iracheno) e dai
violenti dell'ex-UCK, a loro volta legati ai fiorenti traffici di
droga, armi e prostituzione, grazie ai quali prospera l'economia di
tutta la regione, un tempo vittima del comunismo. L'Occidente fa
particolare affidamento proprio su questi leader democratici, gia'
protagonisti dei pogrom contro la razza slava: Ceku, Thaci, Ahmeti,
sono alcuni di loro... E' su questi nomi che l'Occidente fa
affidamento per costruire una Grande Albania libera e democratica dai
Milosevic di turno; e' su personalita' analoghe che l'Occidente
scommettera' per regalare alla popolazione irachena un futuro di
miseria, divisione su basi razziali, occupazione militare, violenza
e, soprattutto, democrazia.
Fonte: ANSA Balcani
http://www.ansa.it/balcani/fattidelgiorno/
200303312043103611/200303312043103611.shtml
Secondo l'attuale responsabile della missione Onu (Unmik) in Kosovo
Michael Steiner, il modello adottato per la pacificazione nella
regione balcanica a maggioranza albanese e' un modello esportabile in
altre zone di crisi: eventualmente, con i dovuti aggiustamenti, anche
in Iraq a guerra finita.
Steiner si e' espresso in questo senso in un incontro con la stampa
estera svoltosi il 31/3/2003 a Berlino.
Steiner prende dunque a modello la situazione determinatasi in Kosovo
in seguito ai bombardamenti sulle industrie chimiche e sui convogli
di profughi nella primavera 1999. L'uso umanitario dell'uranio
impoverito ha effettivamente consentito una diffusa contaminazione di
tutta la regione kosovara, liberata da circa 250mila suoi abitanti
(serbi, ebrei, turchi, ed altre razze impure) a partire dal giugno
1999. Nei mesi successivi alla fine dei bombardamenti e' stata anche
iniziata la demolizione di tutte quelle vestigia storiche, religiose
e culturali che davano alla regione una impronta inopportunamente
multietnica (proprio come l'Iraq di Saddam).
Il Kosovo finalmente liberato ospita oggi alcune decine di migliaia
di amici stranieri che generosamente impiegano tempo e danaro a
garantire che nell'area ci sia la democrazia. Monumentali strutture,
come la immensa base di Camp Bondsteel, danno lavoro a tanti giovani,
che altrimenti sarebbero stati costretti a lavorare fianco a fianco
con persone di etnia non albanese, dunque complici di Milosevic.
All'uopo, Unmik e KFOR hanno provveduto a bloccare la produzione e ad
espropriare i principali complessi industriali e minerari della
regione, come quello di Trepca, in attesa di cederli gratis a
benefattori stranieri.
La odierna leadership politica del Kosovo libero ruota attorno ai
nonviolenti di Ibrahim Rugova (che a meta' febbraio si e' detto
favorevole alla aggressione USA contro il popolo iracheno) e dai
violenti dell'ex-UCK, a loro volta legati ai fiorenti traffici di
droga, armi e prostituzione, grazie ai quali prospera l'economia di
tutta la regione, un tempo vittima del comunismo. L'Occidente fa
particolare affidamento proprio su questi leader democratici, gia'
protagonisti dei pogrom contro la razza slava: Ceku, Thaci, Ahmeti,
sono alcuni di loro... E' su questi nomi che l'Occidente fa
affidamento per costruire una Grande Albania libera e democratica dai
Milosevic di turno; e' su personalita' analoghe che l'Occidente
scommettera' per regalare alla popolazione irachena un futuro di
miseria, divisione su basi razziali, occupazione militare, violenza
e, soprattutto, democrazia.
Fonte: ANSA Balcani
http://www.ansa.it/balcani/fattidelgiorno/
200303312043103611/200303312043103611.shtml