ASPETTANDO GODOT


Quante settimane sono passate dall'omicidio Djindjic, e quante dalla
proclamazione dello "stato di emergenza" in Serbia?

Svariate. Ma benche' le settimane ed i giorni continuino a passare, i
quotidiani della sinistra italiana non hanno ancora nemmeno iniziato a
spiegare ai loro lettori che cosa stia succedendo in Serbia. "Il
Manifesto" non ha ancora scritto che ci sono stati piu' di settemila
arresti. "Liberazione" non dice che piu' di 2000 arrestati sono
trattenuti in carcere. "L'Unita'" non menziona che almeno due
quotidiani ed un settimanale sono stati chiusi per decreto.
"Repubblica" non spiega che la repressione, anziche' concentrarsi
sulla mafia filo-occidentale responsabile dell'omicidio (alla quale lo
stesso Djindjic era legato) si sta dirigendo verso gli oppositori
politici ed in particolare contro gli esponenti della sinistra,
benche' assolutamente estranei all'omicidio. "Il Manifesto" non parla
nemmeno delle pressioni e della criminalizzazione in atto contro
Kostunica e contro tutto quel settore della DOS troppo critico verso
la corruzione della lobby di Djindjic. "Il Manifesto" ha dimenticato
anche di riportare della esecuzione a sangue freddo di due tra gli
imputati dell'omicidio, e dei pestaggi in carcere (come quello subito
da "Ceca"). "Liberazione" ha tralasciato di raccontare la vicenda dei
giudici: licenziati in massa, persino quelli della Corte Suprema, come
ultimo atto della guerra scatenata dal regime contro la magistratura
(altro che Berlusconi...). "Repubblica" non parla del regime di forti
restrizioni cui sono sottoposti tutti i media.

Infine, nessuno dei suddetti giornali ci ha ancora raccontato la
vicenda del "desaparecido" Predrag Polic: sparito pochi giorni dopo
l'omicidio Djindjic, Polic - noto a noi italiani per tante
iniziative-dibattito alle quali partecipo', qui da noi, cercando di
spiegarci gli effetti micidiali dei bombardamenti della NATO nel 1999
- e' stato ritrovato cadavere ieri sera sulla riva del Danubio. Il
sito internet di Radio B52 (92 ?) ci racconta oggi che la polizia "ha
constatato il suicidio"... Chi invece lo conosceva personalmente ci ha
spiegato di misteriose pressioni e minacce che Polic, da Preside della
Facolta' di Chimica a Belgrado, aveva ricevuto in tempi recentissimi,
non sappiamo se per avere scoperto qualcosa di strano nella "sua" DOS
o se per causa della sua attivita' di studio sulle conseguenze dei
bombardamenti.

Certo, si dira': "ma c'e' stata la guerra in Iraq".
Per l'appunto: infatti, nonostante la guerra in Iraq, il quodidiano
"Il Manifesto" ha trovato lo spazio per cinema e tivvu', ma non per
parlare del regime antidemocratico ed antipopolare che e' stato oggi
consolidato in Serbia - con l'appoggio delle "sinistre" occidentali.
L'unica opinione che "Il Manifesto" ha riportato, su questo problema,
e' quella di Zelemir Zilnik ("Il Manifesto", 8 Aprile 2003): "...nel
proclamare lo stato di emergenza fu anche proclamata la necessità di
togliere tutti questi vecchi killer dalle righe statali e
ingaggiare volti e voci nuove, giovani. Per la prima volta mi sembra
che si stia profilando una situazione pulita per una nuova situazione
democratica senza il pericolo della tensione. Prova ne è che lo stato
di emergenza non ha compromesso la vita quotidiana ma avviato una
grande caccia ai mafiosi in tutti i ranghi. E ciò mi ispira
speranza..."
In altri tempi la si sarebbe chiamata piuttosto "caccia alle streghe",
ma tant'e': restiamo in attesa di "volti e voci nuove, giovani", come
a Sanremo. Ed anche per avere una informazione corretta, aspettiamo,
aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo.

Italo Slavo