Neonazismo: il Vaticano e la Croazia (3)

1. A San Pietro l'oro di Pavelic (Marco Aurelio Rivelli)

2. La preparazione della terza visita del Papa in Croazia, centesimo
viaggio all'estero (ANSA / Il Manifesto)


=== 1 ===


La Padania, 19 febbraio 2000

A San Pietro l'oro di Pavelic

Di Marco Aurelio Rivelli

Una bomba che esplode scuotendo il Vaticano; George Zivkovich, classe
1937, serbo di religione ortodossa, residente in California, si è
recentemente rivolto ai tribunali americani citando in giudizio la
Santa Sede, e più precisamente l'istituto per le opere di religione,
Io IOR, in altre parole la banca vaticana già protagonista di numerosi
scandali negli ultimi decenni. Zivkovich, che, ragazzo, era scampato
al genocidio serbo perpetrato dagli ustascia croati negli anni
1941-1945, rivendica il tesoro che l'ex dittatore Ante Pavelic aveva
lasciato in custodia, o donato per grazia ricevuta al Vaticano nel
'45. Lo affiancano nell'azione giudiziaria circa 2.000 compatrioti.
Il regime ustascia, portato al governo in Croazia in quegli anni,
grazie all'invasione delle forze dell'Asse, fu il più feroce espresso
dai nazifascisti. Più feroce ancora di quello hitleriano, ed è tutto
dire in quello stato che contava poco più di sei milioni d'abitanti,
un terzo dei quali serbi di religione ortodossa, gli ustascia
massacrarono un milione di questi unitamente a 50 mila ebrei 30 mila
zingari, cioè il 20 per cento della popolazione.
All'eccidio parteciparono numerosi sacerdoti e frati cattolici con la
complicità di vescovi, con la connivenza del Primate, arcivescovo
Stepinac, recentemente beatificato il tutto con l'implicito
beneplacito di Pio XII.
Crollato il suo regno, Pavelic scappò insieme ai suoi gerarchi e a 500
religiosi cattolici fra i più compromessi nell'eccidio, trovando
rifugio a Roma dove visse per tre anni nascosto nel Collegio di San
Girolamo degli Illirici, in Via Tomacelli, edificio protetto
dall'extraterritorialità vaticana. Non giunse a mani vuote.
ma, come tutti gli ospiti che si rispettino, portò un dono: l'oro, i
gioielli e i titoli rapinati alle vittime. Anche a Stepinac aveva
lasciato un presente, trentasei casse d'oro, che l'arcivescovo si fece
incautamente scoprire un anno dopo dal governo di Tito. Il Vaticano
ricambiò il munifico omaggio facendo fuggire questo criminale in
Argentina nel 1949 vestito in abiti talari e munito d'adeguato
passaporto. Con le stesse modalità, la Santa Sede aiutò a fuggire due
cento ustascia e cinquemila delinquenti nazisti, l'aristocrazia del
crimine, fra i quali il dottor Mengele, Walter Rauff, Adolf Eichmmm,
Erick Priebke, Franz Stangl. A capo dell'organizzazione di soccorso
vaticana, che attivò quella che gli alleati denominarono rat line, la
via dei topi, vi erano Draganovic, monsignore ed ex colonnello
ustascia, e il vescovo Alois Hudal, titolare in Roma della chiesa di
Santa Maria dell'Anima, uomo di fiducia di papa Pacelli. Le memorie
di Hudal pubblicate in tedesco dopo la sua morte, rappresentano la
più dettagliata documentazione della via dei topi: "compito svolto
per incarico del Vaticano", com'egli afferma.
Dell'oro croato nascosto in Vaticano correvano voci, fin
dall'immediato dopoguerra nell'ambiente dei servizi segreti Gli
ustascia emigrati in Argentina si confidarono con le autorità di quel
paese, attivando la stessa Evita Peron, subito partita per l'Italia
allo scopo di convincere Pio XII a rispettare gli impegni presi con
Pavelic di restituirgli una parte del bottino. Evita tornò a Buenos
Aires a mani vuote perché l'oro non era stato restituito, ma affidato
in gestione al vescovo Alberto di Jorio, presidente dello IOR, e al
suo alter ego Bernardino Nogara.
La regia vaticana nella via dei topi è documentata per la prima volta
da un rapporto - top secret - inviato il 15 maggio 1947 dall'addetto
militare Usa a Roma Vincent La Vista, al Segretario di Stato americano
George Marshall, che dettaglia le responsabilità vaticane e la
partecipazione di numerosi sacerdoti all'attività illegale e
clandestina. La Vista informa che grossi quantitativi d'oro,
trafugato alle vittime sarebbero stati occultati nei Palazzi
Apostolici.
Questo documento segue di poco quello dell'agente speciale del Tesoro
Usa Emerson Bigelow, - che documenta come nelle casse vaticane sia
finito un quantitativo d'oro per un valore di 200 milioni di franchi
svizzeri. depredato dagli ustascia. Analoga affermazione viene dalle
memorie di James V. Milano, comandante del 430' distaccamento del
controspionaggio dell'Us Army's Comiter Intelligence Corps, il quale
aggiunge altri particolari a quelli già noti.
Il 22 luglio 1997 il quotidiano francese Nice Matin, pubblica un
articolo intitolato "Oro croato al Vaticano?" "L'amministrazione
americana indaga su un trasferimento d'ottocento milioni di franchi
francesi", nel quale è scritto:
"Bili Clinton ha annunciato ieri che il Dipartimento del Tesoro sta
studiando il documento d'archivio che rivela che la Santa Sede ha
conservato dell'oro dell'antico regime fascista di Croazia. Secondo il
documento, diffuso da una rete televisiva americana, una parte
rilevante delle riserve d'oro del regime fascista croato, del valore
di circa ottocento milioni di franchi, sotto forma di lingotti d'oro,
sarebbe stato immagazzinato presso il Vaticano, verso la fine della
Seconda guerra mondiale, per evitare che venisse sequestrato dagli
alleati... Secondo voci insistenti queste riserve. essenzialmente
costituite da lingotti d'oro, in seguito sarebbero state dirottate, a
cura del Vaticano, verso la Spagna e l'Argentina. L'estensore del
documento afferma comunque di ritenere che queste voci siano
state diffuse dal Vaticano per nascondere la verità, secondo lui
queste riserve non hanno mai lasciato la città pontificia".
La Santa Sede, attraverso il portavoce del papa, Joaquim Navarro
Valls, smentisce tutto, definendo le notizie riportate dal quotidiano
francese "informazioni senza alcun fondamento".
La certezza che il tesoro ustascia si trovi ancora in Vaticano riceve
il crisma dell'ufficialità il 2 giugno 1998 dal Rapporto Usa stilato
dal sottosegretario di Stato Usa Stuart Eizenstat, che afferma, fra
l'altro, che gli archivi ustascia furono portati in Vaticano, così
come oro e gioielli. Aggiunge che "anche se non ci sono prove
dell'implicazione diretta del papa e dei suoi consiglieri, sembra
inverosimile che essi abbiano del tutto ignorato ciò che stava
accadendo. Le autorità vaticane hanno affermato di non avere trovato
alcun documento suscettibile di far luce sulla questione dell'oro
ustascia". La reazione ufficiale di parte vaticana, espressa dal
portavoce pontificio Joaquin Navarro Valls è "il segretario
dell'istituto San Girolamo, che era all'epoca Krunoslav Draganovic,
ha forse utilizzato quest'oro unicamente a proprio titolo, senza
l'autorizzazione dell'istituto e senza che il Valicano lo sapesse".
L'avvocata americana Keelyn Friesen, che coordina l'azione giudiziaria
contro lo IOR e gli altri accusati di complicità nell'imboscamento
del tesoro ustascia promossa da Zivkovic e dai suoi compagni, promette
battaglia dura ed esige giustizia. Una giustizia, che se deve suonare
condanna per l'indegno agire d'uomini della Chiesa, chiama anche in
causa tutti i successori di Pio XII.


=== 2 ===


http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml

CROAZIA: INIZIANO PREPARATIVI PER VISITA PAPA

(ANSA-AFP) ZAGABRIA, 7 GEN - Il primo ministro croato Ivica Racan ha
dichiarato oggi che il suo paese ha iniziato i preparativi per
accogliere papa Giovanni Paolo II, la cui visita in Croazia si
svolgera' probabilmente tra maggio e giugno. Il governo croato ''si
rallegra della visita del santi padre in Croazia e intende fare il
possibile perche' questa visita sia organizzaa nella maniera
migliore'', ha detto Racan in un comunicato. Il documento e' stato
pubblicato dopo un incontro tra Racan e una delegazione del Vaticano
incaricata di preparare la visita del papa che, secondo fonti di
stampa, dovrebbe svolgersi in giugno o in maggio. Il governo ha
costituito una commissione speciale incaricata di organizzare la
visita, al cui vertice e' stato posto il viceprimo ministro Goran
Granic. Il capo della delegazione pontificia, monsignor Renato
Boccardo, ha dichiarato che lo scopo della visita del papa in Croazia
''e' mettere l'accento sulle comuni radici culturali e spirituali dei
popoli dell'Europa centrale , dell'Est e dell'Ovest''. La delegazione
si rechera' nei prossimi giorni a Rijeka (Fiume), Zara, Dubrovnik e
Djakovo, quattro localita' che probaiblmente saranno incluse nel
viaggio del papa. Il papa si e' gia' recato due volte in Croazia da
quando questa e' diventata indipendente nel 1991. (ANSA-AFP) TF
07/01/2003 16:45

PAPA: CROAZIA, TERZA VISITA DAL 5 ALL'8 GIUGNO

(ANSA) - ZAGABRIA, 13 GEN - Su invito del governo e della Conferenza
episcopale, Papa Giovanni Paolo II visitera' la Croazia dal 5 all'8
giugno prossimi. Lo ha annunciato oggi a Zagabria il capo del
Protocollo della segreteria generale della Santa Sede mons. Renato
Boccardo - riferisce l'agenzia Hina - al termine della prima riunione
del comitato per i preparativi della visita. Mons. Boccardo ha guidato
una delegazione vaticana che durante la scorsa settimana ha visitato
Fiume, Djakovo, Osijek, Dubrovnik e Zara, che saranno le tappe della
visita del Papa. Si trattera' della terza visita di Giovanni Paolo II,
dopo quelle nel 1994 e nel 1998, e, secondo il nunzio apostolico a
Zagabria Giulio Einaudi, rafforzera' ulteriormente i buoni rapporti
tra la Croazia e il Vaticano. Nel corso della conferenza stampa, mons.
Boccardo ha detto peraltro di non sapere nulla di un'eventuale visita
del Papa in Bosnia nello stesso mese, ipotizzata nelle ultime
settimane. (ANSA). COR*VD 13/01/2003 18:20

PAPA: CROAZIA, SUA STATUA IN SANTUARIO MARIJA BISTRICA

(ANSA) - ZAGABRIA, 19 FEB - Prima della terza visita di Papa Giovanni
Paolo II in Croazia, prevista per giugno, una sua statua sara'
collocata nel santuario di Maria Bistrica. Lo ha annunciato l'agenzia
di stampa croata Hina. La statua del Papa, che sta preparando lo
scultore di Zagabria Zlatko Cular, sara' in bronzo, alta 2,5 metri e
costera' 30mila euro. La realizzazione della statua e' stata decisa
dall' amministrazione del santuario mariano in segno di gratitudine,
per aver Giovanni Paolo II proclamato beato, durante la sua visita a
Marija Bistrica il 3 ottobre 1998, il cardinale croato Alojzije
Stepinac. (ANSA). COR*VD 19/02/2003 17:16

PAPA: 83 ANNI, INAUGURATA STATUA IN CROAZIA

(ANSA-AFP) - ZAGABRIA, 18 MAG - Una statua di Papa Giovanni Paolo II
e' stata inaugurata oggi, giorno del suo 83/o compleanno, in una
piazza di Marija Bistrica, citta' della Croazia, circa 50 km a nord di
Zagabria. Lo ha annunciato l' agenzia Hina. Il Papa - che sara' di
nuovo in Croazia del 5 al 9 giugno prossimi - si era recato al
santuario di Marija Bistrica nel corso di una delle sue precedenti
visite, il 3 ottobre 1998, per celebrare la beatificazione del
cardinale croato Alojzije Stepinac.
Alta 2,8 metri e del peso di sette quintali, la statua in bronzo - che
raffigura il Pontefice in piedi - e' opera dello scultore croato
Zlatko Cular. Il basamento della scultura reca l'iscrizione: ''Al
Santo Padre Giovanni Paolo II, in segno di ringraziamento per la
fierezza che ha dato al popolo croato e per la sua fedelta'''.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato tra gli altri il
primo ministro croato Goran Granic e il nunzio apostolico in Croazia,
mons. Giulio Einaudi.
Nella chiesa del santuario, d'altra parte, sono state installate nuove
vetrate, una delle quali raffigura il teologo croato Ivan Merz, che
sara' beatificato il 22 giugno prossimo a Banja Luka, in occasione di
una visita del Papa in Bosnia. (ANSA-AFP). DIG 18/05/2003 20:43

PAPA: CROAZIA; INCONTRERA' SACERDOTE CON STIMMATE, STAMPA

(ANSA) - ZAGABRIA, 2 GIU - Nel corso della prossima visita in Croazia,
il Papa incontrera' a Fiume, in forma privata, padre Zlatko Sudac, che
ha le stimmate a forma di croce sulla fronte, sui polsi e sui piedi.
Lo scrive oggi il quotidiano Jutarnji list, richiamandosi a fonti
vaticane.
Ufficialmente, scrive il giornale, padre Sudac sara' tra i religiosi
che accoglieranno il Papa al suo arrivo a Fiume, il 5 giugno, ma ci
sara' anche un breve incontro privato. Secondo le informazioni
raccolte da Jutarnji list, il Papa ha gia' ricevuto padre Sudac
l'anno scorso a Roma e ha pregato per la sua salute insieme a lui.
Poiche' proprio allora le condizioni di Giovanni Paolo II sono
visibilmente migliorate, sono in molti a credere, scrive il giornale,
che cio' sia avvenuto grazie all'incontro e alla preghiera con il
'padre Pio croato'.
Zlatko Sudac, 32 anni, dopo studi di psicologia e filosofia, e'
diventato sacerdote nel 1998. Le stimmate sui polsi e sui piedi gli
sono apparse nell'ottobre del 2000, mentre ne ha visto apparire una a
forma di croce gia' nel 1999. La croce sulla fronte pulsa e sanguina
ogni venerdi', mentre le altre stimmate molto piu' spesso.
L'anno scorso, al sacerdote sono state effettuate analisi all'ospedale
Gemelli di Roma e, in quell'occasione il vescovo Valter Zupan ha
dichiarato che ''le ferite di Sudac non sono causate da mezzi
meccanici, da laser o da malattie'' e che Sudac ''e' una persona
psicologicamente sana''. (ANSA). COR*VD 02/06/2003 17:24

IL PAPA IN CROAZIA, SARO' DOVE CRISTIANI FURONO PERSEGUITATI

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 4 GIU - Il Papa ha le valigie pronte per
il suo centesimo viaggio, che lo portera' in Croazia da domani al 9
giugno, e lo ha ricordato ai pellegrini radunati in piazza san Pietro
per l'udienza generale, rammentando inoltre le sofferenze patite dai
cattolici croati ''al tempo della persecuzione religiosa''. ''Mi
accingo domani - ha detto - a compiere con grande speranza il mio
terzo viaggio in Croazia, terra segnata dalla testimonianza di
intrepidi discepoli del Vangelo. Lo scopo - ha aggiunto - e' quello
di confermare nella fede i fratelli e le sorelle della comunita'
cattolica, che al tempo della persecuzione religiosa sono rimasti
fedeli a Cristo, e non temono di affrontare le sfide del momento
presente per continuare ad annunciarlo con coraggio''.
''Carissimi fratelli e sorelle - ha concluso - vi invito ad
accompagnarmi con la preghiera. Affido questo centesimo viaggio
apostolico alla Vergine santa, tanto venerata in Croazia, perche' sia
lei a guidare i miei passi e a ottenere per il popolo croato una
rinnovata primavera di fede e di civile progresso''. Alla vigilia
della partenza per un viaggio che si annuncia impegnativo per i tempi
e gli impegni previsti, il Papa e' apparso un po' affaticato.
L'udienza e' stata allietata da alcuni cori di fedeli e ragazzi, in
particolare uno di bimbi coreani in abiti tradizionali e uno croato,
che il Papa ha salutato con un ''arrivederci in Croazia''.(ANSA). TF
04/06/2003 17:14

il manifesto - 06 Giugno 2003
CROAZIA

Il papa la proprone in Europa

Giovanni Paolo II ha cominciato il suo centesimo viaggio
internazionale affrontando due dei temi che saranno centrali nella sua
visita: l'interesse della Croazia a entrare in Europa e la necessità
di superare il passato di guerra. L'auspicio che la Croazia possa
entrare a far «parte integrante» dell'Europa è stato formulato
da Giovanni Paolo II nel discorso che ha pronunciato al suo arrivo a
Rijeka (Fiume), dov'è stato accolto da una piccola folla.«La Croazia
- ha detto il pontefice - ha posto recentemente la sua candidatura a
divenire parte integrante, anche dal punto di vista politico ed
economico, della grande famiglia dei popoli d'Europa. Non posso che
esprimere l'augurio di una felice realizzazione di tale aspirazione:
la ricca tradizione della Croazia contribuirà sicuramente a rafforzare
l'Unione sia come entità amministrativa e territoriale, che come
realtà culturale e spirituale». Da 13 anni, ha detto il papa che per
primo riconobbe l'autonomia del paese, «la Croazia percorre il
cammino della libertà e della democrazia». Accoglienza festosa per
Giovanni Paolo II anche al porto di Rijeka. Domani il viaggio entra
nella parte più impegnativa, con la visita a Dubrovnik, dove
beatificherà suor Maria Petkovic.

[Si notino gli accurati "omissis" sulla Storia, passata e recente,
della "Croazia Indipendente". CNJ]