"Hrvatska ljevica" br.3/2003 - "La sinistra croata", n.3/2003,
mensile di Zagabria. Indirizzo:
10000 Zagreb, Palmoticeva 70/II
tel./fax 00385 1 4839958 e.mail: hrljevica@...

Filip Erceg
MLADI SOCIJALISTI ZA SOCIJALISTICKU ALTERNATIVU

GIOVANI SOCIALISTI PER L'ALTERNATIVA SOCIALISTA

(Saggio all'Assemblea elettivo-informativa dei Giovani socialisti,
22.3.2003)

Nella valutazione del lavoro finora svolto dai giovani socialisti del
SRP
(Partito Socialista Operaio della Croazia), bisogna essere autocritici,
non
soltanto dopo l'ultima Assemblea ma dalla sua fondazione del 1997.
Perché,
obiettivamente parlando, i Giovani socialisti, non hanno fondato nuove
organizzazioni, non hanno tenuto regolari riunioni, ma hanno intrapreso
azioni
concrete…! Non hanno vissuto sufficientemente una vita politica.
Speriamo però
che i Giovani socialisti abbiano superato la loro "malattia infantile".
Hanno
passato già la fase organizzativa e poi la fase di ristagno. Può darsi
che
questa Assemblea sia una fase della loro affermazione, il loro nuovo
inizio.

Ora, in breve, come stanno le cose coi giovani in Croazia?
Negli ultimi dieci anni abbiamo avuto, per così dire, una transizione
dalla
gioventù (popolare, N.d.t.) ai giovani, una ri-educazione dei pionieri
di
una volta in ottusi tudjmanoidi (dal nome dell'ex presidente Tudjman,
N.d.t.), la
cancellazione dei vecchi valori dal periodo "buio" e la imposizione dei
nuovi
del periodo di "luce".
Le generazioni giovani hanno attraversato dal 1990 fino ad oggi il
processo
della cosiddetta innovazione spirituale, la quale si stava
sistematicamente
conducendo - apertamente o in parte camuffata - nella pubblica
istruzione
tramite i mezzi di informazione pubblica ed in tutte le sfere della vita
spirituale della società croata. Questo "rinnovemento spirituale" ha
capovolto il sistema dei valori! I valori antifascisti,
dell'uguaglianza,
solidarietà, giustizia sociale, sono stai sostituiti dai valori
fascisti,
dalla discriminazione, dall'egoismo e dalla disuguaglianza.
Su tutto quanto di positivo c'era prima, gli stessi vecchi hanno
sputato e
come esempio ai giovani hanno lasciato tutto il negativo (prepotenza
militare, corruzione, saccheggio, e cosi via).
Se ci poniamo la domanda, per chi oggi la vita sia più difficile in
Croazia,
la risposta sarà - ai giovani..
In Croazia in verità, dal 1990 in poi, le più colpite sono state le
persone
di mezza età, che sono rimaste senza lavoro, e subito dopo di loro i
giovani, per i quali in questa società ci sono sempre meno prospettive,
perché una migliore prospettiva, per quanto si può vedere, è ancora
incerta.
La disoccupazione è il problema scottante della maggior parte della
popolazione, in particolare dei giovani. In Croazia ci sono quasi
400.000
disoccupati (su una popolazione di neanche 4 milioni e mezzo di
abitanti,
N.d.t.), e di questi circa la metà sono i giovani che per la prima volta
cercano lavoro.
E come sappiamo, la disoccupazione comporta altri problemi, delinquenza,
alcolismo e cosi via.
E' accertato che la disoccupazione aumenta le tentazioni al suicidio (da
ricordare: in Croazia è aumentato il numero di suicidi).
Quelli che trovano impiego nei servizi statali oppure in efficienti
istituzioni pubbliche si possono ritenere dei veri fortunati, mentre
quelli che lavorano per i privati, non possono ritenersi tali, o
addirittura perdenti. Perché, come di consueto, sono esposti a diversi
modi di sfruttamento (insicurezza del posto di lavoro, lavoro a tempo
determinato, lavoro straordinario non riconosciuto, contributi non
versati,
pagamenti salariali non regolari, etc.).
Perciò non è da meravigliarsi se i giovani scappano dalla Croazia,
cercando
le maggiori occasioni che l'estero offre.
Dalla Croazia così, negli ultimi 13 anni, sono andati via circa 150.000
giovani, in maggioranza altamente qualificati. Sono andati li dove un
kg di
cervello vale più di 2 marchi. Questo "deflusso di cervelli", per
quanto
ne sappiamo, mai è stato così alto nella storia della Croazia.
La Croazia tiene soltanto un sette per cento di popolazione con
educazione
superiore ed alta, e al nostro governo sembra non importare di
fermare il deflusso all'estero dei migliori di questa categoria. Anche
se
sono consapevoli del fatto che i paesi piccoli e sottosviluppati, come
la
Croazia, devono investire nella scienza e nell'educazione molto di più
di
quelli grandi e sviluppati.
Inoltre la Croazia è sempre più uno stato vecchio, nel quale perfino il
15,6% della popolazione ha oltre 65 anni. Questa anzianità la troviamo
particolarmente nei villaggi, e cosi abbiamo una cosiddetta "estinzione
del
villaggio", ma anche nelle parti più povere della Croazia (Lika, Banija,
Kordun, Dalmatinska Zagora, Gorski Kotar, interno dell'Istria, quasi
tutte
le isole) (ed anche le Krajine serbe, da dove sono dovuti scappare gli
abitanti, N.d.t.).
Infatti, oggi un quarto della Croazia è svuotata, mentre nelle
migliaia di villaggi sono rimasti soltanto anziani.
Di conseguenza , a causa della difficile situazione economica, negli
ultimi
anni è diminuito il numero di matrimoni. Così abbiamo interi villaggi
pieni
di giovani non sposati. (Hai voglia seguire l'appello del clero
cattolico
croato: "I figli sono la benedizione della Croazia", o quello del Papa
per
la famiglia..., Ndt) .
Infatti ne consegue un bilancio negativo tra le nascite e le morti.
I giovani, malgrado sentano sulla propria pelle le conseguenze di varie
"innovazioni spirituali e miracoli economici", sembra non siano troppo
interessati a cambiare questa situazione.
Sono troppo silenziosi. Non protestano nemmeno. Proviamo a ricordare,
quando mai i giovani hanno organizzato qualche pubblica manifestazione
contro la politica del governo precedente, o di questo?
I giovani sono stati presi dal peggiore pessimismo, espresso nel senso:
sarà come decidono gli altri e noi non possiamo farci niente.
Invece proprio dobbiamo pensarci: sarà anche come noi decideremo, e noi
possiamo cambiare molte cose. Perché dalle decisioni politiche odierne
dipende il nostro domani. Non lasciamo al domani quello che possiamo
fare
oggi. Perché domani può essere tardi, mentre oggi non è presto.
In altre parole, anche noi giovani possiamo incidere sul cambiamento
della
politica odierna se vogliamo assicurarci e assicurare ai nostri figli
una
migliore prospettiva futura.
Ma, purtroppo, i giovani in Croazia non vogliono occuparsi di politica,
come se la politica non si occupasse di loro. Sono esplicitamente
apolitici,
poco partiticamente impegnati, sono i maggiori assenti alle elezioni..
Dal governo vengono emarginati: possiamo contare sulle dita quelli che
vengono rappresentati nel Sabor (Parlamento croato) sotto i 35 anni.
Nelle
liste dei partiti vengono discriminati perché di solito vengono messi
alla
fine delle liste.
Per quello che riguarda i giovanissimi nei partiti politici, per i
quali si
sente poco parlare, a loro i seniores hanno lasciato - perché questo gli
interessa - il lavoro periferico. Ma anche in questo lavoro periferico i
giovani si distinguono poco.
Ecco: i giovani che dovrebbero essere pieni di energia sono invece
pieni di
melanconia, i giovani che dovrebbero essere pieni di ottimismo sembrano
invece pieni di pessimismo.
Che sia così, viene dimostrato dalla sempre maggiore demotivazione degli
studenti nelle medie e superiori e perciò anche dal minore interesse ad
iscriversi
all'Università.
Diciamo ancora che tra la popolazione giovanile e' espressa la
divisione,
detto in maniera generica, tra la sinistra, il centro e la destra.
La sinistra è spaurita e latente, perciò è difficile dire quanto ne
esiste. E'
formata di socialisti, anarchici, punks, rapers. Alcuni di loro seguono
il
proprio modo di vestirsi, partecipano alle manifestazioni no global,
scrivono graffiti antimperialistici, e cosi via.
Il centro è pragmatico, opportunista, ed è composto da una maggioranza
di
giovani. Sono i giovani che vivono la solita vita dei giovani (si
innamorano, vanno ai concerti, scambiano i CD, organizzano festicine,
vagano su Internet, si scrivono via email), il che vuol dire che vivono
spensieratamente e sono prevalentemente disinteressati per le cose serie
com'è la politica.
La destra è la meno rappresentata, particolarmente quella estrema, ma
non
meno importante. E' severamente disciplinata ed è molto aggressiva.
Partecipa ai concerti di Thompson e alle partite sportive, ove
manifestano
il loro neonazismo.

Dunque, un grande numero di giovani si trova nel centro, premesso che
per “centro” qui non si tratta soltanto di orientamento politico ma
innanzitutto di orientamento “apolitico”.
Questa è la maggioranza: purtroppo schiva alla politica.
Ma per concludere, come stanno le cose coi giovani in Croazia?
Brevemente così: i giovani sono emarginati dalla vita socio - politica
(in effetti anche per loro colpa), disorientati per quanto riguarda
l’ideologia, e demoralizzati in senso psico – sociologico.

C'e' una via d’ uscita da questa situazione? C’è ancora speranza per i
giovani in Croazia?
Per i giovani socialisti del SRP la soluzione e' senza dubbio
nell’alternativa socialista. Per i giovani in Croazia c’è speranza se
prima possibile vincerà l’ opzione socialista.
I giovani socialisti però, non sono impegnati per il socialismo del
passato, quello che costruivano i paesi sottosviluppati nel XX secolo,
che era una deformazione del vero socialismo, ma per un socialismo del
futuro, al quale si arriverà inevitabilmente, quale risposta alle
future relazioni sociali.
Il socialismo per noi significa: la democrazia politica, economica e
sociale, la cosiddetta vera democrazia, senza la quale non esiste
nemmeno democrazia.
Però, i Giovani socialisti del SRP non sono rimasti senza risposta
sugli attuali problemi dei giovani in Croazia. Al contrario, i Giovani
socialisti hanno delle soluzioni concrete, con le quali uscire alle
prossime elezioni parlamentari, che sono:

Bisogna quanto prima preparare una strategia per lo sviluppo della
Croazia, la quale, in particolare, con la cooperazione di eminenti
esperti ed intellettuali, risponderà anche alla domanda: come aiutare i
giovani;

Stimolare, con sgravi fiscali e crediti agevolati, la priorità dell’
impiego giovanile nel settore privato e pubblico;

Avviare i lavori pubblici, particolarmente nelle parti più povere e
trascurate della Croazia, nelle quali si inserirebbero varie
professioni e rami, così impiegando un grande numero di giovani;

Indire un prestito dello Stato, e questo per: la modernizzazione e
informatizzazione delle classi scolastiche, per conseguire lo standard
dei paesi semi sviluppati; la costruzione di case per studenti per
facilitare così un numero più elevato di studenti; costruire case per
le nuove coppie di sposi ed alto-qualificati, per così fermare “il
deflusso di cervelli” e l’insicurezza sociale.

Formare un fondo di solidarietà, nel quale tutti i cittadini della
Croazia, e possibilmente quelli della numerosa diaspora, possano
dedurre una percentuale dai loro salari per l’aiuto ai giovani;

Utilizzare una parte dei risparmi, i quali ammontano a 200 miliardi di
kune, anche per la costruzione di centri culturali nelle piccole
cittadine e nei villaggi, e così elevare la vita culturale con
l’obiettivo di trattenere i giovani in essi ed evitare la
para-urbanizzazione;

Effettuare le riforme necessarie all’istruzione elementare, media,
superiore ed anche quella universitaria, e questo per vari motivi (per
sgravare gli studenti dal contenuto superfluo delle materie;
introduzione di nuove materie adeguate ai tempi; stimolare nuove forme
di autoiniziativa e creatività; elevare la funzione educativa della
scuola; rimuovere dal contenuto delle materie falsità e messaggi
xenofobi).

Su ciascun punto si potrebbe scrivere molto. Lo faremo in qualche altra
occasione.
Ma una cosa bisogna sottolineare: per un migliore futuro dei giovani,
sono i giovani stessi che devono lottare. Perché proprio il socialismo
è il futuro migliore dei giovani. Perciò i giovani, i quali sono il
futuro del mondo, devono stare in prima linea nella lotta per il
socialismo.
Questo ruolo specifico si poggia sugli studenti come forza
rivoluzionaria della società. Il noto filosofo Herbert Marcuse, ancora
nel 1968 scrisse: “L’opposizione studentesca è uno degli elementi
decisivi del mondo odierno. A dire il vero, questo non è una forza
rivoluzionaria diretta, ma è uno degli impulsi che si è potuto
trasformare in forza rivoluzionaria. Perciò è una prerogativa della
strategia di questi anni la cooperazione internazionale
dell’opposizione studentesca. Ma bisogna nello stesso modo procedere ad
un compito più difficile e complesso il quale ricollega di nuovo l’
intelletto alla rivoluzione. Il proletariato intellettuale deve trovare
una comune denominazione
spirituale (intellettuale) di azione con il proletariato industriale…”
Questo è stato scritto nel 1968, ma davanti a noi è un altro ’68, il
che viene indicato dagli eventi nel mondo, di nuovo coi giovani, in
prevalenza studenti in prima fila, e appartenenti al movimento no
global.
Anche i Giovani socialisti del SRP si ritengono parte, quale sinistra
socialista, di questo movimento antiglobalista.

Per quello che riguarda lo stesso Partito (SRP), noi Giovani
socialisti, quale parte autonoma, riteniamo di poter contribuire molto
alla sua prospettiva. Perché, senza veri ed autorevoli socialisti non
c’è nemmeno un forte ed autorevole SRP:
All’Assemblea del SRP, svoltasi il 5 aprile del 2002, il prof dott.
Stipe Suvar ha terminato la sua relazione con queste parole: “Spetta a
noi anziani del Partito Socialista Operaio di attirare quanti più
giovani nei Giovani socialisti, parte autonoma del partito, ed oltre un
centinaio di organizzazioni esistenti, formare altrettante nuove,
conquistare alle elezioni l’entrata del nostro partito al Parlamento,
per così dimostrare all’opinione pubblica croata più vasta, chi siamo e
per cosa ci adoperiamo, e poi lasciare ai giovani anche la guida del
partito.”
Perciò, per concludere, diciamo chiaro e forte: I Giovani socialisti
devono rimanere i critici senza quartiere della realtà sociale, ma
diventare anche gli autori necessari nella lotta per un’alternativa a
questa palude governativa nonche' alla destra di oggi, cosiddetta
"opposizione".