Le prigioni croate di Blair

(da Il manifesto del 17/6/2003)

Pronto il primo campo dove deportare gli esuli approdati in Inghilterra =

Progettato in segreto, il campo costruito vicino a Zagabria nelle intenzion=
i dovrebbe
essere il primo di una «rete europea». Ma nessuno l'ha mai deciso. Blair: n=
on è vero
niente

ORSOLA CASAGRANDE
LONDRA

La sottosegretaria all'immigrazione Beverly Hughes l'aveva promesso: «Entro=
la fine
dell'anno costruiremo il primo centro di detenzione non-europeo». Anche se =
in
segreto, sembra che il governo Blair abbia anticipato i tempi. Il settimana=
le The
Observer racconta che il primo centro di custodia è quasi ultimato: si trov=
a in Croazia,
a Trstenik (30 km da Zagabria), è costato (alla Commissione europea) un mil=
ione di
sterline ed è attrezzato per rinchiudere ottocento persone. Ma non si tratt=
erà di
clandestini arrestati in Croazia: il nuovo centro ospiterà una parte di asy=
lum seekers
(provenienti dall'est) che avranno chiesto asilo politico in Gran Bretagna.=
Dal Regno
unito verranno deportati in Croazia in attesa di sapere se la loro richiest=
a è accolta o
no. Ieri il ministero degli interni ha smentito categoricamente che quel ce=
ntro croato
«abbia a che fare con il nostro paese. Non abbiamo notizia di un simile cen=
tro - ha
detto una portavoce del ministero - e nessuna decisione è stata presa per a=
vviare un
progetto di quel genere in Croazia». Eppure l'articolo dell'Observer non so=
lo racconta
che il centro è ormai quasi ultimato, ma cita il sito internet della delega=
zione della
Commissione europea in Croazia in cui si parla della gara d'appalto per le =
fognature,
il sistema idrico e quello elettrico per il «centro per immigrati di Trsten=
ik».

In realtà la notizia che il governo inglese sia già impegnato nella realiz=
zazione di
questi centri non sorprende, così come che le trattative e i lavori siano p=
ortati avanti
in gran segreto. Il premier Tony Blair del resto sta assistendo al crollo d=
ella sua
popolarità. C'è una cosa che l'opinione pubblica non gli perdona: le bugie =
che
continua a raccontare. Ieri il portavoce dei Liberaldemocratici ha chiesto =
«chiarimenti
urgenti: è intollerabile - ha aggiunto - che il governo porti avanti proget=
ti di questo
genere nella totale segretezza».

Se la paternità inglese del campo croato verrà confermata vorrà sempliceme=
nte dire
che il governo del new Labour ha deciso di portare avanti la sua personalis=
sima
politica sull'immigrazione da solo. Cioè senza preoccuparsi di riferire in =
parlamento e
forse senza nemmeno preoccuparsi di attendere il via libera delle Nazioni u=
nite.
L'obiettivo del governo è dimezzare il numero dei richiedenti asilo entro s=
ettembre.
Anche per questo il ministero degli interni britannico ha chiesto l'approva=
zione (con
procedura d'urgenza) del progetto di centri di detenzione pilota da costrui=
re al di
fuori dei paesi della Ue dove poter scaricare (perché di questo si tratta) =
il più alto
numero possibile di cittadini stranieri in fuga verso una vita migliore. Il=
via libera a
questo progetto pilota potrebbe arrivare già questa settimana, anche se
l'organizzazione per i rifugiati dell'Onu ha espresso molti dubbi sulla pro=
posta
britannica di creare «zone sicure» in paesi extra-europei. Ma Londra non se=
mbra
disposta a tornare sui suoi passi, né sull'idea dei centri di custodia fuor=
i della Ue (si
parla di Albania, Romania, Ucraina, Russia), né su quella delle «zone prote=
tte» nei
paesi che «producono» più profughi (Iraq, Africa, Afghanistan) o in paesi c=
onfinanti. Si
tratterebbe di campi profughi, gestiti possibilmente dall'Onu. Un progetto =
che spiega
anche la nonchalance con cui il governo Blair ha decretato che è arrivato i=
l momento
di «rivedere e riformare» la convenzione Onu sui rifugiati del 1951: out of=
date, fuori
moda.