RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 5 – 8 settembre 2003

(a cura di G. Vlaic; per contatti: gilberto.vlaic@...)


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Resoconto di viaggio a cura Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA Trieste

Questa relazione e' suddivisa in cinque parti:
A) Introduzione
B) Materiale trasportato, cronaca del viaggio, assemblea con i
lavoratori
C) Il microprogetto artigianato
D) Stato attuale della Zastava
E) Informazioni generali e conclusioni


Introduzione


Vi inviamo un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per consegnare le adozioni a distanza, fatto dal
Coordinamento Nazionale RSU e dal Gruppo Zastava di Trieste.

Per i titolari delle nuove adozioni: le schede del bambino che vi e'
stato affidato vi saranno spedite per posta quanto prima.
Segnalateci eventuali problemi.

Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale. Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i
quali

- il sito del coordinamento RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso, e
riportati i resoconti anche di altre associazioni.
L'ultimo del maggio 2003 e' all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2003/2003_0509kragujevac_rel.htm

Gli stessi resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei Balcani
difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.

Si consiglia inoltre, a chi non lo avesse gia' fatto, la letture dei
resoconti dei viaggi delle seguenti associazioni:
ABC –ONLUS di Roma (maggio 2003) all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2003/2003_0530abc_relazione.htm

Zastava Brescia (giugno 2003) all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2003/2003_0603brescia.htm

e ALJ di Bologna (luglio 2003) all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2003/2003_0718_ali_bologna.htm

poiche' tutte contengono interessanti informazioni e descrizioni.


Materiale trasportato e cronaca del viaggio


Siamo partiti da Trieste venerdi' 5 settembre 2003 maggio alle 6 di
sera, in tre macchine.
Purtroppo il pullmino a nove posti, che ci e' sempre stato prestato da
un'associazione di solidarieta' internazionale triestina era stato
"vandalizzato" circa un mese fa, nel senso che gli erano state
asportate le targhe e danneggiato all'interno; dovremo quindi aspettare
la sua re-immatricolazione per poterlo usare di nuovo.
Questo ha comportato un notevole aumento delle spese di viaggio e una
ridotta capacita' di trasporto di materiali.
La delegazione era formata da 7 persone: Enzo, Renata, Mario e Luisa da
Padova, Alessandro da Fiumicello (Udine), Roberto e Gilberto da Trieste.
Un'altra macchina e' partita da Firenze con a bordo Alma da Firenze,
Lino da Lodi e Valerio da Milano. Ci siamo incontrati a Kragujevac il
sabato mattina.

Avevamo complessivamente una quarantina di scatole di aiuti alimentari
e vestiario. Per gli alimentari si trattava di regali alle famiglie
jugoslave da parte delle famiglie adottanti italiane, il vestiario era
frutto di una raccolta operata a Padova.

Avevamo ricevuto una generosa sottoscrizione (950 euro) dalle
associazioni culturali slovene di Trieste, in occasione della
manifestazione "Non bombe ma solo caramelle" che era stata organizzata
a Trieste il 7 giugno 2003, finalizzata
all'acquisto di materiale scolastico.
Fortunatamente il materiale e' stato comperato da un grossista
direttamente a Kragujevac, altrimenti non saremmo mai riusciti a
trasportarlo con noi, stanti le difficolta' del viaggio. Con tale cifre
abbiamo acquistato 1500 quaderni, 700 penne, 200 gomme, 200 squadrette
e 200 compassi.

Inoltre portavamo con noi cinque fiale di linfoglobuline, una
confezione di immunoglobuline e dieci flaconi di chemioterapici per un
valore complessivo di circa 4.000 euro, provenienti da un donatore
privato, per il reparto sterile dell'Ospedale pediatrico di Belgrado.

Le adozioni da distribuire erano 85, di cui 9 nuove, per un valore
complessivo di 12.650 euro

Infine avevamo 600 euro frutto della vendita dei prodotti di uncinetto
di sei operaie licenziate, che ci avevano affidato i loro lavori in
conto vendita a maggio scorso, all'interno del microprogetto
artigianato.

Ricordiamo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute
dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote
di adozione a distanza da distribuire in questa occasione (come del
resto in tutti i precedenti viaggi effettuati).

Siamo arrivati a Kragujevac alle 8 del mattino, senza alcun problema
durante il viaggio; sorpresa positiva l'abolizione del visto di
ingresso, e le relative spese.

Dopo la verifica con Rajka e Milija delle liste delle adozioni e del
loro ammontare abbiamo visitato alcune famiglie, e quindi pranzato con
i rappresentanti dei lavoratori.

Poiche' Alessandro ed Enzo compivano gli anni, tutti gli incontri sono
stati particolarmente festosi ed pieni di allegria, con musica di
fisarmonica e canti fino a perdere la voce.

Nel pomeriggio abbiamo visitato un monastero ortodosso nei dintorni
della citta'.

Cena veramente straordinaria presso la famiglia il cui bambino e'
adottato da Alessandro, dove abbiamo gustato una vastissima serie di
piatti tradizionali.

Il mattino di domenica abbiamo distribuito le quote delle adozioni.
Durante l'assemblea e a cui hanno partecipato alcune centinaia di
persone c'e' stato il solito scambio di regali tra famiglie italiane e
jugoslave e viceversa.

Alla fine dell'assemblea abbiamo consegnato il ricavato della vendita
dei prodotti di artigianato e ricevuto in conto vendita alcune decine
di centrini, tovaglie e arazzi.
Pranzo a casa della bambina adottata da Enzo; cibo ottimo, in quantita'
gigantesche, musica e canti.
Nel pomeriggio abbiamo visitato altre tre famiglie e raccolto dai
delegati Zastava i dati aggiornati sulla fabbrica e alcune informazioni
generali della situazione economica e sociale complessiva del Paese;
sono riportate di seguito.

La sera abbiamo ascoltato il telegiornale regionale diffuso dalla rete
RTK, controllata dal comune di Kragujevac; per la PRIMA volta in
quattro anni di delegazioni italiane in citta' la nostra presenza e'
stata data come prima notizia nel palinsesto, ed il servizio e' durato
circa quattro minuti; inoltre sono stati trasmessi sia in Italiano che
in Serbo alcuni pezzi dell'intervento iniziale in assemblea, da dove
risultano chiarissime le motivazioni della nostra iniziativa: non
generica solidarieta' caritatevole ma specifico sostegno materiale di
lavoratori a lavoratori. I nostri amici delegati erano veramente
sorpresi!

Il mattino dopo a Belgrado abbiamo consegnato i chemioterapici;
l'incontro con la dottoressa che dirige questo reparto e' stato come al
solito estremamente toccante.
Abbiamo poi attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta
una serie di ministeri completamente distrutti dai bombardamenti del
1999, e quindi siamo ripartiti per Trieste, dove siamo arrivati verso
le 10 di sera del 8 settembre.


Il microprogetto artigianato


Avevamo preso durante il viaggio di maggio scorso, su prezzi decisi
dalle donne di Kragujevac, una valigia intera di prodotti di
artigianato tessile, prodotti a uncinetto o ricamo da un gruppo di sei
operaie licenziate.

Durante le sagre e le feste estive a cui partecipiamo siamo riusciti a
vendere tutto il materiale ricevuto, grazie soprattutto alla
caparbieta' di Marvida del gruppo Zastava Trieste.

Si tratta di un salto di qualita' all'interno della campagna di
solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente la
differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra. Puo'
essere l'inizio di una cooperativa femminile di lavoro artigiano.

Continueremo la vendita di questi prodotti nelle forme a noi consuete,
ma intendiamo anche verificare se e' possibile mettere in diretto
contatto questo gruppo di donne con la rete dei negozi del commercio
equo e solidale, in modo da allargare le possibilita' di vendita.
Vi terremo informati dell'evoluzione del progetto.


Stato attuale della Zastava


Nelle relazioni dei nostri viaggi precedenti, soprattutto a partire da
ottobre 2002, sono state fornite ampie e dettagliate informazioni sulla
situazione occupazionale, salariale e sindacale dei lavoratori.
Gli indirizzi a cui ritrovare queste relazioni sono riportati
nell'introduzione di questo documento.

La relazione scritta da Paola Ferroni di ALJ Bologna del luglio 2003
all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2003/2003_0718_ali_bologna.htm
integra ulteriormente questi dati.

Si rimanda quindi a queste relazioni per avere una panoramica
dell'evoluzione della situazione della Zastava negli ultimi due anni

I dati non presenti nelle relazioni precedenti sono riportati di
seguito.

Una sola unita' produttiva delle 38 in cui e' stata smembrata la
Zastava (nell'agosto del 2001) e' stata al momento privatizzata: si
tratta della Jugomedica, che impiega 13 lavoratori e produce
attrezzature per studi dentistici.

Per quanto riguarda Zastava automobili (4300 lavoratori impegnati) la
produzione prevista per il 2003 era di 1800 vetture/mese; nel primo
trimestre del 2003 il consuntivo e' di 425 vetture prodotte.
Precedentemente ai bombardamenti la produzione era di 220.000
vetture/anno.

Zastava IVECO, produzione di camion (46% di capitale FIAT al momento
attuale), produceva negli anni '90 10.000 camion/anno con 4.500
lavoratori; nel 2002 sono stati prodotti 480 camion impegnando 2.800
lavoratori.
Nel 2003 nessun camion prodotto; la FIAT avrebe dovuto fornire i motori
EURO3 completi di cambio ma richiede il pagamento anticipato a prezzi
di mercato, e non all'ingrosso.

La centrale termica, che era stata totalmente distrutta dai
bombardamenti NATO del 1999 e ricostruita nell'estate dello stesso
anno, e' attualmente gestita dal comune di Kragujevac.
Ricordiamo che la centrale, oltre a rifornire di energia e fluidi la
Zastava, riscaldava la maggior parte degli edifici pubblici e dei
condomini della citta'. Una gestione completamente fallimentare delle
forniture di combustibile ha portato alla situazione paradossale di
continue interruzioni di fornitura di energia alle unita' produttive e
ad un abnome aumento dei costi (che sono addirittura quadruplicati).

Prima dello stato di emergenza dichiarato a marzo i lavoratori della
Zastava avevano intrapreso tutta una serie di lotte sotto le parole
d'ordine:
Pane, lavoro, diritti sindacali.
Riprenderanno nel corso di questo mese.


Informazioni generali e conclusioni


La situazione economica in Jugoslavia è ovviamente molto problematica.
Oltre alla Zastava sono centinaia le fabbriche che sono state
bombardate e non ricostruite.
Su una popolazione complessiva di 10.500.000 persone il numero di
disoccupati e' ufficialmente di un milione; il dato reale e' pero'
molto piu' elevato poiche' vengono considerati occupati anche i
lavoratori in cassa integrazione.

Ci sono 300.000 lavoratori occupati che non ricevono il salario da mesi.

Lavorano in nero circa 700.000 persone.

I pensionati sono circa un milione, con pensione media di 2.000 dinari
(circa 30-35 euro).

La legge sulle privatizzazioni ha fino ad oggi interessato 700 imprese
con un totale di circa 25.000 dipendenti.

Ricordiamo che una famiglia media di 4 persone ha bisogno di almeno 250
euro contando solo i generi di primissima necessita'.

I dati ufficiali affermano che circa i 2/3 della popolazione serba
spende meno di 1 euro al giorno pro-capite, e che un terzo spende meno
di mezzo euro al giorno; il 60% della spesa e' per il cibo.

Alcune informazioni sullla situazione in Kosovo.

Ad agosto 4 bambini serbi sono stati uccisi mentre facevano il bagno
nel fiume nel paese di Gorazdevac.
E' stato dichiarato il lutto nazionale per il 26 agosto scorso; la
K-FOR ha dichiarato la sua incapacita' a garantire l'incolumita' di chi
partecipava ai funerali, compresi esponenti del governo centrale.

Le scuole sono iniziate il primo settembre, ma non in Kosovo per i
bambini serbi, in quanto la K-FOR ha dichiarato di non poterli
proteggere.

Una delle famiglie appena adottate e' originaria di Pec; piu' di 20 dei
loro parenti sono profughi in Serbia e Montenegro; anche se volessero
tornare non potrebbero in quanto le loro case sono state bruciate.

La Classe lavoratrice jugoslava è oggi in condizioni di oggettiva
debolezza e deve fare i conti con la necessità di una ricostruzione
post-bombardamenti che ha ormai da due anni assunto una chiara
direttrice iper-liberista.
Lo Stato, governato da una coalizione di centro destra e fortemente
allettato e subordinato alle promesse di aiuto occidentali, ha lasciato
al libero mercato ogni decisione. Così i prezzi aumentano, le scuole e
la sanità diventano prestazioni disponibili solo per i più ricchi, le
fabbriche, le zone industriali sono all'asta di profittatori
occidentali che comprano tutto a prezzi bassi e ponendo condizioni di
lavoro inaccettabili.

Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili, ma la loro fondamentale
preoccupazione e' di non rimanere soli, abbandonati ed invisibili al
resto del mondo.

Dobbiamo intensificare i nostri sforzi affinche' giunga a loro la
nostra solidarieta' e fratellanza materiale e politica.


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Intervento, a nome del coordinamento RSU e gruppo ZASTAVA Trieste,
svolto da Gilberto Vlaic di ZASTAVATrieste all'assemblea dei lavoratori
della Zastava di Kragujevac il 7 settembre 2003 in occasione della
consegna delle adozioni a distanza raccolte a favore delle famiglie dei
lavoratori tutt'ora senza lavoro e senza salario a causa dei
bombardamenti NATO delle fabbriche della Jugoslavia nel 1999.


Carissimi bambine e bambini, carissimi lavoratori della Zastava,
permettetemi di cominciare questa assemblea con tre parole nella vostra
lingua:
SVE VAS VOLIM

Eccoci di nuovo insieme, in questa bella occasione in cui riaffermiamo
i legami di affetto e solidarieta' tra lavoratori italiani e i loro
fratelli jugoslavi e i loro figli.
Queste non sono semplici occasioni in cui si manifesta una generica
solidarieta' con chi sta peggio di noi, ma sono esempi dell'interesse
comune che ci lega in quanto facciamo parte della stessa classe sociale.
I nostri interessi e i nostri obbiettivi come classe sono
inconciliabili con quelli di chi vuole dominare il mondo e appropriarsi
delle sue ricchezze e possibilita'.
Sono gli interessi di chi vuole vivere in pace, con un lavoro decoroso,
con scuola e sanita' pubbliche efficienti, con una giusta pensione per
gli anziani, senza barriere in un mondo libero, dove non esistano
popoli sfruttatori e popoli sfruttati, dove i giovani possano istruirsi
e lavorare nell propria terra, senza diventare servi a basso costo del
capitale.

Sulle macerie del Muro di Berlino si parlava di pace e di progresso. In
tutti questi anni abbiamo visto invece solamente un crescendo di guerre
e di miserie: dall'Iraq all'Afghanistan alla Palestina, per ritornare
di nuovo all'Iraq
PASSANDO SEMPRE PER LA JUGOSLAVIA

In Jugoslavia, al centro dell'Europa, l'aggressione e' stata
ininterrotta e la spoliazione procede oggi a gonfie vele, come il caso
della Zastava dimostra.

E ora contro quale altro popolo si rivolgera' l'imperialismo americano,
con i suoi alleati occidentali?
Contro il popolo iraniano, per poter finalmente avere il dominio
geopolitico di quell'area del mondo, stategica per le risorse naturali
che contiene?
Oppure contro Cuba, colpevole di avere un sistema politico non
allineato economicamente, politicamente e culturalmente al liberismo
del Fondo Monetario Internazionale?

Di volta in volta l'aggressione viene presentata come "ingerenza
umanitaria" o "guerra preventiva al terrorismo" ma noi sappiamo bene
che sono sempre state e saranno sempre aggressioni per la sottomissione
di popoli non allineati o per la conquista di nuove fonti di materie
prime e di energia o per il controllo di territori strategici.
Basta riflettere sul fatto che, dopo l'aggressione al vostro Paese, gli
Stati Uniti hanno costruito in Kosmet la piu' grande base militare che
abbiano in Europa, Camp Bondsteel.

E inoltre sono forse state trovate le fosse comuni che sono state usate
per giustificare l'aggressione alla Jugoslavia?
Sono state trovate le armi di distruzione di massa inventate per
aggredire l'Iraq?

E tutto questo viene pagato da popoli innocenti con devastazioni e
lutti.

Il nosto NO alle guerre di aggressione imperialiste deve essere senza
condizioni, non solo perche' portano lutti, devastazione, fame, ma
perche' i loro scopi sono assolutamente opposti ai nostri interessi
come classe sociale.
E l'arma piu' forte che abbiamo per opporci e' la solidarieta'
internazionalista dei lavoratori. Il nostro mondo non e' quello dei
ricchi e dei governi, il mondo che vogliamo noi e' quello basato sul
lavoro e sull'amicizia tra i popoli.

Poche parole sulla situazione del mio Paese.
Il lavoro salariato e' al centro dell'attacco del governo di destra che
abbiamo; la nuova legge sul lavoro in discussione al parlamento rende
il lavoro sempre piu' frammentario e precario, in prospettiva distrugge
lo stesso contratto collettivo nazionale.
Ora poi vi e' un feroce attacco alle pensioni, con il tentativo di
diminuirne il valore e di costringere i lavoratori a lavorare alcuni
anni di piu' prima di potervi accedere.
La Scuola pubblica e' sottoposta a continui tagli nei suoi
finanziamenti.
Violando persino la Costituzione il governo alcuni giorni fa ha
concesso alle famiglie che mandano i loro figli alle scuole private un
regalo in denaro. E da noi le scuole private sono quasi tutte di tipo
religioso.

Ma torniamo alla nostra assemlea.
Portiamo con noi 85 adozioni, facenti capo alle RSU e al gruppo Zastava
di Trieste; 9 di queste sono nuove, a riprova del fatto che molti
lavoratori italiani non hanno dimenticato che cosa e' successo nel 1999.
Inoltre abbiamo ricevuto una generosa sottoscrizione dalle Associazioni
culturali slovene di Trieste, che ci hanno chiesto di acquistare
materiale scolastico da distribuire agli studenti.
Queste adozioni nuove e questa donazione sono anche il frutto della
rapida visita che alcuni mesi fa i vostri rappresentanti hanno fatto in
Italia e del progetto "Non bombe ma solo Caramelle" che ha visto la sua
prima edizione a Roma il 16 giugno scorso.
Circa 250 bambini di varie scuole elementari e medie italiane si sono
esibiti sul palco del teatro Ambra-Jovinelli di fronte a piu' di mille
persone e per un pomeriggio intero hanno cantato canzoni composte da
loro per esprimere con la loro sensibilita' di bambini il loro NO alla
guerra.
Mi sono tornati in mente tutti i disegni e le lettere che i bambini
jugoslavi scrivevano ai loro amici italiani nella primavera del 1999.

E voi bambini di Kragujevac eravate presenti, perche' e' stata letta
dal palco una delle vostre poesie e perche' un televisore all'ingresso
della sala trasmetteva il vostro saluto ai bambini italiani.
E' stato un ponte di amicizia e solidarieta' bellissimo.

Un abbraccio a tutti voi.

Kragujevac, 7 settembre 2003