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Wesley Clark farà domani il contrario di ciò che ha fatto ieri?


America latina, Jugoslavia, Cina e qualche altro obiettivo

Di Michel Collon

Wesley Clark, una speranza di fronte ad un "Bush bis"? Vedremo in
seguito perché alcuni gruppi dirigenti negli stati uniti progettano di
"cambiare cavallo". Ma perché, innanzi tutto, non si dice nulla del suo
passato? Sì, si può votare per Wesley Clark, a condizione di
dimenticare che...

America Latina (96/97)

Installatosi a Panama per comandare l'US Southern Command, cioè le
operazioni in america latina, Clark fornì numerosi "consiglieri"
militari e mercenari USA a diversi regimi che praticavano il terrore.
Durante questo periodo, le violazioni dei diritti dell'uomo conoscevano
un’escalation impressionante; ad esempio in Colombia: 2.400 assassini
politici (senza contare i numerosi desaparecidos) commessi dai gruppi
militari e paramilitari armati, addestrati e aiutati da Wesley Clark.
Obiettivo: sulla linea delle aggressioni a Cuba, Cile e altri paesi, si
trattava di combattere selvaggiamente i movimenti di liberazione in
Colombia, Perù, Guatemala, Messico e Bolivia. Sempre per mantenere il
dominio economico delle multinazionali USA sull'america Latina. Che
queste guerre si siano svolte piuttosto lontano dalle telecamere, non
riduce le responsabilità di Clark.

[http://www.law.northwestern.edu/depts/clinic/ihr/
display_details.cfm?ID=120&document_type=commentary]
[http://www.nato.int/cv/saceur/clark.htm%5d


Jugoslavia 1999:

La guerra contro la Jugoslavia? Alcuni ci vedono una operazione
umanitaria dove i fini reali corrispondono ai fini proclamati. Per
altri, al contrario, fu una operazione ipocrita, mirante a mettere le
mani sulle vie balcaniche del petrolio e sulle ricchezze del paese,
eliminando l'autogestione e le conquiste sociali del “modello
socialista Jugoslavo”. Sembra che lo stesso Clark abbia risposto ad
alcune questioni tirando il seguente bilancio, alla fine del suo
mandato: "i nemici potenziali dovranno riconoscere che le nazioni
occidentali sono pienamente capaci, a livello militare, diplomatico ed
industriale, di condurre operazioni di combattimento di alta intensità
includenti l'utilizzo di forze terrestri, quando sono in gioco i loro
interessi vitali, e anche quando sono implicati interessi meno vitali".
Nessun riferimento a pretesti umanitari, ampiamente invocati prima e
dopo la guerra.

(Intervista IHT, 3 Maggio 2000)

Ciò che ne deriva, i crimini commessi durante questa guerra dalla Nato,
sotto il comando di Wesley Clark, è innegabile. Tuttavia questi fatti
non saranno mai giudicati, perché la giustizia internazionale non
esiste contro i potenti.

Quali crimini? Se ha colpito un numero ridicolo di carri armati
Jugoslavi, Clark ha bombardato un edificio della TV (16 giornalisti e
tecnici uccisi), fabbriche, complessi petrolchimici (da cui l'esplodere
di cancro e altre malattie), infrastrutture civili (centrali
elettriche), un convoglio di profughi albanesi che tornavano in Kosovo
(70 vittime), un treno viaggiatori... E, last but non least,
l'ambasciata cinese (tre vittime) a titolo di avvertimento perché
Pechino sosteneva l'indipendenza della Jugoslavia. E ancora l'uso di
bombe a frammentazione, mortali per molto tempo per i bambini; e quello
dei proiettili all'uranio impoverito, che inquinerà la regione per
tantissimo tempo. Il capitano spagnolo Martin de la Hoz ha protestato
apertamente contro il bombardamento deliberato di obiettivi civili.
(Articulo 20, Madrid, 14 Giugno 1999)

Lungi dall'essere un semplice "soldato obbediente", Clark è descritto
da tutti come il "Super falco" che, in particolare, voleva bombardare
tutti i ponti di Belgrado per intimidire la popolazione. E questo si
vede anche dal suo comportamento subito dopo la guerra: quando le
truppe russe muovono verso Pristina per provare a proteggere le
minoranze serbe, Wesley Clark, straordinariamente in collera, pretende
che il generale Jackson blocchi l'aeroporto di Pristina per impedire ai
russi di atterrare. Risposta di Jackson: "Signore, io non voglio
scatenare la terza guerra mondiale per voi!". In seguito, Clark aiuterà
le milizie terroriste dell'UCK a sfuggire alla smilitarizzazione, se
pur prevista dalla risoluzione dell'ONU. Oggi, ancora queste milizie
mafiose fanno regnare il terrore tra tutte le comunità nazionali e
anche in una gran parte della popolazione albanese.
Oggi che Bush s'imbottiglia di fronte alla resistenza del popolo
iracheno, Wesley Clark fa lo spaccone: "L'avevo detto". E, per calcolo
elettorale, cerca anche di darsi un’immagine "anti-guerra". Ma cosa
affermava prima della guerra? "Sono categoricamente certo che Saddam
possiede armi di distruzione di massa" (CNN, 18 Febbraio 2001).
E cosa scriveva esattamente il dieci aprile seguente? Ebbene, egli
salutava l'aggressione contro l'Irak, motivata, secondo lui, da "forti
convinzioni; Bush e Blair possono essere fieri della loro
determinazione". Giudicando che "nulla poteva essere più commovente"
della "liberazione" di Baghdad e che occorreva sbrigarsi a "completare
questa grande vittoria". Applaudiva anche il generale Tommy Franks: un
criminale di guerra colpevole di aver ordinato o coperto bombardamenti
sui civili, attacchi contro ospedali e ambulanze, contro giornalisti...

E domani la Cina e...?

Perché viene fuori Clark ? Perchè gli smacchi del metodo Bush
cominciano ad inquietare una parte dei gruppi dirigenti negli Stati
Uniti. Essi hanno paura che mettendosi contro tutti gli alleati,
diverrà sempre più difficile e costoso condurre le varie guerre
d'aggressione in preparazione. Infatti, le diverse fazioni della
borghesia statunitense sono sicuramente d'accordo su un piano di
ricolonizzazione totale del mondo per salvare le multinazionali USA
dalla crisi. Ma queste fazioni divergono tuttavia sui metodi: spartirsi
il bottino con glia alleati europei o no? Rispettare o no una sembianza
di legalità internazionale? Se Bush cadrà in discredito per le
resistenze, per le menzogne, per gli scandali, e per il fallimento
della sua politica economica, allora sarà necessario un uomo di
ricambio per portare avanti la stessa politica ma in modo più abile.
L'episodio di Clark mostra che la superpotenza USA ha i suoi punti
deboli. E' a causa della resistenza nel mondo che i gruppi dirigenti
degli stati Uniti sono in imbarazzo. E allo stesso tempo, l’episodio
mostra anche che le "soluzioni" di questo sistema consistono nel
rimpiazzare un criminale di guerra con un altro.

Tutti i suoi precedenti stati di servizio lo provano: Clark sarà anche
lui l'uomo delle multinazionali USA e dei loro pericolosi progetti.
Tenendo conto che la Cina è sempre più indicata come l'obiettivo
principale degli Stati Uniti in vista del 2015, è interessante
ricordarsi una recente intervista passata inosservata. Wesley Clark,
intervistato su Saddam, risponde che gli USA farebbero meglio ad
interessarsi della Cina: "Durante la rivoluzione culturale, c'era il
cannibalismo in Cina" (sic). E la gente che ha schiacciato gli studenti
alla Tienamen, è ancora al potere. (Magazine Fortune, citato in
http://www.newsmax.com/archives/ic/2003/9/21/102656.shtml)

Il generale Jackson non sembra avesse torto affermando che Wesley Clark
era la strada verso la terza guerra mondiale... La via Progressista non
consiste nello scegliere, nella disperazione della causa, un pescecane
che sembra meno pericoloso di quello al potere. La via progressista non
potrà essere altro che l'eliminazione del sistema dei pescecani.

23 Settembre 2003

Traduzione 28 Settembre 2003
a cura di Francesco Bachis, che ringraziamo.