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ANTIWAR, Mercoledì, 3 luglio 2003
Balkan Express di Nebojsa Malic

Bugiardi, mezzani, inquisitori e ladri

Una tragedia balcanica in quattro scene


Nessuno degli eventi o delle dichiarazioni che seguono
potrebbe essere una sorpresa di per se. Ciò che sorprende
è piuttosto la mancanza di reazione da parte
delle vittime, o di coloro che involontariamente
sostengono i colpevoli. Come ogni cosa, il dramma
balcanico avrà conseguenze imprevedibili.
Gli antichi greci usavano dire, "Coloro che gli dei
vogliono distruggere, per prima cosa li fanno impazzire."
Nella ex Federazione Jugoslava, la pazzia e la
distruzione hanno marciato assieme. Per quelli che hanno
avuto a che fare con il naufragio, la tragedia non è
un concetto artistico. È la vita.

I: "Ripulire" l’UCK

Tra gli eventi dell’attuale processo di
disinformazione sul Kosovo, vi é la proclamazione, a
maggio, che l’ultima incarnazione dell’UCK sia una
organizzazione terroristica: è solo un problema di
tempo, prima che gli apologeti professionisti dell’UCK
e della sua causa colpiscano ancora.
La settimana scorsa, l’AFP informava della
“tolleranza” albanese a Obilic, una città dove il mese
scorso una intera famiglia di serbi e' stata
assassinata nella notte. Aderendo alla propaganda
dell’UCK, piena di disinformazione deliberata e di
banalità, l’articolo senza firma usciva dalla solita
filosofia della AFP. L’articolo è cosi "informativo"
che non menziona affatto la ridenominazione albanese
della città [di Obilic] in "Kastriota", un principe medievale
albanese - mentre Obilic é il nome del cavaliere serbo
che uccise il Sultano Murad nella battaglia del Kosovo
del 1389. Tolleranza, quindi.
Lunedì, l’IWPR di Londra ha pubblicato un lungo rapporto
sulle "riforme necessarie" nel Kosovo Protection
Corps, già UCK. Esso e' stato scritto assieme ad un
editorialista di Koha Ditore, il più importante
quotidiano di Pristina, le cui righe razziste
serbofobe sono divenute così di routine che non
disturbano più neanche i censori imperiali. Di
conseguenza, il rapporto IWPR trascura il coinvolgimento
del KPC e dell’UCK nelle attività terroristiche, e
sceglie di insultare la milizia delle FARK, organizzata
dalla fazione di Ibrahim Rugova. Se in alcune parti esso si può
leggere come una apologia dell’UCK, è perché lo è davvero! Solo pochi
paragrafi, e con grande prudenza, nel peana
sulla "liberazione dai serbi", trattano del massacro che
UCK e KPC hanno commesso per anni.
Nel frattempo, l’uscente viceré imperiale del Kosovo
ha salvato l’ex fuehrer dell’UCK, Hashim Taqi, che era
stato arrestato in Ungheria con la imbarazzante
accusa di essere un criminale. La polizia ungherese ha
rilasciato subito Taqi, grazie ai suoi amici potenti. Il mandato
di arresto è stato tolto, poiché “emesso dal governo
Milosevic" - ormai si sa che il cambio di governo
significa che gente accusata di omicidio può essere
lasciata in libertà. Ma se la persona in questione è uno
scugnizzo dell’Impero, che ne è della legge?

II: Costruire una nazione migliore?

Una opinione apparsa sul Christian Science Monitor di
martedì critica il processo di nation-building in
Bosnia: cioè, dichiara che non si fa abbastanza e bisogna
fare di più. L’autrice, Sara Terry, esemplifica la categoria di
quegli occidentali "bene informati" che tentano di pontificare
sui problemi balcanici, ma gestendo cose che suonano
assai imbarazzanti.
Per esempio, lei classifica i bosniaci basandosi sulla
religione, mostrando di credere in una nazione
"bosniaca" con tre differenti fedi. Una nazione
così si è dimostrata mitica come l’unicorno, cosa di
cui la signora Terry o è inconsapevole o ha scelto di
ignorarla.
Altra affermazione ignorante è che i serbi bosniaci,
"incitati dalla vicina Serbia, hanno tentato di
impadronirsi di tutto il paese, o almeno di
dividerselo con la Croazia." Nessuna indicazione sugli
incitamenti contenuti nella dichiarazione di indipendenza
di Izetbegovic dell’aprile 1992, o su cosa questi scrisse nella
sua "Dichiarazione Islamica" del 1971. Nessuno (a
tutt'oggi) ha mai accusato i serbi di tentare di
impadronirsi del paese intero; neanche Izetbegovic
disse mai una simile stupidità. Rispetto alla divisione con
Croazia, ella deve piuttosto chiedere ad Izetbegovic, che
invitò le truppe croate all’inizio del 1992.
Il maldestro tentativo di Terry di comparare le entità
della Bosnia con gli Stati degli USA, rivela solo
una grande ignoranza della Bosnia come degli USA:
diversamente dalle entità della Bosnia (o dalla Bosnia
stessa, nella fattispecie), gli originari 13 Stati [degli USA]
erano per davvero sovrani e indipendenti all’epoca.
Dopo sette anni da Dayton, la delusione persiste.

III: "Portatemi la testa di Radovan Karadzic!"

Il weekend scorso, l'arpia dell’Aja Carla del Ponte
scarabocchiava sulle pagine del New York Times - luogo
appropriato per le sue opinioni, in effetti - che l'intera
fabbrica dell’universo potrebbe scomparire se i serbi
non consegneranno Radovan Karadzic ed il Generale
Ratko Mladic alle sue gentili cure.
Nell'accusare i leader politico-militari della
Repubblica Serbo-Bosniaca del periodo della guerra, la
tumultuosa alta inquisitrice vorrebbe "spedire un
segnale ad altri, simili leaders nazionalisti, perche'
[sappiano che] il mondo non sarà più povero se si
imporra' la giustizia internazionale."
Esiste un mondo unito? E parla con una sola voce?
Non vi è nessuna agenda su queste cose! Ma al
contrario la Del Ponte soffre, in termini di delusioni per
la sua grandeur, presumendo di parlare
per un Mondo immaginario che lei pensa debba essere
un volgare tirapiedi dell’impero. Perché anche l’Impero
tenta di limitare la sua esposizione a quella palude tossica
che è l’inquisizione: due settimane fa, agli avvocati USA
è stato vietato di rappresentare propri clienti davanti all’ICTY.
Ciò che l’alta inquisitrice chiama "giustizia
internazionale" è l’aperta ed impunita aggressione, come
in Kosovo o in Iraq, e ciò significa che lei non terrà
in conto il concetto che le sue parole affermano.
La sola gloria a cui aspirano i bugiardi è la
falsificazione della Storia.

IV: Cleptocrati scatenati

Ogni governo è per definizione una cleptocrazia: per
esempio, il governante ruba al governato. Ma vi sono
pochi posti nel mondo in cui tale affermazione è così chiaramente
ovvia, e tollerata dalle vittime, come in Serbia.
Il governo del DOS è stato imposto dalla Banca
Mondiale e dall’FMI, che appoggiano il piano di
"stimolare" l’economia con vendite fraudolente che
gettano nella miseria gli investitori stranieri mentre
tassano anche l’aria fuori dalle imprese. Questo non è
solo irrazionale ed economicamente senza senso, è
criminalmente sbagliato... I lavoratori che sono scesi
nelle strade di Belgrado vogliono solo far finire gli
abusi del governo, domandano che prenda provvedimenti.
Ogni giorno, il pubblico scopre nuove complicità del
governo nell’esportazione dello zucchero, che fa
scivolare milioni di euro, provenienti dai sussidi
UE per l’importazione, nelle tasche degli affaristi
collegati con il governo. Gli alti gradi del governo
controllano ogni aspetto della vita, e ciò garantisce
il controllo del regime DOS sul traffico.
Sommersi dal disprezzo del popolo che dominano, i
membri della DOS non hanno un progetto che possa
essere accettabile.
Un altro dei loro recenti schemi è lo smantellamento
dell’esercito, da ridurre a livelli accettabili per una
“partnership” con la NATO, rendendolo membro
dell’Alleanza.
Non è veramente liberale opporsi allo smantellamento
dell’esercito, ma da quando il governo serbo ha rafforzato
lo stretto controllo delle armi tra popolazione, non vi
è stato nessuno ad occupare il vuoto. Da tempi della Bibbia
ad oggi, la difesa nazionale è una funzione basilare del
governo - o, per essere schietti, il fare la guerra. Il
governo serbo adesso rischia di fallire nel suo
compito fondamentale, nel tentativo di compiere le
"riforme" e "integrare" la nazione nel novero di quelli che
l’attaccarono pochi anni fa. Tale è il comportamento
di un regime di quisling, non di un governo
"democratico".

È ora chiaro al di là di ogni dubbio che il DOS è una
banda di ladri. Inoltre, curiosamente, il DOS vorrebbe
normalmente far parte dei Balcani moderni, ma
ottiene il peggio del peggio. Come tutti i politici,
desiderano potere e saccheggio, curano la loro attuale
posizione e la possibilità di avere tutto questo dai loro
padroni stranieri, che devono (e vogliono) lealmente
servire.
La continuazione del loro regno del caos dipende dalla
capacità di ingannare i loro concittadini nel far
credere che il DOS attui le necessarie "riforme" e la
"integrazione", con l’altrettanto insensato argomento che
opporsi al DOS significhi supportare Milosevic. Se i
serbi dovessero mai rinsavire, e comprendere che le
loro scelte sono assai più numerose, e che non hanno
bisogno di sostenere la cleptocrazia – che sia straniera o
domestica –, quest'ultima la pagherebbe cara.
Speriamo che ciò accada presto.

Epilogo

In realtà costoro non sono uniti. Apologeti,
inquisitori, mezzani e ladri continuano ad assaltare i
Balcani, dichiarandosi campioni della verità, della
giustizia, della consapevolezza e della capacità. Più
andranno avanti, più le cose peggioreranno. La soluzione,
se si avrà presto, è evidente di per se stessa.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
Email: alexlattanzio@...
Sito: http://members.xoom.it/sitoaurora

Revisione del testo italiano a cura del CNJ