PIETRO INGRAO CONTRO CUBA ED A FAVORE DELLA
PRIVATIZZAZIONE DEI BENI DEMANIALI


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Lettera aperta a Pietro Ingrao

Leggiamo nell´articolo di Goffredo De Marchis pubblicato a pag. 20 de
"La Repubblica" del 9 maggio scorso, che Lei, intervenendo al
congresso fondativo di Sinistra europea, ha dichiarato a proposito del
comunismo : "Su quello di Cuba ho sempre avuto dei sospetti. Rimasi un
mese all´Avana, dopo la rivoluzione di Castro, e notai subito che
mancava l´articolazione delle differenze. Parlava sempre e solo Fidel.
A Cuba persino il mare è dello Stato".

Non vogliamo entrare nel merito politico delle sue affermazioni poiché
è evidente che non è possibile con una lettera affrontare temi e
problematiche che tanto hanno lacerato e lacerano la sinistra
italiana. Per far ciò, La invitiamo fin da ora ad un confronto in un
pubblico dibattito da organizzare insieme.

Le scriviamo, invece, per chiederLe di spiegarci come mai, essendoLe
apparsa l´esperienza cubana tanto negativa, sia per i cubani sia per
il comunismo, Lei abbia deciso di attendere oltre quarant´anni per
farci queste rivelazioni.

Considerando che Lei è stato un dirigente di spicco del partito
comunista italiano molto autorevole per i compagni di base, ci sembra
che certi dubbi e le analisi che ne conseguono, avrebbe dovuto
manifestarli molto prima. Ad alcuni di noi, ciò avrebbe permesso di
cambiare idea : non certo su Cuba che continuiamo a difendere e
ritenere un punto di riferimento, ma sicuramente su di Lei.

Inoltre, vorremmo capire cosa mai possa significare l´affermazione "a
Cuba persino il mare è dello Stato", un´affermazione alla quale quel
"persino" conferisce una connotazione fortemente negativa se non
derisoria.

Ci risulta, infatti, che in tutti i Paesi moderni e civili il litorale
e le acque territoriali sono di proprietà dello Stato, persino negli
ultraliberisti Stati Uniti d´America.

Non nascondiamo che la Sua dichiarazione ci inquieta alquanto : forse
che nel programma di Sinistra europea c´è il progetto di privatizzare
anche il mare?

Vorremmo, invece, che si riflettesse seriamente sul fatto che
attaccare comunque e sempre Cuba, a sproposito e in contesti non
pertinenti, e soprattutto con argomentazioni - ci passi il termine -
vacue, non rende un buon servizio a chi nel mondo lotta contro il
fascismo di ritorno.

Rimanendo in attesa di una Sua disponibilità ad un confronto pubblico,
Le inviamo i nostri saluti.

Roma, 11 maggio 2004

Associazione di amicizia Italia - Cuba

Circolo di Roma

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