From: ICDSM Italia
Date: Fri, 16 Jul 2004 14:08:38 +0200
To: icdsm -italia @yahoogroups.com
Subject: [icdsm-italia] Lettera di Aldo Bernardini alla Fondazione
Lelio Basso
[ Sulla iniziativa alla Fondazione Lelio Basso, menzionata di seguito,
vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/85 ]
Mittente: Prof. Dott. Aldo Bernardini
Ordinario di Diritto Internazionale
nell'Universita' di Teramo
A: Gent.ma Sig.ra Linda Bimbi
Fondazione Internazionale "Lelio Basso"
Fax 06 6877774
Roma, 8 luglio 2004
Ringrazio per il cortese invito all'incontro su: "La Corte penale
internazionale. Problemi e prospettive", che non posso purtroppo
onorare: lo stesso giorno dovro' essere a Teramo, dove presiedo una
Commissione di concorso a cattedra.
Non posso fare a meno di confermare la mia diffidenza nei confronti
degli strumenti della c.d. giustizia penale internazionale (su
individui), pur quando formalmente legittimi se risalenti a convenzioni
debitamente ratificate dagli Stati interessati, ma con l'ulteriore per
me ovvia condizione del rispetto delle garanzie costituzionali degli
Stati medesimi. Al di la' infatti della legittimita' formale, tutti
quegli strumenti (Corti e Tribunali) funzionano complessivamente come
"giustizia dei vincitori" e dei loro alleati. Cio' vale anche per
istituti come la giurisdizione universale di certi Stati: si pensi agli
esiti del caso Pinochet e alle vicende della denuncia contro il primo
ministro israeliano Sharon, in seguito alla quale la legislazione belga
e' stata modificata!
Esprimo comunque il rigetto totale dei Tribunali ad hoc stabiliti dal
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che non ha certamente tale
potere: in base ai ragionamenti svolti a giustificazione, tale potere
potrebbe estendersi in qualunque campo e portare, sulla scorta dei
presupposti indicati dalla Carta ma "accertati" con assoluta
discrezionalita' dal Consiglio di sicurezza, a una dittatura mondiale
di questo organo (di cui non mancano alcune manifestazioni, come le
"liste nere" di organizzazioni e persone definite terroristiche).
A parte questa ed altre considerazioni di fondo, il Tribunale per la ex
Jugoslavia ha perduto ogni credibilita' quando ha rifiutato un
trattamento equo al presidente Milosevic, al quale si sono negati
finora condizioni adeguate al suo stato di salute e tempi per la
preparazione dell'autodifesa commisurati a quelli dell'accusa, ma
soprattutto, e senza appello, quando ha escluso "in limine" l'esame dei
crimini NATO contro la Jugoslavia e il suo popolo.
Istruttivo e' come si e' pronunciato in merito, in un'intervista
comparsa su "Junge Welt" del 17 aprile 2004, l'ex presidente del
Tribunale Antonio Cassese: "Carla Del Ponte avrebbe dovuto agire in
altro modo. Psicologicamente e moralmente e anche per i media, per
l'immagine del Tribunale, avrebbe potuto decidere di investigare su
non-jugoslavi gravati dal sospetto di crimini internazionali". La
dichiarazione e' notevole perche' da una parte afferma l'inevitabilita'
di quella indagine, che pur non vi e' stata, ma dall'altra - ed e' il
segnale univoco sulla morale e il rispetto del diritto che un ex
presidente si attende dal Tribunale - ritiene che quell'indagine, si
sarebbe dovuta effettuare "per l'immagine del Tribunale". Non dunque
per la verita', la quale e' dunque solo quella che si aspettano i veri
fondatori del Tribunale: la criminalizzazione e la condanna della
Jugoslavia aggredita e dei suoi dirigenti, per l'assoluzione degli
aggressori. Il gioco e' ormai fin troppo chiaro.
Resto dell'idea che specifici fatti criminosi vadano giudicati dallo
Stato nazionale degli autori o, a date condizioni, delle vittime o del
luogo di compimento, le sedi c.d. internazionali essendo inappropriate.
Ma le grandi vicende storiche non possono venir giudicate nelle aule
dei Tribunali. "Die Weltgeschichte ist das Weltgericht" (Schiller: La
Storia e' il tribunale del mondo).
Con i migliori saluti
prof. Aldo Bernardini
==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-4828957
email: icdsm-italia @ libero.it
Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC
sito internet:
http://www.pasti.org/linkmilo.htm
Date: Fri, 16 Jul 2004 14:08:38 +0200
To: icdsm -italia @yahoogroups.com
Subject: [icdsm-italia] Lettera di Aldo Bernardini alla Fondazione
Lelio Basso
[ Sulla iniziativa alla Fondazione Lelio Basso, menzionata di seguito,
vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/85 ]
Mittente: Prof. Dott. Aldo Bernardini
Ordinario di Diritto Internazionale
nell'Universita' di Teramo
A: Gent.ma Sig.ra Linda Bimbi
Fondazione Internazionale "Lelio Basso"
Fax 06 6877774
Roma, 8 luglio 2004
Ringrazio per il cortese invito all'incontro su: "La Corte penale
internazionale. Problemi e prospettive", che non posso purtroppo
onorare: lo stesso giorno dovro' essere a Teramo, dove presiedo una
Commissione di concorso a cattedra.
Non posso fare a meno di confermare la mia diffidenza nei confronti
degli strumenti della c.d. giustizia penale internazionale (su
individui), pur quando formalmente legittimi se risalenti a convenzioni
debitamente ratificate dagli Stati interessati, ma con l'ulteriore per
me ovvia condizione del rispetto delle garanzie costituzionali degli
Stati medesimi. Al di la' infatti della legittimita' formale, tutti
quegli strumenti (Corti e Tribunali) funzionano complessivamente come
"giustizia dei vincitori" e dei loro alleati. Cio' vale anche per
istituti come la giurisdizione universale di certi Stati: si pensi agli
esiti del caso Pinochet e alle vicende della denuncia contro il primo
ministro israeliano Sharon, in seguito alla quale la legislazione belga
e' stata modificata!
Esprimo comunque il rigetto totale dei Tribunali ad hoc stabiliti dal
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che non ha certamente tale
potere: in base ai ragionamenti svolti a giustificazione, tale potere
potrebbe estendersi in qualunque campo e portare, sulla scorta dei
presupposti indicati dalla Carta ma "accertati" con assoluta
discrezionalita' dal Consiglio di sicurezza, a una dittatura mondiale
di questo organo (di cui non mancano alcune manifestazioni, come le
"liste nere" di organizzazioni e persone definite terroristiche).
A parte questa ed altre considerazioni di fondo, il Tribunale per la ex
Jugoslavia ha perduto ogni credibilita' quando ha rifiutato un
trattamento equo al presidente Milosevic, al quale si sono negati
finora condizioni adeguate al suo stato di salute e tempi per la
preparazione dell'autodifesa commisurati a quelli dell'accusa, ma
soprattutto, e senza appello, quando ha escluso "in limine" l'esame dei
crimini NATO contro la Jugoslavia e il suo popolo.
Istruttivo e' come si e' pronunciato in merito, in un'intervista
comparsa su "Junge Welt" del 17 aprile 2004, l'ex presidente del
Tribunale Antonio Cassese: "Carla Del Ponte avrebbe dovuto agire in
altro modo. Psicologicamente e moralmente e anche per i media, per
l'immagine del Tribunale, avrebbe potuto decidere di investigare su
non-jugoslavi gravati dal sospetto di crimini internazionali". La
dichiarazione e' notevole perche' da una parte afferma l'inevitabilita'
di quella indagine, che pur non vi e' stata, ma dall'altra - ed e' il
segnale univoco sulla morale e il rispetto del diritto che un ex
presidente si attende dal Tribunale - ritiene che quell'indagine, si
sarebbe dovuta effettuare "per l'immagine del Tribunale". Non dunque
per la verita', la quale e' dunque solo quella che si aspettano i veri
fondatori del Tribunale: la criminalizzazione e la condanna della
Jugoslavia aggredita e dei suoi dirigenti, per l'assoluzione degli
aggressori. Il gioco e' ormai fin troppo chiaro.
Resto dell'idea che specifici fatti criminosi vadano giudicati dallo
Stato nazionale degli autori o, a date condizioni, delle vittime o del
luogo di compimento, le sedi c.d. internazionali essendo inappropriate.
Ma le grandi vicende storiche non possono venir giudicate nelle aule
dei Tribunali. "Die Weltgeschichte ist das Weltgericht" (Schiller: La
Storia e' il tribunale del mondo).
Con i migliori saluti
prof. Aldo Bernardini
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