"Commissariamento globale e preventivo"
nel PRC in vista del Congresso
2: CALABRIA COMMISSARIATA
2allegato: Intervento di Claudia Cernigoi sulla sospensione di
Fulvio Grimaldi (vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3669 )
---
DICHIARAZIONE DI VOTO DI CLAUDIO GRASSI
(SEGRETERIA NAZIONALE) ALLA
DIREZIONE STRAORDINARIA DEL 15.7.2004
SUL COMMISSARIAMENTO DELLA CALABRIA
Il commissariamento della regione Calabria è un fatto grave. Mai nella
storia di Rifondazione Comunista si era proceduto al commissariamento di
una intera regione. Questo crea un precedente grave, viene colpita la
democrazia interna del partito. Nessuno degli addebiti specifici che
sono stati sollevati per proporre il commissariamento riguardano
l’operato del segretario regionale che questo commissariamento fa
decadere o l’attività del comitato regionale. Sono addebiti che
riguardano singole federazioni o singoli circoli che, in quanto tali, e
come prevede il nostro statuto, andavano affrontati. Tra l’altro gli
elementi specifici che qui sono stati argomentati (rissosità, problemi
di tesseramento, ecc.) sono presenti, purtroppo allo stesso modo, anche
in molte altre federazioni di altre regioni. Mai però si è pensato di
commissariare un’intera regione.
La verità è che siamo di fronte a un commissariamento politico che
avviene a congresso nazionale avviato e dopo che, due mesi fa, in quella
regione era stato legittimamente eletto dal comitato politico regionale,
alla presenza del compagno Francesco Ferrara, un segretario regionale,
il compagno Rocco Tassone, che al congresso precedente aveva votato gli
emendamenti. Quindi viene commissariata una regione in pieno percorso
congressuale dove la minoranza della maggioranza è maggioranza.
E’ come se due mesi prima dello svolgimento dello scorso congresso
i Democratici di Sinistra avessero commissariato la Campania dove
il Correntone aveva la maggioranza. Come avremmo giudicato noi
una scelta simile se non il fatto che si voleva penalizzare una
minoranza interna?
E’ stato detto che in Calabria il Partito della Rifondazione Comunista
non è più un presidio democratico: le parole in questo caso sono pietre.
Sono stato in questi anni molte volte in Calabria ben prima dell’ultimo
congresso, quindi ben prima dell’articolazione politica dell’attuale
maggioranza. Il mio legame forte con quei compagni si è prodotto nel
1998 quando contrastammo sul campo una scissione durissima guidata dai
Tripodi, da Brunetti e De Paola, che sembrava dovesse spazzare via il
nostro partito. Non fu così. Grazie a quei compagni che oggi non
sarebbero più un presidio democratico. Non nego difficoltà, problemi ed
errori, li ho visti anch’io andando spesso in Calabria, ma questi non si
risolvono con un atto autoritario e repressivo quale quello del
commissariamento. Il commissariamento li aggrava. D’altra parte, se
vogliamo essere onesti, problemi ci sono anche in altre situazioni e
potrei fare un lungo elenco. Ma devo dire che andando spesso in Calabria
assieme alle difficoltà, ho visto anche un partito che lotta, attivo, in
mille battaglie, spesso fatte contro i poteri forti, contro la mafia,
contro i neofascisti, in condizioni di grandi difficoltà e con mezzi
inadeguati.
Rifondazione Comunista in Calabria è un grande presidio democratico.
Infine sulle mie dimissioni dalla Segreteria nazionale.
I compagni e le compagne che all’ultimo congresso hanno determinato le
condizioni perché io sia in quel posto, mi chiedono di rimanere e io lo
farò. Li ringrazio per quello che hanno fatto e detto in queste giornate
per me difficili. Non mollare, mi è stato detto e non mollerò. Ma vorrei
dire che le mie dimissioni non sono state né un colpo di testa e nemmeno
un ricatto. Sono in segreteria nazionale da 9 anni e mai ho posto –
anche in passaggi difficilissimi – questo problema. L’ho fatto perché ho
vissuto e vivo questa scelta come una scelta grave che colpisce la
nostra democrazia interna. La vivo come un sopruso, un’angheria,
un’ingiustizia. Una di quelle cose che ti spinge, almeno a me capita
così, a ribellarti istintivamente.
La scelta che si sta compiendo oggi è un grave errore. Ci sono problemi
in Calabria come in altre regioni. Ma gli interventi autoritari non solo
non li possono risolvere ma li acuiscono.
=== 2allegato ===
Cari compagni, alcuni giorni or sono ho inviato questo messaggio al
direttore di Liberazione, ma a tutt'oggi non ho avuto risposte.
Quindi ve lo giro e lo faccio girare
Saluti comunisti
Claudia Cernigoi - Trieste
Caro direttore, ho sentito (chiedo conferma o smentita) che Fulvio
Grimaldi sarebbe stato sospeso dal partito per sei mesi perché avrebbe
esposto uno striscione con la scritta Bertinot in my name o qualcosa
del genere ad una conferenza stampa del segretario. Chiedo notizie dato
che la cosa mi pare assurda, per un avvenimento che definirei nulla più
che una goliardata, visto che sono stati ben altri gli avvenimenti
all'interno del partito che non hanno mai comportato (almeno per quanto
ne so io) sospensioni o comunque provvedimenti disciplinari.
Altrimenti, se la notizia fosse vera, dovrei tristemente concludere che
il superamento del leninismo visto come progetto politico dal partito,
non porta contestualmente con sé anche il superamento dello stalinismo,
inteso non come sistema politico ma come modus operandi all'interno del
partito.
Saluti
Claudia Cernigoi Trieste
nel PRC in vista del Congresso
2: CALABRIA COMMISSARIATA
2allegato: Intervento di Claudia Cernigoi sulla sospensione di
Fulvio Grimaldi (vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3669 )
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DICHIARAZIONE DI VOTO DI CLAUDIO GRASSI
(SEGRETERIA NAZIONALE) ALLA
DIREZIONE STRAORDINARIA DEL 15.7.2004
SUL COMMISSARIAMENTO DELLA CALABRIA
Il commissariamento della regione Calabria è un fatto grave. Mai nella
storia di Rifondazione Comunista si era proceduto al commissariamento di
una intera regione. Questo crea un precedente grave, viene colpita la
democrazia interna del partito. Nessuno degli addebiti specifici che
sono stati sollevati per proporre il commissariamento riguardano
l’operato del segretario regionale che questo commissariamento fa
decadere o l’attività del comitato regionale. Sono addebiti che
riguardano singole federazioni o singoli circoli che, in quanto tali, e
come prevede il nostro statuto, andavano affrontati. Tra l’altro gli
elementi specifici che qui sono stati argomentati (rissosità, problemi
di tesseramento, ecc.) sono presenti, purtroppo allo stesso modo, anche
in molte altre federazioni di altre regioni. Mai però si è pensato di
commissariare un’intera regione.
La verità è che siamo di fronte a un commissariamento politico che
avviene a congresso nazionale avviato e dopo che, due mesi fa, in quella
regione era stato legittimamente eletto dal comitato politico regionale,
alla presenza del compagno Francesco Ferrara, un segretario regionale,
il compagno Rocco Tassone, che al congresso precedente aveva votato gli
emendamenti. Quindi viene commissariata una regione in pieno percorso
congressuale dove la minoranza della maggioranza è maggioranza.
E’ come se due mesi prima dello svolgimento dello scorso congresso
i Democratici di Sinistra avessero commissariato la Campania dove
il Correntone aveva la maggioranza. Come avremmo giudicato noi
una scelta simile se non il fatto che si voleva penalizzare una
minoranza interna?
E’ stato detto che in Calabria il Partito della Rifondazione Comunista
non è più un presidio democratico: le parole in questo caso sono pietre.
Sono stato in questi anni molte volte in Calabria ben prima dell’ultimo
congresso, quindi ben prima dell’articolazione politica dell’attuale
maggioranza. Il mio legame forte con quei compagni si è prodotto nel
1998 quando contrastammo sul campo una scissione durissima guidata dai
Tripodi, da Brunetti e De Paola, che sembrava dovesse spazzare via il
nostro partito. Non fu così. Grazie a quei compagni che oggi non
sarebbero più un presidio democratico. Non nego difficoltà, problemi ed
errori, li ho visti anch’io andando spesso in Calabria, ma questi non si
risolvono con un atto autoritario e repressivo quale quello del
commissariamento. Il commissariamento li aggrava. D’altra parte, se
vogliamo essere onesti, problemi ci sono anche in altre situazioni e
potrei fare un lungo elenco. Ma devo dire che andando spesso in Calabria
assieme alle difficoltà, ho visto anche un partito che lotta, attivo, in
mille battaglie, spesso fatte contro i poteri forti, contro la mafia,
contro i neofascisti, in condizioni di grandi difficoltà e con mezzi
inadeguati.
Rifondazione Comunista in Calabria è un grande presidio democratico.
Infine sulle mie dimissioni dalla Segreteria nazionale.
I compagni e le compagne che all’ultimo congresso hanno determinato le
condizioni perché io sia in quel posto, mi chiedono di rimanere e io lo
farò. Li ringrazio per quello che hanno fatto e detto in queste giornate
per me difficili. Non mollare, mi è stato detto e non mollerò. Ma vorrei
dire che le mie dimissioni non sono state né un colpo di testa e nemmeno
un ricatto. Sono in segreteria nazionale da 9 anni e mai ho posto –
anche in passaggi difficilissimi – questo problema. L’ho fatto perché ho
vissuto e vivo questa scelta come una scelta grave che colpisce la
nostra democrazia interna. La vivo come un sopruso, un’angheria,
un’ingiustizia. Una di quelle cose che ti spinge, almeno a me capita
così, a ribellarti istintivamente.
La scelta che si sta compiendo oggi è un grave errore. Ci sono problemi
in Calabria come in altre regioni. Ma gli interventi autoritari non solo
non li possono risolvere ma li acuiscono.
=== 2allegato ===
Cari compagni, alcuni giorni or sono ho inviato questo messaggio al
direttore di Liberazione, ma a tutt'oggi non ho avuto risposte.
Quindi ve lo giro e lo faccio girare
Saluti comunisti
Claudia Cernigoi - Trieste
Caro direttore, ho sentito (chiedo conferma o smentita) che Fulvio
Grimaldi sarebbe stato sospeso dal partito per sei mesi perché avrebbe
esposto uno striscione con la scritta Bertinot in my name o qualcosa
del genere ad una conferenza stampa del segretario. Chiedo notizie dato
che la cosa mi pare assurda, per un avvenimento che definirei nulla più
che una goliardata, visto che sono stati ben altri gli avvenimenti
all'interno del partito che non hanno mai comportato (almeno per quanto
ne so io) sospensioni o comunque provvedimenti disciplinari.
Altrimenti, se la notizia fosse vera, dovrei tristemente concludere che
il superamento del leninismo visto come progetto politico dal partito,
non porta contestualmente con sé anche il superamento dello stalinismo,
inteso non come sistema politico ma come modus operandi all'interno del
partito.
Saluti
Claudia Cernigoi Trieste