Schroeder in Polonia: "Non bisogna capovolgere la storia"


Si metta a confronto l'onesta' ed il coraggio dimostrati dal
cancelliere tedesco Schroeder - almeno in questa occasione - con il
vigliacco opportunismo, il trasformismo ed il revisionismo storico
degli esponenti del centrosinistra italiano. Secondo Piero Fassino, ad
esempio, l'aggressione fascista alla Jugoslavia non poté giustificare
né "la perdita dei territori" (sic) né l'"esodo degli istriani"
(dichiarazioni rese nel corso della conferenza stampa tenuta a Trieste
il 5 febbraio di quest'anno).
Mentre dunque Schroeder rende omaggio alle vittime del nazifascismo,
Fassino preferisce rendere omaggio alle rivendicazioni irredentiste dei
nazionalisti italiani sul nostro "fronte orientale". (IS)


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02/08/2004 - 23:49

Germania: è polemica su no indennizzi a espulsi da Polonia

BERLINO - All'indomani del discorso di Gerhard Schroeder a Varsavia,
dove alle celebrazioni del 60/o dell'insurrezione ha ammesso le colpe
del Terzo Reich, è polemica in Germania sul no del cancelliere ai
risarcimenti chiesti a Varsavia dai tedeschi espulsi dalla Polonia nel
1945.

Sul piede di guerra è la Federazione degli espulsi (Bund der
Vetriebenen, BdV), che accusa Schroeder di non fare gli interessi dei
suoi connazionali. Parole molto dure ha espresso in varie interviste
Erika Steinbach, presidente del BdV, che ha definito "indecorosa" la
posizione del cancelliere.

Ieri Schroeder, parlando nella capitale polacca accanto al presidente
Aleksander Kwasniewski e al segretario di stato americano Colin Powell,
si era detto contrario alle richieste di indennizzo dei tedeschi
espulsi. "Non vi può essere più alcuno spazio per pretese di
risarcimento provenienti dalla Germania", aveva detto, schierandosi in
tal modo con la dirigenza di Varsavia. Il ministro degli esteri
Wlodzimierz Cimoszewicz aveva espresso grande soddisfazione per le
parole del cancelliere che, a suo avviso, hanno "un grande significato
per la Polonia".

Erika Steinbach ritiene invece che - se non si vuole tirare in ballo la
Polonia - allora dovrebbe essere il governo tedesco a farsi carico del
problema degli indennizzi. "Se Schroeder avesse voluto tranquillizzare
i polacchi, allora avrebbe dovuto dire: saremo noi a fare una legge che
risolve il contenzioso ancora in piedi con gli espulsi, e ci assumiamo
per questo anche l'onere economico", ha detto la Steinbach alla
televisione pubblica Zdf.

Ma il no del governo di Berlino a una tale ipotesi è subito venuto dal
portavoce della cancelleria. "Non ci sarà una tale soluzione", ha detto
il portavoce Thomas Steg. Gli espulsi hanno certo la possibilità - ha
aggiunto - di rivolgersi singolarmente al tribunale, anche se il
governo non vede "alcun fondamento giuridico" per una tale azione.

Un altro elemento di contrasto fra il BdV e Schroeder è la proposta di
realizzare a Berlino un 'Centro contro le espulsionì, sul quale invece
il cancelliere si è detto nettamente contrario.

Sono questi due problemi del resto - le richieste di risarcimento degli
espulsi e il Centro a Berlino - che continuano a condizionare in
negativo i rapporti tra Germania e Polonia, ora partner alla pari
nell'Unione europea.

"Sappiamo bene chi ha scatenato la guerra e chi sono state le sue prime
vittime", aveva detto fra l'altro Schroeder ieri sera a Varsavia nel
discorso alla cerimonia ufficiale del 60/o dell'insurrezione.

Appoggio al no di Schroeder ai risarcimenti per i tedeschi è venuto
oggi dai Verdi, alleati dei socialdemocratici nel governo federale, e
dal segretario generale della Spd Klaus Uwe Benneter. Quest'ultimo ha
invitato la Cdu a prendere le distanze dalla posizione di Erika
Steinbach (lei stessa della Cdu), la cui critica a Schroeder è per
Benneter "di cattivo gusto".

ATS


http://www.tradenet.it/pages_95078.html

(AGI) RIVOLTA VARSAVIA: SCHROEDER, NON BISOGNA CAPOVOLGERE STORIA

(AGI) - Varsavia, 1 ago. - Nel suo atteso discorso in occasione della
commemorazione del 60.mo anniversario della rivolta di Varsavia contro
gli occupanti nazisti, il cancelliere Gerhard Schroeder ha reso omaggio
stasera al coraggio del popolo polacco, ed ha invitato con parole ferme
l'associazione dei profughi tedeschi, che rivendicano la restituzione
dei beni perduti o un loro indennizzo, a non capovolgere la storia. "Mi
inchino - ha detto Schroeder - davanti allo spirito di sacrificio ed
all'orgoglio degli uomini e delle donne dell'Armia Krajova", l'armata
patriottica polacca che per 63 giorni condusse la rivolta prima di
venire annientata dai reparti della Wehrmacht e delle SS. Diversamente
da quanto aveva fatto nella stessa occasione 10 anni fa, in un discorso
rimasto storico, l'allora presidente della repubblica Roman Herzog,
Schroeder non ha parlato esplicitamente delle responsabilità dei
tedeschi, ma delle truppe naziste. "Noi ci inchiniamo oggi con vergogna
di fronte ai crimini delle truppe naziste - ha affermato - In questo
luogo dell'orgoglio polacco e della vergogna tedesca speriamo nella
riconciliazione e nella pace". Herzog aveva pronunciato a suo tempo
queste parole: "Mi inchino oggi davanti ai combattenti della rivolta di
Varsavia e davanti a tutte le vittime polacche della guerra: vi chiedo
perdono per quello che i tedeschi vi hanno fatto". Alludendo in modo
particolare alle posizioni del "Bund der Vertriebenen", l'associazione
dei profughi tedeschi, Schroeder e' stato ancora più chiaro nel
definire le responsabilità della tragedia che si abbatte' sulla
Polonia: "Noi tedeschi sappiamo benissimo - ha detto - chi ha iniziato
la guerra e chi ne sono state le prime vittime. Per questo oggi in
Germania non ci puo' essere piu' alcuno spazio per pretese di
restituzione che capovolgono la storia". -