RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC
Viaggio del 10-13 settembre 2004
(resoconto di viaggio a cura Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA Trieste)
Questa relazione e’ suddivisa in cinque parti:
Introduzione
Si costruiscono nuovi ponti di solidarieta'
Materiale trasportato
Cronaca del viaggio
Il sostegno a un gruppo di profughi da Pec (Kosovo)
Il microprogetto artigianato
Conclusioni
[di seguito: intervento all’assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 12 settembre 2004]
Come vedete manca la parte che sempre chiude questi resoconti, e cioe'
un aggiornamento sullo stato attuale della Zastava e sulla situazione
generale in Serbia. Questa parte viene omessa in questa relazione
perche' il viaggio si e' effettuato solo due mesi dopo il precedente e
non vi sono novita' di rilievo da segnalare.
Introduzione
Vi invio un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per consegnare le adozioni a distanza che fanno capo al
Gruppo Zastava di Trieste e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL.
Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale.
Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i quali
- il sito del coordinamento RSU, all’indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso.
L'ultima relazione relativa al viaggio di luglio 2004 si trova
all'indrizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/
2004_0704zastava_relazione.htm
Nello stesso sito segnalo un interessantie articolo di Enrico Vigna,
della associazione SOS Jugoslavia di Torino, che ha incontrato a marzo
scorso Cedomir Pajevic, vice segretario del Sindacato Samostalni della
Zastava, e Ruzica Milosavljevic, che dello stesso sindacato della
Zastava è stata segreteria generale. Ne è uscita fuori una vasta
intervista che descrive in dettaglio il drammatico quadro della realtà
serba post bellica.
Segnalo inoltre come molto interessante la relazione del viaggio svolto
a maggio scorso dall'associazione di Roma ABC, solidarieta' e pace
all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/2004_0527_abc.zip
Tutti i nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei Balcani
difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.
Si costruiscono nuovi ponti di solidarieta’
Come forse ricorderete, abbiamo preso in carico da marzo scorso due
fratellini colpiti da una malattia assai rara alla pelle (epidermiolisi
bollosa), ai quali forniamo periodicamente le bende per coprire le
piaghe di cui sono ricoperti (vedi relazione di marzo 2004, al
paragrafo Materiale trasportato e cronaca del viaggio).
Non e’ purtroppo una malattia curabile, si possono solo lenire le loro
sofferenze.
Abbiamo scoperto l’esistenza di una ONLUS in Italia che si occupa di
questa malattia, fondata a Catania 11 anni fa da un gruppo di genitori
di bambini colpiti da questa malattia.
Abbiamo avuto con loro un contatto per e-mail il 24 agosto, ci hanno
telefonato il 3 settembre, e il giorno 8 settembre ci e’ arrivato un
grosso scatolone contenente una grande scorta di bende e garze, per un
valore superiore ai 2000 euro. Abbiamo portato gran parte di queste
bende con noi; per dicembre questi nuovi amici ci hanno promesso altro
materiale.
Il Dr. Rodolfo Gallo di Fossalta di Piave ha organizzato a luglio a
casa sua una grande lotteria a sostegno delle nostre iniziative e ci ha
consegnato 1065 euro.
Gaetano da Fossalta ci ha consegnato 800 euro, frutto di sottoscrizioni
da lui raccolte, che si aggiungono ad altri 800 che ci aveva consegnato
a giugno..
Venanzio da S. Elena (che ha gia' sei adozioni a suo carico) ci ha
inviato per i bambini figli di profughi da Pec 1000 euro, a seguito di
una trasmissione su Radio Cooperativa di Padova curata da Mario in cui
si illustravano le catastrofiche condizioni in cui sono costretti a
sopravvivere.
Un gruppo di lavoratori di una azienda di Spinea ci ha consegnato
prodotti alimentari e di igiene personale per un valore superiore a
1000 euro; inoltre hanno raccolto 210 euro per il finanziamento al
sostegno dei bambini di Pec e molti scatoloni di vestiario nuovo ed
usato.
Vera e Giorgio da Trieste ci hanno consegnato medicinali per piu' di
1000 euro (soprattutto integratori vitaminici pediatrici).
Si tratta di ingenti quantita' di denaro, medicinali e merci per le
quali ringraziamo vivamente tutte le persone e le associazioni che si
sono impegnate per reperirle; il nostro impegno a Kragujevac e' pero'
cresciuto di molto nell'ultimo anno e quindi invitiamo tutti a
contribuire con generosita'.
Materiale trasportato
La delegazione era costituita da Gilberto e Zdravko da Trieste, Mario e
Luisa da Padova, Giandomenico e Gino da Conegliano, da Feredica e Nadia
da Fossalta di Piave.
Per il viaggio abbiamo utilizzato un pullmino fornitoci gratuitamente
dalla Associazione Triestina di Solidarieta' Internazionale.
Ricordo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute dai
partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote di
adozione a distanza da distribuire (come del resto in tutti i
precedenti viaggi effettuati). Il viaggio e' costato complessivamente
(tra gasolio, pedaggi autostradali, pernottamenti e pasti) poco meno di
900 euro.
All'ultimo momento si sono aggiunti a noi con la loro auto Maurizio e
Miro della associazione Il nido del cuculo di Rimini.
Avevamo una ventina tra scatole e valigie di vestiario usato, circa 50
paia di scarpe ed una dozzina di pacchi di regali alle famiglie
jugoslave da parte delle famiglie adottanti italiane.
Inoltre una valigia con gli integratori vitaminici e gli altri
medicinali (per un valore complessivo di circa 3000 euro).
Le adozioni da distribuire erano 111, di cui 4 nuove, per un valore
complessivo di 11755 euro. La maggior parte erano quote trimestrali da
75 euro.
Infine avevamo 1081 euro frutto della vendita dei prodotti di uncinetto
di circa 15 operaie che ci avevano inviato i loro lavori in conto
vendita a maggio scorso per mezzo dell'Associazione Zastava Brescia,
all’interno del microprogetto artigianato.
Avevamo già acquistato a Kragujevac materiale scolastico e per igiene
personale per un totale di 1904 euro, da distribuire ai nostri ragazzi
e ai bambini di Pec.
Si trattava di
1200 quaderni formato A4
1200 penne biro
200 album da disegno
200 scatole da 12 pennarelli
200 squadrette
200 righelli
600 matite
200 gomme
per una spesa di 1152 euro.
Con questo materiale sono stati preparati 200 pacchetti; circa 130 sono
stati distribuiti nell'assemblea di consegna delle quote di adozione,
ed i restanti sono stato consegnati all'Ufficio Adozioni per una
successiva distribuzione alle famiglie con piu' bisogno. Si tratta di
una ben poca cosa rispetto alle reali necessita' dei lavoratori e delle
loro famiglie, ma ' stato il massimo che potevamo fare.
Inoltre sono stati acquistati:
130 saponette
65 bottiglie di shampoo da 1 litro
65 spazzolini
130 dentifrici
65 barre di cioccolato da 300 grammi
65 sacchetti di caramelle
130 pacchi da un kilo di biscotti secchi
per una spesa di 752 euro.
Sono stati preparati 65 sacchetti da distribuire ai bambini del campo
profughi.
Cronaca del viaggio
Siamo partiti da Trieste alle 9 del mattino e siamo arrivati a
Kragujevac alle 8 di sera, senza alcun problema durante il
viaggio.Tempo bello sia durante il viaggio che durante i due giorni
trascorsi a Kragujevac.
Dopo lo scarico del furgone, cena con Rajka e Milja dell'ufficio
adozioni del Sindacato Samostanli, e con Delko e Rajko, rispettivamente
segretario e vicesegretario dello stesso Sindacato.
Il mattino del sabato abbiamo verificato le liste delle adozioni e
preparato le buste con il denaro.
Ci siamo poi recati all'incontro con i profughi da Pec (di cui scriverò
dopo)
Ottimo pranzo a casa della famiglia la cu figlia e' adottata da Mario e
Luisa.
Pomeriggio dedicato alla visita di varie famiglie con figli adottati
dai membri della delegazione; le condizioni di queste famiglie sono
sempre difficili, e non si vedono prospettive per il futuro, ma questi
incontri si svolgono sempre in un clima di festa e di vera amicizia.
Dobbiamo sempre stare attenti a non esagerare con gli squisiti dolci
che ci offrono.
Durante una di queste visite ho intervistato a lungo un lavoratore, che
ha partecipato alla rimozione delle macerie e alla fase di
ricostruzione della fabbrica. Ha detto cose molto interessanti.
Inviero' in un secondo la tracrizione di questo colloquio, perche' devo
ancora trascrivere la cassetta su cui e' registrata l'intervista.
La sera siamo stati a cena da una famiglia che avevamo gia' incontrato
due volte (l'ultima a dicembre scorso).
Sono Kossovari giunti alcuni anni fa a Kragujevac; due figli, madre
casalinga e padre cassaintegrato; avevano iniziato a costruirsi la
casa, ma la situazione degli anni dell'embargo e successiva al 1999
aveva permesso loro di finire una sola stanza in cui hanno abitato per
anni; la madre partecipa al progetto artigiananto e ci hanno mostrato
con orgoglio una nuova stanza (la cucina) appena finita utilizzando per
l'acquisto dei materiali necessari i proventi ricavati dalla vendita
dei prodotti tessili.
Il mattino di domenica abbiamo distribuito le quote delle adozioni
delle nostre associazioni; la grande sala della direzione dove
avvengono questi incontri era praticamente al suo limite di capienza
(alcune centinaia di persone). L'atmosfera e' stata come al solito
festosa, siamo stati sommersi di bottiglie di rakja fatta in casa, di
marmellate, di miele, di prodotti tessili, doni che riporteremo con noi
in Italia e che, pur con qualche difficolta' di tipo geografico,
consegneremo alle famiglie italiane.
Sono stati inoltre distribuiti i pacchi contenenti il materiale
scolastico.
Alla fine dell’assemblea abbiamo consegnato il ricavato della vendita
dei prodotti di artigianato degli ultimi due mesi dicembre-marzo e
prelevato ulteriore materiale che le donne avevano preparato; come
sempre ci e' stato consegnato in conto vendita.
Il pomeriggio abbiamo visitato altre famiglie; una e' formata da padre
serbo e madre albanese, con tre figli; il padre nel salutarci ha usato
parole bellissime paragonando gli uomini alle pietre che se messe
insieme formano mura indistruttibili.
In un'altra famiglia il ragazzo adottato aveva usato parte della quota
consegnata a luglio per comperare un carretto adattato alla
preparazione di pop-corn, con il quale durante l'estate ha girato per
le strade della citta' in modo da integrare il reddito della famiglia.
Negli spostamenti tra una famiglia e l'altra abbiamo attraversato il
suggestivo Parco della Rimembranza di Kragujevac, dove il 21 ottobre
1941 furono sterminate per rappresaglia dai nazisti 7300 persone, tra
le quali 2500 operai della Zastava e gli studenti del locale liceo,
insieme ai loro professori. Molti monumenti costruiti con pietre
provenienti dalle varie Repubbliche che costituivano la Repubblica
Federativa Socialista di Jugoslavia ricordano quell'eccidio. Abbiamo
deposto sul monumento centrale i fiori che Federica, Luisa e Nadia
avevano ricevuto in dono durante l'assemblea del mattino.
La sera abbiamo discusso con i rappresentanti del sindacato i possibili
progetti di solidarieta' futuri e abbiamo definito la data del prossimo
viaggio che si svolgera' dal 17 al 21 dicembre prossimi.
Lunedi' durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati a Belgrado dove
abbiamo attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una
serie di edifici pubblici completamente distrutti dai bombardamenti del
1999.
Siamo arrivati a Trieste verso le 7 di sera di lunedi' 13 settembre.
L'incontro con profughi di Pec
Dobbiamo ricordare che in Serbia vivono circa un milione di profughi
provenienti dalle varie repubbliche (nate dopo la dissoluzione della
RFSJ) e dal Kosovo; la loro è una situazione disperata, senza aiuti,
senza prospettive. Sono invisibili a tutto il mondo.
Avevamo gia' incontrato un gruppo di famiglie profughe da Pec e
Pristina nel viaggio dello scorso luglio.
Sono ammassate nella periferia di Kragujevac in un piccolo centro
commerciale; con tramezzi di legno sono state ricavate "stanze" di
circa 20 metri quadrati dove sopravvivono 45 famiglie, in totale circa
200 persone; ciascuna stanza è occupata da una famiglia, spesso
allargata a nonni e zii.
Un solo bagno a disposizione di tutti, senza riscaldamento, in
condizioni alimentari igieniche e sanitarie tragiche.
Manca tutto, ma proprio tutto quello che dovrebbe salvaguardare almeno
i diritti minimi, l'essenziale per la sopravvivenza.
Avevamo fornito a luglio ai 65 bambini che vivono li' il materiale
scolastico per il questo anno scolastico.
Grazie soprattutto alle insistenze di Barbara, che aveva partecipato al
viaggio di luglio, e a un inatteso finanziamento, abbiamo deciso di
mantenere in piedi questo rapporto, distribuendo ai bambini il
materiale elencato nel capitolo "Materiale trasportato" di questa
relazione.
L'incontro e' avvenuto in strada, in un clima molto diverso dalla volta
precedente.
Siamo stati accolti con una bella tradizionale forma di benvenuto: ci
hanno offerto del pane e del sale.
Un breve saluto da parte nostra seguito dalla consegna di una bandiera
della pace bilingue (PACE MIR) che e' stata subito issata sul tetto;
poi una donna a nome di tutti ci saluta con queste parole:
"Nessuno viene a trovarci, viviamo dall'oggi al domani, non sappiamo
che cosa succedera'. Il contratto scade nel 2005, tra tre mesi. Ci sono
45 famiglie in questo centro profughi, tutti abbiamo lo stesso destino,
la stessa incertezza; A nome del nostro centro profughi vi ringraziamo
per l'appoggio che ci avete dato e ringraziamo la vostra amicizia, che
per noi e' molto preziosa; vi ringraziamo di non aver dimenticato
questi bambini; ogni aiuto per loro e' prezioso, dalla mano
dell'amicizia alle cose piu' semplici, perche' hanno bisogno di tutto e
loro non hanno nessuna colpa di quello che e' successo.
Sarete sempre I benvenuti, la porta del nostro centro e' sempre aperta
per voi."
Dopo la consegna dei pacchi, la gente vuole che entriamo nell'edificio,
e con molta dignità ci mostra le proprie condizioni di vita; le
barriere linguistiche cadono di fronte agli sguardi, e si capisce tutta
l'impotenza di questi genitori, fino a ieri operai che potevano sperare
in un futuro per i loro figli, ed ora senza alcuna prospettiva per il
domani.
Per il prossimo viaggio vorremmo poter continuare in questa operazione
di solidarieta', ad esempio consegnando una pacco ad ogni famiglia ed
uno a ogni bambino. Tutto dipendera' dai nostri sottoscrittori.
Il microprogetto artigianato
Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003; il numero di donne
coinvolte e' salito a circa 20.
Esse ci forniscono prodotti di ricamo e di uncinetto e li poniamo in
vendita.
Si tratta di un salto di qualita' all'interno della campagna di
solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente la
differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra.
La vendita di questi lavori si era svolta fino a marzo scorso nelle
forme a noi consuete, attraverso rapporti personali con gli acquirenti,
nelle sagre e nelle feste a cui partecipiamo con i nostri banchetti.
La presenza delle COOP ha fatto per il momento decollare questo
progetto, in quanto si sono allargati notevolmente i canali di
vendita, soprattutto grazie al prezioso lavoro di Gaetano, Nadia e
Antonella.
Da segnalare che un nuovo canale di vendita si e' aperto in Piemonte
attraverso due nuovi adottanti, Filippo di Dronero e Bianca di Torino.
Ci e' comunque chiaro che nelle forme attuali il progetto non potra'
durare ancora a lungo; sara' necessario inventare nuovi meccanismi che
ci permettano la vendita di questi prodotti, fatto salvo il principio
dell'assenza di intermediari.
In questo viaggio abbiamo consegnato alle donne la cifra di 1081 euro,
Il totale generale del denaro consegnato fino ad ora è giunto quindi a
3.947,50 euro.
Anche questa volta abbiamo riportato in Italia una grande quantita' di
materiale prodotto; c'e' da sperare che le prossime festivita' di fine
anno ci aiutimo a mantenere in piedi questa forma di solidarieta'.
Conclusioni
Non riporto in questa relazione nuovi dati aggiornati, visto che la
precedente ci era stata consegnata due mesi fa; gli aggiornamenti sulla
situazione generale del popolo serbo e dei lavoratori di Kragujevac in
particolare sono rimandati alla prossima relazione di dicembre.
In modo generale possiamo dire che lavoratori jugoslavi continuano ad
essere in condizioni di oggettiva debolezza e devono fare i conti con
la necessità di una ricostruzione post-bombardamenti che ha ormai da
tre anni assunto una chiara direttrice iper-liberista.
Lo Stato, fortemente allettato e subordinato alle promesse di aiuto
occidentali, ha lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i
prezzi aumentano, le scuole e la sanità diventano prestazioni
disponibili solo per i più ricchi, le fabbriche, le zone industriali
sono all’asta di profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi
bassi e ponendo condizioni di lavoro inaccettabili. Sono evidenti e
stridenti le contraddizioni tra una estrema poverta' diffusa nella
quasi totalita' della popolazione una ricchezza esibita attraverso i
suoi tipici simboli, soprattutto le auto di lusso.
Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza; una
delle loro grandi preoccupazioni e’ di non rimanere soli, abbandonati
ed invisibili al resto del mondo.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche’ giunga a loro la nostra
solidarieta’ e fratellanza materiale e politica.
---
Intervento, a nome del coordinamento RSU-CGIL, del gruppo ZASTAVA
Trieste, e dell’Associazione”Non bombe ma solo Caramelle” - ONLUS
svolto da Gilberto Vlaic all’assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 12 settembre 2004 in occasione della consegna delle
adozioni a distanza
Care lavoratrici e cari lavoratori della Zastava,
carissime bambine, carissimi bambini,
Come promesso a luglio, eccoci di nuovo tra voi.
Prima di tutto vi porto il piu’ affettuoso e fraterno saluto delle
associazioni che qui rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l’associazione Non bombe ma solo Caramelle
le Cooperative dei lavoratori del nord-est.
Per quanto riguarda me, essere qui con voi ancora una volta mi fa
sentire a casa, insieme alla mie sorelle e ai miei fratelli jugoslavi.
In questo viaggio portiamo piu' di 110 adozioni, di cui 4 sono nuove.
Voglio dire ancora una volta che questo gesto di solidarieta' tra
lavoratori italiani e lavoratori jugoslavi non ha niente di
caritatevole, ma e' un esempio concreto della solidarieta' tra
lavoratori, perche' i nostri interessi materiali come classe sociale
sono gli stessi indipendentemente dal Paese dove abitiamo e dalla
lingua che parliamo.
Su un muro della mia sezione di partito c’e’ una lapide che riporta
alcuni versi del poeta turco Nazim Hikmet
Credi al grano
Al mare alla terra
Ma soprattutto credi nell’uomo
(e nella donna, aggiungo io).
Noi siamo qui proprio perche’ crediamo nell’uomo e nella dignita'
dell'uomo.
E per noi dignita' dell'uomo vuol dire
Lavoro, Pace, Liberta' e Solidarieta' internazionalista.
Dobbiamo esse uniti e decisi a respingere l'idea che sia possibile per
una potenza economica imporre a tutto il mondo, a tutti i popoli, le
sue leggi e i suoi interessi, attraverso le sue guerre con cui sta
insanguinando il mondo.
Non ci sono guerre giuste o umanitarie. Ci sono solo guerre
imperialiste per l'egemonia territoriale, politica ed economica. Per il
controllo della terra e delle sue risorse, per lo sfruttamento dei
lavoratori, a cui si negano tutti i diritti e si impongono salari da
fame.
Noi invece vogliamo un mondo di giustizia e di pace; una pace per la
quale sara' necessario lottare ancora, con decisione, con convinzione.
Una pace che ha nei lavoratori una forza insostituibile e decisiva; la
solidarieta' tra i lavoratori puo' essere piu' forte di qualsiasi
cannone.
Ma torniamo alla nostra assemblea.
Care bambine, cari bambini tra poco riceverete le buste contenenti gli
aiuti materiali dei vostri amici italiani.
Vi rinnovo l'invito di scrivere a queste persone, specialmente quelli
di voi che riceveranno adozioni nuove.
Infatti nel mio Paese si parla poco di voi, molti sono convinti che vi
abbiamo portato democrazia, liberta’ e benessere e che comunque la
vostra situazione e’ migliorata dalla fine dell’aggressione.
Noi sappiamo che non e’ cosi’. Noi cerchiamo in tutti i modi di
mantenere vivo il ricordo della primavera del 1999 e di descrivere la
vostra attuale situazione, ma le vostre parole, le vostre testimonianze
valgono piu’ di mille dei nostri discorsi e dei nostri dibattiti.
SVE VAS VOLIM
Kragujevac, 12-9-2004
Viaggio del 10-13 settembre 2004
(resoconto di viaggio a cura Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA Trieste)
Questa relazione e’ suddivisa in cinque parti:
Introduzione
Si costruiscono nuovi ponti di solidarieta'
Materiale trasportato
Cronaca del viaggio
Il sostegno a un gruppo di profughi da Pec (Kosovo)
Il microprogetto artigianato
Conclusioni
[di seguito: intervento all’assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 12 settembre 2004]
Come vedete manca la parte che sempre chiude questi resoconti, e cioe'
un aggiornamento sullo stato attuale della Zastava e sulla situazione
generale in Serbia. Questa parte viene omessa in questa relazione
perche' il viaggio si e' effettuato solo due mesi dopo il precedente e
non vi sono novita' di rilievo da segnalare.
Introduzione
Vi invio un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per consegnare le adozioni a distanza che fanno capo al
Gruppo Zastava di Trieste e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL.
Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale.
Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i quali
- il sito del coordinamento RSU, all’indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso.
L'ultima relazione relativa al viaggio di luglio 2004 si trova
all'indrizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/
2004_0704zastava_relazione.htm
Nello stesso sito segnalo un interessantie articolo di Enrico Vigna,
della associazione SOS Jugoslavia di Torino, che ha incontrato a marzo
scorso Cedomir Pajevic, vice segretario del Sindacato Samostalni della
Zastava, e Ruzica Milosavljevic, che dello stesso sindacato della
Zastava è stata segreteria generale. Ne è uscita fuori una vasta
intervista che descrive in dettaglio il drammatico quadro della realtà
serba post bellica.
Segnalo inoltre come molto interessante la relazione del viaggio svolto
a maggio scorso dall'associazione di Roma ABC, solidarieta' e pace
all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/2004_0527_abc.zip
Tutti i nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei Balcani
difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.
Si costruiscono nuovi ponti di solidarieta’
Come forse ricorderete, abbiamo preso in carico da marzo scorso due
fratellini colpiti da una malattia assai rara alla pelle (epidermiolisi
bollosa), ai quali forniamo periodicamente le bende per coprire le
piaghe di cui sono ricoperti (vedi relazione di marzo 2004, al
paragrafo Materiale trasportato e cronaca del viaggio).
Non e’ purtroppo una malattia curabile, si possono solo lenire le loro
sofferenze.
Abbiamo scoperto l’esistenza di una ONLUS in Italia che si occupa di
questa malattia, fondata a Catania 11 anni fa da un gruppo di genitori
di bambini colpiti da questa malattia.
Abbiamo avuto con loro un contatto per e-mail il 24 agosto, ci hanno
telefonato il 3 settembre, e il giorno 8 settembre ci e’ arrivato un
grosso scatolone contenente una grande scorta di bende e garze, per un
valore superiore ai 2000 euro. Abbiamo portato gran parte di queste
bende con noi; per dicembre questi nuovi amici ci hanno promesso altro
materiale.
Il Dr. Rodolfo Gallo di Fossalta di Piave ha organizzato a luglio a
casa sua una grande lotteria a sostegno delle nostre iniziative e ci ha
consegnato 1065 euro.
Gaetano da Fossalta ci ha consegnato 800 euro, frutto di sottoscrizioni
da lui raccolte, che si aggiungono ad altri 800 che ci aveva consegnato
a giugno..
Venanzio da S. Elena (che ha gia' sei adozioni a suo carico) ci ha
inviato per i bambini figli di profughi da Pec 1000 euro, a seguito di
una trasmissione su Radio Cooperativa di Padova curata da Mario in cui
si illustravano le catastrofiche condizioni in cui sono costretti a
sopravvivere.
Un gruppo di lavoratori di una azienda di Spinea ci ha consegnato
prodotti alimentari e di igiene personale per un valore superiore a
1000 euro; inoltre hanno raccolto 210 euro per il finanziamento al
sostegno dei bambini di Pec e molti scatoloni di vestiario nuovo ed
usato.
Vera e Giorgio da Trieste ci hanno consegnato medicinali per piu' di
1000 euro (soprattutto integratori vitaminici pediatrici).
Si tratta di ingenti quantita' di denaro, medicinali e merci per le
quali ringraziamo vivamente tutte le persone e le associazioni che si
sono impegnate per reperirle; il nostro impegno a Kragujevac e' pero'
cresciuto di molto nell'ultimo anno e quindi invitiamo tutti a
contribuire con generosita'.
Materiale trasportato
La delegazione era costituita da Gilberto e Zdravko da Trieste, Mario e
Luisa da Padova, Giandomenico e Gino da Conegliano, da Feredica e Nadia
da Fossalta di Piave.
Per il viaggio abbiamo utilizzato un pullmino fornitoci gratuitamente
dalla Associazione Triestina di Solidarieta' Internazionale.
Ricordo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute dai
partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote di
adozione a distanza da distribuire (come del resto in tutti i
precedenti viaggi effettuati). Il viaggio e' costato complessivamente
(tra gasolio, pedaggi autostradali, pernottamenti e pasti) poco meno di
900 euro.
All'ultimo momento si sono aggiunti a noi con la loro auto Maurizio e
Miro della associazione Il nido del cuculo di Rimini.
Avevamo una ventina tra scatole e valigie di vestiario usato, circa 50
paia di scarpe ed una dozzina di pacchi di regali alle famiglie
jugoslave da parte delle famiglie adottanti italiane.
Inoltre una valigia con gli integratori vitaminici e gli altri
medicinali (per un valore complessivo di circa 3000 euro).
Le adozioni da distribuire erano 111, di cui 4 nuove, per un valore
complessivo di 11755 euro. La maggior parte erano quote trimestrali da
75 euro.
Infine avevamo 1081 euro frutto della vendita dei prodotti di uncinetto
di circa 15 operaie che ci avevano inviato i loro lavori in conto
vendita a maggio scorso per mezzo dell'Associazione Zastava Brescia,
all’interno del microprogetto artigianato.
Avevamo già acquistato a Kragujevac materiale scolastico e per igiene
personale per un totale di 1904 euro, da distribuire ai nostri ragazzi
e ai bambini di Pec.
Si trattava di
1200 quaderni formato A4
1200 penne biro
200 album da disegno
200 scatole da 12 pennarelli
200 squadrette
200 righelli
600 matite
200 gomme
per una spesa di 1152 euro.
Con questo materiale sono stati preparati 200 pacchetti; circa 130 sono
stati distribuiti nell'assemblea di consegna delle quote di adozione,
ed i restanti sono stato consegnati all'Ufficio Adozioni per una
successiva distribuzione alle famiglie con piu' bisogno. Si tratta di
una ben poca cosa rispetto alle reali necessita' dei lavoratori e delle
loro famiglie, ma ' stato il massimo che potevamo fare.
Inoltre sono stati acquistati:
130 saponette
65 bottiglie di shampoo da 1 litro
65 spazzolini
130 dentifrici
65 barre di cioccolato da 300 grammi
65 sacchetti di caramelle
130 pacchi da un kilo di biscotti secchi
per una spesa di 752 euro.
Sono stati preparati 65 sacchetti da distribuire ai bambini del campo
profughi.
Cronaca del viaggio
Siamo partiti da Trieste alle 9 del mattino e siamo arrivati a
Kragujevac alle 8 di sera, senza alcun problema durante il
viaggio.Tempo bello sia durante il viaggio che durante i due giorni
trascorsi a Kragujevac.
Dopo lo scarico del furgone, cena con Rajka e Milja dell'ufficio
adozioni del Sindacato Samostanli, e con Delko e Rajko, rispettivamente
segretario e vicesegretario dello stesso Sindacato.
Il mattino del sabato abbiamo verificato le liste delle adozioni e
preparato le buste con il denaro.
Ci siamo poi recati all'incontro con i profughi da Pec (di cui scriverò
dopo)
Ottimo pranzo a casa della famiglia la cu figlia e' adottata da Mario e
Luisa.
Pomeriggio dedicato alla visita di varie famiglie con figli adottati
dai membri della delegazione; le condizioni di queste famiglie sono
sempre difficili, e non si vedono prospettive per il futuro, ma questi
incontri si svolgono sempre in un clima di festa e di vera amicizia.
Dobbiamo sempre stare attenti a non esagerare con gli squisiti dolci
che ci offrono.
Durante una di queste visite ho intervistato a lungo un lavoratore, che
ha partecipato alla rimozione delle macerie e alla fase di
ricostruzione della fabbrica. Ha detto cose molto interessanti.
Inviero' in un secondo la tracrizione di questo colloquio, perche' devo
ancora trascrivere la cassetta su cui e' registrata l'intervista.
La sera siamo stati a cena da una famiglia che avevamo gia' incontrato
due volte (l'ultima a dicembre scorso).
Sono Kossovari giunti alcuni anni fa a Kragujevac; due figli, madre
casalinga e padre cassaintegrato; avevano iniziato a costruirsi la
casa, ma la situazione degli anni dell'embargo e successiva al 1999
aveva permesso loro di finire una sola stanza in cui hanno abitato per
anni; la madre partecipa al progetto artigiananto e ci hanno mostrato
con orgoglio una nuova stanza (la cucina) appena finita utilizzando per
l'acquisto dei materiali necessari i proventi ricavati dalla vendita
dei prodotti tessili.
Il mattino di domenica abbiamo distribuito le quote delle adozioni
delle nostre associazioni; la grande sala della direzione dove
avvengono questi incontri era praticamente al suo limite di capienza
(alcune centinaia di persone). L'atmosfera e' stata come al solito
festosa, siamo stati sommersi di bottiglie di rakja fatta in casa, di
marmellate, di miele, di prodotti tessili, doni che riporteremo con noi
in Italia e che, pur con qualche difficolta' di tipo geografico,
consegneremo alle famiglie italiane.
Sono stati inoltre distribuiti i pacchi contenenti il materiale
scolastico.
Alla fine dell’assemblea abbiamo consegnato il ricavato della vendita
dei prodotti di artigianato degli ultimi due mesi dicembre-marzo e
prelevato ulteriore materiale che le donne avevano preparato; come
sempre ci e' stato consegnato in conto vendita.
Il pomeriggio abbiamo visitato altre famiglie; una e' formata da padre
serbo e madre albanese, con tre figli; il padre nel salutarci ha usato
parole bellissime paragonando gli uomini alle pietre che se messe
insieme formano mura indistruttibili.
In un'altra famiglia il ragazzo adottato aveva usato parte della quota
consegnata a luglio per comperare un carretto adattato alla
preparazione di pop-corn, con il quale durante l'estate ha girato per
le strade della citta' in modo da integrare il reddito della famiglia.
Negli spostamenti tra una famiglia e l'altra abbiamo attraversato il
suggestivo Parco della Rimembranza di Kragujevac, dove il 21 ottobre
1941 furono sterminate per rappresaglia dai nazisti 7300 persone, tra
le quali 2500 operai della Zastava e gli studenti del locale liceo,
insieme ai loro professori. Molti monumenti costruiti con pietre
provenienti dalle varie Repubbliche che costituivano la Repubblica
Federativa Socialista di Jugoslavia ricordano quell'eccidio. Abbiamo
deposto sul monumento centrale i fiori che Federica, Luisa e Nadia
avevano ricevuto in dono durante l'assemblea del mattino.
La sera abbiamo discusso con i rappresentanti del sindacato i possibili
progetti di solidarieta' futuri e abbiamo definito la data del prossimo
viaggio che si svolgera' dal 17 al 21 dicembre prossimi.
Lunedi' durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati a Belgrado dove
abbiamo attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una
serie di edifici pubblici completamente distrutti dai bombardamenti del
1999.
Siamo arrivati a Trieste verso le 7 di sera di lunedi' 13 settembre.
L'incontro con profughi di Pec
Dobbiamo ricordare che in Serbia vivono circa un milione di profughi
provenienti dalle varie repubbliche (nate dopo la dissoluzione della
RFSJ) e dal Kosovo; la loro è una situazione disperata, senza aiuti,
senza prospettive. Sono invisibili a tutto il mondo.
Avevamo gia' incontrato un gruppo di famiglie profughe da Pec e
Pristina nel viaggio dello scorso luglio.
Sono ammassate nella periferia di Kragujevac in un piccolo centro
commerciale; con tramezzi di legno sono state ricavate "stanze" di
circa 20 metri quadrati dove sopravvivono 45 famiglie, in totale circa
200 persone; ciascuna stanza è occupata da una famiglia, spesso
allargata a nonni e zii.
Un solo bagno a disposizione di tutti, senza riscaldamento, in
condizioni alimentari igieniche e sanitarie tragiche.
Manca tutto, ma proprio tutto quello che dovrebbe salvaguardare almeno
i diritti minimi, l'essenziale per la sopravvivenza.
Avevamo fornito a luglio ai 65 bambini che vivono li' il materiale
scolastico per il questo anno scolastico.
Grazie soprattutto alle insistenze di Barbara, che aveva partecipato al
viaggio di luglio, e a un inatteso finanziamento, abbiamo deciso di
mantenere in piedi questo rapporto, distribuendo ai bambini il
materiale elencato nel capitolo "Materiale trasportato" di questa
relazione.
L'incontro e' avvenuto in strada, in un clima molto diverso dalla volta
precedente.
Siamo stati accolti con una bella tradizionale forma di benvenuto: ci
hanno offerto del pane e del sale.
Un breve saluto da parte nostra seguito dalla consegna di una bandiera
della pace bilingue (PACE MIR) che e' stata subito issata sul tetto;
poi una donna a nome di tutti ci saluta con queste parole:
"Nessuno viene a trovarci, viviamo dall'oggi al domani, non sappiamo
che cosa succedera'. Il contratto scade nel 2005, tra tre mesi. Ci sono
45 famiglie in questo centro profughi, tutti abbiamo lo stesso destino,
la stessa incertezza; A nome del nostro centro profughi vi ringraziamo
per l'appoggio che ci avete dato e ringraziamo la vostra amicizia, che
per noi e' molto preziosa; vi ringraziamo di non aver dimenticato
questi bambini; ogni aiuto per loro e' prezioso, dalla mano
dell'amicizia alle cose piu' semplici, perche' hanno bisogno di tutto e
loro non hanno nessuna colpa di quello che e' successo.
Sarete sempre I benvenuti, la porta del nostro centro e' sempre aperta
per voi."
Dopo la consegna dei pacchi, la gente vuole che entriamo nell'edificio,
e con molta dignità ci mostra le proprie condizioni di vita; le
barriere linguistiche cadono di fronte agli sguardi, e si capisce tutta
l'impotenza di questi genitori, fino a ieri operai che potevano sperare
in un futuro per i loro figli, ed ora senza alcuna prospettiva per il
domani.
Per il prossimo viaggio vorremmo poter continuare in questa operazione
di solidarieta', ad esempio consegnando una pacco ad ogni famiglia ed
uno a ogni bambino. Tutto dipendera' dai nostri sottoscrittori.
Il microprogetto artigianato
Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003; il numero di donne
coinvolte e' salito a circa 20.
Esse ci forniscono prodotti di ricamo e di uncinetto e li poniamo in
vendita.
Si tratta di un salto di qualita' all'interno della campagna di
solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente la
differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra.
La vendita di questi lavori si era svolta fino a marzo scorso nelle
forme a noi consuete, attraverso rapporti personali con gli acquirenti,
nelle sagre e nelle feste a cui partecipiamo con i nostri banchetti.
La presenza delle COOP ha fatto per il momento decollare questo
progetto, in quanto si sono allargati notevolmente i canali di
vendita, soprattutto grazie al prezioso lavoro di Gaetano, Nadia e
Antonella.
Da segnalare che un nuovo canale di vendita si e' aperto in Piemonte
attraverso due nuovi adottanti, Filippo di Dronero e Bianca di Torino.
Ci e' comunque chiaro che nelle forme attuali il progetto non potra'
durare ancora a lungo; sara' necessario inventare nuovi meccanismi che
ci permettano la vendita di questi prodotti, fatto salvo il principio
dell'assenza di intermediari.
In questo viaggio abbiamo consegnato alle donne la cifra di 1081 euro,
Il totale generale del denaro consegnato fino ad ora è giunto quindi a
3.947,50 euro.
Anche questa volta abbiamo riportato in Italia una grande quantita' di
materiale prodotto; c'e' da sperare che le prossime festivita' di fine
anno ci aiutimo a mantenere in piedi questa forma di solidarieta'.
Conclusioni
Non riporto in questa relazione nuovi dati aggiornati, visto che la
precedente ci era stata consegnata due mesi fa; gli aggiornamenti sulla
situazione generale del popolo serbo e dei lavoratori di Kragujevac in
particolare sono rimandati alla prossima relazione di dicembre.
In modo generale possiamo dire che lavoratori jugoslavi continuano ad
essere in condizioni di oggettiva debolezza e devono fare i conti con
la necessità di una ricostruzione post-bombardamenti che ha ormai da
tre anni assunto una chiara direttrice iper-liberista.
Lo Stato, fortemente allettato e subordinato alle promesse di aiuto
occidentali, ha lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i
prezzi aumentano, le scuole e la sanità diventano prestazioni
disponibili solo per i più ricchi, le fabbriche, le zone industriali
sono all’asta di profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi
bassi e ponendo condizioni di lavoro inaccettabili. Sono evidenti e
stridenti le contraddizioni tra una estrema poverta' diffusa nella
quasi totalita' della popolazione una ricchezza esibita attraverso i
suoi tipici simboli, soprattutto le auto di lusso.
Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza; una
delle loro grandi preoccupazioni e’ di non rimanere soli, abbandonati
ed invisibili al resto del mondo.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche’ giunga a loro la nostra
solidarieta’ e fratellanza materiale e politica.
---
Intervento, a nome del coordinamento RSU-CGIL, del gruppo ZASTAVA
Trieste, e dell’Associazione”Non bombe ma solo Caramelle” - ONLUS
svolto da Gilberto Vlaic all’assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 12 settembre 2004 in occasione della consegna delle
adozioni a distanza
Care lavoratrici e cari lavoratori della Zastava,
carissime bambine, carissimi bambini,
Come promesso a luglio, eccoci di nuovo tra voi.
Prima di tutto vi porto il piu’ affettuoso e fraterno saluto delle
associazioni che qui rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l’associazione Non bombe ma solo Caramelle
le Cooperative dei lavoratori del nord-est.
Per quanto riguarda me, essere qui con voi ancora una volta mi fa
sentire a casa, insieme alla mie sorelle e ai miei fratelli jugoslavi.
In questo viaggio portiamo piu' di 110 adozioni, di cui 4 sono nuove.
Voglio dire ancora una volta che questo gesto di solidarieta' tra
lavoratori italiani e lavoratori jugoslavi non ha niente di
caritatevole, ma e' un esempio concreto della solidarieta' tra
lavoratori, perche' i nostri interessi materiali come classe sociale
sono gli stessi indipendentemente dal Paese dove abitiamo e dalla
lingua che parliamo.
Su un muro della mia sezione di partito c’e’ una lapide che riporta
alcuni versi del poeta turco Nazim Hikmet
Credi al grano
Al mare alla terra
Ma soprattutto credi nell’uomo
(e nella donna, aggiungo io).
Noi siamo qui proprio perche’ crediamo nell’uomo e nella dignita'
dell'uomo.
E per noi dignita' dell'uomo vuol dire
Lavoro, Pace, Liberta' e Solidarieta' internazionalista.
Dobbiamo esse uniti e decisi a respingere l'idea che sia possibile per
una potenza economica imporre a tutto il mondo, a tutti i popoli, le
sue leggi e i suoi interessi, attraverso le sue guerre con cui sta
insanguinando il mondo.
Non ci sono guerre giuste o umanitarie. Ci sono solo guerre
imperialiste per l'egemonia territoriale, politica ed economica. Per il
controllo della terra e delle sue risorse, per lo sfruttamento dei
lavoratori, a cui si negano tutti i diritti e si impongono salari da
fame.
Noi invece vogliamo un mondo di giustizia e di pace; una pace per la
quale sara' necessario lottare ancora, con decisione, con convinzione.
Una pace che ha nei lavoratori una forza insostituibile e decisiva; la
solidarieta' tra i lavoratori puo' essere piu' forte di qualsiasi
cannone.
Ma torniamo alla nostra assemblea.
Care bambine, cari bambini tra poco riceverete le buste contenenti gli
aiuti materiali dei vostri amici italiani.
Vi rinnovo l'invito di scrivere a queste persone, specialmente quelli
di voi che riceveranno adozioni nuove.
Infatti nel mio Paese si parla poco di voi, molti sono convinti che vi
abbiamo portato democrazia, liberta’ e benessere e che comunque la
vostra situazione e’ migliorata dalla fine dell’aggressione.
Noi sappiamo che non e’ cosi’. Noi cerchiamo in tutti i modi di
mantenere vivo il ricordo della primavera del 1999 e di descrivere la
vostra attuale situazione, ma le vostre parole, le vostre testimonianze
valgono piu’ di mille dei nostri discorsi e dei nostri dibattiti.
SVE VAS VOLIM
Kragujevac, 12-9-2004