http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3878/1/51/
Proiettili all’uranio impoverito: insabbiati
09.02.2005 scrive Nicole Corritore
Si è tenuta ieri a Roma una conferenza stampa in merito alla mancata
istituzione della Commissione d'inchiesta approvata in novembre dal
Senato con lo scopo di indagare sulle conseguenze dell'uso di
proiettili arricchiti all'uranio. "Sull'argomento c'è un atteggiamento
del muro di gomma" denuncia il senatore DS Giovanni Forcieri, che ha
rilasciato una lunga intervista ad Osservatorio sui Balcani.
Sono trascorsi ormai tre mesi da quando il Senato ha approvato
l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per far luce sulle
conseguenze dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito. Da
allora cosa è successo?
Purtroppo la Commissione non ha potuto ancora insediarsi. Non è stata
formalmente istituita a causa del fatto che alcuni gruppi parlamentari
di maggioranza hanno tardato molto ad indicare al Presidente del Senato
i loro rappresentanti. Ancora oggi il gruppo di Forza Italia non ha
nominato i propri. Si sta a mio giudizio tentando una sorta di
insabbiamento tacito della Commissione perché è chiaro che se la
Commissione non parte adesso, in questi giorni, poi vengono meno i
tempi entro la fine della legislatura per poter concludere i lavori. La
fase iniziale della costituzione della commissione sarà piuttosto
complessa: la formazione degli organismi, l'individuazione delle
tematiche, l'individuazione dei consulenti, le persone da ascoltare.
Sarà un lavoro molto duro e pesante che porterà via del tempo. Se si va
avanti con questi ritardi assolutamente ingiustificati ed
ingiustificabili la Commissione rischia di essere vanificata.
Una mancata nomina che forse nasconde chiare volontà politiche?
Non escludo che nella non nomina dei propri rappresentanti da parte di
questi gruppi della maggioranza vi sia la volontà politica di
ostacolare i lavori della Commissione e se possibile di non farla
neppure decollare. Per denunciare questa situazione abbiamo convocato
una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il capogruppo dei
verdi Stefano Boco e quello di Rifondazione comunista Gigi Malabarba.
A cosa è dovuta secondo lei questa volontà di "insabbiare" la
Commissione? Forse si sta iniziando a capire che l'uso di proiettili
arricchiti con l'uranio ha causato gravi danni non solo ai militari ma
anche alla popolazione civile?
Io credo che a poco a poco le cose si stiano chiarendo. Anzi, direi che
per quanto mi riguarda lo sono già. Vi è sempre stata una frizione
enorme di fronte a questa Commissione, la cui istituzione ho proposto
oramai sei anni fa nella precedente legislatura, ed ha avuto un iter
faticoso. E' stata approvata in Commissione difesa e poi non è mai
stata iscritta all'aula. C'è poi stato lo scioglimento del Parlamento.
L'ho riproposta in questa legislatura, all'inizio, e si è arrivati a
discuterne solo nel 2004. Tre anni ci sono voluti. Dopo insistenze,
prese di posizione, battaglie a non finire con il Presidente della
Commissione Difesa, chiamando in causa anche il Presidente del Senato.
Ora questa frizione pare non essere ancora finita. Nonostante la
contraddizione palese con il fatto che nell'aula del Senato tutti si
sono espressi a favore della Commissione: ne hanno esaltato il
significato, i ruoli, e gli scopi. Poi di fatto si lavora per non fare
funzionare. Ho scritto al Presidente del Senato che in assenza della
comunicazione dei gruppi sui nominativi si faccia carico lui stesso di
individuare i membri della commissione: quest'ultima deve partire entro
il mese di febbraio e già così sarà difficile riesca a concludere i
propri lavori ma almeno può ottenere risultati importanti tali da
giustificare un prolungamento dell'attività nella prossima legislatura.
quanto si arriva a pensare è che se si gioca con i tempi e con i
termini quanto avvenuto nei Balcani sia ancora più pesante di quanto
immaginato.
In merito agli scopi della Commissione quest'ultima dovrebbe occuparsi
solo di militari e non di civili …
Questo è stato il compromesso al quale siamo dovuti giungere per far
istituire la Commissione. Una volta che quest'ultima inizierà i lavori
si riscontreranno fenomeni evidenti anche tra i civili. Sarà inoltre
nostra premura chiedere un allargamento delle possibilità di indagine.
Spero che lo spirito dei suoi membri sia quello di fare chiarezza, di
vedere cosa è successo e perché è successo, senza speculazioni
politiche. A me spiace si sia giunti a questo punto di difficoltà
perché è chiaro che si rischia di politicizzare un lavoro che invece va
tenuto il più possibile al di fuori delle speculazioni politiche.
Siete sottoposti a forti pressioni, ma da parte di chi?
lo devo dire onestamente, non ho capito da che parte arrivino. Anche se
è indubbio che vi siano. Questo significa che l'obiettivo di indagine è
giusto e le pressioni devono farci capire che bisogna assolutamente
andare avanti. Mi sembra di rivedere, ma in modo aggravato, la vicenda
degli "armadi della vergogna" in merito ai crimini commessi durante la
Seconda Guerra Mondiale . Quando le cose si mettono in movimento si
produce un effetto di pulizia e chiarezza impossibile altrimenti.
Lei è anche Presidente della delegazione italiana presso Assemblea
parlamentare della NATO. In quella sede si è mai discusso di uranio
impoverito?
Si, in più occasioni. Siamo riusciti a fare pressioni e ad ottenere la
relazione in aula di esperti che hanno parlato di queste questioni in
termini assolutamente tranquillizzanti e rassicuranti dal punto di
vista delle radiazioni. Io però ritengo che la questione delle
radiazioni non sia l'elemento principale che provoca tumori. La verità
è probabilmente che con le alte temperature che si producono con le
esplosioni dei proiettili all'uranio impoverito si formano
nanoparticelle di metalli pesanti che si vaporizzano come aerosol
nell'atmosfera, entrano nella catena alimentare, entrano nei tessuti
animali. Per quanto riguarda quest'ultimo caso abbiamo gli esempi delle
pecore nei pressi dei poligoni di tiro in Sardegna. Stanno venendo alla
luce una serie di problematiche che vanno affrontate.
Nonostante le reticenze in Italia il Ministro Sirchia ha emesso un
decreto che prevede la ricerca di uranio nelle derrate alimentari
provenienti da Bosnia e Kosovo. Quindi anche da parte del governo c'è
preoccupazione?
Credo di si. Tutti noi dovremmo preoccuparci di salvaguardare la salute
pubblica. Occorre fare in modo che quello che è successo non si ripeta
nel futuro. Questo decreto sulle derrate alimentari provenienti da
questi paesi dei Balcani è comunque contraddittorio. Oramai nessuno
contesta la pericolosità di quanto è accaduto ma c'è un atteggiamento
diffuso di "muro di gomma" attorno a queste vicende.
Proiettili all’uranio impoverito: insabbiati
09.02.2005 scrive Nicole Corritore
Si è tenuta ieri a Roma una conferenza stampa in merito alla mancata
istituzione della Commissione d'inchiesta approvata in novembre dal
Senato con lo scopo di indagare sulle conseguenze dell'uso di
proiettili arricchiti all'uranio. "Sull'argomento c'è un atteggiamento
del muro di gomma" denuncia il senatore DS Giovanni Forcieri, che ha
rilasciato una lunga intervista ad Osservatorio sui Balcani.
Sono trascorsi ormai tre mesi da quando il Senato ha approvato
l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per far luce sulle
conseguenze dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito. Da
allora cosa è successo?
Purtroppo la Commissione non ha potuto ancora insediarsi. Non è stata
formalmente istituita a causa del fatto che alcuni gruppi parlamentari
di maggioranza hanno tardato molto ad indicare al Presidente del Senato
i loro rappresentanti. Ancora oggi il gruppo di Forza Italia non ha
nominato i propri. Si sta a mio giudizio tentando una sorta di
insabbiamento tacito della Commissione perché è chiaro che se la
Commissione non parte adesso, in questi giorni, poi vengono meno i
tempi entro la fine della legislatura per poter concludere i lavori. La
fase iniziale della costituzione della commissione sarà piuttosto
complessa: la formazione degli organismi, l'individuazione delle
tematiche, l'individuazione dei consulenti, le persone da ascoltare.
Sarà un lavoro molto duro e pesante che porterà via del tempo. Se si va
avanti con questi ritardi assolutamente ingiustificati ed
ingiustificabili la Commissione rischia di essere vanificata.
Una mancata nomina che forse nasconde chiare volontà politiche?
Non escludo che nella non nomina dei propri rappresentanti da parte di
questi gruppi della maggioranza vi sia la volontà politica di
ostacolare i lavori della Commissione e se possibile di non farla
neppure decollare. Per denunciare questa situazione abbiamo convocato
una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il capogruppo dei
verdi Stefano Boco e quello di Rifondazione comunista Gigi Malabarba.
A cosa è dovuta secondo lei questa volontà di "insabbiare" la
Commissione? Forse si sta iniziando a capire che l'uso di proiettili
arricchiti con l'uranio ha causato gravi danni non solo ai militari ma
anche alla popolazione civile?
Io credo che a poco a poco le cose si stiano chiarendo. Anzi, direi che
per quanto mi riguarda lo sono già. Vi è sempre stata una frizione
enorme di fronte a questa Commissione, la cui istituzione ho proposto
oramai sei anni fa nella precedente legislatura, ed ha avuto un iter
faticoso. E' stata approvata in Commissione difesa e poi non è mai
stata iscritta all'aula. C'è poi stato lo scioglimento del Parlamento.
L'ho riproposta in questa legislatura, all'inizio, e si è arrivati a
discuterne solo nel 2004. Tre anni ci sono voluti. Dopo insistenze,
prese di posizione, battaglie a non finire con il Presidente della
Commissione Difesa, chiamando in causa anche il Presidente del Senato.
Ora questa frizione pare non essere ancora finita. Nonostante la
contraddizione palese con il fatto che nell'aula del Senato tutti si
sono espressi a favore della Commissione: ne hanno esaltato il
significato, i ruoli, e gli scopi. Poi di fatto si lavora per non fare
funzionare. Ho scritto al Presidente del Senato che in assenza della
comunicazione dei gruppi sui nominativi si faccia carico lui stesso di
individuare i membri della commissione: quest'ultima deve partire entro
il mese di febbraio e già così sarà difficile riesca a concludere i
propri lavori ma almeno può ottenere risultati importanti tali da
giustificare un prolungamento dell'attività nella prossima legislatura.
quanto si arriva a pensare è che se si gioca con i tempi e con i
termini quanto avvenuto nei Balcani sia ancora più pesante di quanto
immaginato.
In merito agli scopi della Commissione quest'ultima dovrebbe occuparsi
solo di militari e non di civili …
Questo è stato il compromesso al quale siamo dovuti giungere per far
istituire la Commissione. Una volta che quest'ultima inizierà i lavori
si riscontreranno fenomeni evidenti anche tra i civili. Sarà inoltre
nostra premura chiedere un allargamento delle possibilità di indagine.
Spero che lo spirito dei suoi membri sia quello di fare chiarezza, di
vedere cosa è successo e perché è successo, senza speculazioni
politiche. A me spiace si sia giunti a questo punto di difficoltà
perché è chiaro che si rischia di politicizzare un lavoro che invece va
tenuto il più possibile al di fuori delle speculazioni politiche.
Siete sottoposti a forti pressioni, ma da parte di chi?
lo devo dire onestamente, non ho capito da che parte arrivino. Anche se
è indubbio che vi siano. Questo significa che l'obiettivo di indagine è
giusto e le pressioni devono farci capire che bisogna assolutamente
andare avanti. Mi sembra di rivedere, ma in modo aggravato, la vicenda
degli "armadi della vergogna" in merito ai crimini commessi durante la
Seconda Guerra Mondiale . Quando le cose si mettono in movimento si
produce un effetto di pulizia e chiarezza impossibile altrimenti.
Lei è anche Presidente della delegazione italiana presso Assemblea
parlamentare della NATO. In quella sede si è mai discusso di uranio
impoverito?
Si, in più occasioni. Siamo riusciti a fare pressioni e ad ottenere la
relazione in aula di esperti che hanno parlato di queste questioni in
termini assolutamente tranquillizzanti e rassicuranti dal punto di
vista delle radiazioni. Io però ritengo che la questione delle
radiazioni non sia l'elemento principale che provoca tumori. La verità
è probabilmente che con le alte temperature che si producono con le
esplosioni dei proiettili all'uranio impoverito si formano
nanoparticelle di metalli pesanti che si vaporizzano come aerosol
nell'atmosfera, entrano nella catena alimentare, entrano nei tessuti
animali. Per quanto riguarda quest'ultimo caso abbiamo gli esempi delle
pecore nei pressi dei poligoni di tiro in Sardegna. Stanno venendo alla
luce una serie di problematiche che vanno affrontate.
Nonostante le reticenze in Italia il Ministro Sirchia ha emesso un
decreto che prevede la ricerca di uranio nelle derrate alimentari
provenienti da Bosnia e Kosovo. Quindi anche da parte del governo c'è
preoccupazione?
Credo di si. Tutti noi dovremmo preoccuparci di salvaguardare la salute
pubblica. Occorre fare in modo che quello che è successo non si ripeta
nel futuro. Questo decreto sulle derrate alimentari provenienti da
questi paesi dei Balcani è comunque contraddittorio. Oramai nessuno
contesta la pericolosità di quanto è accaduto ma c'è un atteggiamento
diffuso di "muro di gomma" attorno a queste vicende.