Croazia / Slovenia / Cuore nel pozzo
sullo stesso tema vedi anche:
L'intervento di una esule istriana
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4239
Foibomania nei media e libri italiani
Intervento del giornalista e scrittore Armando Černjul
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4233
A PROPOSITO DEL FILMATO IL CUORE NEL POZZO IN PROGRAMMAZIONE RAI
Comitato contro le falsificazioni storiche (Trieste)
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/altri.htm#falsificazioni
Iniziativa dell'Associazione Promemoria su "Il cuore nel pozzo" /
Promemoria - Društvo za zašcito vrednot protifašizma in protinacizma
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/altri.htm#promemoria
IN MERITO AL FILM “IL CUORE NEL POZZO”
PRODOTTO DA ANGELO RIZZOLI PER RAI FICTION
redazione de "La Nuova Alabarda" (Trieste)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3793
Que viva Novak! (La Plebe)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3798
(a cura di IS per il CNJ)
---
FOIBE: ANTIFASCISTI ISTRIANI CONTRO FILM IL CUORE NEL POZZO
(ANSA) - (ANSA) - ZAGABRIA, 4 FEB - Gli antifascisti croati dell'Istria
si sono detti oggi amareggiati da come il film 'Il cuore nel pozzo'
tematizza la tragedia delle foibe e che domenica e lunedi' sara'
trasmesso dalla Rai in occasione del 10 febbraio, Giornata della
memoria dell'esodo. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa 'Hina'. Il
segretario dell'Associazione dei combattenti antifascisti della regione
istriana Tomislav Ravnic ha detto oggi a una conferenza stampa tenuta a
Pola che ''nella lotta antifascista in Istria non e' successo un
crimine organizzato come con il film vogliono far credere i neofascisti
e la destra italiana''. Secondo lui il film, firmato dal regista
Alberto Negrini e prodotto dalla Rai, ''e' un'immagine distorta e falsa
della lotta antifascista in cui gli Slavi vengono dipinti come un
popolo genocida, mentre gli italiani sono rappresentati come vittime
dell'espansionismo slavo''. ''Si tratta di una distorsione tendenzosa
dei fatti e di un tentativo di revisionismo storico con lo scopo
coprire le violenze e le responsabilita' del fascismo'', ha aggiunto
Ravinic. ''In ogni conflitto bellico occorono crimini e muoiono vittime
innocenti, ma nella Resistenza in Istria queste vittime erano solo il
frutto di vendette individuali e non di operazioni pianificate'', ha
voluto precisare il suo punto di vista. Per questa ragione gli
antifascisti istriani protestano contro la messa in onda del 'Cuore nel
pozzo', che, come hanno detto, ''non e' che propaganda diffamatoria con
cui si offende il popolo istriano e che rappresenta una provocazione
politica diretta verso lo stato croato''. Il vicepresidente
dell'associazione istriana, Miljenko Bencic, ha spiegato che ''il
movimento partigiano non aveva alcuna ragione per uccidere innocenti, a
differenza del nazifascismo nella cui stessa ideologia e' radicato il
genocidio''. Secondo Bencic ''e' inammissibile che vengano equiparate
le colpe del aggressore e della vittima, il fascismo come un'ideologia
criminale e l'antifascismo come una reazione di resistenza di tutto il
mondo democratico''. Volendo ricordare i crimini commessi dai fascisti
italiani in sul territorio croato, i dirigenti dell'associazione hanno
organizzato la prima visione in Croazia del documentario della Bbc,
'L'eredita' fascista'. L'estate scorsa il film 'Il cuore nel pozzo'
aveva scatenato una simile reazione anche in Slovenia molti lo hanno
definito ''un falsificato della storia''. (ANSA). COR
04/02/2005 19:17
---
Le foibe viste dalla Croazia
07.02.2005 Da Osijek, scrive Drago Hedl
Dure reazioni in Croazia alla proiezione dello sceneggiato televisivo
"Il cuore nel pozzo", prodotto dalla Rai e dalla Rizzoli audiovisivi.
Secondo il quotidiano di Fiume/Rijeka Novi List, si tratta del peggior
film di propaganda mai realizzato. L'opinione di Furio Radin,
rappresentante della minoranza italiana al Parlamento di Zagabria, e
della Unione dei Soldati Antifascisti. Tace la Zagabria ufficiale
"Sporchi e malvagi partigiani di Tito sterminano Italiani innocenti".
Con questo titolo a tutte colonne, il quotidiano di Rijeka (Fiume)
"Novi List" ha pubblicato sabato scorso in terza pagina il servizio di
Elio Velani, corrispondente dall'Italia che, insieme ad alcune migliaia
di rappresentanti della alta società triestina, ha partecipato alla
visione del film "Il cuore nel pozzo" nella sala da concerti
"Tripcovich". Il giornale di Rijeka parla del film come dell'"assalto
alla storia da parte della destra italiana", riportando che il film
"conduce il pubblico italiano negli abissi delle foibe dove la destra
italiana ha trovato il proprio senso più profondo dell'esistenza."
Questa è, allo stesso tempo, la reazione più forte che si è potuta
ascoltare in Croazia a proposito del film "Il cuore nel pozzo", una
fiction che descrive le sofferenze dei soldati italiani nella ex
Jugoslavia (in particolare nelle ex repubbliche di Croazia e Slovenia)
dopo la disfatta dell'armata di Mussolini nel corso della seconda
guerra mondiale. La Zagabria ufficiale infatti non ha commentato, il
che è comprensibile dal momento che la leadership del Paese è
totalmente concentrata sul caso del generale Gotovina e sulla ferma
posizione espressa dall'Unione Europea [SI NOTI IL RICATTO: SE REAGISCI
SUL "CUORE NEL POZZO" MI OPPONGO ALL'ACCESSO NELLA UE, ndIS]. Per
Bruxelles, infatti, la data per l'apertura dei negoziati di ingresso
nell'Unione, fissata per il 17 marzo, non verrà rispettata a meno che
il generale croato latitante non compaia davanti al Tribunale dell'Aja
entro quel giorno.
Il corrispondente di Novi List descrive il film come "l'esempio
difficile da eguagliare del film di propaganda più brutto, maldestro,
assurdo e inappropriato che sia mai stato fatto", e sostiene che sia
molto peggio dei film simili prodotti in Jugoslavia sui partigiani e le
loro avventure di guerra. "Dopo questo film, apparirà chiarissimo a
tutti cosa intende la destra italiana quando parla della necessaria
revisione degli eventi storici. E' alla stessa destra italiana che va
attribuito il maggiore credito per la produzione di questo film, mentre
la televisione di Stato Rai non ha fatto che dare ascolto ai leader
attuali finanziando servilmente l'intero progetto", afferma Novi List.
Il quotidiano sostiene le proprie affermazioni citando un anonimo
giornalista de "Il messaggero" che, secondo Novi List, dichiara: "Viene
posto un parametro incredibile: le vittime innocenti delle foibe sono
state uccise ancora una volta da questo film". Oltre a questa
citazione, Novi List pubblica anche l'opinione del noto storico
triestino Fulvio Salimbeni che dichiara che si tratta di un "lavoro
vergognoso" e che gli esuli istriani dovrebbero citare in giudizio il
produttore del film per "il totale travisamento della ricostruzione
storica degli eventi." Tuttavia, sono stati gli stessi esuli, secondo
il corrispondente di Novi List, a enfatizzare il significato del film,
e sarebbero stati loro i più rumorosi nella sala tra quelli che
gridavano "Hurrah, sono arrivati i nostri", nella scena in cui il
giovane soldato italiano Ettore, ritornato dalla Russia, uccide due
partigiani [SIC].
Se da un lato non ci sono state reazioni al "Cuore nel pozzo" da parte
della Zagabria ufficiale, la Unione dei Soldati Antifascisti della
Croazia è però intervenuta nel dibattito. Il segretario della sezione
istriana dell'organizzazione, Tomislav Ravnic, ha affermato che gli
antifascisti croati sono sconvolti dal fatto che i media italiani
scrivano che i partigiani uccidevano gli Italiani solo in quanto
Italiani. "Questa è una menzogna – dichiara Ravnic – quando nel 1943
abbiamo catturato 15.800 soldati italiani, non gli è successo nulla.
Avevamo un rapporto umano nei confronti dei prigionieri italiani. E'
per questo che io dico a Berlusconi, a Fini e alla compagnia che
dovrebbero inchinarsi di fronte ai nostri soldati che hanno salvato
migliaia di persone. I partigiani non hanno ucciso gli Italiani, ma i
fascisti che sono stati condannati dai Tribunali nazionali."
Oggi, tuttavia, nessuno in Croazia nega che ci siano state molte
vittime nel periodo delle foibe. Furio Radin, rappresentante della
minoranza italiana nel Parlamento croato, dichiara: "Non dobbiamo
dimenticare quello che abbiamo dimenticato negli ultimi 60 anni, le
foibe. Ci sono state vittime collaterali, e c'erano naturalmente anche
i fascisti. Resta il fatto che finire la propria vita all'interno di
una caverna non è normale, indipendentemente dal fatto che uno fosse un
fascista oppure no, e bisogna ricavarne un insegnamento affinché una
cosa del genere non possa più ripetersi." In Croazia si parla
solitamente di circa 500, 600 Italiani uccisi nelle foibe, ma il
pubblico conosce anche le fonti italiane secondo le quali circa 17.000
persone [SIC] sarebbero state gettate nelle foibe. "Posso affermare che
secondo alcuni storici considerati esperti della materia circa 5.000
persone sarebbero morte nelle foibe. Il fatto è che la maggior parte
delle foibe era situata nel territorio che ora appartiene alla
Slovenia, anche se ce n'era un numero considerevole anche in Croazia,
in Istria", dichiara Furio Radin.
Qualche tempo fa, Radin ha proposto la edificazione di un monumento
alle vittime delle foibe in Istria, ma questa idea ha incontrato la
opposizione della Unione dei Soldati Antifascisti. Radin ritiene che
ancora oggi questa questione sia troppo legata alla politica, e
sostiene la necessità di una ricerca della piena verità storica. Non
ritiene, tuttavia, che agli Italiani venga costantemente detto che sono
gli stranieri a dover essere accusati per tutto quello che è accaduto
di sbagliato nella propria storia: "A parte Trieste, il resto
dell'Italia non ha nessuna idea delle foibe, non sanno quello che stava
accadendo durante la seconda guerra mondiale in Istria e Dalmazia, e
non hanno alcun interesse per questa parte della storia", dichiara
Radin.
La Croazia ha cominciato a parlare di foibe e di azioni criminali
commesse dai partigiani durante la seconda guerra mondiale solo dopo
l'indipendenza e il riconoscimento internazionale, nel 1992. La destra
ha cercato di abusare di questo fatto storico per presentare l'intero
movimento antifascista come criminale, e per dare una stessa identità
ad antifascismo e comunismo. Negli ultimi anni, tuttavia, l'attuale
sinistra croata ha affermato la necessità di un approccio storico
obiettivo al problema, anche se in realtà nel corso del governo di
sinistra (2000-2003) non sono stati fatti particolare sforzi verso
questo obiettivo.
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3870/1/51/
---
[ vai alla URL originale anche per leggere gli incredibili ma
significativi commenti arrivati dai lettori:
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3873/1/51/ ]
La Slovenia e “Il cuore nel pozzo”
07.02.2005 - Riportiamo alcune reazioni oltre Adriatico allo
sceneggiato "Il cuore nel pozzo" trasmesso in questi giorni dalla RAI.
Qui di seguito la traduzione di un articolo pubblicato su Vijesti, uno
dei maggiori quotidiani montenegrini. Proprio in Montenegro, tra i
vicoli della città di Kotor, è stata girata la fiction.
Dal quotidiano di Podgorica Vijesti, 7 febbraio 2005
Traduzione a cura di Osservatorio sui Balcani
Il film "Il cuore nel pozzo", la cui prima parte è stata trasmessa ieri
sera dalla televisione di stato italiana RAI, in Slovenia solleva forti
critiche. A queste si è unito il presidente dei veterani antifascisti
sloveni ed ex presidente della presidenza repubblicana, quando ancora
esisteva la Jugoslavia, Janez Stanovnik. Ieri sera Stanovnik ha
dichiarato che il film sulle foibe e sulla pulizia etnica subita dagli
Italiani sulla costa slovena, in Istria ed in Dalmazia rappresenta non
solo una falsificazione della verità storica, ma anche l'apice di
un'operazione di "lavaggio del cervello", che, rispetto a questo tema,
si è sviluppata in Italia, e in particolare a Trieste, nel corso degli
anni.
Il film "Il cuore nel pozzo" girato l'autunno scorso in Montenegro dal
regista Alberto Negrin, parla di una famiglia italiana dell'Istria al
tempo della Seconda guerra mondiale che rimane vittima dello scontro
etnico al tempo della caduta del fascismo. Il personaggio principale
del film è il bambino Francesco, al quale i partigiani hanno ucciso i
genitori. Particolarmente crudele nella cacciata degli Italiani si
mostra il comandante partigiano Novak, interpretato dall'attore serbo
Dragan Bjelogrlic.
In Slovenia negli ultimi mesi ha preso corpo una forte critica al film,
con la tesi che già con la scelta del principale personaggio negativo,
rappresentato da un partigiano sloveno si mostrano gli Sloveni come un
"popolo che attua un genocidio". Si tratta si un sopruso della verità
storica che in Italia viene manipolata dalle forze di destra, alle
quali negli ultimi anni si è piegata anche la sinistra.
Tra le valutazioni fatte ci sono state anche quelle che affermano che
si tratta di una "berlusconiana consacrazione postuma di Tito" e che è
una "soap-opera storica", che in modo emotivo tocca un tema sensibile e
mostra nuovamente gli Italiani contro gli Sloveni e i Croati, che nel
film sono rappresentati come "barbari". Stanovnik, ai partigiani
sloveni radunati ad una commemorazione nei pressi di Koper, ha detto
che con il film si prosegue con la costruzione di una falsità storica:
"Vi ricorderete se abbiamo attaccato noi l'Italia o l'Italia ha
attaccato noi. L'Italia attaccò (l'allora) Jugoslavia, e non il
contrario", ha detto Stanovnik, aggiungendo che la riconciliazione e le
relazioni di buon vicinato vanno edificate sulla verità e bisogna
esprimere il dispiacere per gli errori, ma in "modo europeo". Stanovik
ha poi concluso affermando che i dati che in Italia vengono posti in
relazione col numero degli Italiani uccisi e gettati nelle fosse
sarebbero esagerati.
--- CILIEGINA ---
Il cuore nel pozzo: intervista a Leo Gullotta
09.02.2005 scrive Andrea Rossini
Non è una ricostruzione storica, ma un'occasione per aprire una
riflessione su di un periodo oscuro. Così "Il cuore nel pozzo", la
controversa fiction sulle foibe prodotta dalla Rai e da Rizzoli
audiovisivi, nelle parole di Leo Gullotta/Don Bruno. L'intervista, in
collaborazione con Radio Onda d'Urto, è stata realizzata prima della
messa in onda del film...
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3880/1/51/
Un estratto da questa intervista veramente ignobile:
<< ... Non è e lo risottolineo non è una ricostruzione storica di quel
momento... potevamo soltanto prenderla da un altro punto di vista. E'
la storia inventata... >>
Certo, inventata a bella posta: infatti è solo la continuazione della
propaganda fascista contro i partigiani che liberarono la Jugoslavia e
l'Italia. ndIS
sullo stesso tema vedi anche:
L'intervento di una esule istriana
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4239
Foibomania nei media e libri italiani
Intervento del giornalista e scrittore Armando Černjul
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4233
A PROPOSITO DEL FILMATO IL CUORE NEL POZZO IN PROGRAMMAZIONE RAI
Comitato contro le falsificazioni storiche (Trieste)
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/altri.htm#falsificazioni
Iniziativa dell'Associazione Promemoria su "Il cuore nel pozzo" /
Promemoria - Društvo za zašcito vrednot protifašizma in protinacizma
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/altri.htm#promemoria
IN MERITO AL FILM “IL CUORE NEL POZZO”
PRODOTTO DA ANGELO RIZZOLI PER RAI FICTION
redazione de "La Nuova Alabarda" (Trieste)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3793
Que viva Novak! (La Plebe)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3798
(a cura di IS per il CNJ)
---
FOIBE: ANTIFASCISTI ISTRIANI CONTRO FILM IL CUORE NEL POZZO
(ANSA) - (ANSA) - ZAGABRIA, 4 FEB - Gli antifascisti croati dell'Istria
si sono detti oggi amareggiati da come il film 'Il cuore nel pozzo'
tematizza la tragedia delle foibe e che domenica e lunedi' sara'
trasmesso dalla Rai in occasione del 10 febbraio, Giornata della
memoria dell'esodo. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa 'Hina'. Il
segretario dell'Associazione dei combattenti antifascisti della regione
istriana Tomislav Ravnic ha detto oggi a una conferenza stampa tenuta a
Pola che ''nella lotta antifascista in Istria non e' successo un
crimine organizzato come con il film vogliono far credere i neofascisti
e la destra italiana''. Secondo lui il film, firmato dal regista
Alberto Negrini e prodotto dalla Rai, ''e' un'immagine distorta e falsa
della lotta antifascista in cui gli Slavi vengono dipinti come un
popolo genocida, mentre gli italiani sono rappresentati come vittime
dell'espansionismo slavo''. ''Si tratta di una distorsione tendenzosa
dei fatti e di un tentativo di revisionismo storico con lo scopo
coprire le violenze e le responsabilita' del fascismo'', ha aggiunto
Ravinic. ''In ogni conflitto bellico occorono crimini e muoiono vittime
innocenti, ma nella Resistenza in Istria queste vittime erano solo il
frutto di vendette individuali e non di operazioni pianificate'', ha
voluto precisare il suo punto di vista. Per questa ragione gli
antifascisti istriani protestano contro la messa in onda del 'Cuore nel
pozzo', che, come hanno detto, ''non e' che propaganda diffamatoria con
cui si offende il popolo istriano e che rappresenta una provocazione
politica diretta verso lo stato croato''. Il vicepresidente
dell'associazione istriana, Miljenko Bencic, ha spiegato che ''il
movimento partigiano non aveva alcuna ragione per uccidere innocenti, a
differenza del nazifascismo nella cui stessa ideologia e' radicato il
genocidio''. Secondo Bencic ''e' inammissibile che vengano equiparate
le colpe del aggressore e della vittima, il fascismo come un'ideologia
criminale e l'antifascismo come una reazione di resistenza di tutto il
mondo democratico''. Volendo ricordare i crimini commessi dai fascisti
italiani in sul territorio croato, i dirigenti dell'associazione hanno
organizzato la prima visione in Croazia del documentario della Bbc,
'L'eredita' fascista'. L'estate scorsa il film 'Il cuore nel pozzo'
aveva scatenato una simile reazione anche in Slovenia molti lo hanno
definito ''un falsificato della storia''. (ANSA). COR
04/02/2005 19:17
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Le foibe viste dalla Croazia
07.02.2005 Da Osijek, scrive Drago Hedl
Dure reazioni in Croazia alla proiezione dello sceneggiato televisivo
"Il cuore nel pozzo", prodotto dalla Rai e dalla Rizzoli audiovisivi.
Secondo il quotidiano di Fiume/Rijeka Novi List, si tratta del peggior
film di propaganda mai realizzato. L'opinione di Furio Radin,
rappresentante della minoranza italiana al Parlamento di Zagabria, e
della Unione dei Soldati Antifascisti. Tace la Zagabria ufficiale
"Sporchi e malvagi partigiani di Tito sterminano Italiani innocenti".
Con questo titolo a tutte colonne, il quotidiano di Rijeka (Fiume)
"Novi List" ha pubblicato sabato scorso in terza pagina il servizio di
Elio Velani, corrispondente dall'Italia che, insieme ad alcune migliaia
di rappresentanti della alta società triestina, ha partecipato alla
visione del film "Il cuore nel pozzo" nella sala da concerti
"Tripcovich". Il giornale di Rijeka parla del film come dell'"assalto
alla storia da parte della destra italiana", riportando che il film
"conduce il pubblico italiano negli abissi delle foibe dove la destra
italiana ha trovato il proprio senso più profondo dell'esistenza."
Questa è, allo stesso tempo, la reazione più forte che si è potuta
ascoltare in Croazia a proposito del film "Il cuore nel pozzo", una
fiction che descrive le sofferenze dei soldati italiani nella ex
Jugoslavia (in particolare nelle ex repubbliche di Croazia e Slovenia)
dopo la disfatta dell'armata di Mussolini nel corso della seconda
guerra mondiale. La Zagabria ufficiale infatti non ha commentato, il
che è comprensibile dal momento che la leadership del Paese è
totalmente concentrata sul caso del generale Gotovina e sulla ferma
posizione espressa dall'Unione Europea [SI NOTI IL RICATTO: SE REAGISCI
SUL "CUORE NEL POZZO" MI OPPONGO ALL'ACCESSO NELLA UE, ndIS]. Per
Bruxelles, infatti, la data per l'apertura dei negoziati di ingresso
nell'Unione, fissata per il 17 marzo, non verrà rispettata a meno che
il generale croato latitante non compaia davanti al Tribunale dell'Aja
entro quel giorno.
Il corrispondente di Novi List descrive il film come "l'esempio
difficile da eguagliare del film di propaganda più brutto, maldestro,
assurdo e inappropriato che sia mai stato fatto", e sostiene che sia
molto peggio dei film simili prodotti in Jugoslavia sui partigiani e le
loro avventure di guerra. "Dopo questo film, apparirà chiarissimo a
tutti cosa intende la destra italiana quando parla della necessaria
revisione degli eventi storici. E' alla stessa destra italiana che va
attribuito il maggiore credito per la produzione di questo film, mentre
la televisione di Stato Rai non ha fatto che dare ascolto ai leader
attuali finanziando servilmente l'intero progetto", afferma Novi List.
Il quotidiano sostiene le proprie affermazioni citando un anonimo
giornalista de "Il messaggero" che, secondo Novi List, dichiara: "Viene
posto un parametro incredibile: le vittime innocenti delle foibe sono
state uccise ancora una volta da questo film". Oltre a questa
citazione, Novi List pubblica anche l'opinione del noto storico
triestino Fulvio Salimbeni che dichiara che si tratta di un "lavoro
vergognoso" e che gli esuli istriani dovrebbero citare in giudizio il
produttore del film per "il totale travisamento della ricostruzione
storica degli eventi." Tuttavia, sono stati gli stessi esuli, secondo
il corrispondente di Novi List, a enfatizzare il significato del film,
e sarebbero stati loro i più rumorosi nella sala tra quelli che
gridavano "Hurrah, sono arrivati i nostri", nella scena in cui il
giovane soldato italiano Ettore, ritornato dalla Russia, uccide due
partigiani [SIC].
Se da un lato non ci sono state reazioni al "Cuore nel pozzo" da parte
della Zagabria ufficiale, la Unione dei Soldati Antifascisti della
Croazia è però intervenuta nel dibattito. Il segretario della sezione
istriana dell'organizzazione, Tomislav Ravnic, ha affermato che gli
antifascisti croati sono sconvolti dal fatto che i media italiani
scrivano che i partigiani uccidevano gli Italiani solo in quanto
Italiani. "Questa è una menzogna – dichiara Ravnic – quando nel 1943
abbiamo catturato 15.800 soldati italiani, non gli è successo nulla.
Avevamo un rapporto umano nei confronti dei prigionieri italiani. E'
per questo che io dico a Berlusconi, a Fini e alla compagnia che
dovrebbero inchinarsi di fronte ai nostri soldati che hanno salvato
migliaia di persone. I partigiani non hanno ucciso gli Italiani, ma i
fascisti che sono stati condannati dai Tribunali nazionali."
Oggi, tuttavia, nessuno in Croazia nega che ci siano state molte
vittime nel periodo delle foibe. Furio Radin, rappresentante della
minoranza italiana nel Parlamento croato, dichiara: "Non dobbiamo
dimenticare quello che abbiamo dimenticato negli ultimi 60 anni, le
foibe. Ci sono state vittime collaterali, e c'erano naturalmente anche
i fascisti. Resta il fatto che finire la propria vita all'interno di
una caverna non è normale, indipendentemente dal fatto che uno fosse un
fascista oppure no, e bisogna ricavarne un insegnamento affinché una
cosa del genere non possa più ripetersi." In Croazia si parla
solitamente di circa 500, 600 Italiani uccisi nelle foibe, ma il
pubblico conosce anche le fonti italiane secondo le quali circa 17.000
persone [SIC] sarebbero state gettate nelle foibe. "Posso affermare che
secondo alcuni storici considerati esperti della materia circa 5.000
persone sarebbero morte nelle foibe. Il fatto è che la maggior parte
delle foibe era situata nel territorio che ora appartiene alla
Slovenia, anche se ce n'era un numero considerevole anche in Croazia,
in Istria", dichiara Furio Radin.
Qualche tempo fa, Radin ha proposto la edificazione di un monumento
alle vittime delle foibe in Istria, ma questa idea ha incontrato la
opposizione della Unione dei Soldati Antifascisti. Radin ritiene che
ancora oggi questa questione sia troppo legata alla politica, e
sostiene la necessità di una ricerca della piena verità storica. Non
ritiene, tuttavia, che agli Italiani venga costantemente detto che sono
gli stranieri a dover essere accusati per tutto quello che è accaduto
di sbagliato nella propria storia: "A parte Trieste, il resto
dell'Italia non ha nessuna idea delle foibe, non sanno quello che stava
accadendo durante la seconda guerra mondiale in Istria e Dalmazia, e
non hanno alcun interesse per questa parte della storia", dichiara
Radin.
La Croazia ha cominciato a parlare di foibe e di azioni criminali
commesse dai partigiani durante la seconda guerra mondiale solo dopo
l'indipendenza e il riconoscimento internazionale, nel 1992. La destra
ha cercato di abusare di questo fatto storico per presentare l'intero
movimento antifascista come criminale, e per dare una stessa identità
ad antifascismo e comunismo. Negli ultimi anni, tuttavia, l'attuale
sinistra croata ha affermato la necessità di un approccio storico
obiettivo al problema, anche se in realtà nel corso del governo di
sinistra (2000-2003) non sono stati fatti particolare sforzi verso
questo obiettivo.
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3870/1/51/
---
[ vai alla URL originale anche per leggere gli incredibili ma
significativi commenti arrivati dai lettori:
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3873/1/51/ ]
La Slovenia e “Il cuore nel pozzo”
07.02.2005 - Riportiamo alcune reazioni oltre Adriatico allo
sceneggiato "Il cuore nel pozzo" trasmesso in questi giorni dalla RAI.
Qui di seguito la traduzione di un articolo pubblicato su Vijesti, uno
dei maggiori quotidiani montenegrini. Proprio in Montenegro, tra i
vicoli della città di Kotor, è stata girata la fiction.
Dal quotidiano di Podgorica Vijesti, 7 febbraio 2005
Traduzione a cura di Osservatorio sui Balcani
Il film "Il cuore nel pozzo", la cui prima parte è stata trasmessa ieri
sera dalla televisione di stato italiana RAI, in Slovenia solleva forti
critiche. A queste si è unito il presidente dei veterani antifascisti
sloveni ed ex presidente della presidenza repubblicana, quando ancora
esisteva la Jugoslavia, Janez Stanovnik. Ieri sera Stanovnik ha
dichiarato che il film sulle foibe e sulla pulizia etnica subita dagli
Italiani sulla costa slovena, in Istria ed in Dalmazia rappresenta non
solo una falsificazione della verità storica, ma anche l'apice di
un'operazione di "lavaggio del cervello", che, rispetto a questo tema,
si è sviluppata in Italia, e in particolare a Trieste, nel corso degli
anni.
Il film "Il cuore nel pozzo" girato l'autunno scorso in Montenegro dal
regista Alberto Negrin, parla di una famiglia italiana dell'Istria al
tempo della Seconda guerra mondiale che rimane vittima dello scontro
etnico al tempo della caduta del fascismo. Il personaggio principale
del film è il bambino Francesco, al quale i partigiani hanno ucciso i
genitori. Particolarmente crudele nella cacciata degli Italiani si
mostra il comandante partigiano Novak, interpretato dall'attore serbo
Dragan Bjelogrlic.
In Slovenia negli ultimi mesi ha preso corpo una forte critica al film,
con la tesi che già con la scelta del principale personaggio negativo,
rappresentato da un partigiano sloveno si mostrano gli Sloveni come un
"popolo che attua un genocidio". Si tratta si un sopruso della verità
storica che in Italia viene manipolata dalle forze di destra, alle
quali negli ultimi anni si è piegata anche la sinistra.
Tra le valutazioni fatte ci sono state anche quelle che affermano che
si tratta di una "berlusconiana consacrazione postuma di Tito" e che è
una "soap-opera storica", che in modo emotivo tocca un tema sensibile e
mostra nuovamente gli Italiani contro gli Sloveni e i Croati, che nel
film sono rappresentati come "barbari". Stanovnik, ai partigiani
sloveni radunati ad una commemorazione nei pressi di Koper, ha detto
che con il film si prosegue con la costruzione di una falsità storica:
"Vi ricorderete se abbiamo attaccato noi l'Italia o l'Italia ha
attaccato noi. L'Italia attaccò (l'allora) Jugoslavia, e non il
contrario", ha detto Stanovnik, aggiungendo che la riconciliazione e le
relazioni di buon vicinato vanno edificate sulla verità e bisogna
esprimere il dispiacere per gli errori, ma in "modo europeo". Stanovik
ha poi concluso affermando che i dati che in Italia vengono posti in
relazione col numero degli Italiani uccisi e gettati nelle fosse
sarebbero esagerati.
--- CILIEGINA ---
Il cuore nel pozzo: intervista a Leo Gullotta
09.02.2005 scrive Andrea Rossini
Non è una ricostruzione storica, ma un'occasione per aprire una
riflessione su di un periodo oscuro. Così "Il cuore nel pozzo", la
controversa fiction sulle foibe prodotta dalla Rai e da Rizzoli
audiovisivi, nelle parole di Leo Gullotta/Don Bruno. L'intervista, in
collaborazione con Radio Onda d'Urto, è stata realizzata prima della
messa in onda del film...
http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3880/1/51/
Un estratto da questa intervista veramente ignobile:
<< ... Non è e lo risottolineo non è una ricostruzione storica di quel
momento... potevamo soltanto prenderla da un altro punto di vista. E'
la storia inventata... >>
Certo, inventata a bella posta: infatti è solo la continuazione della
propaganda fascista contro i partigiani che liberarono la Jugoslavia e
l'Italia. ndIS