Il Giorno delle Smemoranze: 10 Febbraio
Quello che si dimentica di ricordare alla destra italiana e' il giudizio del
Tribunale di Norimberga. I nazisti furono imputati
del "crimine supremo"--quello di aver cospirato contro la pace.
Furono attenti gli alleati a non imputare ai criminali di guerra nazisti
singoli, individuali crimini, per quanto nefasti--quali i genocidi, torture,
campagne di pulizie etniche, azioni di terrorismi contro civili.
Impiegarono gli alleati gia' dal 1944 armate di giurisprudenti e legali per
determinare quale fosse la vera responsabilita' criminale del nazifascismo.
E si concordarono (Churchill della Gran Bretagna favoriva l'esecuzione sul
posto dei criminali nazisti-- una giustizia sommaria e pressoche'
anarchica--era forse un "partigiano comunista" nel recondito del suo cuore
imperialista?) su questo punto: la loro responsabilita' consisteva
nell'avere pianificato la guerra preventiva a scapito della pace del mondo.
Tutto il resto--le miticizzate e reali foibe incluse--derivava da questo,
diciamo, "peccato originale": il piano di sovvertire la pace.
Da questo piano nazifascista messo in moto nella seconda guerra mondiale
contro il resto dell'umanita' nacque la resistenza antifascista--e di quello
che si fece in essa non fu imputato nessuno a Norimberga, ne' si poteva
imputare, perche' la resistenza e' un diritto umano, assicurato dalla
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (1948), la
quale si basa sull'esperienza della seconda guerra mondiale ed ha come perno
legale il giudizio del tribunale di Norimberga.
La destra italiana--e quella gente accaldata dal patetico giubilo di venire
proclamate vittime nazionaliste nel Teatro Verdi di Trieste il 10 febbraio
2005, che e' la mia gente ma non lo e' siccome io sono in duplice esilio,
essendo istriana profuga ma dissidente dal patriotismo italiano fasullo che
inlividisce tuttora i miei "compatrioti" istriani, conducendoli, consapevoli
o meno, a strumentalizzare una seconda volta la loro vicenda al servizio di
un fascismo che li ha sempre traditi (se non sempre materialmente, perlomeno
moralmente)--la destra italiana vuole dimenticare che il fascismo italiano
si alleo' con il nazismo tedesco e che il nazismo tedesco fu condannato per
avere lanciato contro il mondo "the scourge of war" (il flagello della
guerra)--come definisce la carta delle Nazioni Unite qualsiasi guerra che
non sia guerra di autodifesa.
Ora, che la resistenza--i singoli partigiani--abbiamo commesso crimini, non
sta ne' di qua ne' di la'perche' non e' stata la resistenza a lanciare il
"crimine supremo" e non si puo' percio' equiparare l'immenso crimine
nazifascista (quaranta milioni di morti nella seconda guerra mondiale) con
le rappresaglie locali di vendette o giustizie popolari che occorsero come
conseguenza del "crimine supremo"--e, prima, nel nostro caso specifico, come
conseguenza dei crimini dell'occupazione fascista dell'Istria (scusate,
annessione!).
Ora, io credo pure come tanti attenti e veri storici dalle coscienze
professionali pulite che quell'esagerazione scostumata della storia delle
foibe sia la mitologia utile per difamare la resistenza. E mi ripugna. Mi
ripugna in particolare perche' le foibe mi hanno toccato: mio nonno materno
fu infoibato (come ho hia' riferito e mi scuso), per essere, non italiano,
ma fascista. Avevo, pero' un altro nonno, quello paterno, nazionalista slavo
degli anni venti condotto al suicidio dalle chiusure delle sale di lettura
slave (i "narodni dom") che lui proponeva e sosteneva in paese, dalla
probizione della lingua slava, dall'italianizzazione del suo cognome, dalla
riduzione del suo commercio, dall'umiliazione di essere schiavo (sciavo)
nella sua terra--e dall'imprigionamento del figlio per motti nazionalisti
slavi.
E percio' non andro' mai nei teatri verdi ad inneggiare al neo-nazionalismo
italiano--con due nonni morti violentemente, cosa avrei da ringraziare alla
"madrepatria" italiana fascistoide?
E poi adesso--in questo momento quando, contro la costituzione italiana,
nata dalla resistenza, la madrepatria ne va in Iraq a fare li' quello che
hanno fatto in Istria--ad aiutare a conquistare terre che non le
appatergono e a sottomettere, umiliare, e privare di dignita' gente che non
le ha mai fatto niente di male!
Ma sono mica scema!
Protesto contro il falso "giorno della memoria"--che e' infatti un giorno
dedicato alla smemoranza storica, piu correttamente rinominato "il giorno
della violenza alla storia." La storia e' come la scienza: deve distinguire
tra il vero e il falso. Questa giornata non distingue tra la verita' e le
esagerazioni della fandonia. Questa memoria sballata, che si sottrae al
contesto storico e gonfia il numero delle vittime senza coscienza o
vergogna, e' propaganda a buonprezzo, pagata con l'impotente silenzio dei
tanti morti che non possono protestare. I colpevoli della loro
morte--chiunque fossero personalmente--i veri colpevoli sono stati
condannati a Norimberga.
Luciana Opassi Bohne
Assistant Professor of English Literature
University of Pennsylvania
Stati Uniti
Quello che si dimentica di ricordare alla destra italiana e' il giudizio del
Tribunale di Norimberga. I nazisti furono imputati
del "crimine supremo"--quello di aver cospirato contro la pace.
Furono attenti gli alleati a non imputare ai criminali di guerra nazisti
singoli, individuali crimini, per quanto nefasti--quali i genocidi, torture,
campagne di pulizie etniche, azioni di terrorismi contro civili.
Impiegarono gli alleati gia' dal 1944 armate di giurisprudenti e legali per
determinare quale fosse la vera responsabilita' criminale del nazifascismo.
E si concordarono (Churchill della Gran Bretagna favoriva l'esecuzione sul
posto dei criminali nazisti-- una giustizia sommaria e pressoche'
anarchica--era forse un "partigiano comunista" nel recondito del suo cuore
imperialista?) su questo punto: la loro responsabilita' consisteva
nell'avere pianificato la guerra preventiva a scapito della pace del mondo.
Tutto il resto--le miticizzate e reali foibe incluse--derivava da questo,
diciamo, "peccato originale": il piano di sovvertire la pace.
Da questo piano nazifascista messo in moto nella seconda guerra mondiale
contro il resto dell'umanita' nacque la resistenza antifascista--e di quello
che si fece in essa non fu imputato nessuno a Norimberga, ne' si poteva
imputare, perche' la resistenza e' un diritto umano, assicurato dalla
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (1948), la
quale si basa sull'esperienza della seconda guerra mondiale ed ha come perno
legale il giudizio del tribunale di Norimberga.
La destra italiana--e quella gente accaldata dal patetico giubilo di venire
proclamate vittime nazionaliste nel Teatro Verdi di Trieste il 10 febbraio
2005, che e' la mia gente ma non lo e' siccome io sono in duplice esilio,
essendo istriana profuga ma dissidente dal patriotismo italiano fasullo che
inlividisce tuttora i miei "compatrioti" istriani, conducendoli, consapevoli
o meno, a strumentalizzare una seconda volta la loro vicenda al servizio di
un fascismo che li ha sempre traditi (se non sempre materialmente, perlomeno
moralmente)--la destra italiana vuole dimenticare che il fascismo italiano
si alleo' con il nazismo tedesco e che il nazismo tedesco fu condannato per
avere lanciato contro il mondo "the scourge of war" (il flagello della
guerra)--come definisce la carta delle Nazioni Unite qualsiasi guerra che
non sia guerra di autodifesa.
Ora, che la resistenza--i singoli partigiani--abbiamo commesso crimini, non
sta ne' di qua ne' di la'perche' non e' stata la resistenza a lanciare il
"crimine supremo" e non si puo' percio' equiparare l'immenso crimine
nazifascista (quaranta milioni di morti nella seconda guerra mondiale) con
le rappresaglie locali di vendette o giustizie popolari che occorsero come
conseguenza del "crimine supremo"--e, prima, nel nostro caso specifico, come
conseguenza dei crimini dell'occupazione fascista dell'Istria (scusate,
annessione!).
Ora, io credo pure come tanti attenti e veri storici dalle coscienze
professionali pulite che quell'esagerazione scostumata della storia delle
foibe sia la mitologia utile per difamare la resistenza. E mi ripugna. Mi
ripugna in particolare perche' le foibe mi hanno toccato: mio nonno materno
fu infoibato (come ho hia' riferito e mi scuso), per essere, non italiano,
ma fascista. Avevo, pero' un altro nonno, quello paterno, nazionalista slavo
degli anni venti condotto al suicidio dalle chiusure delle sale di lettura
slave (i "narodni dom") che lui proponeva e sosteneva in paese, dalla
probizione della lingua slava, dall'italianizzazione del suo cognome, dalla
riduzione del suo commercio, dall'umiliazione di essere schiavo (sciavo)
nella sua terra--e dall'imprigionamento del figlio per motti nazionalisti
slavi.
E percio' non andro' mai nei teatri verdi ad inneggiare al neo-nazionalismo
italiano--con due nonni morti violentemente, cosa avrei da ringraziare alla
"madrepatria" italiana fascistoide?
E poi adesso--in questo momento quando, contro la costituzione italiana,
nata dalla resistenza, la madrepatria ne va in Iraq a fare li' quello che
hanno fatto in Istria--ad aiutare a conquistare terre che non le
appatergono e a sottomettere, umiliare, e privare di dignita' gente che non
le ha mai fatto niente di male!
Ma sono mica scema!
Protesto contro il falso "giorno della memoria"--che e' infatti un giorno
dedicato alla smemoranza storica, piu correttamente rinominato "il giorno
della violenza alla storia." La storia e' come la scienza: deve distinguire
tra il vero e il falso. Questa giornata non distingue tra la verita' e le
esagerazioni della fandonia. Questa memoria sballata, che si sottrae al
contesto storico e gonfia il numero delle vittime senza coscienza o
vergogna, e' propaganda a buonprezzo, pagata con l'impotente silenzio dei
tanti morti che non possono protestare. I colpevoli della loro
morte--chiunque fossero personalmente--i veri colpevoli sono stati
condannati a Norimberga.
Luciana Opassi Bohne
Assistant Professor of English Literature
University of Pennsylvania
Stati Uniti