> Dal sito del Convoglio di solidarieta' internazionalista
> "Giorgiana Masi"
> http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/jugo9800.html


Dal 15 al 31 luglio 2000 si è tenuto nel museo all'aria aperta di
Sirogojno (Jugoslavia)
un Campus di solidarietà con il popolo jugoslavo. Un nostro
compagno, ALBERTO,
ha partecipato all'iniziativa, riportandone una positiva valutazione
nonché una serie di
preziosi materiali di documentazione. Divulgheremo le sue
impressioni e le notizie più
significative nei prossimi giorni, se possibile anche via radio
(Radio città aperta o
Radio onda rossa). La dichiarazione finale del Campus ed un
documento di
solidarietà studentesca sono riportati nell'allegato 2 e
nell'allegato 3. Al campus
jugoslavo ha partecipato, tra gli altri, M. Collon che ha diffuso
una serie di materiali,
scritti ed audiovisivi, sull'aggressione USA-NATO e sugli eventi
successivi nel
Kosmet (si veda il suo recente libro sull'aggressione Nato nei
Balcani). In particolare
segnaliamo un dossier di solidarietà internazionale relativo
all'aggressione NATO nei
Balcani e su un progetto di aggressione USA contro la Corea del
Nord.

ALLEGATO 2

Dichiarazione finale del Campus internazionale di Sirogojno
(Jugoslavia)

Assumendo come punto di partenza i seguenti fatti emersi da numerosi
dibattiti, visite
e ricerche condotte nel corso del nostro soggiorno nella Repubblica
Federale di
Jugoslavia (RFJ):

la RFJ è stata vittima di un'aggressione militare da parte
degli USA e dei suoi
satelliti NATO
l'aggressione Nato contro la Jugoslavia viola in modo
flagrante le norme del
diritto internazionale, in particolare la Carta dell'ONU e
numerose convenzioni
sulla protezione dei civili ed il divieto di usare certi tipi
di proiettili e munizioni
la Nato ha condotto la sua aggressione contro la Jugoslavia
senza
l'autorizzazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU
l'aggressione Nato è stata preceduta da una fase in cui la
Jugoslavia è stata
sottoposta ad una forte pressione di Washington e dei governi
occidentali
mediante interferenza nei suoi affari interni e con il
sostegno a movimenti
separatisti e terroristici in Kosovo-Metohija
la RFJ è ancora soggetta a sanzioni illegali imposte
arbitrariamente dagli USA
e dall'Unione Europea bypassando l'ONU
la RFJ è stata vittima di una campagna di propaganda condotta
da reti TV
globali e centri mediatici nelle capitali occidentali con lo
scopo di calunniare la
nazione serba e il governo Jugoslavo

in data 30 luglio 2000, i partecipanti al Campus internazionale di
amicizia hanno
definito la seguente

D I C H I A R A Z I O N E

Chiamiamo i cittadini di tutto il mondo, l'ONU, i governi, i
parlamenti e tutti i
movimenti anti-imperialisti, pacifisti e progressisti, i partiti
politici e le organizzazioni
non governative a dare il loro contributo per una giusta soluzione
della crisi in Kosovo
che onori la sovranità e l'integrità territoriale della RF di
Jugoslavia nonché il carattere
multietnico e multiconfessionale di questa provincia Jugoslava.

Chiamiamo il Consiglio di sicurezza dell'ONU ad assumere le
necessarie misure di
emergenza, in armonia con la applicazione della risoluzione 1244, ed
assicurare il
ritorno e la sicurezza di più di mezzo milione di serbi e di non
albanesi cacciati dal
Kosovo.

Le azioni dell'UNMIK e KFOR, lungi da un tale risultato, hanno
invece prodotto una
rapida caduta degli impegni ONU per la fine dell'aggressione Nato
contro la RF di
Jugoslavia. Il loro dispiegamento e le loro decisioni hanno solo
esacerbato separatismo
e terrorismo in Kosovo, dove, in un anno di amministrazione UNMIK e
KFOR, sono
stati uccisi più di 1100 serbi, Rom e non albanesi. 960 persone sono
state deportate e
qualcosa come un centinaio di chiese ortodosse e monasteri sono
stati danneggiati o
distrutti. Le vittime del terrorismo albanese includono anche 290
Albanesi.

Segnaliamo ai cittadini del mondo che la RF di Jugoslavia è uno
Stato multietnico in cui
vivono 29 nazionalità diverse, cioè un paese unico in un contesto
sempre più
monoetnico.

Inoltre la RF di Jugoslavia è il paese con il più alto numero di
rifugiati in Europa, un
totale di 1,5 ml dalla regione della ex SFRF e del Kosovo, che ha
sostenuto facendo
affidamento principalmente sulle proprie forze e su magre risorse,
anche per il fatto
che la sua economia è stata collassata dalle sanzioni di lungo
periodo introdotte
dall'Occidente.

Rivendichiamo la soppressione di sanzioni ingiuste, imposte
illegalmente dagli USA e
dalla UE, che colpiscono la maggioranza della popolazione civile,
particolarmente
quella più vulnerabile, come bambini, vecchi e rifugiati.

Le sanzioni hanno praticamente impedito la cooperazione con la RF di
Jugoslavia in
altre sfere come la scienza, la cultura, l'educazione ed il piacere.
Gli sforzi condotti
per isolare sul piano internazionale la RF di Jugoslavia sono in
contrasto con gli
obiettivi ed i progetti tesi ad incoraggiare la cooperazione e la
sicurezza nei Balcani, in
virtù del fatto che tale paese è elemento chiave ed inevitabile
nella regione.

L'aggressione Nato contro la RF di Jugoslavia ha distrutto molte
vite ed ha prodotto
danni stimati in 100 ML di dollari. Gli USA e gli altri paesi che
hanno preso parte
all'aggressione debbono risarcire la RF di Jugoslavia senza
condizioni. I loro leaders
debbono essere portati davanti al tribunale internazionale dell'Aja
per crimini contro
l'umanità e violazione della Convenzione di Ginevra ed altre
convenzioni
internazionali.

I partecipanti al campus internazionale di amicizia provenienti
dall'Europa e da altri
continenti hanno esaminato attentamente i rapporti e le analisi
sulla manipolazione
politica e mediatica intessuta allo scopo di giustificare un
predeterminato pretesto alla
aggressione Nato.

Anche se la verità sta ormai emergendo più che chiaramente in tutto
il mondo, si è
concluso all'unanimità che, sia a livello nazionale che globale,
occorre prendere una
serie di iniziative per contrastare i pregiudizi antiserbi e la
propaganda diffusa per
anni.

Sirogojno (Repubblica Federale di Jugoslavia), 30 luglio 2000

ALLEGATO 3

Documento per la solidarietà studentesca

La guerra di aggressione, condotta dalla Nato contro la Jugoslavia,
ha avuto serie
conseguenze per il popolo jugoslavo e, tra gli altri, per la
gioventù e gli studenti, cioè,
per le nuove generazioni.

Tutti i 19 Paesi, appartenenti al patto di aggressione, non si sono
accontentati di
distruggere questo Paese sotto una pioggia di bombe, ma sono ora
impegnati ad
applicare sanzioni economiche che tremendamente colpiscono gli
studenti. Dopo due
settimane passate in Jugoslavia, siamo coscienti dell'urgenza e
dell'importanza che
può avere il nostro aiuto alle Università. Questo documento vuole
presentare alcuni
suggerimenti, in modo che ciascuna delegazione possa parlarne con i
giovani studenti
jugoslavi.

Ecco i suggerimenti :

La conferenza europea dei rettori ha escluso la Jugoslavia da
questa
istituzione. In ciascun Paese europeo noi dobbiamo fare
pressione affinché
questa istituzione decida di reintegrare le Università
jugoslave. Per ottenere
ciò possiamo, ad es., organizzare una giornata internazionale
di azione per
aiutare la Jugoslavia !
Potremmo organizzare in alcune Università europee una
Conferenza per
illustrare il nostro viaggio e tutto ciò che abbiamo appreso
durante il nostro
soggiorno in Jugoslavia, nonché le nostre attività nel campo
internazionale di
amicizia. Potremmo anche presentare concreti materiali in modo
da essere più
convincenti: un video con le visite del nostro viaggio, un
quiz con le
informazioni sulla Jugoslavia, una mostra fotografica ma,
soprattutto, noi
siamo tutti testimoni di ciò che abbiamo visto e sperimentato.
Dovremmo
parlarne nelle Università dei nostri Paesi !
Con gli studenti che presentano maggiore interesse per la
questione, noi
potremmo formare una lista di alleanza con tutti i maggiori
eventi occorsi
durante i bombardamenti della Jugoslavia.Sarebbe anche utile
per noi
conoscere ciò che è accaduto da allora, per mobilitarci se
necessario. In pari
tempo potremmo organizzare un Forum per una seria discussione
sull'argomento. Gli studenti jugoslavi potrebbero offrirci il
massimo di
informazione sulla situazione, sulle condizioni di vita della
popolazione, da
diffondere poi nei nostri Paesi.
Potremmo organizzare alcuni scambi tra docenti e studenti
provenienti dalla
Jugoslavia e dei loro amici di altre nazionalità. Sarebbe
interessante
scambiarci conoscenze reciproche ed essere ben informati sulla
situazione in
Jugoslavia. Di conseguenza, dovremmo saper formare, durante
l'anno,
delegazioni jugoslave ma anche delegazioni di altri Paesi.
L'embargo non consente agli scienziati di lavorare, ed
impedisce agli studenti
di avere i libri per i loro studi. Gli studenti di tutta
Europa potrebbero
intervenire e contribuire all'invio di tutti i libri
importanti e necessari in
Jugoslavia.
Tutti gli studenti dovrebbero contribuire a questa azione
umanitaria (e non
solo) rincontrandosi a Sirogojno l'anno venturo, allo scopo di
continuare il
lavoro del movimento internazionale per la Pace.

I giovani, gli studenti, in Jugoslavia come in altri Paesi, sono il
futuro delle società.
Dopo aver distrutto il presente di questo Paese con le bombe, i
Paesi aggressori
vogliono distruggere anche il futuro stesso. Ciò è inaccettabile !
Questo è il motivo per
il quale ci mobilitiamo, allo scopo di evitare, per quanto possibile
, le conseguenze di
queste azioni illegali, in attesa di annichilirle.

Lunga vita agli studenti ed al popolo della Jugoslavia !

Tutti insieme contro l'imperialismo !

Sirogojno 30 luglio 2000


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Via Workers World News Service
Reprinted from the Aug. 17, 2000
issue of Workers World newspaper
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YUGOSLAVIA:
YOUTHS SEE WAR'S DEVASTATION AND
PEOPLE'S RESISTANCE

By Josina Dunkel
Belgrade, Yugoslavia

Youth delegations from over 20 countries around the world
came together from July 15 to Aug. 1 for the first annual
International Campus of Friendship in Yugoslavia. The
gathering was sponsored by the Patriotic Union of
Yugoslavia.

During those weeks the delegates not only learned about
Yugoslavia's complex history and society, but also
strengthened international contacts to further the struggle
against imperialism.

The youth camp was located in the mountains in Sirogojna,
the only "living museum" in Yugoslavia. From this center
the delegates visited museums, monuments and other sites of
political and cultural interest. Camp meetings heard and
discussed the economic impact of sanctions on Yugoslavia,
the real reasons behind the U.S. and NATO's 78-day bombing
assault last year and other topics.

In Belgrade and Novi Sad the delegates saw what U.S. bombs
destroyed in the northern Serbia.

They saw that many of NATO's targets were not military at
all but hospitals, schools and electricity-generation
plants. The U.S. generals running the bombing tried to
destroy Yugoslavia's civilian infrastructure.

As political graffiti in Belgrade pointed out, last year's
NATO bombs were not the first attempt by imperialists to
destroy the spirit of the socialist revolution. Nazi
Germany tried 60 years ago. But Yugoslavia didn't surrender
to the fascists or to NATO.

The young delegates visited Kragujevac, where Nazis
executed 7,000 men in one afternoon during World War II.
The town had only 30,000 people at the time. The Nazis
chose this town because it was the heart of the partisan
liberation movement.

Last year a bomb that fell nearby damaged the museum
dedicated to preserving this part of Yugoslav history. The
youth delegation placed a wreath at the town's monument, a
stylized bird with a broken wing. The monument was
dedicated to the hundreds of students the Nazis marched
from their classrooms to murder.

IN KOSOVO MITROVICA

Today an occupation force patrols and divides the city of
Kosovo Mitrovica. A barbaric tangle of barbed wire and a
resident force of KFOR soldiers from the United States,
Germany, England, France and other countries maintains the
separation of Albanians from the rest of this multiethnic
city.

Last year NATO propagandists falsely accused the Serbs of
genocide. Today right-wing Albanians have expelled other
ethnic groups from Kosovo. The Albanian section of Kosovo
Mitrovica has ejected the ethnically and physically
distinct Roma people.

The so-called Kosovo Liberation Army burned out a Roma
camp on the southern side of the city and forced its
inhabitants into tents. The attacks have not ended. During
the first week of August a twelve-year old Roma boy was
struck by a grenade when the encampment was attacked.

In Kosovo Mitrovica only one hospital admits Serbs. While
the medical staff tries to perform regular operations,
including complex procedures, their efforts are made very
difficult by the lack of water, medicine and equipment.

The water plant is located in the southern part of the
city. The KLA-controlled government allows only a very
limited amount to flow for a few hours a day. The same goes
for electricity.

In this hospital all signs are still in Albanian and
Serbian, in that order. Where separatism exists now, there
had been integration. Albanian doctors worked with Serbian
patients, and vice versa. Now the KLA encourages Albanian
patients to use only Albanian hospitals with Albanian
doctors.

While the bombs have stopped falling, the war is not over.
Kosovo, considered by Serbs to be the cradle of their
society, is being occupied by foreign troops who drive
around in tanks and military vehicles carrying automatic
weapons slung across their backs.

On this visit to Kosovo, Belgrade law student Ivana Antic
told how the local Serb residents sought more aid from the
Belgrade government. "There are police and KFOR troops but
no security. Albanians can make wild claims and Serbs will
be imprisoned," she said.

Last year U.S., German and other NATO officials justified
the destructive bombardments of Kosovo by claming that
Serbs were committing genocide against Muslim Albanians.

To clarify the situation during a visit to the Zabucje
Refugee Camp, Buba Morina, the Yugoslav minister for
refugees, displaced persons and humanitarian relief, said,
"NATO bombs fell mostly on Kosovo. That was a display of
how much NATO loves the Albanian population."

SANCTIONS ATTACK DAILY LIFE

Yugoslavia has been under attack for over 10 years. This
Balkan country has a multitude of ethnically, religiously,
and historically diverse peoples. The partisan movement and
the revolution of 1945 welded these diverse groups into an
independent country. But foreign multinationals and the
Western regimes have exploited ethnic differences to gain a
stronger position in the region.

The Romans had a strategy of "divide and rule." U.S.
imperialist strategists use this same policy. They
encouraged and cheered the dissolving of the former Soviet
Union. They also support separatist movements in China.

When they funneled money to the KLA, neither the United
States nor Germany was interested in defending minorities.
They were interested in dividing up a country that resisted
total foreign domination.

Sanctions have been in place for a decade. Bosnia and
Kosovo have been separated from Yugoslavia. Across the
country there are shortages of food and gas. People can't
get sugar or cooking oil, even on the underground market.

Elementary schools and high schools have not recovered
from the bombing. Most were disbanded during the bombing.
With the sanctions keeping teachers' salaries fixed at 67
German Marks a month (about $30 U.S.), strikes have closed
the schools regularly.

Rents vary from 20 to 30 German Marks a month. While
salaries in general are very low, there is also a lack of
work for those who are employed. Sanctions have eliminated
most exports and imports. There are no markets for
Yugoslavian goods so production is very low.

The Yugoslav government has received no compensation for
the destruction of buildings, bridges, and the lives of the
thousands killed by U.S./NATO bombs. Belgrade can't get
loans and must pay for reconstruction on its own.

As one economist pointed out, every year there is a
greater loss, which cannot be made up despite an expanding
economy. Things are not stagnant in Yugoslavia, just
disadvantaged.

YOUTHS PLAN SOLIDARITY

The delegates visited Yugoslavia to witness for themselves
the situation a year after bombs were dropped. They were
all moved by witnessing the Yugoslav people's spirit of
resistance and the determination to survive the daily
hardships.

Delegates have already begun to plan solidarity
demonstrations in many countries Oct. 20-22, a medical aid
project, and student solidarity projects including a drive
for scientific journals and law books restricted by
sanctions.

For updates, visit the International Action Center's Web
site at www.iacenter.org.

[Dunkel represented the IAC at the International Campus of
Friendship in Yugoslavia.]

- END -

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copy and distribute verbatim copies of this document, but
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