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Subject: da Aldo Bernardini-Adolfo Amoroso
Date: May 8, 2006 1:42:13 PM GMT+02:00


Roma, 8 maggio 2006

Spett.le “Liberazione”
all’att.ne del Direttore
Piero Sansonetti
Fax 06 – 441 83 254

Numerosi destinatari on line

In seguito alla proposta di Pasquale Vilardo e con invito di adesione.

La candidatura di Massimo D’Alema – non sappiamo se definitivamente
rientrata – alla più alta carica dello Stato, quella di Presidente
della Repubblica, cui compete fra l’altro la funzione di supremo
garante della Costituzione, lascia sgomenti per la totale
cancellazione del passato che viene operata da alcuni dei suoi più
energici sostenitori e che si vuole imporre, più che a noi cittadini,
a tanti degli attuali elettori presidenziali. Molti di questi, già
all’epoca parlamentari, insieme a giuristi, docenti, giornalisti,
sottoscrissero denunce penali a carico dell’allora Presidente del
Consiglio D’Alema per l’aggressione del 1999 contro la Jugoslavia,
che ha violato apertamente la Carta delle N.U. e l’art. 11 e altre
norme della Costituzione. Nell’aprile del 1999 l’On. D’Alema
sottoscrisse poi a Washington un accordo per l’ampliamento delle
competenze della NATO a tutto il pianeta e, sotto il profilo
oggettivo, non più per la difesa degli Stati membri da attacchi
esterni, bensì per la tutela degli interessi nazionali e collettivi
dell’Alleanza ovunque nel mondo.
Mostruosa sul piano sostanziale (un’alleanza difensiva diviene patto
di potenziale guerra preventiva, per ciò stesso in urto frontale con
l’art. 11 Cost.), la modifica del Trattato NATO, con l’assurda
previsione di operazioni non ex art. 5 (!), è costituzionalmente
illegittima sotto il profilo formale dell’art. 80, perché sprovvista
dell’intervento parlamentare che aveva invece dato copertura al
Trattato NATO del 1949.
Anche su queste basi “fuori legge” poggiano varie fra le “missioni”
militari italiane all’estero.
Un appoggio a D’Alema da parte degli adepti della “non violenza”
appare – checché si pensi poi sul merito di questa posizione –
inspiegabile e proprio incoerente e disvela in definitiva il
carattere strumentale di tante escogitazioni.
Di tutto questo, e di altro ancora, non ci si può dimenticare. La
difesa della Costituzione, alla quale siamo chiamati con l’imminente
referendum, perderebbe ogni credibilità se, alle tante violazioni già
compiute pure dal primo centro-sinistra, si aggiungesse l’affidamento
della garanzia della nostra Carta fondamentale a uno dei suoi massimi
violatori, che oltretutto non risulta aver mai espresso ripensamento
alcuno.

Aldo Bernardini
Adolfo Amoroso