Kosovo e Tesla

ALLACCIATE LE CINTURE, STIAMO CADENDO!

Il 10 luglio u.s. si è tenuta a Zagabria una conferenza sul Kosovo,
cui hanno partecipato tre rappresentanti dei serbi del Kosovo al
Parlamento di Belgrado. Si tratta di Oliver Ivanovic, Gordana Cacic e
un tale Njakic.
Essi hanno cercato di spiegare ai serbi della Croazia quale sia la
situazione e le prospettive per i serbi in Kosovo.

I tre erano di passaggio a Zagabria poichè nella Lika, a Smiljan,
villaggio natio di Nikola Tesla, si era tenuta una celebrazione
solenne della ricorrenza della sua nascita - 150 anni fa. Erano
presenti sia autorità croate che serbe - il presidente della
Repubblica Tadic ed altre personalità importanti: una cosa inedita
finora (1). Rimane il fatto che Smiljan e dintorni, nella regione un
tempo a maggioranza serba, hanno una storia triste, lugubre ed
irrisolta.

Ma, a parte questo, quello che i tre deputati serbi-kosovari hanno
detto sul Kosovo, non convince. Oggi vivono in Kosovo non più di
130mila serbi, meno del dieci per cento della popolazione attuale.
Più di altrettanti sono rifugiati in Serbia e altrove (ad es.
Montenegro), registrati come profughi - e chissà se potranno mai
tornare in Kosovo. Secondo i tre deputati, come minoranza i serbi-
kosovari dovrebbero entrare nelle istituzioni albanesi e battersi per
i diritti delle minoranze ed ottenere di amministrare qualche comune
("dobiti koju opstinu") dove saranno in maggioranza. Ma la
valutazione realistica è che non otterrebbero più di tre comuni in
questo modo, anche se ne hanno chiesti almeno tredici.
La posizione più intransigente è quella nota: i serbi vivono in
Kosovo, nel centro e nel sud, e non è possibile ne' ammissibile
creare una enclave serba al nord, intorno a Kosovska Mitrovica.
Dovrebbero crearsi le condizioni perchè i serbi possano vivere lì
dove hanno sempre vissuto... D'accordo, ma non si dice come e con
l'aiuto di chi. Della "comunità internazionale" e delle sue forze?
Quelle non difendono nessuno.

La stessa Gordana Cacic, presidente di una organizzazione dal nome
pretenzioso - "Donne d'affari del Kosovo" - era nel marzo scorso su
quel pulman saltato su una mina, dove sono morte parecchie persone.
Gordana è una donna giovane e piacevole, che parla delle prospettive
delle donne, dice che non si devono arrendere, eccetera. Oliver
Ivanovic ha detto che si deve essere pronti anche per soluzioni che
non piacciono, ma che possono dare una certa possibilità di sviluppo
alla minoranza serba. Secondo Ivanovic, l'Unione Europea non sarebbe
per l'indipendenza del Kosovo, diversamente dall'America e dagli
albanesi che non vogliono accettare nulla che sia meno
dell'indipendenza.

Insomma, tutto lascia intravvedere la tragedia futura, anche se
nessuno di loro ha mai pronunciato e nemmeno preso in considerazione
l'eventualità molto realistica di un futuro Stato albanese. Hanno
detto altre cose: ad esempio, che anche nella regione autonoma ai
tempi della Jugoslavia federativa e socialista i serbi sono sempre
stati minoranza, anche nelle istituzioni, e che decideva sempre tutto
la maggioranza cioè gli albanesi - quindi non cambia quasi nulla. E
poi, che un eventuale nuovo Stato albanese creerebbe molti problemi e
nuova, profonda instabilità nei Balcani. Ma l'instabilità della
Jugoslavia è iniziata con l'instabilità del Kosovo sin dagli anni
Ottanta!

Ivanovic non si è astenuto dal criticare i sistemi precedeniti (la
Jugoslavia socialista e quella di Milosevic), che pensavano che i
problemi del Kosovo potessero essere risolti militarmente - quindi
sarebbe loro la colpa del punto a cui siamo giunti. Dire questo della
Jugoslavia socialista ci sembra una ingiustizia che grida al cielo,
perchè di interventi militari quello Stato non ne ha fatti, ed ha
mandato invece tantissimi soldi, specialisti e risorse, ma non è
servito a nulla. Ruberie ed arretratezza si sono dimostrate
insuperabili con metodi ragionevoli ed umanistici. Con la forza,
certo, si è ottenuto ancora meno; ma era proprio necessario arrivare
al punto odierno nella frattura tra le due popolazioni?

Il vulnus kosovaro per ora appare inguaribile, e che ci sono forze
politiche che fanno di tutto per mandare la ferita in putrefazione e
cancrena. Sentire certi come questo Naikic (e sono discorsi che
sentimmo già nell'88, a Pristina ad un Congresso), dire che "anche i
serbi si sposano" e che quest'anno nell'ospedale ginecologico del suo
paese sono nati trecento bambini e che le donne albanesi cominciano
ad avere meno figli e vengono nell'ospedale serbo per abortire - così
che non si sappia nei loro paesi -, uno si sente cadere le
braccia... E ci chiediamo, che ne è stato del nostro denaro, versato
da noi jugoslavi per anni (quasi il 2 per cento ogni mese da ogni
stipendio) per far progredire quella regione che oggi è invece in uno
stato straziante... E ci ricordiamo della scritta che appariva
sull'Hotel Grand di Pristina, dove abbiamo pernottato in quei giorni
dell' 88. C'era scritto già allora: "Vezite se,
propadamo!" (Allacciate le cinture, stiamo cadendo!)

(a cura di Jasna Tkalec)


(1) SULLA RICORRENZA DELLA MORTE DI TESLA SI VEDA AD ESEMPIO:

# Nikola Tesla riconcilia serbi e croati

[Drago Hedl] Incontro al vertice tra Serbia e Croazia nel 150°
anniversario della nascita di Nikola Tesla. Il ricordo del grande
scienziato diviene il simbolo di un nuovo corso tra i due paesi,
evidenziato anche dallo straordinario progresso degli scambi
economici...

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5929/1/51/

# Croats, Serbs unite to hail Tesla's genius

http://today.reuters.co.uk/news/newsArticle.aspx?
type=scienceNews&storyID=2006-07-10T134931Z_01_L06748915_RTRIDST_0_SCIEN
CE-LIFE-TESLA-DC.XML

# Electrical pioneer Tesla honoured

http://news.bbc.co.uk/go/pr/fr/-/2/hi/europe/5167054.stm

# REPORT from Niagara Falls and the unveiling of NIKOLA TESLA
Memorial Monument

www.ckcufm.com -- "Monday's Encounter" -- ON AIR on July 17, 2006 at
6:00 P.M. EST
TO HEAR the show after the airing, click to:
http://f2.pg.briefcase.yahoo.com/pertep (go to CKCU and pick the show)