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Il Manifesto 12-12

La storia Ferid Sulejmanovic, espulso nel 2000. Ma la Corte europea
gli aveva dato ragione

Morte assurda di un rom legale

Era uno degli zingari del campo Casilino, Roma, spediti a Sarajevo. A
torto. Ha provato a rientrare da clandestino. E' morto soffocato in
un tir

Cinzia Gubbini

Sembra quasi l'ultimo atto di una tragedia. Solo che è tutto vero.
Niente palcoscenico, niente applausi finali. Per Ferid Sulejmanovic,
il protagonista di questa storia, un'uscita di scena tra i gas
tossici sprigionati dall'alluminio ferroso.
Ferid, 33 anni, rom bosniaco, era stato cacciato sei anni fa
dell'Italia, nel corso di un'espulsione di massa che la Corte di
Strasburgo ha dichiarato illegale. Il suo cadavere è stato trovato
sabato mattina nel cassone di un camion sbarcato al porto di Ancona.
Il tir, che trasportava lui e un altro uomo non ancora identificato
era partito dal porto di Zara, in Croazia. I due viaggiatori
«abusivi» sono stati uccisi dalle esalazioni sprigionate dai lingotti
di alluminio, che erano destinati a un'azienda del nord, e dietro cui
si erano nascosti. L'inchiesta aperta alla Procura sulla loro morte
dovrà anche accertare se quelle sostanze sono consentite. Quando al
porto è arrivata l'agenzia regionale non ci ha visto chiaro:
nonostante il telone fosse ormai stato alzato da tempo, e la banchina
fosse ventilata, ha rilevato un'alta concentrazione di ammoniaca,
anidride solforosa e arsina. Ma anche di altre sostanze, al momento
ignote, e forse illegali. I due uomini non avevano documenti addosso:
nelle tasche dei loro indumenti sono stati trovati soltanto un
pacchetto di sigarette e soldi bosniaci. Ma la sorella di Ferid è
andata ieri alla polizia di frontiera per riconoscerlo: sapeva che
stava per arrivare, che aveva intenzione di infilarsi in un camion
per raggiungere l'Italia, da dove era stato cacciato. Considerato
illegale, al pari dei gas che lo hanno ucciso.
Solo che l'espulsione di Ferid è particolare. Illegale, anche quella:
a dirlo è stata nel 2002 la Corte europea dei diritti dell'uomo. Era
l'alba del 3 marzo del 2000 quando polizia e carabinieri arrivarono
senza preavviso nei campi rom di Roma Tor de' Cenci e Casilino 700.
Furono prelevate 67 persone, tra di loro bambini, donne incinte,
anziani e malati. In dodici ore furono portati all'aeroporto e
rispediti a Sarajevo, nonostante la maggior parte di loro fosse
fuggita dalla guerra, e i bambini fossero nati in Italia e nulla
sapevano di quel paese. Manifestazioni, interrogazioni parlamentari,
appelli, non servirono a nulla. Ma chi protestava aveva ragione. La
comunità di Sant'Egidio, che seguiva le famiglie di Casilino 700,
assistita dall'avvocato romano Nicolò Paoletti, fece ricorso alla
Corte europea per i diritti umani, raccogliendo la procura delle
persone che riuscirono a rintracciare: quasi tutti avevano trovato
riparo nel quartiere di Ilizda, un sobborgo di Sarajevo dove vivono
molti rom. Il fotografo Stefano Montesi ricorda il viaggio per
intercettare le famiglie espulse: «Vivevano in case diroccate,
intorno c'erano cartelli con scritto "attenti alle mine"». Furono
messe insieme 16 procure. La Corte fece sapere che il ricorso era
ammissibile. Solo allora, era il 2002, il governo si decise a trovare
un accordo, pur di evitare una condanna che avrebbe stigmatizzato
l'Italia per la violazione di diversi articoli della Convenzione
europea: quello che vieta «trattamenti disumani e degradanti», quello
che vieta discriminazioni, e quello che assicura il diritto a un
ricorso effettivo. E fece tornare i ricorrenti, riconoscendo loro
anche un risarcimento economico.
Ferid Sulejmanovic venne a sapere della «vittoria» solo dopo la
sentenza, chiese all'avvocato se potevano rientrare: «Ho studiato a
fondo il caso - spiega Paoletti - ma tutti i termini di legge erano
ormai scaduti per un ricorso. Certo, una buona amministrazione, preso
atto della posizione della Corte, avrebbe dovuto riesaminare tutte le
espulsioni. Ma così non è stato». Allora Ferid è salito su un camion
diretto in Italia. Con lui c'era un altro uomo: al campo rom Casilino
900 dicono che probabilmente si tratta di Tissan Severovic, un altro
rom espulso qualche anno fa. Ma il suo corpo ieri non era ancora
stato identificato. Anche se - nonostante la questura di Ancona non
abbia diffuso dettagli - poco dopo il ritrovamento dei cadaveri le
agenzie di stampa hanno informato che «entrambi erano stati espulsi
dall'Italia» e che uno dei due aveva precedenti penali. Le notizie
corrono, spesso a metà.

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Opera Nomadi

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IX° Seminario Nazionale Opera Nomadi

15 e 16 dicembre 2006


"I Rom/Sinti e le Metropoli"


Programma :


15 dicembre


§ Gruppi di lavoro (ore 09:30-19:30)

§ II° Concorso Musicisti di Strada Rom/Sinti (ore 21.30-24:00)

(presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)



16 dicembre


§ Conclusioni (ore 09:30-13:00)

(presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)

Interviene: Sottosegretario all'Interno On.le Marcella Lucidi


Organizzazione dei 5 Gruppi di lavoro


§ GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare"

presso Sede UIL
via Cavour 108 (Quartiere Esquilino- pressi Stazione Termini)

Conduttore di gruppo: Massimo Converso (Presidente Nazionale Opera
Nomadi)


§ GRUPPO DI LAVORO N. 2 "SCUOLA"

presso Ministero Pubblica Istruzione,
via Ippolito Nievo 35 (Quartiere Trastevere) Sala Conferenze "Kirner"
I° piano

Conduttori di Gruppo: Dr. Matteo Tallo (Dirigente MPI) , Prof.ssa
Renata Paolucci (Responsabile Settore SCUOLA Opera Nomadi Nazionale)
Prof. Marco Nieli ( Pres. O.N. Napoli), Ins. Anna Biondani (O.N.
Sicilia), Prof.ssa Antonia Dattilo (CSA - MPI Bologna),


§ GRUPPO DI LAVORO N. 3 "LAVORO"

presso Assessorato al Lavoro del Comune di Roma
Lungotevere de' Cenci 5, II° piano "Sala Blu" (Quartiere Ebraico)

Conduttore di Gruppo: Aleramo Virgili (Responsabile Sportello Lavoro
Rom/Sinti Comune di Roma)


§ GRUPPO Dl LAVORO N. 4 "DIRITTI/MEDIATORI"

presso Comune di Roma - Gruppo Consiliare P.R.C.
via delle Vergini, 18

Conduttori di Gruppo: Rag. Giorgio Bezzecchi (Mediatore Rom COMUNE di
MILANO),
Prof.ssa Bianca Mori La Penna (Responsabili Settore DIRITTI Opera
Nomadi Nazionale)


§ GRUPPO DI LAVORO N. 5 "SANITA'"

Presso Caritas Diocesana -Sala Riunioni-
via Marsala, 103 (Stazione Termini)

Conduttore di Gruppo: Dr. Salvatore Geraci (Responsabile Nazionale
Area Sanità - CARITAS)


Per qualsiasi informazione ed iscrizione ai diversi gruppi rivolgersi
alla

Segreteria Tecnica Nazionale
Tel. 06/44704749
Fax. 06/49388168
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