(francais / italiano)

1) Ritorno sul luogo del delitto

2) Il delitto rimane impunito

Sui crimini commessi nel corso dei bombardamenti del 1999 si veda anche:

Sulle inchieste ed i procedimenti penali per quei crimini (tutti insabbiati):

In particolare, sul caso dell'assassinio di 16 lavoratori della RTS:

Sulle responsabilità specifiche di Massimo D'Alema, anche dal punto di vista della copertura "ideologica" in favore della aggressione contro la RF di Jugoslavia:


=== 1: Ritorno sul luogo del delitto ===

D'ALEMA A BELGRADO

(ANSA) - BELGRADO, 4 DIC - Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema e' giunto stamani a Belgrado per una visita di alcune ore nel corso della quale incontrera' le massime autorita' serbe. Il titolare della Farnesina avra' colloqui con il presidente Boris Tadic, il primo ministro Vojislav Kostunica e col ministro degli Esteri Vuk Draskovic. Inoltre D'Alema inaugurera' Palazzo Italia, nuova sede dell' Istituto italiano di cultura. Nel pomeriggio il ministro degli Esteri proseguira' per Mosca. (ANSA). PST/FV
04/12/2006 09:53

D'ALEMA A BELGRADO, DA AMICO DOPO TRAGICO CONFLITTO DEL 1999

(ANSA) - BELGRADO, 4 dic - Una visita a Belgrado nel segno dell'''amicizia'' dopo il ''tragico conflitto'' del 1999 e quel momento ''molto doloroso'' che Massimo D'Alema visse da presidente del Consiglio. La visita di stamani nella capitale serba del ministro degli esteri non poteva non passare anche da un ricordo di quei giorni in cui la Nato intervenne contro la Serbia. ''Ho voluto ricordare perche' e' sempre giusto dire tutto'', ha confessato D'Alema al termine della visita a Belgrado, prima di ripartire per Mosca. ''Per me e' stato particolarmente emozionante essere qui - ha aggiunto - ormai dopo lunghi anni da quel tragico conflitto che fu un momento molto doloroso''. Il capo della diplomazia italiana ha sottolineato che la visita di oggi si e' svolta ''nel segno dell'amicizia e del sostegno dell'Italia a questo paese che si e' rimesso in cammino, ad una democrazia che si sta costruendo e ad un popolo che aspira a ricoprire un ruolo importante nel futuro dell'Europa''.(ANSA). PST
04/12/2006 14:02 

KOSOVO: D'ALEMA, NON UMILIARE SERBIA, RISPETTARE KOSOVARI

(ANSA) - BELGRADO, 4 dic - Una soluzione di ''compromesso'' sul Kosovo si potra' trovare, ma e' importante cercare una ''soluzione rispettosa delle aspettative della maggioranza dei cittadini kosovari, che non sia una umiliazione per la Serbia e che dia garanzie precise per le minoranze del Kosovo''. E' questa la formula possibile, secondo il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, per una soluzione alla questione del Kosovo, attesa nei prossimi mesi subito dopo le elezioni in Serbia previste per il 21 gennaio. D'Alema ha incontrato oggi a Belgrado le maggiori autorita' serbe, parlando dei vari aspetti dei rapporti bilaterali. Inevitabilmente, si e' parlato anche del cammino di Belgrado verso le istituzioni europee e internazionali, che l'Italia continua ad appoggiare, e delle prospettive future del Kosovo. ''Il consiglio che do' a tutti e' quello di non scavare trincee o erigere barricate'', ha detto D'Alema convinto che ''una soluzione'' si potra' trovare se non ci saranno ''assurde rigidita' ''. L'Italia, ha confermato il ministro degli Esteri, vuole dare il suo appoggio e il suo contributo all ''ricerca di un compromesso'' che richiedera' comunque, da tutte le parti, ''una certa flessibilita' ''.(ANSA). PST
04/12/2006 14:09 

SERBIA: IL RITORNO DI D'ALEMA, INAUGURATO PALAZZO ITALIA/ANSA

(di Alessandro Logroscino) (ANSA) - BELGRADO, 4 DIC - Un ritorno ''in pace'', nelle vesti di ministro degli esteri e vicepremier di un Paese riconosciuto come ''amico'' dalla Serbia del dopo Milosevic. E' con questa nota, a un tempo politica e personale, che Massimo D'Alema, presidente del Consiglio italiano all'epoca della guerra per il Kosovo e dei bombardamenti Nato del 1999, ha inaugurato oggi nel cuore di Belgrado - con al fianco l'attuale presidente serbo, l'europeista Boris Tadic - l'elegante sede di Palazzo Italia: complesso che riunisce le rappresentanze di aziende ed enti tricolore nel maggiore Paese ex jugoslavo. Ospitato in un edificio storico di fine anni '20, concesso dalle autorita' locali e ristrutturato su iniziativa del governo italiano, Palazzo Italia sorge di fronte ai resti di due spettri del passato: gli scheletri in macerie, mai rimosse, delle sedi della polizia e dello stato maggiore del vecchio regime. E D'Alema non ha evitato di farvi cenno, salutando l'apertura di una istituzione che vuole suggellare un rinnovato cammino di amicizia tra Roma e Belgrado, fatto di offerte di partnership economica, politica e culturale verso un Paese che - seppure in transizione - guarda oggi all'Europa. Ricordando il 1999, D'Alema ne ha parlato pubblicamente come della stagione piu' dura del suo impegno politico. Una stagione di ''divisione tra l'Italia e i Paesi della Nato da una parte e la Serbia dall'altra'', nel quadro di scelte che egli ha rivendicato come atti ''di responsabilita''' e che tuttavia furono ''difficili e dolorosi'' - ha riconosciuto - anche in termini di personale ''esperienza umana''. Qualcosa che e' ormai alle spalle, ma che sulla quale l' ospite italiano non ha voluto glissare, guadagnandosi il plauso dell'uditorio nel momento in cui ha infine sottolineato ''l'importanza di ritrovarsi in un momento di pace, di festa'' e di ''grande speranza nel progresso della Serbia''. Una speranza che Palazzo Italia - inaugurato ufficialmente da D'Alema e Tadic con un mostra (Pueritia) dedicata all'immagine dei fanciulli nella scultura dell'antica Roma - testimonia concretamente. Concentrando in un un luogo rappresentativo realta' economiche e istituzionali impegnate nella promozione dei rapporti commerciali, culturali e di cooperazione con Belgrado. A dimostrazione - ha sottolineato D'Alema - ''dell'amicizia che lega i nostri popoli e i nostri Paesi''. Sullo sfondo vi e' una dimensione di partnership che Tadic ha definito ''strategica'', elogiando ''il ruolo positivo'' dell'Italia a favore delle ambizioni di rilancio e di integrazione euroatlantica del suo Paese. Una partnership nutrita di crescenti relazioni economiche (l'Italia e' oggi il primo interlocutore commerciale europeo occidentale della Serbia), di solidarieta' (secondo Paese donatore dopo gli Usa), come pure ma anche di vicinanza politica. ''L'Italia - ha notato D'Alema - riconosce il ruolo fondamentale esercitato dalla Serbia in forza della sua storia e della sua cultura'' nei Balcani. Ed e' ''persuasa di dover rafforzare i legami di natura economica e culturali, gia' significativi tra i nostri due Paesi'', poiche' ambisce a favorire ''la pace, la stabilita' e la democrazia'' in questa regione limitrofa, dopo gli anni della violenza. ''Naturalmente spetta al popolo serbo decidere del suo cammino nei rapporti con l'Ue e con la Nato'', ha aggiunto il ministro degli esteri italiano, consapevole di quanto cruciali siano le elezioni politiche anticipate indette per il 21 gennaio prossimo. Ma ''i cittadini serbi - ha ripreso - devono sapere che se sceglieranno un cammino di dialogo troveranno nell'Italia un sicuro compagno di strada'': come gia' dimostrato dall'impegno profuso da Roma per la recente inclusione di Belgrado nei programmi Nato di partnership for peace e dalla proposta di ripresa dei negoziati di associazione e stabilizzazione con l'Ue, interrotti nel mesi scorsi a causa della mancata consegna alla giustizia internazionale degli ultimi ricercati per crimini di guerra dell'era Milosevic. Una promessa che la mostra inaugurale di Palazzo Italia suggella, presentando ai visitatori esempi di quelle che D'Alema ha definito ''radici culturali comuni''. In una suggestione di richiami al passato, ma anche a immagini dell'infanzia che - ha concluso il ministro degli esteri - simboleggiano il futuro e rappresentano dunque ''un messaggio di speranza''. (ANSA). LR
04/12/2006 16:02 

ITALIA 'RISTRUTTURA' IL DEBITO A SERBIA E MONTENEGRO

BELGRADO - L'Italia ha cancellato meta' del vecchio debito jugoslavo ereditato nei suoi confronti dalla Serbia e dal piccolo Montenegro e ha accordato una generosa ristrutturazione a lungo termine sulla meta' rimanente. L'ha suggellato un'intesa ad hoc, per un importo complessivo di circa 200 milioni di euro, formalizzata oggi a Belgrado.
L'Accordo di riduzione e ristrutturazione del debito e' stato firmato nella sede dell'ambasciata d'Italia dal sottosegretario agli Esteri Famiano Crucianelli per conto del governo di Roma, dal ministro delle relazioni economiche internazionali Milan Parivodic a nome della Serbia e dal ministro delle finanze Igor Lukic a nome del Montenegro: ultima repubblica ex jugoslava a essersi resa indipendente da Belgrado nel maggio scorso.
La cerimonia si e' svolta - come ha sottolineato l' ambasciatore Alessandro Merola - a margine dell'odierna visita a Belgrado del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, ripartito dalla capitale serba verso Mosca qualche ora prima di Crucianelli, dopo incontri di vertice con l'omologo serbo Vuk Draskovic, il premier Vojislav Kostunica e il presidente della repubblica, Boris Tadic.
L'intesa prevede l'abbonamento di crediti commerciali per 96 milioni di euro (il 54% del totale) alla Serbia e la ristrutturazione della restante somma di 79 milioni di qui al 2041. Condizioni analoghe sono applicate al Montenegro per la propria quota del debito contratto a suo tempo dall'allora Repubblica Federale di Jugoslavia.
L'accordo e' stato definito nel quadro di quello multilaterale fissato nel dicembre 2001 in seno al Club di Parigi, in base al quale gli Stati creditori di Belgrado (tra cui l'Italia, che e' inserita al settimo posto per entita' delle somme prestate) si impegnavano a cancellare in totale 3,3 miliardi di dollari di debiti, su 4,5 miliardi complessivi, per favorire le riforme politiche ed economiche intraprese dai governi democratici del dopo-Milosevic.
''Si tratta di un documento dal profondo significato politico - ha spiegato Crucianelli all'Ansa -, che dimostra quanto importanti siano Serbia e Montenegro per l'Italia in una regione vicina come quella dei Balcani e quale amicizia ci leghi a questi Paesi''.
Il sottosegretario ha rilevato come da un punto di vista tecnico l'alleggerimento del debito ''contribuisca alla riduzione dell'indice di rischio'' dei due Paesi, abbattendo ''un elemento negativo per il commercio e gli investimenti''. Ma ha aggiunto che l'intesa odierna si pone sulla falsariga di una piu' vasta strategia dell'attenzione volta a favorire ''i processi di riforma economica e politica''. Una strategia che e' stata fra l'altro testimoniata di recente dall'intesa sulla facilitazione del regime dei visti tra Italia e Serbia, oltre che dall'impegno di Roma per l'inclusione di Serbia e Montenegro nei programmi di partnership for peace della Nato e per l'auspicata ripresa dei negoziati dell'Ue con Belgrado.
Sullo sfondo - ha concluso Crucianelli - c'e' la consapevolezza che ''i Balcani sono una priorita' per l'Italia'' e che la Serbia, in particolare, ''e' parte importante di questa regione''. Una realta' da non isolare.
04/12/2006 18:14 

D'ALEMA A BELGRADO, RITORNO DA AMICO DOPO TRAGEDIA '99 /ANSA

(dell'inviato Stefano Polli) (ANSA) - BELGRADO, 4 dic - ''Ho voluto ricordare, perche' e' sempre giusto dire tutto''. E' la fine di una mattinata veloce e intensa a Belgrado, carica di significati ed emozioni. Massimo D'Alema ha incontrato le massime autorita' serbe parlando della strada di Belgrado verso l' Europa e del futuro. Ma, adesso, per un attimo guarda al passato, all' intervento della Nato contro la Serbia di Slobodan Milosevic nel 1999 che lui visse da presidente del Consiglio di un paese in prima linea. Il ministro degli Esteri parla di un momento per lui ''difficile e doloroso'', che ha segnato il suo impegno politico e anche, confessa, la sua ''esperienza umana''. ''Per me e' particolarmente emozionante - racconta il capo della diplomazia italiana - essere qui, ormai dopo anni da quel tragico conflitto che fu un momento doloroso''. E quello di oggi e' un ritorno nel segno dell' ''amicizia'' e del ''sostegno'' che adesso l' Italia da' in maniera convinta a questo paese che ''si e' rimesso in cammino, ad una democrazia che si sta costruendo, ad un popolo che vuole esercitare un ruolo importante nel futuro dell' Europa''. D'Alema parla di tutto questo dopo una cerimonia simbolica dei rapporti stretti che oggi legano Roma e Belgrado. Il titolare della Farnesina ha partecipato alla cerimonia di ''Palazzo Italia'', un progetto con il quale vengono unificati gli uffici degli enti italiani presenti a Belgrado per creare uno spazio che possa offrire una visione piu' ampia dell' Italia di oggi. Il complesso sorge a qualche centinaio di metri dal vecchio ministero della Difesa serbo, che porta ancora intatti i segni dei bombardamenti della Nato. Ma quella di oggi e' una Serbia diversa e D'Alema lo ripete piu' volte dopo gli incontri avuti con le autorita' serbe: il presidente Boris Tadic, il primo ministro Vojislav Kostunica e il ministro degli Esteri, Vuk Draskovic. Di questa nuova Serbia l' Italia vuole continuare ad essere un partner strategico ed accompagnarla nel cammino dell' integrazione nell' Unione Europea e del sistema di sicurezza della Nato. Per questo l' Italia e' stata tra i paesi che al recente vertice della Nato a Riga ha insistito affinche' la Serbia venisse inclusa nella 'Partnership for peace' e intende chiedere la ripresa dei negoziati per un accordo di associazione e stabilizzazione con l' Unione Europea. Quest' ultima richiesta e' naturalmente subordinata alla collaborazione della Serbia con il Tribunale penale internazionale. La visita di D'Alema capita in un momento decisivo per la costruzione del futuro della nuova Serbia. Il 21 gennaio si terranno elezioni importanti e l' auspicio italiano e' che il risultato incoraggi ancora la prospettiva di un consolidamento democratico e dell' apertura verso l' Unione Europea. Subito dopo le elezioni si attende la presentazione del rapporto dell' Onu sullo status del Kosovo. Su quest' ultimo argomento D'Alema ritiene che alla fine ''una soluzione si potra' trovare'' se non ci saranno ''assurde rigidita' '' dettate da ''fattori simbolici''. I simboli non vanno sottovalutati, spiega il ministro, ma qui si parla di una provincia dove la gente deve e dovra' vivere. Per questo il consiglio rivolto a tutte le parti dal ministro degli Esteri e' quello di ''non scavare trincee o erigere barricate'' e cercare una ''soluzione rispettosa'' delle aspettative della maggioranza dei cittadini kosovari ma che al tempo stesso ''non sia una umiliazione per la Serbia e dia garanzie precise per le minoranze in Kosovo''. Si tratta di una situazione ''molto complessa'', riconosce D'Alema, che richiedera' ''una certa flessibilita' ''. In questa situazione difficile l' Italia vuole dare il suo contributo. ''Saremo partecipi e non spettatori'', assicura D'Alema, ricordando la presenza militare italiana nella regione, nelle file dell' Onu, e il fatto che Roma dal primo gennaio sara' membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. D'Alema riparte da Belgrado confortato dalle parole del presidente Tadic, il quale ha riconosciuto che per Belgrado fare i conti con il passato, comprese le atroci vicende dei crimini di guerra, non e' un'imposizione ma una necessita'.(ANSA). PST/ARS
04/12/2006 19:11 

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Notizie Radio Serbia, 4.12.06

Il presidente della Serbia, Boris Tadić e il vicepresidente del Governo italiano, il ministro degli esteri Massimo D’Alema, si sono accordati durante l’incontro a Belgrado che tutte due le parti si adoperano che per il futuro status del Kosovo sia trovata una soluzione compromissoria e tenibile. Tadić ha espresso il ringraziamento del forte appoggio procurato dall’Italia al ricevimento della Serbia nella Partnership per la pace, nonché del costante appoggio procurato nel cornice dell’Unione europea, particolarmente per il continuo delle trattative sulla stabilizzazione ed adesione. Due esponenti hanno constato che la collaborazione economica fra i due paesi è in grande salita e che l’Italia sta diventando il più importante partner del commercio estero della Serbia. Nel contempo, Tadić ha espresso il ringraziamento della decisione dell’Italia di annullare 96 milioni di euro del debito della Serbia nel giro del Club parigino di creditori.

(...)

I ministri degli esteri dell’Italia e della Serbia, Massimo D'Alema e Vuk Drašković, si sono accordati a Belgrado che il ricevimento della Serbia nella Partnership per la pace indubbiamente si rifletterà positivamente sulla stabilità, sicurezza e il progresso economico non soltanto della Serbia ma anche della regione di Balcani occidentali. Come ha comunicato il Ministero degli esteri della Serbia due ministri hanno espresso la convinzione che questo sarà uno stimolo alla Serbia per fare il massimo per rendere possibile il continuo delle trattative con l’Unione europea sull’Accordo della stabilizzazione ed adesione. Drašković, durante il colloquio si è adoperato fortemente per la preservazione dell’integrità territoriale della Serbia, come una condizione fondamentale per il tenibile status futuro del Kosovo, basato sul Documento delle Nazioni Unite, viene sottolineato nel comunicato.

http://www.radioyu.org/


=== 2: Il delitto rimane impunito ===

(francais / italiano)

SERBIA: ATTACCO NATO A TV, CORTE STRASBURGO SU CASO ITALIA

(ANSA) - BRUXELLES, 11 DIC - E' fissata per giovedi' prossimo, 14 dicembre, la seduta della Corte europea dei diritti dell'uomo che si pronuncera' sulla responsabilita' dell'Italia nel 1999 per la morte in Serbia di 16 persone, vittime di un bombardamento della Nato alla radiotelevisione di stato Rts di Belgrado. I parenti delle vittime avevano presentato ricorso a Strasburgo contro 17 Paesi aderenti all'Alleanza atlantica, tra cui l'Italia. Nella denuncia, l'Italia e' accusata di aver violato l'articolo della convenzione dei diritti umani che sancisce il diritto alla vita, ma anche quello relativo ad un equo processo. Secondo i ricorrenti, l'impegno dell'Italia nelle operazioni in Kosovo e' stato ''piu' ampio'' di quello di altri Paesi membri della Nato, visto il sostegno politico e logistico come l'utilizzazione delle basi aeree italiane per velivoli che poi hanno bombardato Belgrado e la Rts. (ANSA). PUC
11/12/2006 18:49

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Envoyé par : "Georges Berghezan" 

Vendredi 15. Décembre 2006  13:35

Plainte contre Rome rejetée

STRASBOURG, (Reuters, 14 décembre) - Les familles de cinq des victimes du bombardement de la radio-télévision serbe par les forces de l'Otan en avril 1999 ont été déboutées jeudi par la Cour européenne des droits de l'homme de leur plainte contre l'Italie.
Les requérants avaient engagé en vain une action en dommages et intérêts devant les tribunaux romains en raison, selon eux, du soutien logistique et politique majeur apporté par l'Italie à l'intervention des forces alliées lors de la guerre du Kosovo.
En 2001, la Cour européenne des droits de l'homme avait déjà rejeté une requête introduite, par d'autres familles des victimes de ce même bombardement, contre les 17 pays européens ayant pris part aux opérations de l'Otan.
Les juges de Strasbourg avaient estimé que les requérants ne relevaient pas de leur juridiction dans la mesure où les faits s'étaient déroulés sur le territoire d'un Etat qui n'était pas membre, à l'époque, du Conseil de l'Europe. 


Commentaire : la Cour européenne prend prétexte de l'exclusion de la Yougoslavie du Conseil de l'Europe pour débouter les victimes yougoslaves de l'OTAN ; pourtant, de nombreux Yougoslaves accusés de crimes de guerre croupissent dans les geoles du Tribunal de La Haye, créé par le Conseil de sécurité de l'ONU, alors que la Yougoslavie avait également été exclue de l'ONU. Logique ?!?
GB


Liste gérée par des membres du Comité de Surveillance OTAN.

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SERBIA: ATTACCO NATO A TV; CORTE, ITALIA NON VIOLATO DIRITTI

(ANSA) - BRUXELLES, 14 DIC - L'Italia non ha violato la Convenzione sui diritti dell'uomo: e' quanto ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che si e' pronunciata su una denuncia presentata dai parenti delle vittime in seguito alla morte in Serbia nel 1999 di 16 persone, vittime di un bombardamento della Nato sulla radiotelevisione di stato Rts di Belgrado. I ricorrenti lamentavano la violazione dell'articolo della convenzione dei diritti umani che sancisce il diritto alla vita, ma anche quello relativo ad un equo processo. L'impegno dell'Italia nelle operazioni in Kosovo, a loro avviso, sarebbe stato ''piu' ampio'' di quello di altri Paesi membri della Nato, visto il sostegno politico e logistico come l'utilizzazione delle basi aeree italiane per velivoli che poi hanno bombardato Belgrado e la Rts. Oggi i giudici di Strasburgo, a maggioranza (dieci contro sette), hanno pero' ritenuto che non ci sia stata alcuna violazione della Convenzione. (ANSA). PUC
14/12/2006 18:45