(italiano / français)


Sulla riabilitazione del nazifascismo in Europa


1) La riabilitazione del primo ministro fascista romeno Ion Antonescu:
Lettera di protesta del Partito Comunista di Grecia (KKE)

2) Estonia: "SS" di tutto il mondo, unitevi
di Carlo Benedetti

3) Estonia: la “caccia alle streghe” si accanisce contro i simboli
della guerra antifascista
Agenzia “Regnum” - 30 novembre 2006 / “Prensa Latina” - 12 gennaio 2007


ALTRI LINK:


OTAN, Union européenne
La présidente de la Lettonie réhabilite le nazisme
Par Thierry Meyssan

Une manifestation de Waffen SS s'est tenue, le 16 mars 2005, au cœur
de la capitale d'un État nouvellement membre de l'Union européenne et
de l'OTAN, la Lettonie. Les autorités ont choisi de l'autoriser et de
réprimer durement les citoyens qui protestaient. Loin d'être un fait
divers, cet évènement est l'aboutissement d'un processus de négation
de l'extermination et de réhabilitation du nazisme conduit par la
présidente de la République, Vaira Vike-Freiberga, et publiquement
financé par l'ambassade des États-Unis. Il fait suite à l'arrivée au
pouvoir de partis nazis dans plusieurs États « démocratisés », en
Ukraine par exemple...

http://www.reseauvoltaire.net/article16561.html


Il parlamento dell’Estonia potrebbe riconoscere gli ex appartenenti
alle SS
da Interfax , 11 marzo 2006
http://www.interfax.ru/e/B/politics/28.html?id_issue=11477143

Estonia: Sovvenzione del governo ad un museo che espone un monumento
ai soldati SS
http://www.resistenze.org/sito/te/po/es/poes6f15.htm
http://www.regnum.ru/english/653986.html

Estonie : pour France-Info, la réhabilitation du nazisme compte moins
que les déductions fiscales
http://www.voltairenet.org/article143259.html


=== 1 ===

(the following text, in english:
CP of Greece, Protest Letter on the Rehabilitation of the Romanian
Fascist Prime Minister I.Antonescu
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/5346 )


www.resistenze.org - popoli resistenti - romania - 02-03-07


da: inter.kke.gr , mailto:cpg@...
in www.solidnet.org

La riabilitazione del primo ministro fascista romeno Ion Antonescu

Lettera di protesta del Partito Comunista di Grecia (KKE)

Atene, 28 febbraio 2007

Come ha recentemente informato la stampa, “il Maresciallo Ion
Antonescu, capo della Guardia di Ferro, Horia Sima ed altri 19 membri
del governo romeno nel 1940, sono stati assolti dall’accusa di
crimini di guerra dalla Corte di Appello di Bucarest”.
A nostro avviso, con questa decisione il tribunale rivaluta
l’aggressione della Germania di Hitler, spalleggiata dal governo
fascista romeno di I. Antonescu, contro l’URSS, come pure i crimini
nazisti contro il popolo romeno e l’umanità.
Questa decisione è una provocazione per tutti i popoli del mondo e di
quello della Grecia che ha resistito e combattuto con tutte le sue
forze contro il fascismo nel movimento di resistenza, nei campi di
concentramento e nelle prigioni. E’ un atto contro i popoli e un
insulto alla memoria di milioni di caduti nella lotta antifascista.
E’ una decisione che offende il grande movimento popolare che oggi
lotta contro la guerra, il fascismo e l’imperialismo.
Tali misure contrastano con l’alta reputazione del popolo romeno il
quale, sia prima che dopo la caduta di Antonescu, ha contribuito
moltissimo alle lotte antifasciste, per la democrazia, la pace e un
futuro migliore.
Allo stesso tempo, questa decisione costituisce una chiara violazione
delle convenzioni internazionali e rappresenta un atto di appoggio
agli attacchi sferrati dalle istituzioni internazionali imperialiste
contro i diritti dei popoli.
Questi sviluppi, a pochi giorni soltanto dall’ingresso della Romania
nell’Unione Europea, non sono una coincidenza.
La sentenza si aggiunge all’inaccettabile dichiarazione ufficiale
romena del 18 dicembre 2006 “di condanna del comunismo”, e svela in
pieno i reali obiettivi della campagna anticomunista che si è avviata
in Europa.
Noi richiediamo l’immediato annullamento di tali misure
antidemocratiche e reazionarie. Esprimiamo la nostra solidarietà alle
forze progressiste ed al popolo della Romania nella loro lotta contro
ogni forma di neofascismo, per la pace e la democrazia.

Il Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di
Cultura e Documentazione Popolare


=== 2 ===

www.resistenze.org - popoli resistenti - estonia - 09-09-06

da www.altrenotizie.org
21/08/2006

Estonia: "SS" di tutto il mondo, unitevi

di Carlo Benedetti

MOSCA. Il Baltico sempre più a destra. Anzi: sempre più filonazista.
In Lettonia erano stati i reduci delle "Ss" a marciare per le strade
di Riga con l'appoggio del nuovo governo. Ora è la volta dell'Estonia
che annuncia la costruzione di alcuni monumenti in onore delle "Ss" e
anticipa l'idea di organizzare un raduno internazionale di tutti gli
ex delle "Ss". E non c'è solo questo. Perché anche l'Estonia segue la
stessa strada: il governo di Tallin - cogliendo l'occasione di questo
processo generale di revisione storica e di riabilitazione dei
maggiori criminali di guerra - concede le più alte onorificenze
statali a coloro che, durante la seconda guerra mondiale, si unirono
nella "Ventesima divisione delle SS" per lottare, a fianco dei
nazisti, contro l'Armata Sovietica. E mentre si sviluppa questa
ondata di fascismo si arriva anche a decretare come "giornata di
lutto nazionale" la ricorrenza della liberazione del Baltico.

A Tallin, intanto, giungono delegazioni di nazisti dal Belgio e
dall'Olanda. E da Mosca parte la protesta del ministero degli Esteri
con una precisa sollecitazione nei confronti dell'Unione Europea:
Estonia e Lettonia - dicono i diplomatici russi - sono paesi che
fanno parte dell'Ue. E' giunto il momento di prendere misure serie ed
immediate. Ma la Lettonia (dove alla metà degli anni '80 i fermenti
nazionalisti e anticomunisti portarono alla proclamazione
dell'indipendenza del 1990) risponde con una incredibile azione
contro la popolazione locale di lingua russa.
Viene proibita la registrazione ufficiale di nomi russi nei
documenti. Si sollecitano i cambi di nomi. E una signora intervistata
dalla tv di Mosca in un servizio da Riga dice: "Sono russa, abito qui
dal tempo della guerra. Mi chiamo Julia. Ma ora dovrò cambiare nome
se vorrò avere i miei diritti. Il nome equivalente sarà Giuliege...".
Tutto questo avviene perchè c'è un forte incentivo al cambiamento in
favore della lingua lettone. Non solo, ma attualmente, per ottenere
la cittadinanza, è necessario superare un esame di lingua e cultura
lettone. E non è un problema secondario se si pensa che, dopo
l'indipendenza, quasi un quarto della popolazione non ha la
cittadinanza (22,8%). Si tratta soprattutto di russofoni a cui non è
stato riconosciuto questo diritto, benché residenti da molto tempo o
addirittura nati nel paese baltico.

Si annunciano, in segno di protesta, nuove e forti manifestazioni da
parte della minoranza russa che vive in Lettonia e che, comunque, si
sente partecipe della vita di questa nazione. Ma la situazione
peggiora di giorno in giorno. C'è in gestazione, ad esempio, anche
una riforma scolastica finalizzata a diminuire fortemente l'uso della
lingua russa nelle scuole, nel quadro di un progetto di
derussificazione ormai già avanzato. Intanto - riferendosi ai russi -
si continua a parlare di "persone di lingua russa", di "gente che
parla russo", o di "sradicati". Termini usati in modo spregiativo
senza che ci si interroghi sulla realtà socio-politica. Si pone solo
l'accento sull'opposizione tra lettoni e russi lasciando nell'ombra i
problemi di integrazione interni. Ecco perchè in tutta l'area del
Baltico si registra sempre più un processo di umiliazione e di
ostracismo nei confronti della minoranza russa. Ed è il meccanismo
più triviale per arginare l'assimilazione.

Ed à ovvio che Mosca segua con sempre maggiore allarme questo spettro
che si aggira per l'Europa dopo la caduta dell'Unione Sovietica: sono
25 milioni, infatti, i russi che vivono in stati ormai sovrani.
Stanno perdendo, a poco a poco, quei diritti che avevano nei tempi
dell'Urss quando il paese era uno stato unitario. Ora "questi" russi
sono considerati cittadini di secondo grado. E il Baltico si trova ad
essere il campione di una xenofobia elevata a politica statale. Non
si scorgono all'orizzonte visioni liberali nel campo dei rapporti
sociali.

www.altrenotizie.org

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http://www.contropiano.org/Documenti/2007/
Gennaio07/20-01-07Estonia_riprendono_vita_nazisti.htm
In Estonia riprendono vita nazisti e fascisti (e l'Unione Europea
lascia fare)

di Carlo Benedetti

"Le istituzioni ufficiali dell'Europa democratica e antifascista per
ora mantengono il silenzio. E così l'Estonia si spinge sempre più a
destra, verso lidi che ricordano gli anni del fascismo e del nazismo.
Con il vertice del paese che rispolvera le peggiori tradizioni
reazionarie e mette in atto una politica di totale revisione della
storia. A Tallin, infatti, il parlamento vara una legge che permette
alle amministrazioni locali di smantellare quei monumenti eretti in
memoria dei militari sovietici che morirono sul territorio estone
durante la Seconda guerra mondiale. E quella battaglia per la libertà
del Baltico e per cacciare da quelle terre le SS naziste viene non
solo contestata, ma si parla addirittura di aggressione sovietica e
di una conseguente "occupazione". La nuova legge, comunque, viene
presentata come espressione di una nuova forma di civiltà
democratica. Si sostiene che una certa "arte monumentale" (e questo
eufemismo sta per "tombe" nei cimiteri di guerra) può contribuire ad
alimentare l' "odio razziale". E di conseguenza si considerano i
soldati sovietici sepolti in Estonia come i rappresentanti di
un'altra razza... Non solo, ma nella legge si sostiene che i fatti
dell'ultima guerra vanno considerati come una "occupazione dello
stato estone".

E così via libera per "smantellare i monumenti e qualsiasi altro
simbolo in grado di minacciare l'ordine sociale nonchè il prestigio
internazionale dell'Estonia". Ma sull'intera vicenda si scatenano le
proteste che però coinvolgono solo quella pur agguerrita minoranza
che ricorda il valore della guerra antifascista. Il fronte che si
oppone - quello della destra - conta sui deputati della "Unione
Patriottica", sul "Partito dei riformatori" ed infine sui
socialdemocratici che si sono vergognosamente uniti agli ambienti più
reazionari del paese. Ma nonostante tutta questa situazione di crisi
Tallin va avanti nelle sue scelte. Torna ad ispirarsi a quel 1921
quando i suoi governi si orientarono sempre più verso destra e poi,
dopo aver stroncato un colpo di stato comunista nel 1924-25, mirarono
a riformare la costituzione in senso autoritario. Sino a giungere a
quel 1935 quando venne imposto lo stato d'assedio. Allora vennero
soppressi anche i partiti e si costituì una camera corporativa. Ci fu
poi, nel 1941 l'occupazione tedesca che si protrasse sino al
settembre 1944. L'Estonia fu quindi liberata dall'Armata Rossa. Si
impose però un governo sovietico che non riuscì a creare una
situazione di reale normalizzazione. Nell'immediato dopoguerra si
registrò poi un massiccio esodo di estoni di origine svedese e
tedesca e di dissidenti che non accettavano la nuova situazione
politica. Nel Paese restarono, comunque, ampi schieramenti
antisovietici, antirussi ed anticomunisti che continuarono ad operare
in condizioni di clandestinità. La perestrojka gorbacioviana ha poi
contribuito - nonostante tutte le buone intenzioni democratiche - a
portare alla luce le tendenze antisovietiche sino a giungere alla
proclamazione dell'indipendenza politica: quel totale distacco
dall'Urss mentre a Mosca si registrava la farsa del colpo di stato
contro Gorbaciov. Era appunto il 20 agosto del 1991.

Ma per l'Estonia la transizione non è finita. L'obiettivo attuale
consiste nel cancellare ogni traccia di "regime sovietico". Ecco
perchè anche le tombe dei soldati che vinsero il nazismo danno
fastidio. E a Tallin, negli ambienti democratici, la domanda che
avanza sempre più è questa: "Cosa pensa l'Europa?".(Carlo Benedetti).

Facendo seguito alla notizia qui sopra riportata ho poi deciso di
inviare all'Ambasciata dell'Estonia in Italia (e per conoscenza a
quella della Russia, sempre in Italia) questa mia lettera:

All'Ambasciata della Repubblica di Estonia presso la Repubblica Italiana
saarkond@...

e per conoscenza all'Ambasciata della Federazione Russa presso la
Repubblica Italiana

ambrus@...

Sono Carlo Benedetti, giornalista italiano. Per oltre venti anni sono
stato a Mosca in qualità di corrispondente. Ho sempre scritto per la
stampa comunista italiana e sono, è chiaro, un comunista, un
antifascista. Nel mio lungo soggiorno nell'Unione Sovietica sono
stato, spesso, nell'Estonia ed ho avuto modo di entrare in contatto
con molti cittadini estoni, intellettuali, politici e, come si dice,
semplici cittadini. Ho sempre notato che da parte degli estoni c'era
un sentimento di grande amicizia nei confronti della Russia e del suo
popolo.

Durante i numerosi incontri avuti a Tallin mi è stato sempre
ricordato che in Estonia l'occupazione tedesca mirò ad instaurare con
la forza la germanizzazione del paese, avvalendosi dell'aiuto della
nobiltà feudale, alla quale furono restituiti gli antichi privilegi.
Nello stesso tempo mi venne sempre fatto notare che, successivamente,
i governi estoni tentarono di consolidare il loro processo di
indipendenza con trattative intese a raggiungere un'unione baltica.
Mi venne ricordato anche che fra il 1941 e il 1944 l'Estonia subì
l'occupazione tedesca e fu teatro di una dura guerra. Liberato dai
fascisti tedeschi il vostro Paese avviò una nuova pagina della sua
storia. La convivenza estone all'interno dell'Urss fu, certo,
difficile. In particolare vi furono sempre forti fermenti
nazionalistici. Ma restarono sempre fermi alcuni punti. E in
particolare quelli relativi alla collocazione dell'Estonia nel fronte
antifascista. Ora l'Estonia è rientrata nella sua storia. E' un paese
democratico, una repubblica, una nazione indipendente. Ma i fatti di
questi ultimi tempi mi allarmano, mi preoccupano. Sono, quindi,
indignato. Ed uso, per non offendere nessuno, questo eufemismo.

Quindi: sono indignato. Perchè ho appreso che il governo di Tallin ha
deciso di eliminare il monumento in onore di quei soldati sovietici
che hanno dato la loro vita per estirpare il nazismo dal Baltico.
Ecco, quindi, che mi chiedo: come è posibile che questo avvenga in un
Paese che si ritiene repubblicano, democratico, europeo? Come si può
ammettere che la storia venga annullata? Come può un paese europeo
dimenticare quelle lotte popolari che hanno segnato la vita del
nostro continente? E voi, rappresentanti dell'Estonia che vi trovate
in Italia - che è un paese democratico e antifascista e che onora
quanti sono morti nella battaglia contro il nazismo - come potete
accettare il comportamento dei vostri governanti? E' vero che voi
siete dei funzionari, pagati da quel governo, ma siete anche uomini.
Perchè non protestate? Come potete spiegare la vostra cieca adesione
alle azioni di Tallin? Dove vivete? Quale è la vostra istruzione
culturale e sociale? Dove è la vostra etica e la vostra morale?

Io mi auguro che attorno alla vostra ambasciata si crei il vuoto e
che da parte dei miei concittadini venga espressa sempre più una
ferma condanna per l'operato di quanto stanno facendo i vostri capi
di Tallin. Dal canto mio farò del tutto perchè si manifestino
sentimenti di protesta in ogni ambiente che io frequento.

CARLO BENEDETTI

c_benedetti @...

PS. Vorrei farvi presente - non a titolo di scusante per quanto vi ho
scritto qui sopra - che sono un profondo estimatore anche della
vostra cultura. In particolare ho letto e apprezzato un autore come
Vladimir Beekman e un attore come Jarvet che presentò un "Re Lear"
eccezionale sotto la direzione di un grande regista russo come
Kozincev. Credo che sia un dovere di ogni democratico ed antifascista
italiano far sentire la sua voce alla dirigenza dell'Estonia. Puoi
diffondere la notizia? Puoi inviare note di protesta all'ambasciata
estone di Roma?


=== 3 ===

www.resistenze.org - popoli resistenti - estonia - 06-12-06

Da: www.kprf.ru

Estonia: la “caccia alle streghe” si accanisce contro i simboli della
guerra antifascista

Agenzia “Regnum”

30 novembre 2006

Mentre gli organismi competenti dell’Unione Europea ancora una volta
tacciono, i nazisti e la guerra antifascista dell’Unione Sovietica
vengono messi sullo stesso piano da un provvedimento del governo di
Tallin.
Il governo dell’Estonia ha approvato il 30 novembre un articolo
aggiuntivo del Codice penale, in ragione del quale l’utilizzo dei
simboli sovietici (che rientrano nell’elenco dei simboli dei regimi
di occupazione), verrà sanzionato. Il governo dell’Estonia ha
ritenuto che i simboli dei regimi di occupazione possano contribuire
a scatenare manifestazioni di odio nazionale. Secondo la proposta,
simboli di regimi di occupazione sono considerati quelli “dell’ex
Unione Sovietica e delle repubbliche dell’unione, e i simboli
ufficiali, o quelli che li richiamano, del Partito Operaio
Nazionalsocialista Tedesco e delle SS”.
Per l’esposizione di tali simboli potrà essere comminata una multa
fino a 50.000 corone. Per l’utilizzo dei simboli sovietici è previsto
anche l’arresto. Se poi risultasse non essere la prima volta che una
persona espone simboli degli occupanti, o che tale individuo
appartiene ad un “gruppo criminale”, la punizione prevista è della
reclusione fino a tre anni. Il nuovo articolo del Codice penale
entrerà in vigore solo dopo l’approvazione del Parlamento. In
precedenza il parlamento estone, in un primo esame, aveva approvato
un progetto di legge che impedisce la costruzione di monumenti “che
potrebbero attizzare l’odio nazionale e che esaltano gli stati che
hanno occupato l’Estonia”.
I parlamentari estoni hanno proposto di includere in questa categoria
i monumenti già esistenti. Se la legge dovesse essere definitivamente
approvata, l’elenco comprenderebbe i monumenti ai militari sovietici
caduti e, in particolare, il monumento alla Guerra di liberazione nel
centro di Tallin ed altri complessi monumentali del periodo sovietico.

Traduzione dal russo di Mauro Gemma per www.resistenze.org

---

http://www.resistenze.org/sito/te/po/es/poes7a16-000939.htm

www.resistenze.org - popoli resistenti - estonia - 16-01-07

da: civilizacionsocialista.blogspot.com/2007/01/profanacin-de-smbolos-
antifascistas-en.html

Nell’indifferenza dell’Europa, il governo dell’Estonia riabilita il
fascismo. Profanazione dei simboli antifascisti in Estonia

“Prensa Latina”

12 gennaio 2007

Prensa Latina. Legislatori russi hanno criticato duramente la legge
approvata dal parlamento estone che stabilisce lo smantellamento dei
monumenti ai combattenti sovietici, compreso quello al Soldato
Liberatore, nel centro di Tallin. Questa decisione calpesta
crudelmente le norme democratiche, ha detto il deputato della Duma di
Stato (camera bassa) Leonid Slutskiy.

In nessun altro paese del Consiglio d’Europa si profana la memoria
dei combattenti antifascisti, ha aggiunto, ripreso da “Voce della
Russia”. Slutskiy ha espresso la speranza che le forze sane
dell’Estonia non permettano la distruzione o il trasferimento del
monumento ai liberatori dall’occupazione fascista durante la Seconda
Guerra Mondiale. Se questa profanazione verrà messa in atto, ha
avvertito, non escludo che la Duma di Stato possa congelare le sue
relazioni interparlamentari con l’Estonia.

La Russia si propone di sollevare quanto è accaduto nelle istanze
paneuropee, e nelle sessioni dell’Assemblea Parlamentare del
Consiglio d’Europa che comincerà a Strasburgo il 22 gennaio insisterà
sulla necessità di agire contro la decisione dell’Estonia. Secondo le
fonti, è possibile che la prossima settimana, durante la visita a
Mosca del Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio
d’Europa, René van der Linden, i leader parlamentari russi affrontino
con lui questa problematica.

Anche oltre le frontiere russe, nel cosiddetto spazio post-sovietico,
si è manifestato il rifiuto delle leggi approvate dai deputati
estoni. Il Comitato Antifascista della Lettonia e l’Associazione dei
Combattenti della Coalizione Anti-hitleriana effettueranno una
manifestazione di protesta nei pressi dell’ambasciata dell’Estonia a
Riga.
La campagna di glorificazione del nazismo che si sta attuando nella
vicina repubblica del Baltico non è solo un affare interno di quel
paese, come segnala un documento distribuito dal Comitato
Antifascista lettone.

La dichiarazione avverte che gli incessanti tentativi di liquidare il
panteon dei soldati liberatori a Tinismiagi, l’approvazione di leggi
che creano una base giuridica per demolire i monumenti dei
combattenti anti-hitleriani sono parte della politica di governo.
Nello stesso tempo, si pretende di collocare monumenti che
glorificano gli assassini delle SS, conclude il manifesto.

Il parlamento estone ha approvato questa settimana il progetto di
legge sulla protezione delle sepolture militari, insieme a quello
sulla demolizione dei monumenti proibiti. Su questa base legale, si
intende trasferire in altro luogo i resti mortali dei soldati
sovietici che riposano nella fossa comune vicina al monumento del
Soldato Liberatore, che si vuole smantellare.

Entrambi i documenti sono stati elaborati per iniziativa delle
frazioni parlamentari conservatrici Unione della Patria, Repubblica,
Partito Riformista e Socialdemocratico, che appoggiano il primo
ministro estone, Andrés Ansip.

Ansip ha dichiarato pubblicamente che i resti dei soldati sovietici
si trovano in un luogo assolutamente inappropriato e che devono
essere trasferiti da lì.
Dall’appello internazionale del Partito Comunista della Federazione
Russa contro la rinascita del fascismo in Estonia

12 gennaio 2007

“Il PCFR fa appello ai partiti comunisti e operai fratelli, ai
parlamenti dei paesi membri dell’Unione Europea, all’Assemblea
Parlamentare del Consiglio d’Europa, all’OSCE e alle altre strutture
europee perchè le azioni delle autorità estoni vengano sottoposte
immediatamente a giudizio e siano assunte prontamente misure, al fine
di bloccare la rinascita del fascismo in Estonia e il sacrilegio che
si sta preparando nei confronti dei monumenti e i memoriali dei
combattenti della coalizione anti-hitleriana”.

http://www.kprf.ru

Traduzioni dallo spagnolo e dal russo per www.resistenze.org a cura
del Centro di Cultura e Documentazione Popolare