Di seguito il testo del documento sulla questione delle foibe e sull'intervento di Napolitano del 10 febbraio u.s. approvato all'unanimità (nessun contrario, un astenuto) dalla Conferenza d'Organizzazione della Federazione PRC di Parma svoltasi nei giorni 24 e 25 marzo 2007, e fattoci pervenire da G. Caggiati. Dalla stessa fonte riceviamo anche la inquietante testimonianza sull'atteggiamento revisionista dei vertici locali dell'ANPI, riportata più sotto. 


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O.D.G. SULLA “QUESTIONE FOIBE”  E IL DISCORSO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO DEL 10 FEBBRAIO APPROVATO ALL’UNANIMITA’ DALLA CONFERENZA D’ORGANIZZAZIONE DELLA FEDERAZIONE DI PARMA DEL P.R.C. SVOLTASI A PARMA NEI GIORNI 24,25 MARZO 2007 


«Vi fu un moto di odio e di furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di Pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica».

La Conferenza d’Organizzazione della Federazione di Parma del PRC considera queste parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Napolitano il 10 febbraio in occasione della celebrazione della  «Giornata del ricordo» assolutamente gravi e del tutto inaccettabili.
Esse si inscrivono nel generale quadro di mistificazione  e revisione della storia del secolo scorso in atto da anni e intrapreso dalle destre; in particolare fascisti e postfascisti strumentalizzano da sempre il dramma delle foibe e dell’esodo per attaccare l’antifascismo e la Resistenza, il movimento di Liberazione e i partigiani, i comunisti.

Non vi fu disegno annessionistico slavo, semmai vi fu una Conferenza di Pace alla quale l’Italia prese parte, nella persona di De Gasperi, come Paese sconfitto alleato della Germania. Non vi fu pulizia etnica da parte jugoslava, come dimostra il fatto stesso che ben limitato è stato il numero dei riconoscimenti conferiti a parenti delle vittime delle foibe da parte dello stesso Napolitano nella commemorazione del 10 febbraio. Un tentativo organizzato e programmato di pulizia etnica vi fu piuttosto da parte dell’Italia fascista. A cominciare dal violento discorso razzista di Mussolini del 1920 a Pola e dalle azioni squadriste, poi con l’“italianizzazione” realizzata durante il ventennio nero, infine con i crimini commessi durante l’occupazione militare di Slovenia e Croazia in seguito all’immotivata aggressione italiana della Jugoslavia del 1941. 

I fatti tragici delle foibe del settembre-ottobre ’43 e del maggio ’45 sono storicamente inseriti in questo contesto, non sono assimilabili ai crimini del fascismo e non mettono in discussione il valore fondamentale della Resistenza italiana e della Resistenza jugoslava, con la quale ultima, dopo l’8 settembre ’43, si schierarono e combatterono ben 40.000 soldati italiani abbandonati dai loro comandanti e dallo stato maggiore italiano.

I fatti delle foibe, per quanto tragici, sono di dimensioni molto più contenute (circa cinquecento vittime, per lo più militari, forze dell’ordine, funzionari dell’Italia fascista occupante la Jugoslavia), sono stati una reazione ai crimini fascisti più di giustizia sommaria da parte di partigiani jugoslavi che non violenza programmata dall’alto del vertice di Tito.

La Conferenza d’Organizzazione della Federazione di Parma del Partito della Rifondazione Comunista chiede:
-ai dirigenti nazionali del P.R.C. di prendere le distanze dalle parole del Presidente    Napolitano;
-al quotidiano del partito, «Liberazione», di dare più spazio e risalto alle varie iniziative in corso in Italia dirette a contrastare il disegno revisionistico della storia e di pubblicare interventi critici in relazione alle manifestazioni ufficiali della «Giornata del ricordo», istituita nel 2004 col voto contrario del PRC in Parlamento;
-al compagno Sandro Curzi, membro del Consiglio d’Amministrazione della RAI TV, di adoperarsi affinché la tv di Stato trasmetta il filmato della BBC «Fascist Legacy» che documenta i crimini di guerra commessi dall’Italia fascista in Africa e in Jugoslavia.   


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L'11 febbraio scorso abbiamo fatto a Parma la contromanifestazione sulle foibe (2^edizione) che ha visto la partecipazione di duecentocinquanta persone: l'ANPI cittadina e provinciale non vi ha aderito nè partecipato, nonostante la nostra richiesta. Perchè? Perchè qui l'ANPI nemmeno partecipa mentre altrove partecipa, aderisce o addirittura promuove? Fra i relatori avevamo il Presidente di un Comitato Provinciale dell'ANPI!  Non dell'Emilia Romagna però. Appunto...  Chiudo inserendo sotto la lettera che abbiamo preparato per l'ANPI provinciale di Parma, per la quale stiamo raccogliendo le firme, di compagni e antifascisti, iscritti o meno all'ANPI stessa.
Giovanni Caggiati  -  Parma


COMITATO    ANTIFASCISTA    DI       PARMA      PER     LA     VERITA' SULLA     "VICENDA     FOIBE"

Al Presidente del Comitato Provinciale di Parma dell'ANPI

p.c.   
al  Presidente Nazionale dell'ANPI
ai  segretari delle sezioni comunali parmensi dell'ANPI


Sig. Presidente,

                       la legge 92 del 2004, che istituisce per il 10 febbraio la «Giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo degli italiani dalla Venezia Giulia e dall'Istria»  approvata dal Parlamento su proposta del deputato Roberto Menia (AN) sta producendo i  suoi frutti avvelenati, piuttosto che portare a una memoria condivisa sta alimentando polemiche, contrapposizioni, contestazioni, mistificazione della storia, rispetto ai tragici fatti  accaduti nel settembre-ottobre '43 e nel maggio '45 a Trieste, in  Istria e in Dalmazia.

                        In realtà la legge è stata  voluta dai postfascisti non per ricordare delle vittime e fare opera di approfondimento storico e di verità quanto per oscurare  i terribili crimini di cui si sono macchiati i fascisti e i nazisti nei territori della ex Jugoslavia. In questo modo si tenta ancora una volta, sulla scia di un revisionismo becero e manipolatore, di infangare la Resistenza antifascista, di stabilire un osceno paragone fra Risiera di San Sabba e foibe, di confondere cause ed effetti, di equiparare casi di giustizia sommaria a regimi criminali. Tanto più grave è questa operazione se si pensa ai tanti militari italiani che proprio in quelle regioni dopo l'8 settembre '43 si schierarono con i partigiani jugoslavi versando il loro sangue per la liberazione di quelle terre e per la generale sconfitta del nazifascismo. Meglio avrebbe fatto il Presidente della Repubblica Napolitano nel suo discorso del 10 febbraio a rendere onore a questi italiani, anziché parlare di «disegno annessionistico slavo che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica» e distribuire onorificenze almeno alcune delle quali alla memoria di ex criminali fascisti.

                        Riteniamo pertanto grave la mancata adesione e partecipazione dell'ANPI provinciale di Parma all'iniziativa promossa e realizzata l'11 febbraio scorso dal Comitato antifascista di Parma per la verità sulla "vicenda foibe" al fine di contrastare e contestare civilmente, sulla base di una analisi storica ineccepibile, questa operazione revisionista che sta dietro la Giornata del Ricordo. A questa iniziativa contributi significativi hanno dato sia  storici sia una figura limpida dell'antifascismo quale il Presidente dell'ANPI di Treviso Umberto Lorenzoni.

                        La relazione di Lorenzoni alleghiamo alla presente in quanto merita di essere letta  e diffusa poiché ricostruisce compiutamente la verità dei fatti e il contesto storico in cui si collocano gli stessi tragici eventi occorsi alle popolazioni italiane di Istria e Venezia Giulia.