www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 19-03-07 


da: UPI Agency


Resoconto sulla condizione dell’infanzia in Serbia nel 2006

 

Belgrado, Febbraio 2007

 

Nonostante gli sforzi fatti per migliorare le condizioni dei bambini in Serbia dagli ultimi anni ’90, oggi esistono ancora più di 300.000 bambini che vivono in povertà o che sono a rischio di povertà, secondo il resoconto dell’UNICEF pubblicato oggi.

 

Il Rapporto sulla Condizione dell’infanzia in Serbia 2006 sui bambini poveri ed esclusi, prodotto congiuntamente dall’Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia, dal Consiglio per i Diritti del Bambino della Repubblica Serba e dall’Ufficio UNICEF di Belgrado, è basato sulle informazioni e sui dati statistici raccolti nella ricerca “ Ricerca sulla situazione della famiglia e sulle pratiche di cura” e dall’ “Indagine sulla povertà del bambino”, e comprende tutti i più recenti e forti indicatori e dati dall’Indagine per indicatori multipli del 2006 (MICS).

 

“L’infanzia è un’opportunità che non torna più indietro,” disse Liv Svensson, la rappresentante Unicef per la Serbia,” Il futuro della Serbia dipende da una generazione sana ed educata, che richiede delle politiche di integrazione che punti specificatamente sui bambini poveri ed esclusi ed un utilizzo migliore delle risorse”.

 

Dal Resoconto emerge che più di 155.000 bambini in Serbia sono poveri e che altri 155.000 sono a rischio di scendere sotto la soglia della povertà. Questi sono bambini che a causa delle privazioni materiali, sociali e culturali sono limitati nella realizzazione dei loro diritti all’educazione, alla salute, allo sviluppo e alla protezione. L’analisi dei dati dalle aree rurali e urbane, da famiglie di diverse dimensioni e strutture rivela differenze molto significative all’interno del paese. La più grande percentuale di bambini che sono al di sopra del rischio medio di povertà ( quindi più a rischio), sono:

 

- bambini che provengono da famiglie numerose

 

- bambini che vivono in zone rurali, specialmente nella Serbia sudorientale e occidentale

 

- bambini che appartengono ad alcune minoranze etniche, in particolare Rom

 

- bambini profughi e rifugiati

 

 Questi bambini stanno crescendo al di sotto del livello di sviluppo e sono spesso invisibili in tutto il dibattito pubblico, nelle leggi, nelle statistiche e nelle cronache.

 

Migliorare le condizioni dell’infanzia dipenderà dal livello di priorità che questo obbiettivo conquisterà tra i numerosi obbiettivi di riforma di un paese in transizione. Vi è urgente bisogno di consapevolezza e di buoni dati per concretizzare una politica basata sui fatti e per tenere sotto controllo gli effetti di queste politiche .

 

Più dell’80% dei bambini Rom che vivono nelle comunità Rom, sono poveri e tutti gli indicatori sottolineano le loro privazioni inaccettabili e le loro discriminazioni multidimensionali. La Ricerca presentata nel Resoconto mostra che questi bambini soffrono molto più spesso di malattie e rachitismo come risultato della malnutrizione e della fame – i bambini Rom sono colpiti da rachitismo quattro volte di più della media nazionale. I primi risultati dell’indagine MICS, indicano che le percentuali di mortalità infantile e dei bambini sotto i cinque anni, sono tre volte più alte tra i Rom rispetto alla popolazione comune. Questi bambini devono spesso assumere ruoli adulti in mancanza di una sufficiente assistenza pubblica, vivono spesso in catapecchie o in case di cartone o di latta e hanno poco accesso ai servizi.

 

 In Serbia, solo il 33% dei bambini partecipa alle attività pre-scolastiche, ma la percentuale è drasticamente più bassa tra i bambini Rom- solo il 4% e appena il 6% tra il 20% dei più poveri. Il 6% dei bambini che vivono al di sotto del livello della povertà non vanno alla scuola elementare e solo il 13% dei bambini Rom termina la scuola elementare. Una delle ragioni più citate per la non partecipazione è la povertà. E tuttavia, l’educazione è la zona chiave per interrompere il ciclo intergenerazionale di povertà ed esclusione. Tra i poveri, la maggioranza vengono da famiglie i cui membri adulti non hanno nessuna formazione educativa.

 

Ci sono anche altri bambini che sono esclusi, bambini privati delle cure familiari e in istituzioni assistenziali, bambini disabili e bambini vittime di abuso, di abbandono, di sfruttamento e di violenza.

 

I bambini disabili non sono solo esclusi dalle cure sanitarie e dal sistema educativo, ma sono anche esposti a emarginazione e alla non accettazione da parte della società. I genitori di bambini disabili sono spesso lasciati soli senza adeguato supporto da parte del governo.

 

La mancanza di servizi sociali assistenziali adeguati a livello locale per sostenere le famiglie povere o in difficoltà, oppure per provvedere ad un servizio di famiglie affidatarie conduce all’istituzionalizzazione, che priva il bambino del diritto di crescere in un ambiente familiare e limita lo sviluppo del bambino per la vita.

 

Il Resoconto sulla Condizione dell’Infanzia in Serbia 2006 richiede un intervento da fare urgentemente.

 

Sull'Unicef

 

L’Unicef è sul campo in 156 paesi e territori per aiutare i bambini a sopravvivere e a crescere, dalla prima infanzia all’adolescenza. Unicef è il più grande fornitore di vaccini per i paesi in via di sviluppo,sostiene la salute dei bambini e la nutrizione, l’acqua potabile e la sanità. L’educazione di base di qualità per tutti i bambini e tutte le bambine e la protezione dei bambini dalla violenza, dallo sfruttamento e dall’AIDS. UNICEF è finanziato completamente da contributi di individui, aziende, fondazioni e governi.

 

 Per ulteriori informazioni, contattare:

 

Signora Jadranka Milanovic, Communication Officer: Tel+3602; e-mail: belgrade@...

 

Traduzione a cura del Forum Belgrado Italia, per www.resistenze.org