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Dichiarazione sul pericolo di rottura dell’integrità territoriale della Repubblica Serba

 

Partito Comunista di Boemia e Moravia
 
26 marzo 2007

 

Nell’attuale confronto sul futuro del Kosovo-Metohija, che ha assunto una dimensione internazionale, il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) si schiera dalla parte della legge e del sostegno al mantenimento della piena integrità territoriale della Serbia, e rifiuta i piani che promuovono la divisione dello Stato serbo a vantaggio del separatismo locale dei cosiddetti Albanesi del Kosovo.

 

Sia il caso di Monaco, nel 1938, che quello dell’aggressione NATO, nel 1999, stanno a ricordarci che ogni violenza provoca danni irrimediabili ed esecrabili.

 

La regione del Kosovo-Metohija resta parte integrante del territorio dello Stato serbo, nonostante sia attualmente considerata un protettorato sotto amministrazione internazionale. Ciò è sancito dalla costituzione e dai documenti internazionali che hanno ratificato i confini dello Stato serbo, ed è stabilito anche dalla Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in base alla quale è stato definito l’attuale assetto della regione. Purtroppo, dopo circa 8 anni, assistiamo a drammatici inadempimenti nell’osservanza della Risoluzione 1244, per quanto riguarda la sicurezza di tutti i cittadini, la loro libertà di movimento, il ritorno dei profughi serbi alle loro case, i diritti dei serbi e dei non albanesi all’uso delle loro proprietà. Ne consegue che non si è realizzato alcun progresso dall’estate 1999 in nessuno degli ambiti che non vedono colpe e responsabilità dei serbi, neppure per quanto riguarda la coesistenza multietnica, con i serbi nel ruolo di vittime.

 

Il Comitato Centrale del KSCM impegna il proprio gruppo parlamentare ad adoperarsi perché il governo della Repubblica Ceca presenti un rapporto sulla situazione in Kosovo-Metohija e in merito alle modalità attraverso cui risolvere la situazione, e non permetta che le truppe del nostro paese in Kosovo siano unilateralmente impiegate per azioni che non siano in accordo con le posizioni ufficiali della Repubblica Serba e con il dettato della Carta dell’ONU.

 

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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Nessuna base dell’imperialismo sul nostro territorio!

 

Il KSM contro la base militare USA nella Repubblica Ceca

 

26 marzo 2007

 

L’Unione della Gioventù Comunista (KSM) nella Repubblica Ceca ha lanciato alla vigilia delle elezioni parlamentari dell’estate 2006, prima tra le organizzazioni del paese, una campagna contro il piano che prevede la costruzione di una base missilistica USA nella Repubblica Ceca che dovrebbe far parte del sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti. Negoziati in merito a tale progetto erano stati avviati segretamente dal governo degli USA e dal governo della Repubblica Ceca, guidato dal partito socialdemocratico, molti anni prima che informazioni a riguardo venissero pubblicate grazie ad un parlamentare del Partito Comunista di Boemia e Moravia. Di conseguenza, il KSM ha avviato la lotta contro questo piano, e ad esso gradualmente si sono aggiunte altre organizzazioni.

 

Il KSM conduce la sua campagna contro la base militare USA su due direttrici: 1/ il KSM organizza la propria campagna comunista insieme al Partito Comunista di Boemia e Moravia e ad un paio altre organizzazioni civiche e 2/ il KSM partecipa attivamente a una più estesa iniziativa chiamata “No alle basi militari”, che raggruppa un più ampio schieramento di forze.

 

La situazione nella Repubblica Ceca si è ulteriormente complicata dopo le elezioni parlamentari menzionate. Dopo 7 mesi di crisi politica senza un governo sorretto dalla maggioranza del parlamento, si è insediato un nuovo governo con una maggioranza di destra, guidato dal più forte partito politico di destra del paese, il Partito Civico Democratico (ODS).

 

Occorre ricordare in particolare che il governo USA ha aspettato che il governo di destra capeggiato dall’ODS ottenesse la maggioranza nella Camera dei Deputati del Parlamento della Repubblica Ceca, per annunciare ufficialmente la sua decisione di chiedere al nostro governo di accordare il suo consenso alla costruzione della base missilistica USA nel paese. Infatti, l’annuncio del governo USA è stato pubblicato solo alcuni minuti dopo che il governo di destra aveva ottenuto il sostegno della maggioranza dei parlamentari (tra cui 2 deputati socialdemocratici).

 

Il KSM nella sua campagna ha avanzato la richiesta della pubblicazione di tutti i documenti dei negoziati segreti in merito al progetto di costruzione della base militare USA, si è risolutamente opposto a tale piano e ha chiesto lo svolgimento del referendum su una questione strategica che riguarda l’intero paese e i suoi abitanti.

 

Le posizioni dei più importanti partiti politici sulla questione della base militare USA e sul referendum differiscono in modo significativo. Il Partito Civico Democratico (ODS) rifiuta in linea di principio l’istituzione democratica del referendum, sostiene che al popolo non compete di decidere sulle questioni della sicurezza nazionale come questa, di carattere strategico, e lotta instancabilmente per gli interessi USA, nel tentativo di dimostrare la sua fedeltà all’alleato. Un altro partito di centro-destra, il Partito Cristiano Democratico-Partito Popolare Cecoslovacco, non si è impegnato in modo così appariscente su questa materia, ma in generale sostiene la stessa linea seguita dall’ODS. Il terzo partito di governo, il Partito Verde, che aveva invocato il referendum nelle sue iniziative elettorali, atteggiandosi a partito non militarista, ha abbandonato le sue promesse che avevano attratto numerosi elettori, in particolare giovani, e, anche per il suo anticomunismo, ha preferito scegliere una posizione senza principi di appoggio alla base USA, ponendo la sola condizione che essa faccia ufficialmente parte del sistema NATO. La posizione del Partito Verde della Repubblica Ceca sulla questione delle basi militari, unita ai suoi atteggiamenti anticomunisti, rende questo partito oggetto di rilievi critici da parte di partiti Verdi stranieri. Le posizioni del Partito Socialdemocratico Ceco riguardanti la questione della base militare USA meritano un commento più dettagliato. I negoziati in merito al piano di costruzione della base nella Repubblica Ceca erano stati avviati ai tempi del governo guidato dai socialdemocratici. Anche il presidente del partito socialdemocratico, Jiri Paroubech, dopo le sue ambigue dichiarazioni iniziali, aveva dichiarato di appoggiare la base USA nel paese. Tuttavia, quando il partito socialdemocratico è stato estromesso dal potere ha ufficialmente dichiarato il suo approccio negativo nei confronti del piano relativo alla base USA e ha sostenuto l’idea del referendum sulla materia. Allo stesso tempo, voci significative interne al partito socialdemocratico si pronunciavano per la costruzione della base USA. Se ne deve concludere che in generale la posizione del partito socialdemocratico è stata determinata dalla sua condizione non governativa e ha seguito la logica della massimizzazione del suo capitale politico, contando sul fatto che, in una situazione in cui una vasta maggioranza della società si oppone al progetto della base, la sua opposizione gli avrebbe fruttato consensi politici. La sola forza importante che si oppone alla base è il Partito Comunista di Boemia e Moravia, che ha anche avanzato una proposta di referendum, respinta però nel parlamento. L’atteggiamento nei confronti della richiesta di un referendum nazionale testimonia quale sia l’effettiva propensione democratica dei più importanti partiti politici della Repubblica Ceca, dove il Partito Comunista, nel confronto politico, viene ripetutamente accusato da essi di non avere un carattere democratico: un argomento che torna utile per delegittimare i principali oppositori politici.

 

Ci sono state anche richieste di organizzazione di referendum su scala locale nei municipi che sono potenziali vicini della base militare USA. In tal modo un referendum è stato organizzato nella municipalità di Trokavec dove la grande maggioranza degli abitanti si oppone all’installazione della base. Occorre anche segnalare che in 3 delle 4 municipalità nelle strette vicinanze del sito della base i sindaci appartengono al Partito Comunista di Boemia e Moravia.

 

Originariamente il piano consisteva nella costruzione di basi sia nella Repubblica Ceca che in Polonia. In seguito il progetto è stato modificato, quando ci si è resi conto del peso dell’opposizione dell’opinione pubblica nella Repubblica Ceca, dove circa l’80% della popolazione esprime la sua contrarietà alla presenza della base militare USA nel paese. La nuova proposta è stata quella di costruire una base missilistica in Polonia ed una base radar, a supporto della prima, nella Repubblica Ceca.

 

La campagna contro la base del KSM ha avuto un grande successo. Il KSM ha organizzato una serie di proteste pubbliche, dimostrazioni, dibattiti con i cittadini ed anche una petizione che ha raccolto 80.000 firme. E’ certo un grande successo, se si tiene conto del fatto che si tratta di una petizione lanciata dal KSM, un’organizzazione che è stata ufficialmente dissolta dallo stato (una raccolta parallela, su iniziativa della più vasta campagna “No alle basi militari”, ha raggiunto le 20.000 firme). Il lavoro del KSM nelle strade è importante anche perché dimostra che questa organizzazione giovanile messa al bando lotta in prima linea per le rivendicazioni concrete della maggioranza del popolo.

 

Radim Gonda
Vicepresidente del KSM
Repubblica Ceca

 

Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare