Dalla Rete Nazionale DISARMIAMOLI abbiamo ricevuto in questi giorni, e volentieri giriamo, quanto segue.
Per maggiori informazioni e per contatti:
Rete nazionale Disarmiamoli!
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--- 15 novembre ---
Afghanistan, l’esercito italiano attacca. Il governo Prodi acconsente.
Comunicato stampa della Rete nazionale disarmiamoli!
Nel silenzio complice di tutte le forze di governo, in queste settimane si sono susseguiti cruenti scontri armati che hanno visto partecipare direttamente, dal cielo e da terra, le truppe italiane presenti in Afghanistan.
Basta leggere la “voce del padrone”, cioè Il Sole24ore.
6.11.07 pag.7
Il giornalista Gianandrea Gaiani, in un articolo dal titolo “Le forze alleate perdono terreno”, rivela che “nella provincia occidentale di Farah, una delle quattro poste sotto il comando italiano di Herat...Le forze speciali e gli elicotteri da combattimento Mangusta verrebbero impiegati intensamente per contrastare i talebani, ma finora non sarebbe stata lanciata in battaglia la forza di intervento rapido italo – spagnola”
Quattro giorni dopo, il cosiddetto “intervento rapido” è stato lanciato.
Sempre Gianandrea Gaiani, il 10.11.07 a pag 10 del Sole24Ore nell’articolo dal titolo “Offensiva NATO in Afghanistan”, ci dice che “...le truppe afgane ed italiane hanno ripreso il controllo del distretto di Gulistan...uccidendo una ventina di talebani. Il contrattacco ( è stato) guidato dal comando NATO di Herat, retto dal generale Fausto Macor....I combattimenti a Gulistan sono durati diversi giorni coinvolgendo gli elicotteri da combattimento Mangusta e le forze speciali della Task force 45, ma secondo indiscrezioni sarebbero stati risolti con l’arrivo da Herat dei mezzi corazzati Dardo dei bersaglieri....indiscrezioni riferiscono di scontri di retroguardia tra le forze alleate e i talebani...”
Di fronte a queste notizie, sicuramente inserite nelle rassegne stampa di tutti i componenti il Parlamento, le recenti interrogazioni parlamentari di alcuni deputati della cosiddetta “sinistra radicale” sul ruolo dei militari italiani in Afghanistan, ci fanno fortemente sospettare un cinico gioco delle parti.
Il nostro paese è in guerra e la Legge Finanziaria 2008, in difficoltà solo per i giochi di potere di Dini e Mastella, rafforza lo stato di belligeranza dell’Italia in tutti i fronti sui quali i militi di ventura tricolori sono stati dispiegati.
L’uso massiccio delle “armi di distrazione di massa” è direttamente proporzionale alla gravità delle scelte fatte.
Quale spazio si meritano coloro i quali votano queste scelte? Certo non nelle piazze del movimento contro la guerra.
La rete nazionale Disarmiamoli!
--- 17 novembre ---
TRUPPE ITALIANE SOTTO ATTACCO:
DALL’AFGHANISTAN NOTIZIE DIMEZZATE
Cinque razzi caduti sull'aeroporto di Herat, in Afghanistan, controllato dai militari italiani dell'Isaf. I Taliban rivendicano, aggiungendo che l'obiettivo erano i militari della Forza d’assistenza alla sicurezza (Isaf) della Nato, che nella provincia di Herat è sotto comando italiano. Il giorno prima le forze italiane erano sfuggite ad un attentato, nella provincia occidentale di Farah.
Questi i fatti descritti da stampa e tv in questi giorni.
I nostri “bravi ragazzi” sotto il fuoco dei talebani mentre, come sappiamo, sono in quel paese in missione di pace, a “ridurre il danno” portato da altre forze della coalizione, meno inclini alla soldatesca solidarietà italiana.
Nessuna parola sulle recentissime operazioni militari che, nella zona di Farah, hanno visto scendere in campo le truppe speciali italiane, gli elicotteri Mangusta ed i blindati Dardo, inviati a rafforzare l’esercito con il voto bipartisan di senatori e deputati. Nelle operazioni militari decine di afgani sono stati uccisi, per i dispacci d’agenzia rigorosamente talebani.
Nessun collegamento tra questi attacchi e l’elezione a Presidente del Comitato militare della NATO - massimo organo militare collegiale dell'Alleanza - dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola, capo di Stato maggiore della Difesa italiana.
Il Comitato militare della NATO è l'interlocutore del Consiglio Atlantico, l'organo politico della Nato. Il suo compito è elaborare strategie militari e durante le crisi esprimersi sull'uso della forza, come nel caso dell’attuale guerra in Afghanistan.
La gestione oculata delle notizie dai fronti di guerra è parte integrante della guerra stessa. Gli avvenimenti descritti ne sono un esempio eclatante.
Dopo anni nei quali i “nostri” contingenti sono riusciti a mimetizzarsi nelle caserme di Herat e Kabul, l’offensiva della resistenza afgana costringe anche gli italiani ad uscire e combattere, con immaginabili conseguenze per il prossimo futuro, nel quale le campagne stampa deformanti potrebbero rivelarsi insufficienti a legittimare l’attività armata e i possibili nuovi lutti.
Ciò dipenderà anche dalla capacità del movimento contro la guerra nel produrre corretta informazione sui tragici e quotidiani combattimenti in Afghanistan.
Rilanciare sin da subito la mobilitazione contro la presenza delle truppe italiane all’estero deve essere uno degli obiettivi centrali del movimento, gettando così le basi per una nuova, grande mobilitazione contro il rifinanziamento delle missioni nel febbraio 2008, contro un governo che fa dell’interventismo estero l’elemento strategico per il rilancio della cosiddetta “azienda Italia”.
La Rete nazionale Disarmiamoli!
--- 23 novembre ---
Per coloro che ancora non lo avessero capito
L'ITALIA E' IN GUERRA
Un kamikaze si è fatto saltare in aria accanto a un ponte in costruzione a Kabul, uccidendo nove civili, tra i quali sei bambini e un militare italiano, il maresciallo capo Daniele Paladini. Ferite anche dodici persone, compresi tre militari italiani. I bimbi morti stavano uscendo da una scuola situata nei pressi, allorché sono stati investiti dall'esplosione. L'attentato è avvenuto nella Valle di Pagman, una località ad una ventina di chilometri a nord-ovest da Kabul, mentre era in corso l'inaugurazione di un ponte da parte dei militari del contingente italiano.
Recentissimi dati dicono che il territorio dell’Afghanistan, a sei anni dall’inizio dell’occupazione, è oggi in mano per il 54% alle varie realtà che lottano contro gli occupanti, talebane ma non solo.
In questo contesto le truppe italiane di stanza ad Herat ed a Kabul sono costrette sempre di più ad esporsi nel conflitto.
All’inizio di novembre nell’area di Farah e a Gulistan, forze speciali italiane, elicotteri da combattimento Mangusta mezzi corazzati Dardo dei bersaglieri sono stati impiegati intensamente contro gli insorti. Decine le vittime afgane in questi combattimenti.
DI QUESTO LA STAMPA E LA TV ITALIANE NON HANNO PARLATO.
Sono seguiti due tentativi di attacco diretto contro gli italiani, il primo con una bomba stradale, il secondo con lancio di razzi nell’aeroporto controllato dalle “nostre” truppe.
Omettendo le notizie della precedente offensiva italiana gli attacchi successivi appaiono come “a freddo”, verso truppe impegnate nella “costruzione della pace”.
Il governo Prodi persegue una strategia di guerra, mascherata da una retorica che ogni giorno suona come esercizio di nauseante ipocrisia, per i cittadini ed ora anche per i militari.
La guerra è guerra, e l’ulteriore aumento dell’11% di spesa per il comparto militare nella Legge Finanziaria 2008 chiarisce ancora di più le intenzioni di questo esecutivo per il futuro.
ULTIMA DOVEROSA NOTA:
L’attentato costato la vita al maresciallo capo Daniele Paladini è il terzo contro gli italiani in pochissimi giorni, e segue un massacro simile costato la vita ad oltre 40 bambini, avvenuto pochi giorni fa durante l’inaugurazione di uno zuccherificio, alla presenza delle autorità del governo fantoccio Karzai e delle truppe NATO.
Perché in questa situazione di guerra aperta le truppe italiane/NATO promuovono iniziative propagandistiche ad esclusivo uso e consumo della stampa occidentale, mettendo così a rischio la vita dei civili afgani, soprattutto bambini?
VIA SUBITO LE TRUPPE ITALIANE DALLA GUERRA AFGANA.
LE UNICHE SPESE DA SOSTENERE SONO QUELLE
PER IL CARBURANTE NECESSARIO AL RITORNO DELL’ESERCITO.
La Rete nazionale Disarmiamoli!