L'UNICO AGENTE DELLA C.I.A. CHE PAGA PER ESSERLO, ANZICHE' ESSERE PAGATO


(su Giuliano Ferrara agente della CIA si veda:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2555 )


http://www.megachip.info/modules.php?
name=Sections&op=viewarticle&artid=5562

Ferrara è molto intelligente solo in Italia. In Francia viene
condannato per violazione del diritto d'autore - 8-1-08
di Marco Travaglio - da l'Unità

Con tutte le baggianate che dice, sempre comunque accreditate di
grande intelligenza, vien da chiedersi che ne sarebbe di Giuliano
Ferrara in un paese serio, cioè diverso dall'Italia. Una risposta
giunge dalla Francia, dove il Molto Intelligente è stato appena
condannato in appello (e dunque in via definitiva) dal Tribunal de
Grande Instance di Parigi per contraffazione di opera d'ingegno e
violazione del diritto d'autore ai danni di Antonio Tabucchi.

Il fatto risale all'ottobre 2003, quando Tabucchi inviò un articolo a
Le Monde, ma se lo vide pubblicato, in anteprima e
senz'autorizzazione, sul Foglio (un correttore di bozze del
quotidiano parigino l'aveva inviato per amicizia a Ferrara, senza
prevedere che questi l'avrebbe fregato e messo in pagina).

Ora Ferrara dovrà sborsare 34mila euro in tutto: 10mila di multa allo
Stato francese, più 3mila per aver appellato temerariamente la
condanna di primo grado; 12mila di danni a Tabucchi; 9mila per
finanziare la pubblicazione della sentenza su Le Monde, Le Figaro e
Libération. Naturalmente, se Ferrara avesse vinto la causa, la
notizia sarebbe uscita su tutti i giornali. Invece l'ha persa, dunque
silenzio di tomba. Ma l'aspetto più interessante del processo non è
la sentenza. È l'incredulità dei francesi - giudici, avvocati e
giornalisti - di fronte a quel che dice Ferrara. Anzi, di fronte a
Ferrara tout court, che al di là del Monginevro è visto come un
fenomeno da baraccone. Il suo interrogatorio in tribunale è uno
spettacolo da far pagare il biglietto.

Nell'articolo rubato, Tabucchi ricordava i trascorsi di Ferrara come
informatore prezzolato della Cia. Il giudice domanda all'interessato
se la cosa sia vera. Ferrara risponde che sì, fu lui stesso a
rivelarlo sul Foglio. Ma era una balla, che lui chiama
«provocazione»: tant'è che ¬ aggiunge ¬ non ci sono le prove. La
nuova frontiera del giornalismo da lui inaugurata - spiega -
prescinde dalla verità. Figurarsi la faccia dei giudici parigini
dinanzi a questo «giornalista» ed ex ministro italiano che si vanta
di raccontare frottole sulla propria vita e aggiunge: trovate le
prove di quel che scrivo, se ne siete capaci.

Lo condannano su due piedi. Lui ricorre in appello, eccependo fra
l'altro sulla competenza territoriale del Tribunale parigino, manco
fosse Previti o Berlusconi al Tribunale di Milano. Eccezione respinta
con perdite. Quanto al merito, ricordano i giudici di seconda
istanza, il Molto Intelligente è colpevole per definizione: «Il 4
novembre 2006 Ferrara veniva interrogato e sosteneva che in Italia è
usanza giornalistica pubblicare documenti senza autorizzazione per
rispondere a essi senza che la cosa comporti una contraffazione».

Dopo aver finito di ridere, i giudici ribattono che pubblicare sul
Foglio un articolo destinato a Le Monde «senza il consenso
dell'autore né di Le Monde costituisce a pieno titolo contraffazione»
e «non è seriamente sostenibile che un delitto di contraffazione sia
legittimato da una sorta di diritto di replica preventivo rispetto
alla pubblicazione».

Ferrara, se voleva replicare a Tabucchi, doveva attendere che
l'articolo uscisse su Le Monde. Il Tribunale aggiunge sarcastico che
una diversa «eventuale usanza italiana, ammesso che esista, non si
applicherebbe comunque al diritto francese». E conclude sottolineando
«la piena consapevolezza che l'imputato (Ferrara, ndr) aveva del suo
delitto e del cinismo con cui l'ha commesso», ergo «va dichiarato
colpevole dei fatti a lui addebitati». Insomma: certi sofismi,
furbate e corbellerie Ferrara li vada a raccontare agli italiani, che
hanno smarrito il senso del pudore, della decenza e della vergogna.

In Francia non attaccano. Infatti, riportando la sentenza, il Nouvel
Observateur descrive Ferrara come nemmeno un giornale di estrema
sinistra oserebbe dipingerlo. Cioè per quello che è: «maschera della
tv trash», «specializzato nella denigrazione di chi si oppone a
Berlusconi» e nel «servilismo giornalistico» che gli è valso la
direzione di Panorama e del Foglio, sempre «indipendente come si può
essere quando l'editore è la moglie di Berlusconi».

Nessun accenno alla sua grande intelligenza. In controtendenza con la
fuga dei cervelli dall'Italia, quello di Ferrara all'estero non lo
nota nessuno. Non pervenuto.