Fiat Zastava, è il mercato o la campagna elettorale?

0) Grad Kragujevac i "Fijat" potpisali Memorandum o razumevanju / L’amministrazione e la FIAT hanno firmato il Memorandum d’intesa

1) Fiat Zastava, è il mercato o la campagna elettorale?
TOMMASO DI FRANCESCO

2) La Fiat sterza a est, intesa con la Zastava
FRANCESCO PATERNÒ


Sulle politiche antioperaie del governo di destra, i licenziamenti e le proteste della scorsa estate alla Zastava si veda:
Serbia: ennesimo durissimo attacco alle condizioni di vita dei lavoratori Zastava  (E. Vigna, settembre 2007)


Voir aussi:

Serbie : Fiat et Zastava scellent un partenariat stratégique

Le ministre de l'Économie Mlađan Dinkić et le vice-président de Fiat Alfredo Atavilla ont signé une entente de principe concernant une coopération stratégique et des investissements conjoints. Cette entente de principe, signée en présence du Président serbe Boris Tadić, permettra au géant de l'automobile italien Fiat d'acquérir 70% des actions de Zastava, tandis que l'État serbe conservera les 30% restants.



Siehe auch:

Newsletter vom 21.04.2008 - Der Nutzen der Bomben

KRAGUJEVAC/WOLFSBURG (Eigener Bericht) - Neun Jahre nach der Zerstörung der serbischen Automobilfabrik Zastava durch NATO-Bomben will die Volkswagen AG das in den Ruin getriebene Werk übernehmen...



Si veda anche:

Il gran ritorno

[Aleksandra Mijalković] Il 6 maggio scorso la firma del Memorandum sulla collaborazione strategica tra la Fiat e la Zastava di Kragujevac a cui dovrebbe seguire nelle prossime settimane l'accordo. Entro la fine dell’anno due nuovi modelli di auto italiane saranno fabbricate in Sumadija



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Grad Kragujevac i "Fijat" potpisali Memorandum o razumevanju

Predstavnici "Fijata" i grada Kragujevca potpisali su Memorandum o razumevanju kojim će ta torinska fabrika automobila biti oslobođena plaćanja lokalnih taksi i poreza u narednih 10 godina.  

(Fonte: Glassrbije / Madjunarodni Radio Serbia)

L’amministrazione e la FIAT hanno firmato il Memorandum d’intesa

06 maggio 2008. 16:11

Il vicepresidente della FIAT, Alfredo Altavilla ed il sindaco di Kragujevac Veroljub Stevanovic, hanno firmato in quella città della Serbia centrale il Memorandum d’intesa con cui quest’azienda torinese di automobili sarà esonerata dalle imposte locali per i prossimi 10 anni. Il Memorandum prevede anche la concessione gratis del terreno alla FIAT nel caso di allargamento delle capacità produttive. Dopo la firma del Memorandum, Altavilla ha detto che per la FIAT, la collaborazione con la ZASTAVA è uno dei progetti più importanti nell’ambito della strategia globale. A Kragujevac saranno prodotti due completamente nuovi modelli automobilistici che saranno venduti in tutto il mondo, ha evidenziato Altavilla. Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Serbia Boris Tadic, il vicepresidente del governo Bozidar Djelic, ed il ministro per l’economia e lo sviluppo regionale Mladjan Dinkic.


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commento

Fiat Zastava, è il mercato o la campagna elettorale?

TOMMASO DI FRANCESCO

È una notizia importante quella che arriva da Belgrado e che coinvolge il Gruppo Fiat che negli anni '50, all'epoca di Tito, contribuì a realizzare la Zastava di Kragujevac. I serbi l'hanno potuto vedere in tv. L'hanno scoperta in t v anche i sindacati che per anni si sono battuti per la salvare l'occupazione. Gli stessi che a poche ore dai raid della Nato che il 27 marzo 1999 la distrussero seminando devastazione ovunque - ci furono più di 120 feriti e molti morti tra quelli che lavorarono per mesi tra le macerie contaminate da uranio impoverito - comiciarono a ricostruirla. L'occupazione residua, da 36mila operai iniziali, è diventata di 4.900 operai (4mila alla fabbrica di automobili e 900 a quella dei camion). 
Dentro l'immensa povertà di Kragujevac che, gomito a gomito, vive la miseria della massa dei profughi fuggiti dal Kosovo, in una vasta periferia di desertificazione sociale della quale tutti i poteri in campo si sono disinteressati. Deve essere per questo che tra gli operai di Kragujevac emerge stupore, se non incredulità. Gli operai sindacalizzati, che hanno ricostruito con le loro mani gli impianti produttivi, non si fidano. «300mila vetture rispetto alle 12mila di oggi. Sembra un comizio elettorale del Partito democratico di Boris Tadic», ci dicono tre delegati sindacali raggiunti per telefono, e perfino un rappresentante del sindacato più vicino a Tadic, commenta: «Ci credo e non ci credo». Il sospetto è d'obbligo. Non solo perché le promesse qui non sono mai state mantenute. 
Il fatto è che l'annuncio in tv viene proprio il giorno dopo l'altrettanto televisivo annuncio dell'apertura dell'Ue a Belgrado con il Trattato di adesione (Asa). Un fatto tre volte ambiguo. È infatti soltanto simbolico (per ammissione dei contraenti), non entrerà in funzione, visto che è stato approvato con la clausola che non diventerà attuativo finché non saranno consegnati i super-ricercati Ratko Mladic e Radovan Karadzic. Lì in tv, accanto a Boris Tadic e mezzo governo serbo a lui legato, c'era per la Ue lo stesso Javier Solana che il 17 febbraio è corso a Pristina ad applaudire l'indipendenza unilaterale del Kosovo dalla Serbia. Una firma a dir poco di scontro con l'altra parte della Serbia, pur europeista come quella dell'escluso premier Vojslav Kostunica che grida «il nuovo governo cancellerà tutto», o quella ultranazionalista dei Radicali. Soprattutto per la scelta del momento: in piena campagna elettorale, si vota infatti per le politiche l'11 maggio. «Vogliamo entrare in Europa con il Kosovo», pensano i serbi che, per il sondaggio Gallup, si avviano a premiare al voto gli ultranazionalisti e Kostunica. A meno che non arrivi un colpo di teatro, l'«apertura» dell'Ue. E a meno che Boris Tadic, protagonista dello strappo, non voglia mandare questo messaggio agli elettori: con me tornano gli investimenti esteri.
Forse è più credibile pensare che con la joint venture Fiat Zastava ci troviamo di fronte al primato del mercato e basta. Perché, anche dopo l'accordo tra la russa Gazprom e la Serbia, c'è indubbiamente una maggiore appetibilità del mercato serbo e della sua capacità di proiezione nei Balcani e verso Oriente. Comunque, i dubbi restano. «Vogliamo lavoro e investimenti esteri - ci dicono gli operai da Kragujevac - ma il Kosovo è Serbia». Eppure i ricatti sono destinati a pesare.

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IL MANIFESTO
01 MAGGIO 2008


La Fiat sterza a est, intesa con la Zastava

Joint venture con il governo serbo, 900 milioni di euro per la fabbrica di Kragujevac. La Fiat vi produrrà a basso costo la nuova Topolino e un'auto di segmento B. Obiettivi: i mercati dell'Europa orientale

FRANCESCO PATERNÒ

La Fiat si allarga a est e annuncia un accordo di joint venture con la Zastava, storica azienda automobilistica serba controllata dallo stato e storico partner del gruppo torinese fin dagli anni '50. Gli obiettivi, a fronte di un investimento di 700 milioni di euro da parte Fiat e 200 da parte serba, sono diversi: produrre lì la nuova piccola Topolino dalla fine del 2009, per un prezzo low cost a costi low cost, e un altro modello di segmento B dal 2010, entrambe destinate a essere vendute in tutta Europa e in quella central-orientale in particolare. 
Il memorandum d'intesa firmato ieri tra il vicepresidente della Fiat responsabile delle operazioni internazionali Roberto Altavilla e il ministro dell'economia serbo Mladan Dinkic prevede una joint venture al 70% Fiat che controlli la vecchia fabbrica di Kragujevac, a circa 140 chilometri a sud est di Belgrado. Kragujevac è un sito storico per le quattro ruote dell'est: qui, nacque una simil Topolino e una ancora più simil 600, dopo gli accordi del 1954 raggiunti con la Jugoslavia di Tito. E sempre qui caddero le bombe della Nato nel 1999, che di fatto azzerarono la produzione delle Yugo e mandarono a casa la maggior parte dei lavoratori, 38.000 nell'intero gruppo di cui oggi soltanto 6.000 hanno mantenuto il posto, tra produzione di auto e camion (Zastava Kamioni, partner di Iveco, gruppo Fiat, che ne controlla il 33%). 
Secondo Dinkic, ministro uscente per una crisi di governo che ha rallentato i tempi dell'intesa mentre in Serbia si voterà in maggio, la Fiat dovrebbe produrre nello stabilimento serbo 50mila auto già nei primi mesi dopo l'intesa. Tra i modelli di cui è previsto l'assemblaggio la 500 e successivamente, ha detto Dinkic, un modello completamente nuovo, quasi certamente la nuova Topolino (nome non ancora ufficializzato), e un altro modello di segmento B, quest'ultimo mirato ai mercati dell'area Europa dell'est. La produzione complessiva a Kragujevac dovrebbe raggiungere le 300mila unità all'anno a regime, dopo il 2010. Oggi lo stabilimento serbo produce già le Punto vecchia serie (Zastava 10) su una linea portata direttamente da Mirafiori, in base a un accordo del 2005 per il quale Fiat ha cancellato il 72% dei crediti verso l'azienda serba. Con questa nuova intesa, da portare a termine nei prossimi mesi con il nuovo governo di Belgrado che uscirà dalle elezioni, il gruppo Fiat ha bruciato la concorrennza. La Zastava è stata messa sul mercato ufficialmente nel dicembre scorso, destando l'interesse - oltre che degli italiani - dei francesi di Peugeot-Citroen (Psa), del gruppo Volkswagen e della General Motors. Gli americani, tramite la loro controllata europea Opel, avevano precedentemente raggiunto un accordo con la Zastava per assemblare in Serbia il modello Astra, la cui uscita dalle linee è prevista per la fine del 2008. I mercati dell'Eruopa centro-orientali e quello in ancor più grande espansione della Russia hanno scatenato una vera e propria corsa a est dei più importanti costruttori automobilistici mondiali. 
Le ragioni sono nel basso costo del lavoro - mediamente nelle fabbriche di quest'area un operaio guadagna tra 1 e 10 euro l'ora, contro il rapporto tra i 20 e i 40 euro l'ora dell' ovest - e nella richiesta dei consumatori. Nel primo trimestre del 2008, in Polonia il mercato dell'auto è aumentato del 19,5% rispetto al 2007, del 23,6% in Romania. Le previsioni degli analisti vedono poi nella Russia numeri e percentuali di crescita che in Euroopa occidentale si possono dimenticare: le previsioni indicano che l'immenso mercato russo potrebbe superare alla fine del 2008 quello italiano, cioè il secondo d'Europa. In una nota, l'amministratore delegato del gruppo Fiat Sergio Marchionne sottolinea come l'intesa con Zastava «dimostra la nostra fiducia nella Serbia, la sua industria, le sue competenze manageriali e l'abilità dei suoi lavoratori, senza dimenticare lo stesso mercato automobilistico serbo, che consideriamo un'estensione integrale del nostro mercato domestico». Premio del giorno, l'agenzia Standard & Poor's ha promosso il rating assegnato a Fiat portando il gruppo all'« investment grade», con il rating da BB+ a BBB-, con outlook stabile.