Roberto Malini - Gruppo EveryOne - info@...
fonti: http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o11920 - http://www.everyonegroup.com/it
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http://www.enar-eu.org/Page_Generale.asp?DocID=15296&langue=EN
Notizia pubblicata il 22.05.08 da Reuters Italia:
Il leader della Fiamma Tricolore Luca Romagnoli, che alle ultime elezioni politiche italiane era candidato nella lista de “La Destra”, ha anche proposto “la creazione di uno Stato rom magari in un’area dell’Europa orientale” perché, ha detto Romagnoli, da quella zona proviene la maggior parte della popolazione di origine rom.
Ogni riferimento a “Der Führer baut den Juden eine Stadt...” è del tutto casuale?
Claudia Cernigoi
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- IBRA, “LO ZINGARO” - In una sua bellissima canzone, intitolata “Sally”, Fabrizio De Andrè cantava: “Mia madre mi disse/non devi giocare/con gli zingari nel bosco...”. Questo a testimoniare che il pregiudizio, l’ostilità, la diffidenza verso le comunità gitane è ancestrale e la storia ha dimostrato che sovente questa intolleranza si è trasformata in vera e propria persecuzione razziale. Cinquecentomila sono, infatti, gli zingari uccisi nei campi di Auschwitz, Dachau, Birkenau, Treblinka in quella “soluzione finale” che determinò l’eccidio di massa degli “asociali”: ebrei, comunisti, omosessuali, slavi, handicappati. Tutti coloro che erano, giustappunto, considerati incompatibili con l’ordine costituito. Negli ultimi tempi, esattamente da un anno a questa parte, i mass media nostrani hanno dato il là ad una scientifica campagna di (dis)informazione tendente a dimostrare, sulla mera e approssimativa base di fatti di cronaca nera, che i rom sarebbero una “razza delinquenziale”, predisposta geneticamente al crimine e alla destabilizzazione sociale. Gli zingari come razza non solo inferiore, ”subumana”, ma dannosa, e come tale da cancellare. Attraverso sgomberi, punizioni “esemplari”, e, magari, veri e propri pogrom imperniati sulla voluttà della cancellazione dell’altro, del diverso, dell’asociale. Tutto ciò, com’è pacifico, in barba ai principi più elementari del diritto tra cui per l'appunto l’obbligo , culturale e giuridico, di distinguere, sempre, tra persone e gruppi, tra singoli colpevoli e intere comunità, tra individui su cui eventualmente grava il peso della responsabilità penale personale ed etnie e nazionalità discriminate in blocco. Se si offusca, come sta accadendo, questa basilare distinzione i gruppi umani colpiti in quanto tali diventano colpevoli per il semplice fatto di esistere, la loro stessa presenza appare come un ingombro da rimuovere e da estirpare, un virus da sconfiggere anche con la mobilitazione “purificatrice” di chi si sente minacciato e circondato da una forza oscura e inquietante. Molte volte, però, il caso gioca brutti scherzi ai professionisti della (dis)informazione. Accade, infatti, che il campionato di calcio venga deciso dalle prodezze di un campione, figlio di profughi bosniaco-croati, di etnia rom (rom Korakhanè, per la precisione)trasferitesi in Svezia negli anni ’70: Zlatan Ibrahimovic. Ma cosa volete che importi ai mestieranti giornalai di Repubblica e del Corsera, della Rai e di Mediaset, che a decidere le sorti del campionato più bello del mondo (che fu)sia stato uno “zingaro”(così come viene affettuosamente soprannominato dai suoi compagni di squadra)? Per la nomenclatura mediatica nostrana i rom sono soltanto “ospiti”indesiderati, uomini e donne il cui valore monetario si avvicina allo zero assoluto e per i quali non si paga l’acquisto, ma l’espulsione. E cosa volete che importi agli interisti di governo come Ignazio La Russa (Ministro della Difesa che per la cronaca ha seguito la partita in un salotto ”bipartisan” insieme a Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo...), a Franco Servello (storico camerata di “moschetto” di Almirante e da 30 anni onnipresente ai vertici dirigenziali dell’Inter...), ai giornalisti-interisti che soffiano sul fuoco della persecuzione razziale, come Enrico Mentana che le loro gioie sportive sono dovute in buona parte ad un figlio di padre bosniaco e di madre croata che, come i tanti rom che vediamo scappare dalla giungla italica, negli anni’70 fuggirono dalla lontana Tucla, Bosnia-Herzegovina? La famiglia rom Korakahne (bosniaca) di Zlatan Ibrahimovic, è utile ribadirlo, è riuscita ad arrivare agevolmente in Svezia, democrazia molto più solida della nostra, e grazie alla diversa situazione politico-sociale-culturale è diventato uno dei più celebri calciatori del mondo. In Italia i rom devono, sono costretti a chiedere la carità per sopravvivere, a stento, e anche se ci fossero talenti, in qualsiasi campo, questi sarebbero sotterrati dai comportamenti razzisti dei vari nazisindaci “bipartisan” come Alemanno, Domenici, De Luca, Moratti (Letizia...). Ad onor di cronaca altri celebri calciatori sono di etnia rom e sinti tra i quali spicca senz’altro Andrea Pirlo (sinto italiano), capitano della nazionale campione del Mondo (!!!). Semmai bisognerebbe chiedersi perché essi non si espongano. La risposta è tautologica: hanno paura di essere discriminati. Questo è dunque, il pericolo reale e concretissimo, che oggi incombe sull’Italia declinante: lo sdoganamento del razzismo, il processo culturale per cui oggi in Italia è possibile essere e dirsi razzisti senza che nessuno si indigni, è possibile, senza contraddittorio, dire che gli immigrati ci procurano un senso di fastidio e, dunque, non li vogliamo. E poi magari votare indifferentemente per il PDL o per il PD... Che ognuno di noi si faccia moltiplicatore di questa indignazione in modo da rompere quel silenzio sulle discriminazioni anti-rom che offusca le coscienze. Per fare come Fabrizio De Andrè che nella citata canzone cantava: ”E dite a mia madre/che dal bosco non tornerò”. Silvio Messinetti ---
"La campagna razziale contro i Rom mette a rischio la loro incolumita'". Lo dichiara il gruppo Everyone sottolineando che il pregiudizio che colpisce il popolo Rom in Italia rischia di degenerare in un'indiscriminata caccia all'uomo.
A Napoli si verificano continue aggressioni nei confronti di Rom. Una baracca di via Malibran è stata data alle fiamme da una banda di razzisti e i 13 occupanti, sei adulti e sette bambini, fra cui due neonati, hanno riportato ustioni e rischiato di morire bruciati. A Ponticelli giovani armati di spranghe hanno aggredito alcuni Rom romeni. In via Argine, inseguimento di bambini Rom da parte di razzisti che nascondevano il volto dietro sciarpe. L'ultimo episodio - sottolinea l'associazione per i diritti umani - ha visto un bambino Rom di circa sei anni aggredito da una ronda in piazzetta San Domenico, schiaffeggiato, insultato e messo a forza sotto il getto di una fontana pubblica.
Da tempo il Gruppo EveryOne mette in guardia l'opinione pubblica, la stampa e i politici onesti "contro il rischio di casi montati ad arte per seminare odio contro gli zingari e aprire la strada a leggi razziali come il prossimo decreto sicurezza e le famigerate 'commissioni Rom' che ricordano analoghe istituzioni naziste. Sono provvedimenti illegittimi" continuano i tre referenti "che in sede Ue saranno stracciati in mille pezzi".
Ma gli attivisti del Gruppo EveryOne lanciano l'allarme anche riguardo ai rischi che in questo clima potrebbero riguardare anche i Rom
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