A proposito delle spese inutili del Parlamento europeo

“E chi se ne frega” si diranno i deputati – parlamentari! Tanto per loro non ci sono problemi, salariali s’ intende. D’ altronde cosa ci si puo’ aspettare da questa Europa dei capitali,  con la sua miope socio-politica, “che l’occhiolino fa al tiranno...” (Đuro Jaksić)?
E cosa possiamo aspettarci dalla destra nazionalista delle ex Repubbliche jugoslave, ex socialiste, in primis nella cattolicissima Croazia. “Ringraziando” anche la stessa sinistra riformista (e venduta), che si e’ negata l’internazionalismo!
Si poteva casomai entrare in Europa come Jugoslavia unita o confederata, giacche’ nel 1989 non si era contrari a certi cambiamenti mondiali in corso. Ora ognuno di questi politici sciocchi fanno i capricci chi sara’ il capo piu’ importante in queste Repubbliche seccessioniste, sottomesse e lecchine, con i loro “intellettuali dei miei stivali”.
Almeno sulla disputa linguistica, da parte degli intellettuali, degli scrittori, dei professori una precisazione sarebbe dovuta. E invece niente!... Noi jugoslavi, anche di media cultura linguistica, sapevamo bene tutti che la nostra lingua era il “serbo o croato”! Non ho sentito ancora che gli austriaci per esempio, non  parlino il tedesco, ma la loro “madrelingua”!...
(sulla posizione assurda di un “interprete” di serbo – croato, vedere la vignetta)

Ma valeva una regola nei compiti in classe di serbo o croato: se si iniziava con la parlata “jekava”, tutto il compito doveva essere scritto in “jekavo”; e viceversa con la variante "ekava" (es. "rijeka" in jekavo – "reka" in ekavo - "fiume").
Al Parlamento europeo suggerirei di ufficializzare la lingua “serba o croata”, (serbo-croata o croato-serba), usando il linguaggio che comprendono e usano tutti i cittadini delle ex-Repubbliche jugoslave (compresi  sloveni e macedoni) e che tuttora usano in grande maggioranza o in toto - come in Bosnia-Erzegovina e Montenegro (nella variante “jekava”).  Anche per uno straniero e’ comprensibile che januar, februar eccetera indicano i mesi. Nel mio lavoro per non  turbare certi animi ho preferito usare la “numerazione” del mese: primo, secondo... dodicesimo. Al Tribunale dell’Aia, che tanto per coprire un po’ la sua faziosita’ ha processato alcuni esponenti croati e musulmani bosniaci ("bosgnazzi"), Milosevic ha elegantemente risposto alla traduzione di un croato doc: "Studeni sara’ senz’ altro un mese invernale" (giacche’ “studeni” vuol dire freddo). E tutti comprendono cos’e’ televizor, helikopter, aerodrom, etc, etc ... 

Altre note sulla disputa linguistica alla pagina https://www.cnj.it/CULTURA/jezik.htm , che cercheremo di arricchire con articoli e documenti già segnalati.

Ivan Pavicevac


On May 28, 2008, at 8:09 PM, Coord. Naz. per la Jugoslavia wrote:

LE SPESE INUTILI DEL PARLAMENTO EUROPEO


SPR:HRVATSKA-PREVOD-EP U Evropskom parlamentu prevođenje s hrvatskog na srpski 

ZAGREB, 28. maja (Tanjug) - Na inicijativu Doris Pak i Hansa Svobode, u Evropskom parlamentu je od juče uvedeno prevođenje s hrvatskog na srpski jezik, jer su hrvatski prevodioci izdvojeni u posebnu kabinu, odvojenu od zajednilke kabine za srpski, bosanski i crnogorski jezik, javljaju danas hrvatski mediji. Hrvatski predstavnici bili su protiv ideje Sekretarijata EP da, shodno praksi Haškog suda, obezbedi zajednički prevod na hrvatsko-srpsko-bosanskom jeziku. (Kraj)

http://www.tanjug.co.yu:86/RssSlika.aspx?14006

Agendo in base all'iniziativa di Doris Pak e Hans Svoboda, ieri, nel Parlamento UE, è stata introdotta la traduzione dal croato al serbo (SIC), cosicchè i traduttori croati sono stati collocati in una cabina a parte, separata dalla cabina congiunta per serbo, bosniaco e montenegrino (SIC SIC). L'informazione giunge dai media della Croazia. I rappresentanti della Croazia erano contrari all'idea del Parlamento UE che, sulla scia della prassi del Tribunale dell'Aja, fosse procurata una traduzione unica per la lingua croata-serba-bosniaca.

(a cura di DK)