STUPRO ETICO (O UMANITARIO)



ONU - LO STUPRO È ARMA DI GUERRA

Autore: informa-azione.info

New York, 20 giu. (Adnkronos) - Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha votato all'unanimita' una risoluzione, la 1.820, che definisce lo stupro un'arma di guerra. Il documento descrive il deliberato uso della violenza sessuale come una tattica di guerra e una minaccia alla sicurezza internazionale. Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, la violenza contro le donne ha raggiunto "proporzioni indescrivibili".

Lo stupro è un arma e l'Onu ha il suo mostruoso arsenale. Seguono brevi estratti sull'argomento.

Haiti, MINUSTAH: 2005, 3 caschi blu accusati di stupro

Burundi, ONUC : 2004-2005, 5 casi accertati di abusi su minori

Costa d'Avorio, UNOCI: 2001, abusi sessuali a bambini in cambio di aiuti umanitari

Etiopia e Eritrea, UNMEE: 2003, caschi blu girano video pornografici. 2001, due soldati Onu accusati di molestie a minori

Liberia, UNMIL: 2005, 8 caschi blu accusati di molestie sessuali. 2001, abusi sessuali a bambini in cambio di aiuti umanitari

Rep. Dem. Congo, MONUC: 2005, 150 casi di abusi accertati

Sierra Leone, UNAMSIL: 2001, abusi sessuali a bambini in cambio di aiuti umanitari

Kosovo, UNMIK: nel 2000 l'80% dei clienti della prostituzione era personale delle missioni umanitarie; oggi è il 20%, ma il traffico è cresciuto dell'80%

Timor Est, UNMISET: 2003, viene aperta un'inchiesta su un traffico di prostituzione organizzato dai caschi blu

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A settembre, la rivista medica britannica “The Lancet” pubblica un rapporto sconvolgente in cui si dice che durante il colpo di stato ad Haiti, guidato dagli USA dopo la destituzione nel 2004 del presidente democraticamente eletto Jean Bertrand Aristide, 8.000 persone sono state uccise e 35.000 donne e ragazze violentate. Tra i responsabili di queste azioni compaiono la polizia haitiana, bande, e “peacekeeper” ONU.

[...] una ragazza di sedici anni ha riferito di essere stata rapita e violentata, all'interno di una base navale delle Nazioni Unite, da un militare brasiliano, quando aveva quattordici anni. I genitori della giovane hanno denunciato il fatto alle autorità dell'ONU presenti sul territorio, ma, nonostante le evidenti prove mediche, il soldato in questione è stato rimpatriato senza alcun provvedimento. Un'altra bambina ha affermato di essere stata stuprata da un peacekeeper a soli undici anni, e altri militari sono stati accusati di usufruire della prostituzione locale (anche minorile).

Una ragazzina di 13 anni ha raccontanto alla Bbc come un gruppo di 10 peacekeeper dell’Onu l’ha violentata in un campo vicino la sua casa, abbandonandola a terra sanguinante e terrorizzata. Nessuna sanzione è stata comminata ai soldati.

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L'organizzazione umanitaria britannica Save the Children, che ha effettuato alcune ricerche in Costa d'Avorio, Sudan e Haiti, ha rivelato che numerosi bambini, anche di 6 anni, nelle zone di guerra o di crisi hanno subìto violenze sessuali, da parte di operatori umanitari e peacekeeper ONU.

Le vittime sono prevalentemente orfani, o separati dai genitori, o con famiglie che dipendono dagli aiuti umanitari. A prevalere per numero sono le bambine rispetto ai maschi e l'età media delle vittime è di 14-15 anni, anche se il rapporto parla di abusi anche a danni di bambini di 6 anni. Numerose le forme di abuso descritte dagli intervistati: le più frequenti sono commenti, frasi dal pesante e volgare contenuto sessuale, cioè “abusi verbali” (sono testimoniati dal 65% degli intervistati e partecipanti ai 38 focus group di Save the Children); segue il sesso “coatto” (secondo il 55% degli intervistati), a cui i minori sono indotti magari in cambio di cibo, soldi, sapone, in rari casi di beni “di lusso” come il cellulare. Frequenti anche le molestie (attestate dal 55% degli intervistati). Benché meno frequente (denunciata dal 30% degli intervistati), la violenza sessuale di singoli ma anche di gruppi su minori emerge come la più temuta.

Per quanto riguarda il profilo o la provenienza degli abusanti, il rapporto rileva che possono appartenere a qualsiasi organizzazione, sia essa umanitaria, o di peacekeeping o di sicurezza; avere qualsiasi livello o grado, dai più bassi – guardie, autisti – ai più alti, manageriali; fare parte dello staff locale o internazionale.
Un dato confermato anche dalle Nazioni Unite: sul totale delle denunce di sesso con minori a carico di operatori ONU nel 2005, 60 su 67 riguardano le truppe del Dipartimento ONU delle Operazioni di Peacekeeping (DPKO).

fonti: volontariperlosviluppo, ecplanet, lastampa